Titolo originale | Foto |
Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Portogallo, Francia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Carlos Saboga |
Attori | Anna Mouglalis, Marisa Paredes, Hélène Patarot, Johan Leysen, Ana Padrão Didier Sandre, Rui Morisson, Carla de Sá, Simão Cayatte, Anabela Brígida, José Neto. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 novembre 2012
Carlos Saboga, che ha lavorato per cineasti come Raùl Ruiz e Valeria Sarmento, è oggi considerato uno dei più importanti sceneggiatori portoghesi.
CONSIGLIATO SÌ
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Opera prima per Carlos Saboga, promettente sceneggiatore lusitano, Photo, in concorso nella sezione CINEMAXXI del Festival di Roma 2012, indaga il recupero delle proprie origini per Elisa, la protagonista, che in un sol giorno perde la madre e scopre di non aver mai conosciuto il vero padre. Parte così alla ricerca di questo passato misterioso, che affonda le radici negli anni '70 e nel clima attivista di quel tempo. La storia prende la forma di un viaggio a ritroso verso luoghi lusitani dove i genitori erano andati incontro al proprio destino; luoghi disabitati o occupati da presenze che sono quasi delle figure in transito, ancorate al passato e non del tutto nel presente in cui vivono.
Il racconto procede a ritroso anche attraverso foto ritrovate, come pezzi di un puzzle da ricomporre. Una fotografia molto curata, e dai toni freddi, contribuisce a costruire uno spazio rarefatto, che ben si addice al mistero da svelare e alla ricerca del sé. Un Portogallo affascinante e dalle architetture che trattengono una memoria.
Il film procede attraverso l'incastro di spazi evocativi ma al tempo stesso opachi. Finché la vera identità del padre non sarà recuperata attraverso l'ultimo ricordo, una fotografia che lui scattò di Elisa da piccola, tenuta in braccio dal presunto padre, l'uomo che fino a quel momento la ragazza aveva riconosciuto come tale. Un incastro di verità e di presenze all'interno della stessa foto (l'occhio che guardò attraverso quell'obiettivo, le braccia che tengono Elisa, di un altro uomo). La foto è traccia del reale ma è anche assenza. Distanza. E l'ultima foto che Elisa conserverà forse rende il ricordo ancora più irrecuperabile.