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laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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i've seen things you people wouldn't believe
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Molto liberamente tratto dal romanzo "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" di Philip K. Dick, di cui, alla fin fine, mantiene solamente il soggetto di base e i personaggi, scritto da H. Fancher e D.W. Peoples, Blade Runner è il miglior film di fantascienza degli anni '80.
Saccheggiato innumerevoli volte dal cinema successivo, unico, vero capolavoro di Scott, propone una visione del futuro oscura e drammatica, terribile, eppure incredibilmente suggestiva e dall'indubbio fascino visivo. La metropoli sterminata, oppressiva e decadente ideata dall'artista Syd Mead e dallo scenografo L.G. Paull, perennemente percossa da una pioggia battente e incessante, è qualcosa di assolutamente innovativo, con le sue architetture spettrali e imponenti, kitsch e barocche.
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Molto liberamente tratto dal romanzo "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" di Philip K. Dick, di cui, alla fin fine, mantiene solamente il soggetto di base e i personaggi, scritto da H. Fancher e D.W. Peoples, Blade Runner è il miglior film di fantascienza degli anni '80.
Saccheggiato innumerevoli volte dal cinema successivo, unico, vero capolavoro di Scott, propone una visione del futuro oscura e drammatica, terribile, eppure incredibilmente suggestiva e dall'indubbio fascino visivo. La metropoli sterminata, oppressiva e decadente ideata dall'artista Syd Mead e dallo scenografo L.G. Paull, perennemente percossa da una pioggia battente e incessante, è qualcosa di assolutamente innovativo, con le sue architetture spettrali e imponenti, kitsch e barocche. Le riprese notturne, le inquadrature in controluce e fumose, tutto contribuisce a rendere Blade Runner uno dei film visivamente più spiazzanti e stupefacenti della storia del cinema.
Sapiente commistione di noir e fantascienza, sul piano narrativo presenta una complessità di temi non da poco e, nonostante il ritmo lento e lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi, riesce a coinvolgere appieno lo spettatore e solleva problematiche ancora attuali.
Si può intuire che anche il protagonista Deckard sia un androide, ma è proprio il suo essere misterioso a renderlo molto più intrigante e a donare gran parte del fascino al film. Il confronto decisivo con l'androide Batty interpretato da un'eccellente Hauer, il cui monologo è ormai celebre e ha dato origine, quantomeno in Italia, ad un'espressione entrata nel linguaggio comune, è probabilmente la parte migliore del tutto.
Per il finale, invece, bisogna far riferimento alle due riedizioni in cui il regista ha finalmente avuto piena libertà creativa. Tali riedizioni, una dal titolo director's cut e l'altra The Final Cut, praticamente identiche, hanno anche il pregio di eliminare il commento off imposto dalla produzione nella versione originale e inserito posticcio.
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lohengrin
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domenica 28 agosto 2016
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visivamente stupendo, narrativamente scarso
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Ho dato tre stelle soltanto perché il film è visivamente stupendo e ha una efficace colonna sonora. Davvero bella la caratterizzazione di Los Angeles: cupa e claustrofobica, asfissiata da una notte perenne, dalla pioggia, costantemente controllata dalle navicelle di sorveglianza che spaziano tra i neri grattacieli, evocando un senso di paranoia e oppressione, e tempestata da annunci pubblicitari tra cui troneggia, dall’alto, quell’inquietante volto orientale nell’enorme schermo luminoso. La qualità della regia è impeccabile, non c’è che dire. Tante sono le scene che restano impresse, come quella dell’irruzione di Deckard nell’appartamento di Sebastian, quando Pris si mimetizza tra i robot dell’ingegnere prima di attaccare il poliziotto – fantastici anche il trucco e i costumi -, e naturalmente la scena del celebre monologo, dove la bellezza visiva, debitamente sostenuta dall’ineccepibile doppiaggio italiano, raggiunge il suo apice.
