Titolo internazionale | Kill Me Please |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Brasile, Argentina |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Anita Rocha da Silveira |
Attori | Valentina Herszage, Mariana Oliveira, Júlia Roliz, Dora Freind, Bernardo Marinho Vitor Mayer, Rita Pauls, Vicente Conde, Gabriel Lara, Laryssa Ayres, Lorena Comparato, Manuela Llerena, Matheus Malafaia, Antara Morri, Carolina Pessoa. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,68 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 settembre 2015
Il film è stato selezionato nella sezione Orizzonti della 72. Mostra del Cinema di Venezia.
CONSIGLIATO NÌ
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Bia ha 15 anni e vive a Barra da Tijuca, quartiere benestante nella zona occidentale di Rio de Janeiro. La sua routine di adolescente viene sconvolta quando un serial killer prende di mira le ragazzine del quartiere, i cui corpi senza vita vengono ritrovati smembrati. Bia e le sue compagne di scuola iniziano a fantasticare su questi efferati omicidi. Quella che comincia come una morbosa curiosità adolescenziale si trasforma, ben presto, in un accumulo di energia negativa che corrode le loro vite innocenti.
Al suo esordio nel lungometraggio, la regista brasiliana Anita Rocha da Silveira getta uno sguardo originale sul mondo degli adolescenti, facendo esplicitamente riferimento ai suoi ricordi di vita e alle emozioni provate da ragazza. In particolare, come in ogni adolescenza che si rispetti, a catalizzare le sensazioni e i sentimenti delle sue giovanissime protagoniste è la scoperta dell'amore e soprattutto del sesso. L'irrefrenabile pulsione a un piacere del tutto nuovo e misterioso, che intimorisce e attrae al contempo, è qui messa a confronto con la pulsione di morte. D'altronde, si sa, l'accoppiata Eros e Thanatos è sempre dotata di un certo fascino. La bella e inquieta protagonista prova repulsione ma anche attrazione per le morti brutali che deturpano il suo quartiere in rapida ascesa, dove i blocchi grigi di cemento stanno soppiantando completamente il verde della foresta che vi sorgeva. Similmente, quando le pulsioni da adulta prendono il posto della spensieratezza infantile, l'iniziale curiosità si trasforma in pericolosa tentazione a percorrere la strada dell'autodistruzione.
Senza nessuno che li controlli o li guidi, i giovani di questo film testano i loro limiti con la stessa intensità con cui si spaventano, fantasticano e si innamorano. La regista non li giudica, anzi li scruta identificandosi totalmente con la sua disorientata protagonista, in cerca di un posto nel mondo che passa per esperienze e sensazioni estreme, alternate a momenti di malinconica introspezione. Aiutata da un'esordiente attrice espressiva, capace di trasmettere un'emozione con uno sguardo, la regista si cala nel suo mondo adolescenziale e lo fa persino troppo, eccedendo nelle inquadrature di effusioni giovanili che allungano il brodo senza aggiungere valore, al pari dell'insistenza morbosa sui corpi deturpati delle vittime violate.
Con un budget risicato, una sceneggiatura poco robusta e uno spontaneo cast alle prime armi, la regista firma un'opera prima che fa intravedere la ricerca promettente di uno stile personale che si esprime per immagini. Con qualche ingenuità e morbosità di meno, il futuro potrebbe essere roseo.
Nei pressi di Rio de Janeiro un gruppo di studentesse, alle prese con i primi turbamenti del sesso, scopre un cadavere ed entra in contatto con la morte, poiché in zona un serial-killer miete vittime fra gli adolescenti. Con questo cenno di trama il film sembra già intrigante. Se poi aggiungiamo che la regista, in conferenza stampa a Venezia (dove il film è stato presentato alla [...] Vai alla recensione »