Sherlock Holmes, il principe dei detective. È notorio. È il più rappresentato nei film. Dagli anni trenta ai venti del duemila Conan Doyle lo ha visto trasformarsi secondo le esigenze del tempo che passava. Sono numerosi gli attori che hanno dato corpo e volto al personaggio. Fa testo Basyl Rathbone che negli anni quaranta fu protagonista di 14 titoli. Rathbone era, anche esteticamente, il modello perfetto creato dallo scrittore. Doyle avrebbe approvato. Da allora si sono susseguiti attori del massimo livello. Fra gli altri: John Barrymore, Charlton Heston, Roger Moore, Michael Caine, Peter O' Toole. Arriviamo al (quasi) contemporaneo Robert Downey jr, diretto da Guy Ritchie. Due titoli di grande successo dove Sherlock, aderisce ai tempi, appunto. Sherlock è esperto di arti marziali, è sempre frenetico, stappa una bottiglia di champagne coi denti. Conan non avrebbe proprio gradito.

Poi c'è il piccolo schermo. Benedict Cumberbatch si è prestato al personaggio dove la velocità è nell'intelligenza e la diversità sta nella presunzione: Benedict batte l'originale di diverse lunghezze. In questi giorni il canale Giallo 38 trasmette la serie Elementary, protagonista Jonny Lee Miller. Holmes dimesso da una clinica dove si è disintossicato da alcol e droghe, se ne va in America. Dove ritrova l'immancabile Watson. Solo che il medico è una donna. Esigenze "temporali". Il registro è quello, appunto, dell'adesione al gradimento dell'utenza di questa epoca.

Uscendo da Elementary e scorrendo i canali, mi sono trovato... in un altro mondo. Rai 5 trasmetteva L'ultimo dei Baskerville, un classico di Conan Doyle, già visitato dalla serie citata sopra, con Rathbone, firmato da Sidney Lanfield nel 1939. Lo sceneggiato, in tre puntate è del 1968, il regista è Guglielmo Morandi. Gli attori: Nando Gazzolo, Gianni Bonagura, Franco Volpi, Paolo Carlini, Marina Malfatti, Anna Maria Ackermann. Tanto per gradire. Gazzolo fa Holmes, Bonagura, Watson. Il cambiamento, l'impatto dal contemporaneo a quegli anni è stato come.. una boccata d'aria pura. Confesso che non conoscevo quell'edizione. Gazzolo aderisce, con prudenza, al tipo originale. E lui, si sa, è stato un grande attore. Così come la spalla Bonagura. E poi vedere quelle personalità di bello stile, di classe storicamente riconosciuta, come Carlini, Volpi e tutti gli altri, che bel recupero. Quel canale della Rai propone cultura vera e retrospettive che spesso sono tesori dimenticati. Va tenuto d'occhio.