Sempre fedele a sé stessa, ha distribuito la sua azione al cinema, nella musica e sul piccolo schermo.
di Pino Farinotti
Jane era una britannica, nata a Londra, ma era una francese. Aggiungo che nessuna più di lei lo era. Significa che aveva quel quanto in più di charme, di mistero, di sesso, che non appartiene alle attrici di altri paesi. Era stata “inglese” fino al 1968, al Maggio parigino. Nata nel 1946 dall’attrice Judy Campbell e da David Birkin, comandante della Royal Navy, a soli 17 sposa John Barry, il musicista, compositore, fra le altre, delle colonne di James Bond, e quattro volte premio Oscar. Famiglia interessante dunque. Dopo una parte in Blow-Up (guarda la video recensione) di Antonioni, nel ’69, 23enne nel film Slogan incontra Serge Gainsbourg, sarà il suo grande amore… per 11 anni.
Divennero una coppia del mondo, dispensando dovunque trasgressione ed erotismo. Vissero nel jet set ma non disdegnarono la vita artistica della bohème. E poi arrivò "Je t’aime moi non plus". Voci basse e sensuali dei due: la canzone divenne la più popolare del mondo. E la più scandalosa. Il sesso era più che ammiccato, ecco alcuni dei versi incriminati:
Je vais, je vais et je viens entre tes reins
Je vais et je viens entre tes reins et je me retiens
Vado, vado e vengo fra i tuoi reni
Vado e vengo fra i tuoi reni e mi trattengo
Queste cose non si potevano cantare nel 1969. La canzone venne acquisita dalla Rai, nel programma Hit Parade, ma quando gli autori prestarono attenzione al contenuto, la depennarono. La Rai fu costretta a dare una spiegazione e divulgò la traduzione del testo.
L’anno prima va ricordato, perché Jane aveva avuto un ruolo importante ne La piscina, di Jacques Deray, dove seduce Alain Delon, nientemeno, nonostante abbia un’antagonista ultracompetitiva, Romy Schneider.
Jane e Serge vissero il loro periodo più felice nel loro appartamento in rue de Verneuil a Parigi. Quella casa divenne punto di incontro di artisti e scrittori. Chi veniva a Parigi, anche da lontano non mancava di farsi invitare.
Gli dei del cinema sono stati particolarmente generosi verso quel 1946. Sono nate alcune dive “antagoniste” coetanee di Jane come Goldie Hawn, frenetica e sexy, Candice Bergen, signora con stile, Diane Keaton talentuosa figlia di Allen, Charlotte Rampling, fascino inquietante. E la nostra Stefania Sandrelli, eterna, buona per tutti i ruoli. Ma ribadisco l’appeal unico della francese acquisita Jane, che dietro quegli occhi e quella voce, quel corpo quasi androgino, sapeva trasmettere un incanto erotico che si esprimeva nel mistero e nell’ambiguità, ma poi ti arrivava potente.
La Birkin è sempre stata fedele a sé stessa e al tempo che passava. Ha distribuito la sua azione nei film quasi sempre di qualità, nella musica e sul piccolo schermo; è stata attenta e intelligente, e ha mantenuto il suo appeal nel tempo. La vita non le ha risparmiato dolori, come la perdita della figlia Kate Barry nel 2013.
Adesso Jane non c’è più, ma qualcosa di lei rimane, la figlia Charlotte Gainsbourg, che porta avanti la fiaccola della madre con personalità e talento.