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Ho dato tre stelle soltanto perché il film è visivamente stupendo e ha una efficace colonna sonora. Davvero bella la caratterizzazione di Los Angeles: cupa e claustrofobica, asfissiata da una notte perenne, dalla pioggia, costantemente controllata dalle navicelle di sorveglianza che spaziano tra i neri grattacieli, evocando un senso di paranoia e oppressione, e tempestata da annunci pubblicitari tra cui troneggia, dall’alto, quell’inquietante volto orientale nell’enorme schermo luminoso. La qualità della regia è impeccabile, non c’è che dire. Tante sono le scene che restano impresse, come quella dell’irruzione di Deckard nell’appartamento di Sebastian, quando Pris si mimetizza tra i robot dell’ingegnere prima di attaccare il poliziotto – fantastici anche il trucco e i costumi -, e naturalmente la scena del celebre monologo, dove la bellezza visiva, debitamente sostenuta dall’ineccepibile doppiaggio italiano, raggiunge il suo apice. Anche il ritmo lento è, a mio avviso, un punto a favore della pellicola, consentendo allo spettatore di apprezzare gli innumerevoli dettagli della monolitica scenografia con i suoi giochi di luci e ombra; e poi è perfettamente controbilanciato dalla lunga e movimentata sequenza finale; anzi, consente di apprezzarla meglio preparandola a dovere. Ciò che invece mi ha lasciato insoddisfatto è la narrazione, che ho trovato scarsamente curata. I temi sono senz’altro interessanti, non banali di per sé, ma poco approfonditi, anzi appena accennati, quasi che la bellezza visiva possa sostituire uno svisceramento più accurato dei contenuti. Se si fosse trattato di una successione di dipinti sarebbe stato perfetto; invece si tratta di un film carente del comparto narrativo, con appena qualche sprazzo di introspezione psicologica e analisi motivazionale. Basti già solo pensare che di Deckard, il protagonista della storia, non sappiamo praticamente nulla. Al posto suo potremmo tranquillamente immaginarci qualcun altro: figura anonima, priva di spessore. Discorso analogo per quanto riguarda la sua relazione con Rachel. Una povertà di dinamismo narrativo a cui si tenta di supplire con scene visivamente molto belle, di effetto, ma veramente povere di contenuti, di materiale su cui riflettere. I temi toccati (la caducità dell’esistenza, la ricerca dell’immortalità, quale sia l’essenza dell’umano…) restano sospesi su di un piano astratto, alienato, senza calarsi in una trama definita con personaggi ben caratterizzati. E questo è secondo me una grave pecca in un film, che non può esaurirsi nella sua componente figurativa. Esistono i dipinti per questo, e sanno essere anche più evocativi.
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[+] sono gli anni '80
(di jeanlot71)
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renato c.
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venerdì 6 novembre 2015
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buon film di fantascienza moderna
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Forse non l'ho troppo capito; comunque lo ritengo un buon film, ma nulla di eccezionale! Come tema si ripete, ciò che l'uomo ha costruito può ritorcersi contro di lui! I replicanti che arrivanon ad uccidere gli umani per sopravvivere non sono una novità! Già da bambino avevo visto un film per ragazzi dove un cervello elettronico si ribellava al suo costruttore, tema ripreso poi nel capolavoro di Stanley Kubrick "2001 - Odissea nello spazio"! Oppure di robots che diventavano fedeli custodi dei bambini di chi li inventava e li salvavano dai cattivi! Qui si affronta, comunque, anche il tema dell'innamoramento tra un uomo ed una replicante! Se si riesce a costruire un essere con sentimenti (cosa che però non credo possa essere costruita da mano d'uomo!) questo può innamorarsi dell'uomo! E' acc
