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Un filo rosso che lega tutta la cinematografia di Kubrick è la denuncia della violenza insita nel potere.
Alex subisce una violenza che è anche più forte di quella perpetrata, giungerà ad accettare la violenza civile che è legittima e normale.
Giustamente due sue compagni giurano che:"Cosa possono diventare due drughi se non due poliziotti"; il riformatore è preoccupato più di se stesso che del destino del suo assistito; il dirigente del carcere è convinto che se qualcuno ti dà un calcio si deve rispondere con un altro calcio, ed il prete è l'unico che avrebbe potuto concludere un percorso di finta ma probabile redenzione. Invece Alex, finisce solo, violentato dalla destra e dalla sinistra per bisogni elettorali, ma alla fine ne esce forse di nuovo violento ma normale.
L'accostamento con la musica classica di alcune scene, totalmente illogico e irrazionale o forse meglio surreale, proprio anche di 2001, libera questa musica dall'essere solo patrimonio borghese e ce la lascia in una dimensione più alta, sublimata.
Questo è solo uno spunto nel mare magnum della cinematografia kubrickiana a parte il postumo Eys wide shut, sia chiaro.
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