Dallas

Film 1978 | Drammatico

Regia di Michael Preece, Leonard Katzman, Irving J. Moore, Larry Hagman, Patrick Duffy. Una serie con Larry Hagman, Patrick Duffy, Linda Gray, Ken Kercheval, Steve Kanaly, Barbara Bel Geddes. Cast completo Genere Drammatico - USA, Canada, 1978, Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento giovedì 13 settembre 2012

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 2,86
CONSIGLIATO N.D.

È tra i dieci programmi televisivi più visti di tutti i tempi, il primo serial a conquistare il prime-time americano dopo l’exploit degli intrighi di Peyton Place, la seconda serie drammatica – dopo Marcus Welby – a raggiungere la vetta degli ascolti a “stelle e strisce” (stagione 19801981): il feuilleton creato da David Jacobs, in onda per la prima volta sulla CBS il 2 aprile 1978, doveva durare solo 5 settimane. Ma in quegli anni il Texas stava vivendo il suo boom economico grazie al prezzo del petrolio alle stelle e così la saga texana prese piede. “Abbiamo creato una realtà fittizia – ha spiegato il produttore Leonard Katzman – dove l’unica verità è quella del petrolio e delle sue leggi”. Al centro delle vicende ruotano l’impero della Ewing Oil e, soprattutto, le malefatte del suo spietato erede: J.R. (iniziali di John Ross – soprannominato in Italia Gei Ar – interpretato da Larry Hagman), definito senza mezzi termini “l’uomo che tutti amano odiare”, è il figlio più astuto, tutto dedito a espandere il suo potere in un coacervo di corruzione, alcol e belle donne. A mettere il bastone tra le ruote alla supremazia degli Ewing ci pensano i Barnes, che contendono il mercato a J.R. E quando Bobby, il figlio più giovane degli Ewing, si innamora e sposa Pamela Barnes (Victoria Principal), figlia dell’odiato nemico d’affari, i critici televisivi tirarono in ballo Romeo e Giulietta. Alle porte di Dallas, nella tenuta di South Fork, in un ranch situato a Braddock County, convivono più o meno in armonia i membri della dynasty principale: John “Jock” (Jim Davis) è il capofamiglia degli Ewing, un uomo che si è fatto da solo; Eleanor “Miss Ellie” Southworth (Barbara Bel Geddes, che per questo ruolo ha vinto un Emmy Award nel 1980 e un Golden Globe nel 1982) è sua moglie, tutta d’un pezzo come il marito; Sue Ellen (Linda Gray) è la (non troppo) dolce metà di J.R., che erediterà dal marito sete d’alcol e di vendetta; Bobby (Patrick Duffy) è il figlio più giovane e onesto; Lucy (Charlene Tilton) è la turbolenta nipote di Jock; Ray Krebbs (Steve Kanaly), il tuttofare di casa che ha l’autorizzazione di vivere a South Fork nonostante non sia uno Ewing (salvo sorprese successive). Fuori dai cancelli della magione gravitano gli altri personaggi della serie: l’avvocato Cliff Barnes (Ken Kercheval), il fratello di Pamela; Willard “Digger” Barnes (David Wayne), padre di Cliff e Pamela, una volta partner di Jock e ora suo acerrimo avversario. Nel corso di poche puntate ne accadono di tutti i colori: Digger muore e il figlio Cliff assume l’eredità di tenere testa agli Ewing; i matrimoni tra PamelaBobby e Sue EllenJ.R. vanno a rotoli, entrambi per volere di quest’ultimo che poi rimedia in corner; Jock annuncia che Ray Krebbs è il suo figlio illegittimo; Jim Davis muore nel marzo del 1981: ai parenti di Jock viene rivelato che il congiunto è morto in Sudamerica. Puntata dopo puntata il serial consolida audience, fino all’episodio finale della stagione 19791980, in cui avviene il famigerato attentato a J.R.: “Chi ha sparato a J.R.?”, l’inquietante interrogativo che apre il ciclo successivo, è stato svelato davanti a 85 milioni di americani il 21 novembre del 1980, stabilendo un record assoluto di ascolti che solo la puntata finale di M.A.S.H., in onda nel 1983, è riuscita a superare. Per la cronaca, a sparare al perfido protagonista non è Sue Ellen, ma Kristin (Mary Crosby), la sorella più giovane della moglie di J.R. che si sentiva tradita dall’amante. Per aumentare la tensione e mantenere il segreto sull’aspirante omicida, vennero girate ben cinque alternative: oltre a Kristin, impugnarono la pistola davanti alla telecamera anche Sue Ellen, Cliff, Ellie e Jock; il filmato prescelto venne inviato negli studi della CBS solo poche ore prima della messa in onda. Inutile dire che J.R. non muore e, dopo un periodo di convalescenza, torna in scena più agguerrito che mai. Nel corso delle stagioni si susseguono altri colpi di scena; tra i tanti: Kristin viene ritrovata cadavere nella piscina degli Ewing; Cliff tenta il suicidio; J.R., Sue Ellen e Ray Krebbs scampano a un incendio a South Fork; Bobby si salva da un ennesimo attentato che doveva colpire J.R. (in seguito si viene a sapere che la vittima doveva essere proprio Bobby) per mano di Katherine Wentworth (Morgan Brittany), la sorellastra di Pamela. Le sorprese non mancano anche dietro le quinte: Bel Geddes si ammalò e lasciò la serie nel 1984, salvo poi tornare nel 1985 in seguito agli ascolti in discesa; Donna Reed, che la sostituì nei panni di “Miss Ellie”, fece causa alla produzione – formata dai produttori esecutivi Leonard Katzman, Philip Capice, Lee Rich e Calvin Clements jr. – per l’improvvisa rottura del contratto; Patrick Duffy dichiarò di