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Forse non l'ho troppo capito; comunque lo ritengo un buon film, ma nulla di eccezionale! Come tema si ripete, ciò che l'uomo ha costruito può ritorcersi contro di lui! I replicanti che arrivanon ad uccidere gli umani per sopravvivere non sono una novità! Già da bambino avevo visto un film per ragazzi dove un cervello elettronico si ribellava al suo costruttore, tema ripreso poi nel capolavoro di Stanley Kubrick "2001 - Odissea nello spazio"! Oppure di robots che diventavano fedeli custodi dei bambini di chi li inventava e li salvavano dai cattivi! Qui si affronta, comunque, anche il tema dell'innamoramento tra un uomo ed una replicante! Se si riesce a costruire un essere con sentimenti (cosa che però non credo possa essere costruita da mano d'uomo!) questo può innamorarsi dell'uomo! E' accaduto anche ad Alberto Sordi in un film in cui si era comperato una cameriera-robot di cui poi diventa schiavo perchè non lo lascia più uscire di casa minacciando di ucciderlo! La protagonista di Blade Runner, Sean Young, pare donna a tutti gli effetti con la sola differenza che è stata costruita; può essere quindi comprensibile l'innamoramento di Harrison Ford ed lieto finale dal momento che, a differenza degli altri, non era stata programmata per vivere solo quattro anni! Comunque l'immaginazione umana spazia! Dicono che in Giappone hanno costruito una donna-robot per fare all'amore e che sembra donna a tutti gli effetti!! Considerazioni morali a parte, io non avrei certo il coraggio di andare con una donna-robot! Se ad un certo punto dovesse rompersi e mi venissi a trovare in mezzo a fili, transistors e rotelline sarebbe uno shock non da poco!
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eugenio98
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mercoledì 26 agosto 2015
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un radicale esistenzialismo meccanico
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Quando un gruppo di quattro replicanti uccide dei dipendenti della Tyrell Corporation, l’ex agente Deckard viene incaricato di trovarli e ucciderli: in termini tecnici di ritirarli.
Film di fantascienza del 1982, Blade Runner è forse l’opera più celebre di Ridley Scott, nonché espressivamente la più bella del genere. In una Los Angeles futuristica eternamente notturna, Deckard conduce la sua caccia transitando dagli estremi bassifondi urbani alle più elevate sommità dei grattacieli, dove pubblicità e dirigibili ipertecnologici emettono voci orientali simili a perenni lamenti. Supportato da un’abile regia, e da effetti speciali non da meno, questo film dipinge il quadro di una desolata società solitaria che avanza nel progresso e fabbrica macchine simili a uomini.
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Quando un gruppo di quattro replicanti uccide dei dipendenti della Tyrell Corporation, l’ex agente Deckard viene incaricato di trovarli e ucciderli: in termini tecnici di ritirarli.
Film di fantascienza del 1982, Blade Runner è forse l’opera più celebre di Ridley Scott, nonché espressivamente la più bella del genere. In una Los Angeles futuristica eternamente notturna, Deckard conduce la sua caccia transitando dagli estremi bassifondi urbani alle più elevate sommità dei grattacieli, dove pubblicità e dirigibili ipertecnologici emettono voci orientali simili a perenni lamenti. Supportato da un’abile regia, e da effetti speciali non da meno, questo film dipinge il quadro di una desolata società solitaria che avanza nel progresso e fabbrica macchine simili a uomini. La ribellione della macchina all’uomo, un non più represso desiderio di libertà e vita, una insolita voglia di potere e controllo, accompagnano tutta la vicenda destinata a diventare un monumento esistenziale avvolgente vita, morte e rinascita.
Tema già trattato da Kubrick, nella sua odissea spaziale, Blade Runner si pone un passo ancora più avanti elevando verso Dio questi cuori meccanici. Nonostante la relativa scarsità di dialoghi, - predominando le atmosfere, i silenzi, le sonorità e le espressività, esaltate dai primissimi piani e i molti dettagli nelle splendide luci e ombre di costante piovosa tenebra - i protagonisti/antagonisti risultano carismatici e desiderosi di vivere.
Deckard è un uomo tormentato con un passato glorioso, freddo, il migliore nel suo campo. Si innamorerà della bellissima Rachael, replicante alla quale sono stati innestati ricordi di una donna reale. Solo lei riuscirà a colmare il vuoto nel cuore del poliziotto che, infine, dopo l’ultimo scontro, si aprirà completamente dirigendosi verso il proprio destino, “verso la luce”, con la ragazza.
