Il grande quaderno

Film 2013 | Drammatico, +13 113 min.

Regia di Janos Szasz. Un film Da vedere 2013 con László Gyémánt, András Gyémánt, Piroska Molnár, Ulrich Thomsen, Ulrich Matthes. Cast completo Titolo originale: Le Grand Cahier. Genere Drammatico, - Germania, Ungheria, Australia, Francia, 2013, durata 113 minuti. Uscita cinema giovedì 27 agosto 2015 distribuito da Academy Two. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,86 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 4 settembre 2015

Tratto dal best seller di Agota Kristoff "La trilogia della città di K", il film è stato due volte candidato all'Oscar per il miglior film straniero. In Italia al Box Office Il grande quaderno ha incassato 23,4 mila euro .

Il grande quaderno è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
2,86/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,08
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un film ponderato e prudente, indeciso tra la fedeltà a un romanzo senza concessioni e la ricerca di una messa in scena per dire efficacemente del processo di disumanizzazione della guerra subito dai protagonisti.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 20 agosto 2015
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 20 agosto 2015

Ungheria, Seconda Guerra Mondiale. Una giovane madre lascia la città, minacciata dai bombardamenti, per la campagna. Indotta dal marito, impegnato al fronte, affida i figli alla propria madre, una persona sadica e ostile decisa a piegarli con schiaffi e vessazioni. Resistenti e in attesa di poter riabbracciare i genitori, i due fratelli, gemelli e adolescenti, tengono un diario, regalo del padre, al quale consegnano le scoperte quotidiane e il loro apprendistato alla vita. Fuori dalle pagine del loro grande quaderno intanto la guerra corrompe uomini, donne, bambini.
Dentro una guerra sprezzante dei diritti dell'individuo si muovono i giovani protagonisti di Ágota Kristóf, autrice di un best seller pubblicato nel 1986, celebre per il suo rigore formale e l'asprezza caparbia. Trasposto da János Szász col titolo omonimo, Il grande quaderno guarda in faccia alla violenza senza cercare effetti melodrammatici e affidandosi piuttosto a una durezza ordinaria e a un orizzonte vuotato dalla speranza. E in questa prospettiva scoraggiante, seminata dai nazisti e rinforzata da meschini e delatori, il regista ungherese emerge momenti e sentimenti di umanità inaspettati che provano a 'correggere' la materia densa e torbida del romanzo (il primo di una trilogia) e a dire con le immagini le verità implacabili di un diario intimo scritto a quattro mani. Quelle delicate e incoscienti di due fratelli strappati al loro comfort e al conforto dell'amore materno e consegnati troppo presto alla brutalità dell'esperienza umana. Piantato nella campagna di un Est di cui scrittrice e regista non forniscono alcuna localizzazione, il romanzo di formazione di Ágota Kristóf educa due ragazzi attraverso umiliazioni fisiche, ingiustizie, privazioni, fame, sete, esercizio della disciplina. Vittime di predatori sessuali, in divisa o in gonnella, i protagonisti sopravvivono attraverso un rigido codice morale autoimposto. Rispettoso dello spirito del romanzo nondimeno Szász risparmia allo spettatore alcune sofferenze, consapevole del diverso impatto di alcune scene alla lettura e sullo schermo. Intatta resta invece la propensione alla fatalità dell'autrice, che scivola e penetra le immagini lasciando fuori campo la guerra, evocata soltanto dalle ombre dei cacciabombardieri sui tetti delle case o dai suoni delle esplosioni, tristi echi sonori che impattano la vita di nonna e nipoti. Nipoti frontali e immobili, lo sguardo fisso verso l'orrore e come in un film dell'orrore. Perché i due protagonisti non sono (e non saranno) più bambini come gli altri ma creature marcate dall'odio che ci dicono della guerra e delle trasformazioni che impone.
Dentro la luce naturale di Christian Berger, celebre direttore della fotografia di Michael Haneke, che illumina i giorni bui e spenti della Storia, il regista rappresenta la perdita dell'innocenza e la distruzione della vita in nome della sopravvivenza. Sopravvivere per i gemelli diventa una seconda natura, a cui sacrificare le loro emozioni e la loro più grande paura, quella evocata (ed anticipata) dall'interrogatorio di polizia, la separazione. Nonostante le buone intenzioni Il grande quaderno resta un film ponderato e prudente, indeciso tra la fedeltà a un romanzo senza concessioni, che avanza in acque limose senza paura di scomodare, e la ricerca di una messa in scena per dire efficacemente del processo di disumanizzazione della guerra subito dai protagonisti. Resta intatto il coraggio di averci provato e di aver posto degli interrogativi in luogo di risposte manichee. Consigliamo ai genitori di avvicinare il film nella prospettiva storica (la Seconda Guerra Mondiale) o in quella favolistica (una sorta di riscrittura di "Hänsel e Gretel"): due fanciulli abbandonati e precipitati nelle grinfie di una strega, come viene soprannominata la nonna nel villaggio, che minaccia di 'divorarli' se non lavoreranno. Libro e film rivelano una dimensione universale e iniziatica che confronta il bambino col mondo adulto, messo sotto accusa e tuttavia mai condannato in maniera definitiva.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 21 settembre 2015
Flyanto

