Il trailer della tredicesima edizione del Far East è uno spot di tutto quello che il festival rappresenta. Le corna scaccia sfortuna campeggiano sovrane sulle pareti del teatro, su manifesti, magliette e locandine, e sullo stesso trailer, portatore di una concezione giocosa del cinema, dove c'è spazio per la riflessione ma anche e soprattutto per un più leggero intrattenimento.
Zombie, maschere e prodigiosi combattenti di arti marziali si scambiano, a tempo di un ritmo sempre più veloce, sfide e occhiatacce. Almeno questa è la versione breve del trailer, quella che tutti gli spettatori del festival hanno visto prima di ogni proiezione. Ieri sera invece il regista Clement Cheng ha portato con sé la versione lunga dello spot e, in valigia, anche numerosi omaggi al festival che la direttrice Sabrina Baracetti ha accolto con sorpresa, tra gli applausi fragorosi del pubblico. Subito dopo è stato presentato il dramma The Piano in a Factory di Zhang Meng, un mix di generi e stili che, sulle note di un pianoforte sconquassato, ha raccontato come l'amore di un padre per la figlia possa rappresentare una spinta a portare a termine un progetto molto audace: la costruzione 'in casa' di un pianoforte vero e proprio. La serata ha poi virato in rosa. La commedia erotica Foxy Festival del sud-coreano Lee Hae-young, un divertente corollario sulle conseguenze più imbarazzanti del sesso, ha creato un clima di ilarità in sala. Gli spettatori hanno così concluso una giornata iniziata con la commedia slapstick di Hong Kong (Pedicab Driver di Sammo Hung), proseguita con la forza epica di The Showdown di Park Hoon-jung e quella più sentimentale di The Piano in a Factory. Ancora una volta il Far East ha accolto tutti i generi cinematografici, senza rischiare di scontentare qualcuno.

I film di chiusura del festival
I drammi della mattinata arrivano dall'Indonesia e dal Giappone, prima con Belkibolang, poi con Cannonball Wedlock. Il pomeriggio prevede un programma doppio: si comincia con la commedia inframmezzata da punte di suspense con Villain & Widow del sud-coreano Son Jae-gon per poi proseguire con il nuovo film del maestro del melodramma cinese, Aftershock di Feng Xiaogang. In quest'ultimo si racconta la tragedia dell'agghiacciante terremoto del 1976, dove hanno perso la vita più di 240.000 persone. Vincitrice del premio come Miglior Film agli Asia Pacific Screen Awards, la pellicola sceglie l'intima vicenda privata di una madre per riflettere su temi esistenziali di portata universale. La serata propone un dopocena fantasy con Here Comes the Bride del filippino Chris Martinez, dove l'attore cult Eugene Domingo è protagonista di un delirante caos umano, dove tutto ciò che vediamo non è mai quello che sembra. Dagli scambi filippini di anima e corpo si fa un salto in Corea del Sud, dove The Unjust di Ryoo Seung-wan ci racconta come l'amicizia tra gangster e poliziotti sia un affare che riguarda tutti, onesti cittadini compresi. Il festival si avvia così alla conclusione con la giornata di domani, dove la sorprendente Closing Night offre un bis di film molto attesi dal pubblico FEFF. Il primo, What Women Want, è il remake cinese diretto da Chen Daming dell'omonimo film americano con Mel Gibson ed Helen Hunt. Che pensano le donne? La domanda, così banale ma anche così frequente, troverà una risposta soddisfacente? I protagonisti del film, Andy Lau, ormai un veterano del genere comedy, e Gong Li, alla sua prima prova brillante, allieteranno l'ultima serata del festival con una bella storia d'amore. Subito dopo il thriller raggelante Punished di Law Wing-cheong, prodotto da Johnnie To e dalla sua Milkyway Image, un'inquietante storia di imbrogli e ricatti che terrà in tensione il pubblico in sala. Seguirà poi la premiazione e la festa finale, anche quest'anno appuntamento imperdibile per tutti i fan del FEFF!