L’indiscusso leader dei replicanti, Roy, è il più duro ma, allo stesso tempo, il più poetico dei quattro: “Padre, voglio più vita!”, è la celebre frase detta da Roy al proprio creatore. In questa, come in altre circostanze, emerge il superamento della macchina sull’umano, il controllo della prima sul secondo, il quale può stare solamente a guardare sé stesso perire per propria mano.
Estremamente tenero è J. F. Sebastian, progettista genetico ed esile ragazzo, per anni al servizio della Tyrell Corporation e ora al servizio di killer senza pietà. Nel corso della visione si percepisce il percorso verticale dei protagonisti, quasi dantesco, che li conduce verso la conoscenza, infinita, e “verso il dio della biomeccanica”.
Carico di simbolismo è lo scontro finale nella casa di J. F., divenuta una sorta di sempre più ampio labirinto in cui si è attuata una distorsione spazio-temporale. Deckard non si renderà più conto di dove egli sia, fino a comprendere che l’unico modo per uscire da quell’incubo sarà arrampicarsi sul tetto per saltare, rischiando di precipitare e cadere nell’oblio. Ma qui, a differenza di Kubrick, la macchina non sarà solo minaccia da eliminare, bensì riuscirà a trovare il suo lato umano, salvando la sua nemesi. È proprio vero che altri “hanno visto cose, le quali noi non possiamo immaginare!”.
Opera estremamente diversa dal precedente Alien, sempre di Scott, in cui la minaccia esterna prendeva in parte il sopravvento, in Blade Runner si assiste ad un avvicinamento e fusione degli opposti; allo sguardo di una colomba che vola verso l’alto, simbolo di rinascita.
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aristoteles
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giovedì 30 luglio 2015
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il più poetico del film di azione
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Blade Runner è un capolavoro.
L'ambientazione è una delle più belle di sempre in una Los Angeles del futuro cupa ed avvolta dalla nebbia,un immenso brivido "noir"
Harrisson Ford sfoggia un personaggio da premio nobel tanto da "triturare" anche Indiana Jones,ma anche tutte le interpretazioni dei replicanti sono incantevoli.
La Storia è bellissima e profonda e i dialoghi non sono mai banali.
Sopratutto ,a differenza di altri film di azione, qui si da la possibilità di interpretare ciò che accade , lasciando quella doverosa sensazione allo spettatore di doversi confrontare con gli altri : "io l'ho visto così , tu che ne pensi??"
Per me ,ad esempio , la storia conduce al rapporto tra la vita e la morte e alla domanda che l'uomo pone al Dio creatore ,come fanno i replicanti con il loro inventore,: "perchè se sono così perfetto non mi hai creato immortale????".
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Blade Runner è un capolavoro.
L'ambientazione è una delle più belle di sempre in una Los Angeles del futuro cupa ed avvolta dalla nebbia,un immenso brivido "noir"
Harrisson Ford sfoggia un personaggio da premio nobel tanto da "triturare" anche Indiana Jones,ma anche tutte le interpretazioni dei replicanti sono incantevoli.
La Storia è bellissima e profonda e i dialoghi non sono mai banali.
Sopratutto ,a differenza di altri film di azione, qui si da la possibilità di interpretare ciò che accade , lasciando quella doverosa sensazione allo spettatore di doversi confrontare con gli altri : "io l'ho visto così , tu che ne pensi??"
Per me ,ad esempio , la storia conduce al rapporto tra la vita e la morte e alla domanda che l'uomo pone al Dio creatore ,come fanno i replicanti con il loro inventore,: "perchè se sono così perfetto non mi hai creato immortale????".
Altri avranno la loro visione.
Da vedere assolutamente.
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james wolfgang hitchcock
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sabato 25 aprile 2015
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capolavoro?, siamo lontani.
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Mi spiace andare controcorrente ma credo che questo sia uno dei casi di "come sovravvalutare esponenzialmente un film" che siano mai capitati.
