Cane di paglia

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Un film di Sam Peckinpah. Con Dustin Hoffman, Peter Vaughan, David Warner, Susan George, Jim Norton Titolo originale Straw Dogs. Drammatico, durata 113 min. - USA 1971. - Dear International uscita giovedì 3 febbraio 1972. - VM 18 - MYMONETRO Cane di paglia * * * - - valutazione media: 3,19 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Quasi un capolavoro... Valutazione 4 stelle su cinque

di chriss


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sabato 11 settembre 2010

Cane di paglia è il quasi capolavoro di Sam Peckinpah. Il regista statunitense ha magistralmente diretto questa sanguinaria opera, in cui la vera protagonista sembra essere la sola violenza umana (David), intesa come difesa del territorio, dell' abitazione e delle persone care. La storia del film si trasforma in violentissima (solo nel finale) non per volere di chi compie la carneficina, ma per il continuo fastidio di cinque malviventi che se le andranno veramente a cercare. Il protagonista di tale vicenda è David, un tranquillo professore di matematica che si trasferisce, assieme all' affascinante moglie (Amy, interpretata da Susan George), in un paesino della Cornovaglia. La coppia ha assunto dei carpentieri per fare (o rifare) il tetto di casa: uno di questi è Charlie, una vecchia conoscenza di Amy, con la quale in passato c' erano state delle avances. David non è un perfetto marito a livello affettivo, ma la sua gelosia appare abbastanza contenuta (si limita a spiare la moglie dalla finestra o a fare qualche battuta). In fin dei conti, cosa si può dire di un uomo che si toglie gli occhiali e l' orologio prima di fare l' amore con sua moglie? Poco, molto poco di malevolo. In compenso non sa piantare un chiodo, riparare il tetto o reagire alle prime molestie dei lavoratori/molestatori. David si dimostra da subito un 'cane di paglia' verso costoro. Ecco il resoconto: gli impiccano il gatto o lo mandano quasi a sbattere contro un' altra macchina; lo deridono quando paga da bere nel pub. E' solo il principio di una tortura psicologica. Dopo averlo abbandonato nella brughiera, durante una battuta di caccia, gli violentano la moglie (David non lo saprà mai). Gli assediano la casa per aver protetto Henry Niles, il matto del paese. A questo punto non si può più tornare indietro: o si difende o finisce ammazzato con Amy. Il cane di paglia si sveglierà (al momento giusto) dal suo torpore intellettuale. Io trovo che il film sia straordinario, non solo per la costruzione psicologica (il continuo molestare), ma per un' altra qualità: l' ambiguità della moglie. E' il vero pezzo forte del film: più del bravissimo Dustin Hoffman! La cosa che più mi interessava era seguire tutto il percorso della donna, fin dal principio. Giudicate (o non giudicate) voi. Inizialmente Amy parla con Charlie o scherza con uno dei carpentieri o si fa vedere mezza nuda: gioca appena col fuoco. Intanto stuzzica il marito o gli fa qualche dispetto. Per me si annoia o le manca qualcosa. Forse non si sente molto amata. Oppure non si vede come una donna perfettamente realizzata. Lo stupro è massimo dell' ambiguità. Al primo bacio non reagisce, mentre al secondo comincia a schiaffeggiare Charlie. L' uomo la spoglia contro la sua volontà: è troppo forte per lei. Sembra che Amy non voglia, ma poi lo accarezza e lo sfiora con un bacio. Mentre ciò avviene, molto sapientemente il regista ci fa vedere le immagini di David a caccia: sembrano i pensieri di Amy (o di Peckinpah stesso). Charlie le dice: "Sorry", ma intanto lei si rassegna molto presto (lo bacia toccandogli il viso). Anche nel secondo stupro urla un pò, ma poi si lascia andare. Tutto molto, molto ambiguo. Avrà voluto fare un dispetto al marito? Non lo so, ma l' idea complessiva che mi sono fatto me la tengo per me. Quando David torna, Amy gli dice: "Così hanno potuto fare il comodo loro. Sei un vigliacco. Non ti faccio una colpa se ti nascondi sempre nello studio". Amy non confesserà mai lo stupro al marito. Tutto ciò sarebbe degno di uno studio da parte di uno psicologo o di un altro specialista della materia. Quando vanno alla festa, Amy ripensa allo stupro. Non si sente a suo agio nel vedere i malviventi in quel posto: molto in particolare i due stupratori. Quando la casa sarà presa d' assedio, Amy non farà nulla per aiutare il marito (che nasconde e difende Henry Niles). Si riscatterà soltanto alla fine. Anche la figlia di Tom, se ci fate caso, è molto ambigua: si fa toccare e baciare dal matto. La bellezza del film deve ricercarsi anche qui dentro. Intanto cala la nebbia ed i cinque malviventi sono completamente ubriachi. Scusate se mi sono dilungato, ma ne valeva la pena. Sotto il profilo dell' angoscia, dell' ansia, della paura, dello stress e della tortura, questo film merita minimo quattro stelle. Quasi un capolavoro. Christian...

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