La famiglia

Film 1987 | Drammatico +16 127 min.

Regia di Ettore Scola. Un film Da vedere 1987 con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Ottavia Piccolo, Cecilia Dazzi. Cast completo Genere Drammatico - Italia, Francia, 1987, durata 127 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,64 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 27 giugno 2020

Storia di una famiglia, attraverso i ricordi di Carlo, professore di italiano in pensione. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, ha vinto 6 Nastri d'Argento, 7 candidature e vinto 6 David di Donatello,

Consigliato assolutamente sì!
3,64/5
MYMOVIES 3,67
CRITICA
PUBBLICO 3,60
CONSIGLIATO SÌ
Un cast di altissimo livello per una riflessione sul nucleo di base della nostra società.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Roma. Quartiere Prati 1907-1987. Questo è l'arco temporale in cui si svolgono le vicende di una famiglia borghese narrate da Carlo. Si parte dal suo battesimo e si giunge sino alla festa per il suo ottantesimo compleanno. Si assiste alla sua crescita con il fratello Giulio, ai suoi studi al suo formarsi una famiglia, al diventare genitore e poi nonno.
Ettore Scola ci propone un film che non si limita a narrare fatti privati anche se praticamente non si esce mai dalle mura della casa che vede scorrere i decenni, passare persone, confrontare idee, nascere amori e contrasti. La famiglia di Carlo non può nascondersi al mondo né opporre più che tanto resistenza diretta a una società che cambia inesorabilmente. Scola però non vuole indicarci un'unica chiave di lettura e quindi si affida con consapevolezza alla complessità della vita dei singoli e di quel soggetto sociale, la famiglia appunto, che in Italia ha ancora un suo valore simbolico al di là delle trasformazioni socio economico culturali. Scola arriva a questo film dopo aver sperimentato la coralità di altre narrazioni (vedi La terrazza che può essere messo proficuamente in parallelo con La grande bellezza di Sorrentino per riflettere sul tempo che è passato e Ballando ballando. Qui si avvale di un cast ad altissimo livello che raccoglie il meglio delle generazioni che si sono avvicendate sul grande schermo per il cinema italiano ma non si limita a mettere in scena, quasi teatralmente, una sceneggiatura scritta con grande senso della narrazione insieme a Ruggero Maccari e Furio Scarpelli.
Le lunghe carrellate che scandiscono, con diverse durate e modalità, lo scorrere del tempo si connotano come un elemento linguistico-narrativo esemplare. Riescono allo stesso tempo a ricordarci come la famiglia di Carlo possa in fondo essere sempre diversa ma anche sempre uguale a se stessa quasi fosse impermeabile a quanto accade al di fuori. Ne esce un ritratto della nostra società vista 'da dentro', da una di quelle case in cui Gaber ci ricordava "non c'è niente di buono quando una porta si chiude dietro un uomo" e che Scola osserva con rigore ma anche, in fondo, con comprensione.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?

Storia di una famiglia, attraverso i ricordi di Carlo, professore di italiano in pensione, che nel corso dei decenni (dal 1906) nonostante gli eventi esterni e la rotazione di presenze sommesse nella sua casa ovattata, domina la vita trascorsa tra generazioni che si avvicendano con fedele continuità, in un clima di grande dignità umana. I personaggi sono disegnati mirabilmente, la moglie di Carlo, la comprensiva Beatrice, le zie zitelle, il fratello Giulio e Adriana, la cognata pianista di cui Carlo resta segretamente innamorato per tutta la vita. All'esterno della famiglia intanto scorre la storia.

