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Hitchcock prima di Hitchcock

Alle Giornate del Cinema Muto, prima internazionale di The White Shadow.

In foto Betty Compson in una scena del film The White Shadow di Graham Cutts.
Betty Compson (Eleonor Luicime Compson) 18 marzo 1897, Beaver (Utah - USA) - 18 Aprile 1974, Glendale (California - USA). Interpreta Nancy Brent / Georgina Brent nel film di Graham Cutts The White Shadow.

giovedì 6 ottobre 2011 - News

L'evento per eccellenza della settima giornata, venerdì 7 ottobre, di questa trentesima edizione delle Giornate del Cinema Muto (in corso al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone fino all'8 ottobre) è la proiezione in prima internazionale del tanto atteso The White Shadow, del 1923, produzione britannica riemersa pochi mesi fa nel New Zealand Film Archive grazie al certosino lavoro di indagine di Leslie Ann Lewis e dei conservatori Kurt Otzen e Louise McCrone (proiezione ore 20.30). Del film sopravvivono i primi tre rulli su un totale di sei. Se ne è parlato molto in questi mesi come del "film perduto di Hitchcock". Che poi a firmarlo sia stato un altro regista britannico affermato, Graham Cutts, e che Hitchcock si sia occupato di molto – è accreditato come assistente alla regia, art director, montatore e sceneggiatore – senza firmare direttamente la regia, appare oggi un fatto secondario: questo può essere considerato a tutti gli effetti il primo film di un Hitch ventiquattrenne che di lì a poco avrebbe superato di gran lunga il maestro apprestandosi a diventare uno dei più geniali registi della storia del cinema.

Sopravvissuto grazie al proiezionista neozelandese e appassionato collezionista del primo cinema Jack Murtagh, aggiunge un tassello fondamentale per gli studiosi dell'opera di Alfred Hitchcock, offrendo l'opportunità di seguire i suoi primi significativi passi nel cinema e di studiare le sue idee visive e narrative mentre cominciavano a prendere forma. La proiezione di Pordenone è un regalo che il New Zealand Film Archive e la statunitense National Film Preservation Foundation, che nella stessa serata riceveranno il Premio Jean Mitry, hanno voluto fare al festival e al suo pubblico. The White Shadow, melodramma passionale dalle atmosfere molto cariche che vede protagonista la diva americana superpagata Betty Compson nel doppio ruolo di due sorelle gemelle, una angelica e l'altra diabolica, è la seconda di due produzioni, gemelle a loro volta (stessa star, stesso produttore, autore, cameraman, staff, scenografo, studio...) della neonata società di Michael Balcon, Victor Saville e dell'uomo d'affari John Freedman. Il primo film, Woman to Woman, basato su una pièce del drammaturgo inglese Michael Morton e tuttora considerato perduto, era stato un grande successo, che non si ripeté per The White Shadow, di cui i critici lodarono tuttavia la recitazione e la "brillantezza della produzione".

La giornata cinematografica di venerdì 7 ottobre offre altri importanti appuntamenti con la sezione dedicata – nel 150enario dell'Unità d'Italia – al cinema nazionale, che vede oggi protagoniste Eleonora Duse, Francesca Bertini e Pina Menichelli. A partire dalle 10.30 sono in programma Cenere (1917) e Maddalena Ferat (1921) di Febo Mari. Il primo, tratto da un romanzo di Grazia Deledda sul tema del "figlio della colpa" è l'unica prestazione data al cinema, a 58 anni, da Eleonora Duse che, come scrive Gian Piero Brunetta, "illumina le sequenze in cui appare di una forza interiore, di una potenza tragica che pone distanze incomparabili rispetto al gesto drammatico e melodrammatico delle grandi dive dell'epoca". La copia 35mm a colori (virata) è stata restaurata dalla Cineteca del Friuli in collaborazione con la George Eastman House di Rochester e la Cineteca Sarda. Maddalena Ferat, dal romanzo di Zola, è la cronaca di un "amour fou", con una Francesca Bertini al culmine della sua carriera divistica. Protagonista della serata, dalle 22.30, è un'altra diva, Pina Menichelli, che ritroviamo ancora sconosciuta nella divertente comica Cines Una tragedia al cinematografo (1913) e già affermata, nel film di Gero Zambuto, di cinque anni posteriore, La moglie di Claudio (1918). La copia presentata è stata restaurata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e dalla Cineteca di Bologna a partire da una copia positiva nitrato della Lobster Films di Parigi.

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