L’autore racconta un film che tratta le difficili conseguenze di un rimpatrio.
di Giovanni Bogani
Dov'è casa mia? In Italia, dove vivo da quando sono nato, o in quel Paese lontano che non conosco da dove vengono mamma e papà?'. Queste le parole di Said, nome esotico per un caparbio ragazzo di 26 anni che parla toscano ed è nato a Firenze da genitori algerini. Quando suo padre perde improvvisamente il lavoro, Said si vedrà negato il permesso di soggiorno e sarà costretto insieme al padre e al fratello a 'tornare in patria', in Algeria, un posto che lui non ha mai neanche visto. La sua natura combattente lo spingerà dunque ad appellarsi agli avvocati e alla stampa, nel tentativo di attirare l'attenzione sul problema degli immigrati di seconda generazione, intrappolati nei meandri dall'assurda e anacronistica legislazione italiana.
Sta per piovere è un film sulle conseguenze di un rimpatrio determinato dalle difficili condizioni lavorative in Italia. Il regista Haider Rashid lo racconta in una video intervista descrivendolo come “un film che nasce da un’esigenza molto forte, nato in soli sei mesi per dare voce alle seconde generazioni e chi non ha voce”.