 Se i conflitti bellici solitamente inducono a crescere in fretta ed inaspriscono profondamente gli animi degli esseri umani, "Il Grande Quaderno" ne costituisce la conferma più esemplare. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in un luogo non precisato dell'Ungheria, due fratelli gemelli adolescenti vengono mandati dai propri genitori, al fine di trovarsi più [...] Vai alla recensione »

martedì 8 settembre 2015
FabioFeli

La trilogia  della città di K. di Agota Kristof e' un testo complesso è sconcertante diviso, appunto, in tre parti. Il film di Janos Szasz racconta la prima parte che narra le annotazioni di due gemelli adolescenti su un quaderno regalato loro dal padre partito in guerra. I due ragazzi vengono "lasciati al sicuro" dalla madre, che li affida alla nonna (Piroska  Molnar) [...] Vai alla recensione »

mercoledì 2 settembre 2015
no_data

Non ho letto il libro da cui è tratto per cui il mio giudizio è su quello che il film mi ha trasmesso, lho trovato diverso rispetto agli innumerevoli film sulla seconda guerra mondiale, che tra l'altro qui appare solo in lontananza,la separazione dall'amore dei genitori e la guerra provocano una crescita sia pure nutrita dalla cattiveria che permette ai bambini di sopravvivere [...] Vai alla recensione »

venerdì 17 febbraio 2017
Labecca

A a differenza di altri recensori, considero il libro uno dei più coinvolgenti che abbia letto. Freddo, asettico, terribile, bellissimo nel suo negare se stesso da un capitolo all'altro dei tre di cui è composto. Per questo spero in una trilogia, un capitolo/romanzo solo manca assolutamente di completezza. Il film è girato bene, rievoca, anche se edulcorate, le atmosfere del [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 ottobre 2015
Pedu72

Perché il film è un'occasione mancata? Poteva seguire il filone della fiaba dark (bambini abbandonati vs adulti malvagi) e invece oscilla continuamente su altri registri e stili. Poteva esplorare le potenzialità della recitazione preadolescenziale (e gemellare...) e invece fa cadere sovente i giovani protagonisti su movenze caricate e non spontanee.

lunedì 31 agosto 2015
brian77

Non ho letto la fonte letteraria, quindi posso vedere serenamente il film. Che ha un ottimo spunto, ma tende a indirizzarlo verso una direzione piuttosto scontata che appiattisce gli elementi narrativamente più liberi e forti (naturalmente c'è anche la solita grevità ideologica che soffoca il racconto per rendere il film gradevole agli americani, in chiave Oscar e distribuzione internazionale.

domenica 26 giugno 2016
Nalipa

Terribile per come é raccontato e cioé senza fronzoli o aggettivi aggrazianti, anche il modo di narrare é ...come dire... freddo ,  per questo  lo apprezzi e alla fine lo definisci  "Bello" : Mai banale, mai, prevedibile, mai scontato.... Il film non mi é dispiaciuto, ma non é per nulla equiparabile al libro.

