Vertigo - La donna che visse due volte

Giulio Cattivelli

Dopo la discutibile parentesi de Il ladro (film in cui, alle prese con un caso umano, il regista denunciava un’istintiva avversione a muoversi su un terreno realistico, fra personaggi e situazioni non sofisticati), Hitchcock è ritornato a un tema assai più congeniale alla sua comprovatissima vocazione per l’assurdo ingegnoso, per il brivido artificiale sapientemente organizzato e centellinato con il dispiego compiaciuto di una funambolesca bravura tecnica. Si può anzi dire che La donna che visse due volte ha tutti i caratteri di una “mostra personale”, di un riepilogo condensato dei temi, dei trucchi, delle manie, dei virtuosismi e dei vizi del regista inglese, mai così fedele a se stesso e ai propri gusti. [...]

di Giulio Cattivelli, articolo completo (4124 caratteri spazi inclusi) su Cinema Nuovo 1958