Recensione di Stefano Lo Verme

Ottant'anni, dal 1906 al 1986, nella vita di una famiglia borghese di Roma residente in un appartamento del quartiere Prati. Carlo, un intellettuale di belle speranze, figlio del pittore Aristide, corteggia la giovane e graziosa Beatrice, che presto diventa sua moglie; l'uomo, però, è innamorato della sorella di Beatrice, l'affascinante pianista Adriana, alla quale lo lega una passione destinata a rimanere segreta.
Ettore Scola, uno dei maestri indiscussi del cinema italiano, nel 1987 ci ha regalato uno dei suoi migliori lavori con La famiglia, sceneggiato dallo stesso Scola insieme a Ruggero Maccari e Furio Scarpelli ed interpretato da un cast d'eccezione. Presentato al Festival di Cannes, La famiglia è in assoluto una delle pellicole italiane più apprezzate degli anni '80, oltre che uno dei ritratti più intensi e sinceri del secolo appena terminato. Il regista di C'eravamo tanto amati ed Una giornata particolare ha sempre dimostrato un'abilità unica nel raccontare la storia del nostro paese attraverso le vicende individuali e private di singoli personaggi; e anche in questo film, Scola dipinge un memorabile affresco dell'Italia del Novecento presentandoci ottant'anni nella vita di una tipica famiglia romana.
Questo gruppo di famiglia in un interno, costantemente sospeso fra lucidità e malinconia, assume così la funzione di una sorta di microcosmo capace di rispecchiare gli stati d'animo, gli ideali ed i cambiamenti di un'Italia ancora legata alle proprie tradizioni. Dagli inizi del Novecento, con una foto in bianco e nero scattata poco dopo la nascita del piccolo Carlo, agli anni del Fascismo e della guerra, passando per il boom economico degli anni '50 e '60, fino ad arrivare ad un'altra foto di gruppo scattata nel 1986, in occasione dell'ottantesimo compleanno dello stesso Carlo (uno straordinario Vittorio Gassman), un anziano professore di lettere in pensione circondato da parenti vecchi e nuovi, nel momento in cui si trova a tracciare un bilancio della propria esistenza.
Attorno al personaggio-cardine di Carlo (Andrea Occhipinti da giovane, Gassman da anziano) si sviluppano poi le storie degli altri membri della famiglia nel corso delle varie generazioni, rievocate in flashback dai ricordi del protagonista: il matrimonio con la placida Beatrice (Stefania Sandrelli), il difficile rapporto con il fratello Giulio (interpretato da Massimo e Carlo Dapporto) e la passione mai svelata per la cognata Adriana (Fanny Ardant), fidanzata con il francese Jean-Luc (Philippe Noiret); e poi ci sono le zie, i figli, i nipoti e i domestici, fra nascite, nozze e lutti. Il tutto vissuto solo ed esclusivamente all'interno delle pareti di un antico appartamento nel quartiere Prati, in un ambiente chiuso e circoscritto che diventa l'immobile scenario di una grande saga di famiglia, costituita da tanti piccoli eventi quotidiani narrati con uno stile dimesso e sorridente, ma non privo di una nota di disincanto e di una vena di nostalgia per il tempo che passa.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 16 ottobre 2011
Giuseppe Simeone

Mezzo secolo d'Italia dal fascismo fino gli anni '80 raccontato attraverso la vita di Carlo (Gassaman) e della sua famiglia. Non si esce mai dallo stesso appartamento, che qui simboleggia il nido come luogo d'origine e di ritorno, che negli anni sarà testimone del susseguirsi delle generazioni, dei mutamenti fisici e caratteriali dei personaggi e degli stravolgimenti che lo scorrere [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 gennaio 2012
lorenzo1287

Saga familiare pacata ma coinvolgente nella forma del gruppo di famiglia in un interno. Viene narrata la storia di una famiglia borghese romana dal 1906 al 1986, con tutti i personaggi che ne hanno fatto parte direttamente o indirettamente, le persone morte, i nuovi nati, i parenti via via acquisiti negli anni, generi, nuore, cognati; il tutto senza portare mai la cinepresa fuori dall’appartamento [...] Vai alla recensione »

giovedì 6 novembre 2014
Leonard Moonlight

Film nostalgico, e malinconico, incentrato sui ricordi che ricostruiscono una vita e naturalmente sulla vecchiaia (l'età in cui si hanno più ricordi e si riesce a fare una "summa della propria vita"). Tutto il film è narrato dal protagonista ottantenne che descrive la sua vita, partendo dall'adolescenza, ma sempre rimanendo all'interno del gruppo familiare, [...] Vai alla recensione »

sabato 30 novembre 2013
margan

Ottimo cast per settant'anni di storia italiana. Bellissimo film in cui rimanendo all'interno della stessa casa e senza mai uscirne si riesce a capire tutta la storia italiana attraverso i protagonisti con i suoi paradossi come si vede nello scontro verbale tra il personaggio interpretato da Vittorio Gassman e quello interpretato da Philippe Noiret.

domenica 3 settembre 2017
Great Steven

LA FAMIGLIA (IT, 1986) diretto da ETTORE SCOLA. Interpretato da VITTORIO GASSMAN, STEFANIA SANDRELLI, FANNY ARDANT, OTTAVIA PICCOLO, SERGIO CASTELLITTO, RICKY TOGNAZZI, ANDREA OCCHIPINTI, CARLO DAPPORTO, MASSIMO DAPPORTO, JO CHAMPA, ATHINA CENCI, GIUSEPPE CEDERNA, PHILIPPE NOIRET, DAGMAR LASSANDER Storia di una famiglia della media borghesia romana dal 1906 al 1986, da una foto di gruppo con nipotini [...] Vai alla recensione »

martedì 13 settembre 2022
Giovanni Morandi

 Dopo il capolavoro C'eravamo tanti amati e la Terrazza, Scola intendeva ripercorrere un periodo storico ancora più lungo (80 anni) del nostro Paese, affrontandolo dall'interno (molto "interno"- visto che non c'è nemmeno una scena in esterni) di una famiglia della media-borghesia romana del quartiere Prati. Ma in realtà il film, a differenza di C'erava [...] Vai alla recensione »

giovedì 23 luglio 2020
elgatoloco

Questo"La Famiglia"(Ettore Scola, come sempre anche soggettista e cosceneggiatore, con Ruffero Maccari e Furio ScarpellI, 1987)è in qualche modo un film"celbrativo"(nell'accezione nobile, però, del termine)ossia un omaggio a una cultura, di sinitra, certamente e notoriamente, come quella di Scola, come anche alla sua lunga amiczia-collaborazione con Vittorio Gassman, [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 dicembre 2017
elgatoloco