venerdì 28 agosto 2015
marcello1979

 Non si tratta di Amour o del Nastro bianco di Haneke ma colpisce per la freddezza con cui il regista descrive la storia. Preferisco il romanzo di Ágota Kristóf ma devo dire che è un film riuscito. La separazione credo sia il momento di svolta dell'intero film peccato che avvenga a film concluso...

giovedì 21 dicembre 2017
Ennio

Il tema è molto interessante, la descrizione della brutalità della guerra non nel suo cuore pulsante ma in periferia, in un piccolo paese di campagna, laddove le conseguenze indirette del conflitto si manifestano in persone abbandonate a sè stesse, miseria estrema e sentimenti che si induriscono. Certo i due bambini sono molto bravi ma fin troppo spersonalizzati, [...] Vai alla recensione »

sabato 5 settembre 2015
miry95

Ho letto il libro e vi assicuro che se all'inizio era interessante dopo un po' è diventato senza senso e sempre più assurdo,senza un filo logico senza un messaggio,anche subliminale. Io ho letto il libro e non mi è rimasto assolutamente niente se non l'inquietudine e lo schifo dovuto al fatto che la maggior parte dei personsggi trattati erano dei pedofili o comunque dei pervertiti sessuali malati. Non [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Nessuno dei personaggi del Grande quaderno , adattamento per lo schermo del primo romanzo della celebre Trilogia della città di K. di Agota Kristof, ha un nome: ci sono due gemelli, una nonna, una madre e un padre, un ufficiale tedesco e poi un parroco, una fantesca, un calzolaio e così via. Ciò ne rende ancora più evidente il carattere di fiaba nera: un racconto di formazione che, però, segue regole [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Crudele, angosciante dramma, che farebbe inorridire Dickens. Nell'Est europeo, agosto 1944. Una madre disperata lascia i due gemelli dodicenni nella sperduta fattoria della nonna ubriacona, chiamata la strega. La donna umilia i nipoti, costretti a spaccare la legna per una tazza di brodaglia. Impareranno presto che la guerra rende tutti cattivi. Un campionario di esseri malvagi in cui nessuno si salva [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

La Seconda guerra mondiale vista da due gemelli che fuggono dalla nonna in campagna e sopravvivono a ogni sorta di orrore da qualche parte in Ungheria. Un sintetico riassunto del Grande quaderno, libro e film, potrebbe suonare più o meno così. Con qualche distinguo. Primo: che sia l'Ungheria lo sappiamo noi, a posteriori, nulla nel racconto ci dice in quale luogo e epoca ci troviamo nè i nomi dei personaggi [...] Vai alla recensione »

Natalino Bruzzone
Il Secolo XIX

La guerra? Se non uccide, rafforza. Ma può anche cambiarti, cancellando il candore infantile e la pietà in un processo di metamorfosi crudele e radicale, preparando così l'anormalità di chi è costretto a crescere in un secolo di mostri e di nefandezze cullati dal sonno della ragione. "Il grande quaderno" di Janos Szasz, da giovedì nelle sale, mette in scena il primo romanzo della "Trilogia della città [...] Vai alla recensione »

Emanuela Genovese
Avvenire

La guerra e la perdita dell'innocenza. Con Il grande quaderno l'ungherese Jànos Zàsz adatta per il grande schermo il primo libro della Trilogia della città di K di Agota Kristof, tradotto in oltre trenta lingue e premiato come "Livre Européen" Vincitore del Crystal Globe al Festival di KarlovyVary e in Italia al cinema con Academy Two da domani, il film racconta la vita di due gemelli (Làszlò e Andràs [...] Vai alla recensione »

Emiliano Morreale
L'Espresso

Versione cinematografica del primo volume della Trilogia della città di K. di Agota Kristof, un libro di difficilissima trasposizione. Non solo perché le parti della trilogia sono strettamente connesse, ma perché la forza del testo sta nell'allusività e nel gusto metaforico, in un descrivere allucinato che oscilla tra l'ascesi e il lirismo. E in cui ha grande spazio il tema della scrittura, che nella [...] Vai alla recensione »

NEWS
LIBRI
lunedì 17 agosto 2015
 

Quando "Il grande quaderno" apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione.

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