francescoterranegra94
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domenica 1 dicembre 2013
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un film fresco, "puro" e originale. gordon-levitt
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Si vede subito quando un personaggio del mondo dello spettacolo “ha le palle”. La prima volta che vidi Joseph Gordon-Levitt (in G.I. Joe – La Nascita Dei Cobra) pensai che aveva uno spirito di ferro e un’eloquenza espressiva che davvero pochi hanno. Caratteristiche che inevitabilmente portano a intraprendere viaggi magari più grandi di sé e rischiosi, ma comunque meravigliosi. Questo è Don Jon: un viaggio meraviglioso del cinema indipendente. E qual è la bellezza del cinema indipendente? Ovviamente l’elevato sperimentalismo che esso comporta! Don Jon è un film giovane e nuovo; direi FRESCO, anzi! Risente della freschezza dell’autore, della voglia di fare, della sua originalità (parola chiave in questo film).
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Si vede subito quando un personaggio del mondo dello spettacolo “ha le palle”. La prima volta che vidi Joseph Gordon-Levitt (in G.I. Joe – La Nascita Dei Cobra) pensai che aveva uno spirito di ferro e un’eloquenza espressiva che davvero pochi hanno. Caratteristiche che inevitabilmente portano a intraprendere viaggi magari più grandi di sé e rischiosi, ma comunque meravigliosi. Questo è Don Jon: un viaggio meraviglioso del cinema indipendente. E qual è la bellezza del cinema indipendente? Ovviamente l’elevato sperimentalismo che esso comporta! Don Jon è un film giovane e nuovo; direi FRESCO, anzi! Risente della freschezza dell’autore, della voglia di fare, della sua originalità (parola chiave in questo film). Gordon-Levitt (da buon francofilo quale lui è) ha portato sul grande schermo un nuovo Don Giovanni, ma in un modo che mai ci saremmo aspettati. Potrete dire che la storia è scontata; ma l’artista è colui che ti racconta una storia in un bel modo, no? Più del cosa dunque, conta il COME.
E quindi partiamo dal porno, dal sesso senza regole e dalla pura e semplice (quanto volgare) scopata, per arrivare alla consapevolezza della differenza tra scopare e fare l’amore. Il tutto inserito in un quadro di vita reale, porca miseria!! Dalla ragazza sempre al cellulare ma attenta, alle notifiche di Facebook, al sito (forse noto a molti) di Pornhub, alle liti di coppia stupide (riguardo lo Swiffer!!) che succedono a tutti. E per non parlare delle confessioni, del prete “nascosto”, delle sfuriate in auto. Insomma un film tutto d’un fiato, per niente scontato e che ti tiene attento sulla poltrona per tutti i novanta minuti di durata, sempre con il sorriso a fior di labbra. Un film non a senso unico, ma a due sensi: il senso del regista, e quello dello spettatore (catarsi)… “io mi perdo in te, tu ti perdi in me… ci si perde insieme”: questo succede quando si fa l’amore, ma anche quando si vede un bel film come questo! E mi auguro che Gordon-Levitt continui così la sua carriera.
Ps. Due parole per i protagonisti, che le meritano: Johansson - Gordon-Levitt sono una coppia vincente… e Julianne Moore (con un personaggio un po’ schizzato, simile a quello interpretato da lei già nel 2000 in Magnolia), ci affascina e ci intenerisce tutti. Grandi nomi, grande film!
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siebenzwerg
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sabato 30 novembre 2013
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pseudo-commedia acuta e tenera
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Ultimamente più di un film americano si è costruito sotto forma di commedia su temi di cosiddetto sesso esplicito. Ma qui c'è qualcosa di più. L'argomento sessuale della porno-videodipendenza e delle abitudini sessuali del protagonista, oltre ad essere motivo di divertimento è soprattutto il tema di una "redenzione", se così si può chiamare, da una concezione del sesso "a senso unico", per dirlo con le battute del film, senza scambio, senza intimità vera, in definitiva senza relazione, una visione in cui il protagonista è rinchiuso senza nemmeno esserne cosciente. Il suo percorso lungo il film è interessante proprio per quanto, da prevedibile, diventa imprevisto e irrazionale. Molto bravi gli attori, Gordon-Levitt sopra tutti, capace di cambiare radicalmente nel corso del film anche nell'aspetto fisico seguendo l'evoluzione del suo personaggio, ma anche Scarlett Johansson (Barbara), sua abile manipolatrice, e Julianne Moore (Esther), la donna in crisi capace di metterlo in crisi e di ribaltarlo nei suoi punti fermi.
