Arancia meccanica |
||||||||||||||
Un film di Stanley Kubrick.
Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Adrienne Corri, Michael Bates.
continua»
Titolo originale A Clockwork Orange.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 137 min.
- Gran Bretagna 1971.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 29 novembre 2021.
MYMONETRO
Arancia meccanica
valutazione media:
4,19
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'eterno Cainodi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
mercoledì 7 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In questa riflessione sull'uomo e sullo spettacolo (tutto il film è come una messa in scena teatrale) Kubrick mostra quanto ci è intrinsecamente vicino ciò che ci disturba: la familiarità del protagonista è dovuta -oltre al fatto di essere nutrito della cultura popolare- dal suo rappresentare l'inconscio (che non ha coscienza). Nella iconografia del film si possono riconoscere simboli delle antiche civiltà, come nel manifesto la "A" richiama la forma della piramide e il trucco del protagonista la maschera del faraone. Un'antica iconografia faraonica è stata riconosciuta nella sequenza dello zoom all'indietro iniziale (che sembra svelare l'interno di un monolito). Qualcuno ha visto nel film una simbologia esoterica. Dalla opera di Kubrick sono state dedotte conclusioni secondo le proprie credenze. Alcuni liberali americani hanno accusato il film di fascismo, ma altri hanno osservato che questo sarebbe confutato dalla denuncia di Kubrick del condizionamento dei cervelli e dalla difesa del libero arbitrio (il suo portavoce è il cappellano del carcere, che afferma "Non si può essere buoni, se non si è liberi"). Come aveva fatto ne "Il dottor Stranamore", Kubrick mostra la fragilità del sistema sociale che è indotto per combattere la violenza a usare i suoi stessi metodi (come avviene dall'oppositore signor Alex-ander, esponente di quella stampa che denuncia i metodi del governo e poi si mette a complottare usando sistemi simili). Spiazzando lo spettatore -chiamato direttamente come interlocutore dall'onesta malvagità del protagonista- fin dal principio, da un inizio subliminale che raggiunge (rivela?) subito il profondo del suo inconscio il film va avanti spettacolarmente benissimo, fin troppo bene (i primi 40 minuti sono folgoranti) da aver suscitato un dibattito spesso fermatosi a questo (la rappresentazione della violenza è un modo di subirne il fascino?), senza cogliere il vero tema di fondo (sebbene ci sia qualche commentatore che lo ritenga sciocco e demagogico), cioè quella dualità umana sulla quale Kubrick ha costruito interi film (per esempio gli ultimi due), sul bene e il male fratelli gemelli, indissolubilmente legati. Caino potrà diventare buono? Nell'ambiguo finale il protagonista si esibisce davanti a un pubblico perbene che applaude: è diventato buono? E' un automa al servizio della macchina statale? E' tornato cattivo e, con la sua furba intelligenza sta al gioco perchè gli conviene e sa di poter ricattare i politici? O è la vittoria della natura, di quella violenza che in qualche modo forse bisogna incanalare e utilizzare (ma questo tema, presente in altri autori, e forse protofascista, non sembra appartenere a Kubrick, il quale scorge piuttosto una via d'uscita attraverso la ragione dalle vie che le nostre tendenze irrazionali ci farebbero intraprendere)? Nel capitolo finale del romanzo, che Kubrick sospetta in qualche modo forzato dall'editore (taluni vi vedono il significato poetico dell'opera) il protagonista realizza l'ultraviolenza come solo manifestazione della giovinezza. Ma il regista non riteneva coerente questo con lo stile e i propositi del libro, che lui tradusse per lo schermo come una allegoria della Storia, in un'apparente negazione (e in realtà una spiegazione profonda) di "2001", in cui l'apparizione del monolito è sempre accompagnata dalla violenza (tranne che per la scena sulla Luna, che però suggerisce inquietanti riti). Per Kubrick non è il risultato di un condizionamento a influenzare il comportamento di Alex (tranne che per quanto riguarda i suoi gusti culturali, per il cinema addirittura hollywoodiani) ma la misteriosa natura del suo essere (che corrisponde a quella del cosmo). Anche dal punto di vista formale, il film è il più audace che Kubrick abbia fatto (si sperimentano praticamente tutti gli stili fotografici possibili) e sbalorditivamente indovinato è l'uso delle musiche, secondo un intuito assolutamente geniale, che lega indissolubilmente in quella dualità di cui sopra i simboli del film colle traduzioni già metafisiche dei capolavori beethoveniani o rossiniani che contrappuntano l'azione. Straordinario Malcolm Mac Dowell alle prese con un personaggio di cui in realtà aveva dieci anni di più, nel renderne l'euforia (col suo simbolo hollywoodiano per eccellenza, la canzone "Singin in the rain") e la perversione dionisiaca (la felicità come bene pericoloso?). Il dibattito su quale è identità più umana è comiciato al cinema con "Il dottor Jekyll e Mr. Hyde": il paradosso (ma non troppo) è che per rimanere uomo, non bisogna uccidere il non-uomo.
[+] lascia un commento a paolo 67 »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Paolo 67:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||