Partiamo dalla trama, non convince, i personaggi sono troppo poco delineati, il protagonista non vuole più essere un blande runner, perché ? Non ci viene spiegato. Poi il film é lento, e non puoi stare un'ora ad aspettare e cercare di capire chi siano questi replicanti e perché dovrei fare il tifo per il protagonista o per loro. Il film non coinvolge abbastanza. La storia è noiosa, il sentimento di amore tra lui e achel è appena abbozzato e non viene ampliato. Insomma francamente tutto questo capolavoro non lo vedo, poi certo se si parla di scenografia e luci è ovvio che sia da capolavoro ma un film non è solo forma é anche contenuto e pur se scott voleva lasciare un tono di mistero e d noir alla storia tuttavia non si può pensae che il pubblico si interessi di tutto se il film è girato bene, se la storia non convince il pubblico non viene preso dalla storia e questo ne è un esempio.
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Mi spiace andare controcorrente ma credo che questo sia uno dei casi di "come sovravvalutare esponenzialmente un film" che siano mai capitati.
Partiamo dalla trama, non convince, i personaggi sono troppo poco delineati, il protagonista non vuole più essere un blande runner, perché ? Non ci viene spiegato. Poi il film é lento, e non puoi stare un'ora ad aspettare e cercare di capire chi siano questi replicanti e perché dovrei fare il tifo per il protagonista o per loro. Il film non coinvolge abbastanza. La storia è noiosa, il sentimento di amore tra lui e achel è appena abbozzato e non viene ampliato. Insomma francamente tutto questo capolavoro non lo vedo, poi certo se si parla di scenografia e luci è ovvio che sia da capolavoro ma un film non è solo forma é anche contenuto e pur se scott voleva lasciare un tono di mistero e d noir alla storia tuttavia non si può pensae che il pubblico si interessi di tutto se il film è girato bene, se la storia non convince il pubblico non viene preso dalla storia e questo ne è un esempio. Davvero non comprendo come tutti gridino al capolavoro. Inoltre le tematiche della religione o della morte sono didascaliche e a volte ridicole come il cattivo con la colomba in mano che poi lascia volare via come a segno di lasciò la mia anima prima di morire. Oppure uno che vuole ucciderti e poi alla fine ti salva la vita, dice un monologo bellissimo e poi muore. Non ha senso. Il fatto che sia stato girato nel 82 e che sia fonte di ispirazione per diversi film nessuno lo mette n dubbio, ma se si può parlare di grandezza sono le scenografie, la pioggia, le luci,a farne un bel film,non la storia.
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sir gient
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mercoledì 21 gennaio 2015
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...data di scadenza...
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..Noir..caotico...sociopatico...confusionario...visionario...profetico...avvenieristico...alienante...
Quanti e quanti aggettivi si possono sprecare immancabilmente per un'opera di tale portata...non capito al momento e male interpretato a distanza di anni...
La rappresentazione della ricerca di ciò che l'uomo brama...la rappresentazione della trasfigurazione dell'uomo in un dio creatore che non può dare risposta alle domande che gli vengono poste: chi siamo...dove andiamo...quanto tempo ci resta...o più semplicemente perchè ?
Tra gocce di pioggia incessanti e una babele di lingue incomprensibile, la ragione impersonificata in Deckard cerca di dare un senso a tutto ciò che accade.
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..Noir..caotico...sociopatico...confusionario...visionario...profetico...avvenieristico...alienante...
Quanti e quanti aggettivi si possono sprecare immancabilmente per un'opera di tale portata...non capito al momento e male interpretato a distanza di anni...
La rappresentazione della ricerca di ciò che l'uomo brama...la rappresentazione della trasfigurazione dell'uomo in un dio creatore che non può dare risposta alle domande che gli vengono poste: chi siamo...dove andiamo...quanto tempo ci resta...o più semplicemente perchè ?