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Ultimamente più di un film americano si è costruito sotto forma di commedia su temi di cosiddetto sesso esplicito. Ma qui c'è qualcosa di più. L'argomento sessuale della porno-videodipendenza e delle abitudini sessuali del protagonista, oltre ad essere motivo di divertimento è soprattutto il tema di una "redenzione", se così si può chiamare, da una concezione del sesso "a senso unico", per dirlo con le battute del film, senza scambio, senza intimità vera, in definitiva senza relazione, una visione in cui il protagonista è rinchiuso senza nemmeno esserne cosciente. Il suo percorso lungo il film è interessante proprio per quanto, da prevedibile, diventa imprevisto e irrazionale. Molto bravi gli attori, Gordon-Levitt sopra tutti, capace di cambiare radicalmente nel corso del film anche nell'aspetto fisico seguendo l'evoluzione del suo personaggio, ma anche Scarlett Johansson (Barbara), sua abile manipolatrice, e Julianne Moore (Esther), la donna in crisi capace di metterlo in crisi e di ribaltarlo nei suoi punti fermi. Soprattutto lo svolgimento non è scontato. Senza nessun moralismo, mette in luce il nocciolo del problema, per cui la pornografia è il risultato della fuga dal coinvolgimento sessuale ed emotivo e l'eros ha bisogno di libertà e spontaneità (tipo Esther) mentre in una relazione "normalizzata" (tipo Barbara), finisce con l'evitare il contatto, soffocato dal timore del giudizio anche se mascherato da spavalderia. Intelligente più di quanto appaia superficialmente.
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claudiofedele93
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sabato 30 novembre 2013
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il convincente esordio alla regia di gordon-levitt
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La prima opera di Gordon-Levitt, qui nelle vesti di regista e sceneggiatore, è una commedia incentrata su i pregiudizi ed i complicati rapporti tra il sesso maschile e femminile nel ventunesimo secolo; il giovane talento Hollywoodiano decide, così, di mettere in luce una verità ben comune, ma a volte tenuta nascosta dalle persone per pudore o “buon senso”. Sebbene Don Jon non stravolga completamenti canoni della commedia classica americana, avvalorandosi persino di un finale abbastanza prevedibile e convenzionale, il risultato rimane comunque buono, il tutto se consideriamo che la presente produzione è un’opera prima e che dietro alla macchina da presa vi è un ragazzo che ha comunque avuto il coraggio e l’ardire di parlare della porno-dipendenza in modo leggero, ma efficace.
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La prima opera di Gordon-Levitt, qui nelle vesti di regista e sceneggiatore, è una commedia incentrata su i pregiudizi ed i complicati rapporti tra il sesso maschile e femminile nel ventunesimo secolo; il giovane talento Hollywoodiano decide, così, di mettere in luce una verità ben comune, ma a volte tenuta nascosta dalle persone per pudore o “buon senso”. Sebbene Don Jon non stravolga completamenti canoni della commedia classica americana, avvalorandosi persino di un finale abbastanza prevedibile e convenzionale, il risultato rimane comunque buono, il tutto se consideriamo che la presente produzione è un’opera prima e che dietro alla macchina da presa vi è un ragazzo che ha comunque avuto il coraggio e l’ardire di parlare della porno-dipendenza in modo leggero, ma efficace. Dietro alle tante situazioni esilaranti, in particolar modo quelle che vedono protagoniste i genitori e gli amici di Jon, (complici anche dialoghi ben scritti e mai banali) e ad una più che buona rappresentazione ed approfondimento psicologico dei personaggi, il film riesce a far riflettere, a mandare un messaggio, a parlare al pubblico e per il pubblico; il tutto è dovuto anche alla bravura di chi recita e occupa la scena: Gordon-Levitt è fin troppo a suo agio nel personaggio che si prende il dovere di interpretare e mai sopra le righe, la Johansson è quasi più bella che in Match Point di Woody Allen (sempre con quell’aria di femme fatale e di brava ragazza al contempo) e la Moore possiede un fascino malinconico da invidiare per la sua età.
