
La 78.ma edizione del Festival vede spiccare il ritorno Abdellatif Kechiche. In corsa per il Pardo d’Oro anche Radu Jude, Valentina e Nicole Bertani.
di Tommaso Tocci
È stata appena presentata la 78esima edizione del Festival di Locarno, consueto appuntamento estivo in Svizzera che sotto la guida di Giona A. Nazzaro promette un programma particolarmente suggestivo nel 2025. Si parte il 6 agosto, con chiusura il 16. Il direttore è ormai al timone dal 2020, e forse non è un caso che pensi in termine di lungo periodo e posterità: nel descrivere il ruolo del festival si augura di essere sempre “consapevoli dei nostri tempi” con delle proposte che possano apparire rilevanti anche tra trent’anni.
Ci saranno 221 film, di cui 99 in prime mondiali, e una presenza italiana che vede in concorso uno sguardo all’infanzia con Le bambine, di Valentina Bertani e Nicole Bertani. A far loro compagnia in Piazza grande, Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis è un western italiano atipico che racconta la storia di Buffalo Bill in “trasferta” dalle nostre parti. Cast d’eccezione con John C. Reilly, Nadia Tereszkiewicz e Alessandro Borghi. In Cineasti del presente invece il nostro paese sarà rappresentato da Gioia mia di Margherita Spampinato.
Nomi di eccezione si daranno battaglia per il Pardo d’oro tra le 17 prime mondiali selezionate. Balza all’occhio Abdellatif Kechiche con un nuovo capitolo della sua saga “maledetta”: Mektoub, my love: Canto due è un ritorno a sorpresa di lunga gestazione ma di sicuro interesse. Non da meno Radu Jude, che a Locarno presentò il suo capolavoro (Do not expect too much from the end of the world) e che ora porterà Dracula, raccontata come opera di commedia radicale che tratta di intelligenza artificiale. Dry Leaf segna invece il ritorno del georgiano Alexandre Koberidze dopo il successo di What do see when we look at the sky?, e ci sarà anche la nuova opera di Ben Rivers, Mare’s nest.
Kamal Aljafari, dopo lo straordinario A Fidai Film l’anno scorso (disponibile in streaming su MYmovies ONE), continua a raccontare la dolorosa attualità con With Hasan in Gaza, mentre Fabrice Aragno rappresenterà il cinema elvetico con Le lac. Si rivede anche il Giappone, da un po’ assente nella rappresentazione del concorso ticinese, con Tabi to Hibi di Sho Miyake, mentre Sorella di clausura di Ivana Mladenovic promette ulteriori affascinanti ibridazioni da parte del cinema rumeno.