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Su MYmovies la musica di Nino Rota illumina il Concerto di Natale del Teatro San Carlo

Una selezione di brani indimenticabili per uno spettacolo senza tempo. Disponibile fino al 26 dicembre. ENTRA ADESSO 
di Emanuele Sacchi

Giulietta Masina (Giulia Anna Masina) 22 febbraio 1921, Bologna (Italia) - 23 Marzo 1994, Roma (Italia). Interpreta Gelsomina nel film di Federico Fellini La strada.
giovedì 24 dicembre 2020 - mymovieslive

Due brani indimenticabili quelli selezionati nel programma dell’Orchestra del Teatro di San Carlo, in programma in streaming fino al 26 dicembre, e diretti dal maestro Juraj Valcuha, per illuminare la serata della vigilia di Natale di un anno difficile.

Due momenti molto diversi tra loro della carriera di Nino Rota e di Federico Fellini e del loro sodalizio inscindibile. Il programma della serata ha inizio proprio dalla fine, da Prova d’Orchestra, ultima colonna sonora registrata da Rota nel 1978. La suite che il direttore tedesco tenta disperatamente di far eseguire alla perfezione a un gruppo di musicisti recalcitranti e anarcoidi è al centro di un apologo del regista sulla televisione e sulla mutazione in atto nel consumo di prodotti culturali. Nella sua coralità – che ha inizio da note isolate di pianoforte, a cui si aggiunge un gruppo di archi, per arrivare all’esplosione degli ottoni – la suite diviene un simbolo di quel che è ancora possibile costruire e preservare unendo le proprie forze culturali contro la barbarie.

Lo sdegno di fine anni Settanta di Fellini trova nella metafora della prova d’orchestra il veicolo ideale per un messaggio di restaurazione artistica contro un futuro distruttivo, una palla da demolizione guidata dalla mercificazione degli Ottanta che avanzano. Un movimento musicale innamorato di Wagner, come lo è il teutonico direttore d’orchestra del film, che apre la serata del Teatro di San Carlo infiammando gli animi.

Da qui a La strada il passaggio è davvero epocale: un balzo all’indietro di 24 anni, alle origini romagnole della carriera di Fellini. A una dimensione di miseria da neorealismo, che Fellini “tradisce” con iniezioni di magia circense. La tragica storia di Zampanò e di Gelsomina corrisponde anche al primo premio Oscar mai assegnato al Miglior film in lingua straniera, nel 1957 (tre anni dopo l’uscita del film), viatico per la fama internazionale di Federico Fellini. Il merito di questo va anche, anzi va soprattutto a Nino Rota, tanto da far dire a Mario Soldati che “La strada di Nino Rota è un capolavoro. Il film di Fellini è, forse, soltanto il libretto di quel capolavoro”.

Nell’aria che Gelsomina suona alla tromba risuona infatti tutta la tragedia di una vita segnata fin dal principio, consegnata al dispiacere della marginalità e all’illusoria gioia del circo. Un tema che ritorna incessantemente nel film, mutando da sogno di un futuro migliore a malinconica accettazione dell’impossibilità del medesimo. Senza assecondare la sferzata di Soldati, è pur vero che di fronte alla semplice eleganza malinconica di quel motivo ricorrente, destinato a scatenare il climax emotivo e le lacrime di Anthony Quinn nel finale, persino le parole e i gesti che lo accompagnano paiono appendici di un discorso già compiuto.  


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