volere lasciare il set nel 1985: Bobby viene (apparentemente) ucciso a fine stagione mentre tenta di salvare Pamela da un guidatore killer (al volante c’è l’inossidabile Katherine Wentworth); nello stesso anno Charlene Tilton salutò tutti per poi tornare sui suoi passi nel 1988. Le molte assenze incrinarono il successo della serie: nella hitparade degli ascolti, Dallas passò dalla seconda alla sesta posizione. Larry Hagman e i produttori convinsero Duffy a tornare a South Fork in una delle scene più incredibili della televisione: Bobby “resuscita” sotto la doccia e tutta la stagione precedente si rivela essere un sogno “bagnato” (l’acqua si è rivelata una condizione ideale e quantomai “rigenerante” per l’ex Uomo di Atlantide). Le partenze, tuttavia, non cessarono: Victoria Principal, Steve Kanaly e Linda Gray fecero le valigie. Giunta al tredicesimo ciclo, la serie vide tra i protagonisti storici i soli Ken Kercheval e Larry Hagman, che indossa altresì il cappello di produttore esecutivo. Volti e risvolti si moltiplicarono spiazzando il telespettatore, che non riuscì più a identificare personaggi interpretati anche da tre attrici differenti: Priscilla Beaulieu, l’ex signora Presley, veste i panni di Jenna Wade, una ex fiamma di Bobby che in precedenza aveva i volti di Morgan Fairchild e Francine Tacker. Tra le curiosità nel cast “enciclopedico”: Barbara Eden, già al fianco di Larry Hagman in Strega per amore, entra in scena nelle vesti della baronessa LeeAnn de la Vega, messa incinta anni addietro da J.R. e pronta a ricattarlo in cambio del controllo della Ewing Oil; Padraic Duffy, il figlio di Patrick, compare nel ruolo di Mark Harris; Brad Pitt e Chazz Palminteri compaiono quali guest-stars. Nel gennaio del 1991 il ranch di South Fork è stato venduto e trasformato in luogo di culto per i turisti; nello stesso anno gli intrighi capitalistici sono sbarcati nell’ex Unione Sovietica, in onda tutte le mattine alle 9. L’ultima puntata, la 356esima di una saga scivolata dal primo al sessantesimo posto delle classifiche statunitensi, prevede una Dallas senza J.R., almeno non su questa terra: in omaggio a La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra, egli è in compagnia di un angelo custode (interpretato da Joel Grey) per ripercorrere i misfatti della sua vita e, forse, per pentirsi. Tra i “figli” più o meno legittimi del serial: uno spin-off (California), molte imitazioni (Lo zio d’America su tutte) e due film-tv, uno ambientato negli anni ’30 (con Dale Midkiff e Molly Hagan rispettivamente nei panni dei giovani Jock ed Ellie Ewing) e uno ai giorni nostri (Ritorno a Dallas), con J.R. più vivo che mai di ritorno dall’esilio parigino. La colonna sonora è composta da Jerrold Immel, sostituito dalla terza stagione da Bruce Broughton; in Italia è divenuta celebre la sigla cantata da Lucio Ciarramitano. Due curiosità: il “vero” John Ross Ewing, stimabile cittadino di Dallas stufo di essere scambiato per il malefico J.R., ha denunciato il suo interprete definendolo “immondo scarafaggio”; con la fine della Guerra Fredda e con la caduta del Muro di Berlino, Larry Hagman ha ripreso i panni di J.R. – con tanto di regolare Stetson sulla testa – per una campagna promozionale in Romania della Lukoil, industria petrolifera russa. Secondo l’attore, il serial ha addirittura contribuito a sconfiggere il comunismo: un uomo in Romania, incontrandolo, gli disse piangendo che J.R. li aveva salvati; Ceausescu – gli spiegò l’uomo – faceva vedere ai rumeni la serie per mostrare quanto fosse corrotta l’America. Ma la gente, osservando le auto, i vestiti e le belle donne cacciò il dittatore dal palazzo. Una lettura più alta, metalinguistica, del telefilm l’ha fornita in Italia Carlo Freccero (su “Link”, 2004): “Dallas è il prodotto che fonda la tv commerciale. Dallas fa capire che la fidelizzazione nasce con la serialità; inoltre dimostra che il cinema non è indispensabile e che può essere sostituito vantaggiosamente con prodotti studiati per la tv: coi film il pubblico deve essere conquistato ogni volta; con la serie lo si aggancia all’inizio e lo si tiene puntata dopo puntata”. Tornando alla politica, Hagman, texano come l’ultimo presidente, ha preso posizione in vista dell’imminente attacco all’Iraq nel febbraio 2003: “J.R. è molto più intelligente di George W. Bush. Sarebbe più giusto inviare 50.000 ispettori anziché 50.000 soldati. Sta portando il paese nel fascismo, ma non capisce neanche cosa sia il fascismo”. Nel 2006 lo sbarco della famiglia Ewing sul grande schermo: con quello che costa oggi il petrolio, devono aver pensato i produttori, non vi è nulla di più drammaticamente attuale.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 2 dicembre 2011
Gianni Lucini

Alle 22.30 del 4 febbraio 1981 su Rai Uno gli italiani assistono per la prima volta a “Dallas”, una serie di telefilm che negli Stati Uniti viene diffusa dalla CBS a partire dal 1978. Il responsabile della scelta è un dirigente curioso e innovativo come Claudio G. Fava, arrivato alla Rai dopo essere stato per lunghi anni critico cinematografico del “Corriere Mercantile”. [...] Vai alla recensione »

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