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La leggenda di Per chi suona la campana (Parte 2)

80 anni del film di Sam Wood, con Ingrid Bergman e Gary Cooper. Leggi la prima parte »
di Pino Farinotti

Ingrid Bergman 29 agosto 1915, Stoccolma (Svezia) - 29 Agosto 1982, Londra (Gran Bretagna). Interpreta María nel film di Sam Wood Per chi suona la campana.
domenica 21 gennaio 2024 - Focus

1936. Ha origine il conflitto, che durerà fino al 1939, fra le forze nazionalistiche capeggiate dal caudillo Francisco Franco e quelle del legittimo Stato repubblicano, guidato dal presidente della repubblica Manuel Azaña Díaz. Benché le grandi potenze si fossero accordate sul principio del “non intervento” Italia e Germania inviarono cospicui aiuti militari e numerosi volontari a favore di Franco. Dalla parte del governo repubblicano si schierarono invece le Brigate Internazionali, reclutate tra i democratici antifascisti di tutto il mondo.

In America, tra gli intellettuali, i giornalisti, gli artisti i liberali e l’alta borghesia, la guerra di Spagna è l’argomento di moda, da difendere e diffondere. Un richiamo di questo genere è qualcosa di irresistibile per Hemingway, che a Chicago in casa sua, invita gli amici che la pensano come lui e proietta un film per raccogliere fondi per i volontari che stanno per raggiungere la Spagna per difendere gli ideali antifascisti. Una donna bionda, bella, con l’apparenza di una sognatrice, ma in realtà molto concreta, e coraggiosa, osserva attenta: è la giornalista Martha Gellhorn. Ernest la nota e non ne rimane indifferente. E neppure lei è indifferente rispetto a un uomo che ha già dato segnali importanti come scrittore e intellettuale. Senza contare che a lui non manca il fascino. Martha è già organizzata e in partenza per la Spagna, Hemingway in pochi giorni la raggiunge a Madrid. Il rapporto, forte, completo, nasce ed è intenso, talmente intenso da bruciare. I due mandano servizi alle loro testate e non lesinano particolari sulla loro storia. Combattono non solo con la macchina da scrivere, ma con armi vere. Al loro fianco gente come Dos Passos, scrittore, e Robert Capa, fotografo: grandi.

Rischiano la vita quando a Madrid si trovano sotto le bombe franchiste. Martha sarà la seconda moglie di Hemingway. Lo scrittore ha dunque la possibilità di vivere quella guerra e conoscerne tutti gli aspetti, ai quali si dedica con tutta la passione e la cultura di cui è capace. Sarà quel periodo spagnolo, che segnerà per tutta la vita lo scrittore. Il volume che contiene gli editoriali, quotidiani, che Hem spediva da laggiù viene ritenuto da molti il più alto modello di corrispondenza di guerra.
E’ notorio, sarà Franco a prevalere, sarà la sua dittatura, e Ernest, dirà sempre: “E’ stato il più grande dolore della mia vita".
Nel ’39, dunque ancora fresco di dolore e di memoria, Hemingway si dedica alla stesura del romanzo, "Per chi suona la campana", che esce l’anno dopo. E’ lo scritto più intenso e onesto della sua vita.  

Hemingway “politico”. Era diverso rispetto ad autori suoi contemporanei, magari “ideologici”. John Dos Passos ("Tre soldat"i, "42° parallelo"), rappresentò l’illusione e la degenerazione del sogno americano con una critica quasi feroce al capitalismo; Erskine Caldwell ("La via del tabacco", "Piccolo campo"), abrasivo narratore della miseria e dell’ignoranza di una fascia prevalente dell’America degli Stati del sud. John Steinbeck, ("Furore", "Pian della tortilla", "La valle dell’Eden") legato alle storie, soprattutto californiane, della grande crisi, attraverso una ricerca mitigata dalla sua attitudine romantica. William Faulkner ("L’urlo e il furore", "Santuario", "Luce d’agosto") aristocratico del sud, borghese, interessato al sociale e all’”esistenziale” ma anche alla ricerca del linguaggio
Hemingway, non era scrittore “ideologico”, gli interessavano le storie che, non in astratto, rappresentavano le ideologie. Certo era autore sociale, avventuroso, non squisitamente proletario, anche lui “borghese” e testimone profondo di vicende individuali e collettive, come le guerre. 

Robert Jordan, il partigiano intellettuale che ha l’incarico di far saltare il ponte per fermare i carri armati franchisti, rappresenta, nelle idee, lo stesso Hemingway.  Parla di rivoluzione, con esempi e concetti molto chiari: “Magari saranno emanate tasse giuste, ma i grandi proprietari e i ricchi si rivolteranno contro il governo quando si renderanno conto che sono minacciati, come i fascisti hanno fatto qui…  sì, dovremo lottare.” Sono concetti chiari e concreti.  Hemingway, attraverso il suo alter ego, ha detto “qualcosa di sinistra”.
 


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