Somewhere |
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Un film di Sofia Coppola.
Con Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Simona Ventura, Nino Frassica.
continua»
Drammatico,
durata 98 min.
- USA 2010.
- Medusa
uscita venerdì 3 settembre 2010.
MYMONETRO
Somewhere
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un insulto verso chi paga il bigliettodi IlPredicatoreFeedback: 10546 | altri commenti e recensioni di IlPredicatore |
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lunedì 13 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giacché non è facile digerire questa pellicola, ci tengo a chiarire subito una cosa: Sofia Coppola è una regista mediocre. Un bluff per meglio dire, perché Il giardino delle vergini suicide e Lost in Translation sono due film notevoli, specie il secondo. Già da Marie Antoinette qualcuno, come me, ha cominciato a storcere il naso. Somewhere non è un campanellino d'allarme, bensì la prova. Qualcuno avrà di che controbattere, ma, francamente, cos'è questo film? E' appropriato innanzitutto chiamarlo film? Analizziamolo fin dal principio. Abbiamo una Ferrari che fa il giro di una strada per quattro o cinque volte, poi un uomo, che si scopre che fa l'attore, si fa male a una mano, si addormenta davanti a una strip dance di due gemelle che sembra interminabile, poi la mattina si sveglia, va di qua, va di là, poi arriva la figlia e il film allora dovrebbe prendere il decollo, crescere e maturare nel mostrare un rapporto difficile e complicato. E invece no, niente di tutto questo, ancora Ferrari sull'autostrada, alberghi, squallori di ragazze, feste, poi ancora la Ferrari, e le donne squallide, e la Ferrari, e la Ferrari... Cosa vuole mostrarci Sofia Coppola? Cos'è che vuole dirci? O forse ha dimenticato il vero scopo per cui si fa un film? E cioè raccontare, mostrare, indicare, rappresentare, dare qualcosa. Vorrebbe farci vedere la squallida esistenza di un apatico ignorante nel modo più realistico possibile? Bene, ma dopo? Qui non c'è niente, Somewhere è sorprendentemente vuoto, fiacco e piatto in un modo irritante come il suo protagonista, uno Stephen Dorff (talento a lungo trascurato da Hollywood) davvero sprecato. Come sono sprecate tutte le comparsate, un Benicio Del Toro che sembra capitato lì per caso e una Michelle Monaghan senza senso, priva di concretezza come lo è tutto il resto. Ma la cosa più imbarazzante è la parte in Italia: Simona Ventura e Valeria Marini sono inguardabili, Sofia Coppola non poteva trovare di peggio per rappresentare il nostro paese. Non intendo certo difendere la televisione italiana, ma la Ventura e la Marini non possono che peggiorare la già difficile situazione di questa pellicola subdola, irrisolta, senza ispirazione, senza spessore, senza un senso, senza scelte. Non c'è un filo logico, non ci sono personaggi veri, non c'è una storia e fin qui potrebbe anche andare bene, ma alla fine il tutto non conduce a niente, non ci sono risvolti, e il film finisce per essere una piattissima linea che non si agita mai, come un foglio bianco senza inchiostro, una sinfonia senza musica. Mi chiedo come sia riuscito a vincere il leone d'oro. E' questo il tipo di cinema che Venezia e la critica vorrebbero promuovere? Un film senza vita e senz'anima? Sofia Coppola continua a far film solo grazie al suo cognome, un produttore che le dà i soldi purtroppo ce l'avrà sempre (è suo padre), altrimenti la sua carriera non avrebbe vita lunga e questo semplicemente perché non la merita. E può fare tutti i film che vuole, ma non venga a insultare gli spettatori, che entrano in sala con un biglietto da 7,50 euro per il Cinema, quello vero, quello appunto con la c maiuscola. Qui siamo davanti a un vero e proprio imbroglio, un insulto da parte di una figlia d'arte che non ha talento, non quello che sembrava avere in Lost in Translation. Un film spaventosamente inutile e inconsistente.
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