Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Albania, Serbia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Goran Paskaljevic |
Attori | Nebojsa Milovanovic, Jelena Trkulja, Josef Shiroka, Mirela Naska, Bujar Lako Yllka Mujo, Fabrizio Buompastore. |
Tag | Da vedere 2009 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 1 febbraio 2016
CONSIGLIATO SÌ
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La storia si svolge contemporanea in Albania e in Serbia dove seguiamo le vicende di due giovani coppie che decidono di abbandonare le loro reciproche abitazioni per cercare di avere una vita migliore nell'Europa Occidentale. Quando la coppia albanese, dopo una serie di contrattempi, raggiunge un porto dell'Italia del sud hanno inizio i problemi. Lo stesso accadrà, anche se con modalità diverse, alla coppia serba al momento dell'ingresso in Europa attraverso l'Ungheria. In Kosovo sono stati uccisi due soldati italiani e chiunque provenga dall'area è considerato un sospetto anche se con i documenti in regola.
Goran Paskaljevic non ha mai abbandonato un modo di fare cinema che, sin dagli esordi, ha trattato le tematiche sociali della sua terra di origine (la Serbia) filtrandole sempre attraverso una profonda pietas. Paskaljevic non è mai stato tenero con i suoi conterranei (basti ricordare La polveriera) ma anche nel momento della polemica più forte non ha mai dimenticato di guardare alle origini del disagio e della sofferenza della comunità e dei singoli.
È quanto fa con la descrizione delle vite di due giovani coppie che non riescono a trovare in patria le condizioni per poter pensare a un futuro. Le tensioni familiari e le pressioni dall'esterno diventano insostenibili. Come risolvere se non cercando una speranza nell'Europa dei popoli e delle nazioni? Non sono i poveri boat people che cercano di attraccare sulle coste della Sicilia. Hanno dei visti regolari, hanno un progetto (uno di loro è un musicista che si reca a un'audizione che potrebbe aprirgli le porte al mondo dei concerti).
Ma il pregiudizio è un muro molto più alto e solido di quello caduto a Berlino. Paskaljevic riesce a di-mostrarlo senza fare retorica, con la forza di un umanesimo che unisce al pessimismo della ragione la speranza di una volontà che, proprio perché non accetta lo status quo, si fa cinema.
Au printemps 1999, le jour des bombardements de l'OTAN pour renverser Slobodan Milosevic, le cinéaste serbe Goran Paskaljevic était au journal télévisé de France 2 pour présenter son film Baril de poudre, qui dépeint une nuit dans la vie des habitants de Belgrade en plein conflits nationalistes. En voyant les premiers obus s'abattre sur son pays, Paskaljevic quitta le plateau pour aller chercher un [...] Vai alla recensione »