Vertigo - La donna che visse due volte |
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Un film di Alfred Hitchcock.
Con Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones.
continua»
Titolo originale Vertigo.
Giallo,
Ratings: Kids+16,
durata 128 min.
- USA 1958.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 18 novembre 2019.
MYMONETRO
Vertigo - La donna che visse due volte
valutazione media:
4,90
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un capolavoro assolutodi matteobettini15gennaioFeedback: 4806 | altri commenti e recensioni di matteobettini15gennaio |
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venerdì 21 luglio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando si prova a scrivere riguardo a simili capolavori cinematografici, appare tutto più difficile. Forse perché la penultima opera di Alfred Hitchcock degli anni '50 ('Vertigo', il titolo originale, è del 1958; 'Intrigo Internazionale', a mio parere il miglior film mai girato dal grande regista inglese, risale al 1959) rasenta la perfezione; forse perché il film è talmente infarcito di sequenze, sene e trovate filmiche impensabili, fino ad allora; o forse, anche, perché peraltro a detta anche di illustri critici cinematografici, "Vertigo" è la più bella, crudele e perversa love story' di Hitchcock. Come dimenticare la splendida, struggente colonna sonora a firma Bernard Hermann, il suo più fidato collaboratore, che giocoforza coinvolge lo spettatore e lo 'trasporta' davvero su altri lidi? Come dimenticare l'intero cast artistico, a cominciare dai due protagonisti (al riguardo, Donaldo Spoto, nel suo "Il lato oscuro del genio", affermò che James Stewart, qui alla quarta e ultima collaborazione con Hitch e nei panni di un poliziotto in pesnsione forzata, incarnò in modo mai raggiunto prima e più eguagliato in seguito il perfetto alter ego del regista; Kim Novak, invece, fu chiamata in sostituzione di Vera Miles, incinta: dopo una iniziale diffidenza, riuscì a sfornare quella che, a tutt'oggi, è universalmente considerata la sua miglior interpretazione, calandosi nell'archetipo delle bionde inafferrabili, tanto care al regista)? E, ancora, come dimenticare le infinite scene da brividi, a iniziare proprio dal prologo: Johnny "Scottie" Ferguson (Stewart), insieme ad un collega, sta inseguendo un malvivente sui tetti di San Francisco: A causa di una sfortunatissima circostanza, Scottie si trova afferrato ad una grondaia. Il suo collega, nel tentativo di salvarlo, cade orribilmente nel vuoto, sfracellandosi al suolo. Di lì le dimissioni di Scottie dalla polizia (per la sua acrofobia, peraltro ottenuto con un semplice mamolto efficace stratagemma). Subito dopo vediamo Scottie chicacchierare in casa di una sua grande amica, Midge Wood (Barbara Bel Geddes, innamorata invece di Johnny). A cui rivela di aver ricevuto una telefonata da un loro ex compagno di Università. Quando Scottie e Galvin Elster (Tom Helmore, l'ex collega universitario e qui nella parte del cattivo, tipico nei film di Hitch) si incontrano, Elster chiede a Scottie di pedinare sua moglie Madeleine. La quale si è così immedesimata nei panni della sua bisnonna Carlotta Valdes al punto da essere in stato di trance per parecchio tempo e a commettere numerose altre azioni eccentriche. Scottie, inevitabilmente, finirà per innamorarsi di Madeleine. Che, a causa di una serie di circostanze, cadrà dal campanile di una chiesa. Ma qui subentra un ennesimo colpo di scena (che non rivelo!). "Vertigo" unanimamente considerato tra i massimi capolavori della cinematografia mondiale, l'ho già scritto. Ma non ho scritto che, alla sua uscita, non riscosse molto successo al botteghino (era un fil davvero troppo avanti, per gli spettatori dell'epoca). Nemmeno i critici di allora riuscirono a carpirne l'essenza. Va però detto, per onore del vero, che "Vertigo" compare nella top ten di qualsiasi classifica cinematografica (giusto per fare due esempi: è al nono posto nella classifica della statunitense "AFI"; addirittura al primo in quella della britannica "British Film Institute", scalzando addirittura "Quarto Potere" di Orson Welles, da sempre ritenuto IL FILM per antonomasia! Non credo ci sia altro da aggiungere se non l'augurio di struggersi, davanti a simili capolavori..
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