Ettore Scola, in questo"La famiglia"(1987), come in altri film("Le Bal", alias"BaLLANDO bALLANDO", "La Terrazza"etc.)tratteggia un arco storico di tempo, anche con riferimenti storico-politici, mai invasivi, però, concentrandosi su una famiglia in un determinato spazio, o meglio luogo(un interno borghese, meglio medio-alto-borghese ricostruito in modo [...] Vai alla recensione »

domenica 28 febbraio 2016
Luperco

Giudicare questo film mi è personalmente difficile perchè, essendo cresciuto nel quartiere Prati di Roma, è intriso di un'ambiente che riecheggia  nelle mie memorie più affettive. Il problema però è proprio questo! Si tratta di un nostalgismo che però non ha parimenti un corrispettivo contenutistico all'altezza.

giovedì 26 novembre 2009
ralphscott

Una splendida galleria di attori che vale da sola la visione del film. Detto questo,va notato come una regia tutta di interni,al servizio di una sceneggiatura volutamente sommessa,approdi ad un risultato armonico ed unitario. Scola ci intoduce con grazia agli eventi della piccola storia di famiglia,che si intreccia con i grandi eventi planetari,anche questi solo suggeriti.

venerdì 19 novembre 2010
irontato

Un cast eccezionale ed una sceneggiatura che,nonostante l'ambientazione esclusivamente interna,riesce quasi sempre a coinvolgere ed emozionare.A mio avviso magistrali le tratteggiature caratteriali dei vari personaggi che evidenziano pregevolmente le differenze personali e generazionali nel susseguirsi degli anni e dei cambiamenti che inevitabilmente il tempo porta con se.

martedì 2 gennaio 2024
Giammarco

Di una bellezza, profondità e poetica unico! Credo sia tra i 10 film più' belli del cinema italiano. Grande interpretazione di Gassman, Sandrelli ed Ardant. Un'epoca di cinema da immortalare per i posteri. Capolavoro!

sabato 8 gennaio 2022
lucknick

Non trovo appropriato il confronto con La Grande Bellezza; La Famiglia e’ di ben altra caratura

venerdì 18 luglio 2014
Luca Scialo

Carlo nasce nel quartiere Prati il 1907, in una famiglia borghese, di quelle numerose, patriarcali, tipiche dell'epoca. Con lui, oltre ai genitori, ci sono i nonni, le tre zie (sorelle zitelle) e il fratello Giulio. Carlo cresce e con lui cambia l'Italia. Vive da bambino la Prima grande guerra, da giovane il fascismo, da uomo maturo e padre di famiglia gli anni della Seconda guerra mondiale e il dopoguerra, [...] Vai alla recensione »

giovedì 6 dicembre 2012
arnaco

Non sono un esperto e quindi il mio è solo un commento. All'inizio del film la madre di Carlo canta una struggente antica canzone francese: "Plaisirs d'amour ne dure qu'un moment; chagrins d'amour pour toute la vie" (mi scuso per eventuali strafalcioni linguistici). Come l'ouverture di un opera, questa canzone sintetizza e anticipa il senso di tutto il film.

Frasi
Ci sei poi andato a quella riunione con i compagni socialisti? Sì, ma ho litigato con tutti. Tu litighi sempre con quelli che la pensano come te. Forse dovresti metterti con quelli che la pensano diversamente.
Dialogo tra Paolino, suo fratello (Ricky Tognazzi) - Il vecchio nonno; il nipote Carlo, da 40 a 80 anni (Vittorio Gassman)
dal film La famiglia
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Otto decenni. Dal 1906 al 1986. In una casa a Roma, nel quartiere di Prati. La vita, la storia di una famiglia. Ce la racconta, dal giorno del suo battesimo ad oggi un insegnante di italiano che, quando comincia a narrare, è vicino al nonno, come lui insegnante, e quando conclude è a sua volta circondato dai nipotini e dai figli. Pronti ad essere fissati in un gruppo fotografico non dissimile dalla [...] Vai alla recensione »

Stefano Reggiani

Una casa nel quartiere Prati, una famigliona della media borghesia romana, ottant'anni di vita, la Storia che passa attutita fuori delle finestre, l'avvicendarsi delle generazioni e la forza delle abitudini, battesimi e nozze, pranzi e chiacchiere, amori e compromessi, morti e prudenti dolori, personaggi di mezza qualità, grandi sentimenti appena sfiorati e decoro sempre rispettato, l'imbarazzo di [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Nel paese dei ciechi, chi sarà mai tanto cinico da lamentarsi dei miopi? Oppure: nel paese dell’analfabetismo cinematografico di ritorno, chi avrà mai il coraggio di non esaltare La famiglia di Ettore Scola? Il film è più che dignitosamente girato. E anche più che dignitosamente recitato. Un’eccezione rispetto al livello rasoterra del nostro cinema.

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