Tra gocce di pioggia incessanti e una babele di lingue incomprensibile, la ragione impersonificata in Deckard cerca di dare un senso a tutto ciò che accade... le cose devono essere rimesse a posto perchè il ciclo naturale dell'esistenza non può essere intererrotto.
Tutto scorre lento tra le musiche ricorrenti quasi ossessive che cercano di proiettarti in un mondo di misticismo e spiritualità, la sacralità della rappresentazione viene spezzata solo dai colpi fragorosi della pistola di Deckard che colpiscono come la dura realtà ...
Infine il cuore e lo spirito si alzano liberi con il volo di una colomba tra la pioggia che batte e le lacrime che scendono portandosi via, nell'ultimo attimo di esistenza, il dolore, perchè tutto ciò che si è vissuto andrà irrimediabilmente perduto...forse....proprio come lacrime nella pioggia..
...Infine la speranza...che forse un giorno, qualcuno avrà una data di scadenza illimitata.. ma forse... questo... è solo un altro lavoro in pelle !!
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[+] esagerato
(di madmax86)
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ciccio1972
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martedì 20 gennaio 2015
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pietra miliare del cinema di fantascienza!
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Quando guardai il film per la prima volta avevo poco più di dieci anni e,sicuramente, lareazione fu difficile, complicata e molte erano le perplessità nella mente di quel ragazzo. Ma crescendo la visione inizialmente criptica ha via via assunto una fisionomia chiara, ben definita, dell'universo che il regista aveva voluto riprodurre, attraverso la descrizione visionaria e allo stesso tempo cruda, quasi realistica e assolutamente potente nelle immagini di una Los Angeles cupa, caotica, in un futuro che adesso sembrerebbe prossimo, ma invece ancora molto lontano dal mondo attuale. Le musiche di Vangelis accompagnano il racconto con grande enfasi per tutta la durata della caccia ai replicanti,androidi, compreso il rapporto tormentato del blade runner con la bellissima Rachel, che completamente inconsapevole della sua vera natura ad un certo punto si lascia andare facendosi travolgere dalla passione come in una bellissima storia d'amore.
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Quando guardai il film per la prima volta avevo poco più di dieci anni e,sicuramente, lareazione fu difficile, complicata e molte erano le perplessità nella mente di quel ragazzo. Ma crescendo la visione inizialmente criptica ha via via assunto una fisionomia chiara, ben definita, dell'universo che il regista aveva voluto riprodurre, attraverso la descrizione visionaria e allo stesso tempo cruda, quasi realistica e assolutamente potente nelle immagini di una Los Angeles cupa, caotica, in un futuro che adesso sembrerebbe prossimo, ma invece ancora molto lontano dal mondo attuale. Le musiche di Vangelis accompagnano il racconto con grande enfasi per tutta la durata della caccia ai replicanti,androidi, compreso il rapporto tormentato del blade runner con la bellissima Rachel, che completamente inconsapevole della sua vera natura ad un certo punto si lascia andare facendosi travolgere dalla passione come in una bellissima storia d'amore. Ma è tutta l'atmosfera che pervade il film nella sua interezza a lasciare estasiati gli spettatori che in ogni scena vengono travolti da una FORZA STRARIPANTE che li trascina in un vortice di coinvolgimento emotivo, quasi ipnotico e, questo stato d'animo viene rinnovato incredibilmente ad ogni successiva visione. La voce fuori campo del protagonista nella versione del 1982 aveva un suo perchè, dava un senso a tente cose, ma è vero che la sua eliminazione nel final cut del 2007 toglie delle certezze, lascia qualche dubbio nello spettatore come la comparsa dell'unicorno nel sogno di Deckard che diventa certezza nella scena finale con il ritrovamento dell'origamo( un unicorno appunto): anche lui è un replicante. Le interpretazioni di Ford,Young, Hauer e Hannah sono tutte estremamente convincenti, quasi fossero toccati dalla grazia di un film che non è semplicemente una riproduzione cinematografica, ma probabilmente un affresco anche inquietante, ma comunque affascinante del nostro pianeta che ha finito per influenzare in maniera indelebile tutti coloro si avvicinano al mondo della fantascienza in qualsiasi modo.
