La 61° edizione del Festival dei Popoli entra nelle abitazioni di tutti con un programma ricco di voci che raccontano il tempo che viviamo. Inaugura, domenica 15, Patti in Florence di Edoardo Zucchetti. Dopo aver ripreso Patti Smith nel 2009 per dieci giorni a Firenze (dove già suonò nel 1979), negli anni successivi ha raccolto testimonianze di collaboratori e giornalisti musicali sulla rocker che a Firenze ha trovato la sua casa adottiva.
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In programma, tra gli eventi speciali fuori concorso, l'America con le sue contraddizioni raccontata da Todd Chandler in Bulletproof, sul paradossale ricorso alle armi del sistema scolastico statunitense in reazione a eventi come la sparatoria di Columbine. Now del debuttante Jim Rakete ci racconta l'attivismo dei più giovani in tutto il mondo, da Greta Thunberg a Vic Barrett, Felix Finkbeiner (con camei di Patti Smith e Wim Wenders). Mentre da “Diamonds Are Forever”, sezione che celebra l’immenso e prezioso archivio dell’Istituto Festival dei Popoli, presieduto da Vittorio Iervese, riemerge Tigrero: A Film That Was Never Made di Mika Kaurismaki, sul viaggio del 1993 di Samuel Fuller e Jim Jarmusch in Mato Grosso, sulle tracce di un film mai realizzato su un cacciatore di giaguari.

E nella tradizione del Festival, uno spazio di riguardo per il documentario musicale con la sezione “Let the Music Play”: in Sisters With Transistors di Lisa Rovner si indaga sulle pioniere della musica elettronica come Clara Rockmore o Bebe Barron, avendo come guida la voce narrante di Laurie Anderson. Mentre Bring Down the Walls di Phil Collins svela la natura più politica e intimamente liberatrice della musica house, attraverso le voci di alcuni carcerati statunitensi.

Da sempre alla ricerca di nuovi pubblici, giovani autori, e con una particolare attenzione al cinema europeo recente, il festival ha ovviamente ricevuto molte opere realizzate durante la quarantena. Tra queste, anche Dissipatio di Filippo Ticozzi (concorso internazionale mediometraggi), videodiario della sospensione esistenziale dell’autore in una città del Nord Italia.

Oltre al concorso internazionale (18 titoli in anteprima italiana equamente divisi tra lungo, medio e cortometraggi) il programma prevede anche un Concorso italiano (7 film in anteprima mondiale), che verrà aperto da L’occhio di vetro di Duccio Chiarini. L’apprezzato regista fiorentino di Short Skin, L’ospite, come nel precedente Hit the Road, Nonna fa luce su una scoperta familiare scottante, risalente alla conflitto tra fascismo e antifascismo.

Sono 9 invece i film della sezione Habitat, tutti caratterizzati da punti di vista insoliti e inediti sul pianeta (lo ricorda anche lo slogan del festival: “Life With Different Eyes”, la vita con occhi diversi): come Icemeltland Park di Liliana Colombo, sui viaggi organizzati per assistere allo scioglimento dei ghiacci antartici. O The Grocer’s Son, the Mayor, the Village and the World di Claire Simon, sul paese francese di Lussas, nell’Ardèche, dove tra vigneti e ciliegi una piccola comunità locale sviluppa il sogno di una piattaforma streaming di documentari.

La sala virtuale del Festival di Popoli si riafferma insomma come luogo reale di contrasto ai luoghi comuni e invita tutti a stare a occhi e orecchie bene aperti.