Il Banchiere Anarchico

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Un film di Giulio Base. Con Giulio Base, Paolo Fosso Titolo originale Il Banchiere Anarchico. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 82 min. - Italia 2018. - Sun Film Group uscita mercoledì 10 ottobre 2018.
   
   
   

Il paradosso dell'anarchia Valutazione 4 stelle su cinque

di nino raffa


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giovedì 12 dicembre 2019

 Un ricco banchiere e un suo collaboratore si trovano soli a cena nella residenza bunker del primo, per festeggiarne il  50° compleanno. Nella conversazione salta fuori che il banchiere da giovane è stato anarchico, e che lo è tutt’ora; nell’ideale ma  soprattutto nella pratica.
 
Tratto dall’omonimo racconto di Fernando Pessoa, già messo in scena per il teatro dagli ottimi protagonisti Giulio Base e Paolo Fosso, il “Banchiere Anarchico” restituisce con efficacia il testo del grande autore portoghese.
L’anarchia, oltre che caos - come intesa comunemente -, è una dottrina che vorrebbe sostituire leggi e gerarchie, ingiuste e discriminanti, con un nuovo sistema egualitario basato sullo stato naturale, rifiutando finzioni e falsità delle convenzioni sociali.
Nonostante le ottime intenzioni rimane un’idea di scarso realismo, viziata nei suoi presupposti – secondo Pessoa – dalla naturale, costitutiva, tendenza dell’uomo alla dominazione. Già in seno ai gruppuscoli rivoluzionari si instaurano le stesse gerarchie che i loro membri vorrebbero eliminare nell’intera società. Lanciare bombe per fare crollare il sistema borghese – come vorrebbero gli anarchici di professione – getta solo i semi di nuove tirannie.
Condannata alla contraddizione come azione politica di gruppo, Pessoa quindi reinventa l’anarchia sul piano individuale, notando che l’immunità dalle convenzioni sociali, dal potere altrui, dalla necessità e quindi dal desiderio del denaro, è possibile solo ai ricchi. Il suo banchiere anarchico, con logica paradossale e stringente, si vanta di essersi votato agli affari, interamente e senza scrupoli, per liberarsi dall’assillo della ricchezza e delle finzioni sociali. Per riacquistare la libertà gli altri non hanno che da seguirne l’esempio, e in questo senso lui è un vero apostolo dall’anarchia.
 
Ottima trasposizione cinematografica da parte di Giulio Base. Il dialogo serrato tra i due personaggi viene condotto con maestria aderendo all’impianto teatrale del racconto. Andando oltre il testo di Pessoa, nel film, al momento culminante del taglio della torta, è il banchiere a fare le porzioni e a metterle nel piatto dell’unico ospite, complice di spregiudicati affari e insieme suo dipendente. Alla fine, le vituperate leggi e gerarchie vengono sostituite dall’arbitrio del banchiere sedicente anarchico; cade la maschera dei sofismi e rimane il banale esercizio del potere da parte dei soliti privilegiati.  
Il racconto originario di Pessoa rimane meno definito. Pensatore sfuggente per eccellenza, forse il portoghese – oltre la riflessione su potere e libertà personale e l’analisi sulla psico-patologia della ricchezza autoreferenziale – vuole trasmettere un messaggio più distruttivo. Ovvero l’impossibilità di ragionare sulla giustizia sociale senza cadere in soggettivismi, paradossi e manipolazioni. Di realizzarla, poi, meglio non parlarne.
 
Una curiosità. Scrive Pessoa: “La gente nasce uomo o donna - voglio dire nasce per essere nell’età adulta uomo o donna; non nasce in un giusto stato di natura per essere marito o moglie, ricco o povero, come non nasce per essere cattolico o protestante, portoghese o inglese. Tutte queste distinzioni vengono fatte in virtù delle finzioni sociali.”  
Interessante che dopo un secolo, al diffondersi del pensiero gender, la distinzione più sfumata sia proprio quella tra uomo e donna che al portoghese sembrava la più necessaria, naturale e irriducibile; mentre su censo e nazionalità non c’è progresso che tenga: distanze e barriere si sono forse accentuate.     
 
“Il Banchiere Anarchico” coinvolge gli spettatori nonostante le sue difficoltà. Con una significativa resa scenica il protagonista si muove nella stanza attraversando l’ombra. Magnifica fotografia. Piccolo appunto formale: il posacenere accanto alla scacchiera e troppe stoviglie sulla tavola apparecchiata. Less is more, qualche oggetto in meno avrebbe avvantaggiato ancora una scenografia già costruita per sottrazione.
 
Uno speciale apprezzamento per il cinema Apollo di Messina che non si è sottratto a una pellicola impegnativa. Graditissima nell’occasione la presenza di Paolo Fosso che con semplicità ed efficacia ha dialogato col pubblico sul film e la figura di Pessoa.      

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