Semplicemente fantastico.
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(di madmax86)
[ - ] ho capito.te lo sei fatto piacere...
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madmax86
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domenica 11 gennaio 2015
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concordo con te forgy
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Forgy, Non sei l'unico a pensarla così. Sono un cinefilo e ho visto migliaia di film. Se c'è un mistero per me nel mondo del cinema è proprio come questo film sia stato innalzato a capolavoro... in molti lo ritengono il miglior film di fantascienza. Mah... Intendiamoci, il film non è brutto, ma non è di certo un capolavoro. Bellissima scenografia ma la trama è banale e a tratti troppo piatta. Il messaggio: "Anche i "Replicanti" hanno un anima" è bello e forse nel 1982 sarà stato anche innovativo ma a i tempi di oggi è abbastanza scontato... Non è un fatto di data di uscita o di effetti speciali perchè anche io ritengo che ci siano film di fantascenza più vecchi e che sono molto più ben fatti di questo.
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Forgy, Non sei l'unico a pensarla così. Sono un cinefilo e ho visto migliaia di film. Se c'è un mistero per me nel mondo del cinema è proprio come questo film sia stato innalzato a capolavoro... in molti lo ritengono il miglior film di fantascienza. Mah... Intendiamoci, il film non è brutto, ma non è di certo un capolavoro. Bellissima scenografia ma la trama è banale e a tratti troppo piatta. Il messaggio: "Anche i "Replicanti" hanno un anima" è bello e forse nel 1982 sarà stato anche innovativo ma a i tempi di oggi è abbastanza scontato... Non è un fatto di data di uscita o di effetti speciali perchè anche io ritengo che ci siano film di fantascenza più vecchi e che sono molto più ben fatti di questo. Questo film secondo me è sintomo di come il giudizio delle persone possa essere manipolato... chi valuta obiettivamente questo film oggi non può innalzarlo a capolavoro.
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forgy
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giovedì 13 novembre 2014
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a mio parere sopravvalutato
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Con la mia opinione andrò sicuramente contro corrente..
Forse avevo troppe aspettative o semplicemente non mi è piaciuto.
Il film ha una scenografia indiscutibile, la città con la sua incessante pioggia da una sensazione di claustrofobia, un luogo dal quale voler scappare e le musiche sono semplicemente perfette.
E' la storia a parer mio che non è all'altezza...è bello il messaggio che da, l'idea di sapere chi sono i veri mostri tra umani e replicanti è affascinante, ma è un messaggio lasciato negli ultimi 10 minuti!! E gli altri 90 minuti!? Il nulla... una "storia d'amore" veramente resa male, scene d'azione pessime, dialoghi da sbadiglio.
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Con la mia opinione andrò sicuramente contro corrente..
Forse avevo troppe aspettative o semplicemente non mi è piaciuto.
Il film ha una scenografia indiscutibile, la città con la sua incessante pioggia da una sensazione di claustrofobia, un luogo dal quale voler scappare e le musiche sono semplicemente perfette.
E' la storia a parer mio che non è all'altezza...è bello il messaggio che da, l'idea di sapere chi sono i veri mostri tra umani e replicanti è affascinante, ma è un messaggio lasciato negli ultimi 10 minuti!! E gli altri 90 minuti!? Il nulla... una "storia d'amore" veramente resa male, scene d'azione pessime, dialoghi da sbadiglio.
L'ho trovato il classico film dove si cerca a tutti i costi il messaggio filosofico anche quando non c'è da filosofeggiare più di tanto.
Ho trovato più "moderni" altri film per giunta usciti prima di questo come Il pianeta delle scimmie, incontri ravvicinati del terzo tipo o anche 2001 odissea nello spazio.
Anche se 2001 odissea nello spazio non mi è piaciuto molto riesco a capire perchè venga considerato un capolavoro...Blade Runner invece no.
Leggerò sicuramente il libro da cui è tratto e metterò anche quello a confronto con il film.
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