Don Jon è una buona commedia, divertente, intelligente e ben sceneggiata; Con una regia sicura (eccetto alcune sporadiche sviste e sequenze un po’ troppo tirate per le lunghe) e prendendo come esempio le più classiche storie d’amore degli ultimi vent’anni (criticandole con ironia, ma parallelamente e analogamente rispettandone gli schemi) la prima fatica di Gordon-Levitt convince grazie anche al suo spirito e alla sua leggerezza, senza cadere nel banale e tuttavia facendosi portavoce di uno degli aspetti della quotidianità (drammatico o meno) che caratterizza la società dei nostri giorni, cercando di abbattere i pregiudizi delle donne sugli uomini e viceversa. Non possiamo non rimanere soddisfatti della pellicola, chiudere un occhio per alcune lacune riguardo allo script (a volte scontato) e per quanto concerne gli aspetti tecnici e augurarci che Gordon-Levitt riesca in futuro a migliorarsi, portando alla luce pellicole ricche dello stesso brio, ironia, critica, ilarità e intelligenza del suo Don Jon che rimane fino adesso, proprio grazie alla sua natura provocatoria e alla sua impostazione, una delle migliori commedie del 2013.
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hollyver07
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lunedì 2 dicembre 2013
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divertente circolo vizioso - bene j.g.-levitt
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Ciao. Divertente "opera prima", in veste di tuttofare, di J. Gordon-Levitt che propone un curioso personaggio Italo-Americano che sembra fuoriuscito, dritto dritto, da una puntata di Jersey Shore. Don Jon è sostanzialmente un fiero coatto, un prodotto di una società altrettanto coatta ed autoreferenziata che difficilmente riesce ad arrivare oltre la superficialità dell'apparenza a tutti i costi. L'universo di Jon si compone d'inossidabili certezze che riveleranno la loro fatuità quando egli si troverà a confrontarsi con una persona che sappia davvero proporsi libera da superficiali vincoli e latrice di sentimenti forti e sinceri.
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Ciao. Divertente "opera prima", in veste di tuttofare, di J. Gordon-Levitt che propone un curioso personaggio Italo-Americano che sembra fuoriuscito, dritto dritto, da una puntata di Jersey Shore. Don Jon è sostanzialmente un fiero coatto, un prodotto di una società altrettanto coatta ed autoreferenziata che difficilmente riesce ad arrivare oltre la superficialità dell'apparenza a tutti i costi. L'universo di Jon si compone d'inossidabili certezze che riveleranno la loro fatuità quando egli si troverà a confrontarsi con una persona che sappia davvero proporsi libera da superficiali vincoli e latrice di sentimenti forti e sinceri. La sua passione per la pornografia è solo l'escamotage per qualche buffa risata e la sottolineatura dell'inconsistenza delle sue certezze. Per quanto riguarda lo sviluppo della trama, mi sento di concordare con la recensione del Niola. La vitalità narrativa del film si perde nel finale che appare decisamente orientato ad "accomodare" gli eventi in una soluzione abbastanza scontata, in questo vedo la chiusura di una sorta di circolo vizioso. Non posso affermarlo con certezza... ho l'impressione che Levitt abbia deliberatamente optato per una soluzione "conservativa" e potenzialmente "scacciaguai artistici" attenendosi ai contemporanei dettami della commedia soft. In ambito di sceneggiatura e regìa, alcune scene ed inquadrature mi sono apparse ispirate ai "flash" di Guy Ritchie (tipo "Snatch") cosa che ho ritrovato anche nelle sequenze accompagnate dalla voce fuoricampo del protagonista. Il cast ben scelto ed adeguato al tono del film, a tratti macchiettistico (vedasi la famiglia di Jon e le gite in chiesa). S. Johanson si è calata talmente bene nel ruolo da coatta-"vaiass" che francamente credo le si addica anche nella realtà (ad onta di come la presentano nei sofisticati commercial). Bene J. Moore chiamata ad impersonificare la ruvida fragilità di coloro che debbano convivere con il dolore nell'anima. Curata la fotografia e l'accompagnamento sonoro. In definitiva, una commedia molto piacevole da vedere ed un attore/regista vivace da rivedere, magari con trame più impegnative e controverse. Una votazione più corretta sarebbe un 3 stelle e mezzo, per ora... la sufficenza del "3" mi sembra comunque adeguata. Buona visione e saluti a tutti
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(di _cobra_)
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(di hollyver07)
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catcarlo
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martedì 3 dicembre 2013
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don jon
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Jon, in fondo, sarebbe un bravo ragazzo: sa tenere in ordine una casa, va a messa con regolarità confessandosi sempre (la sua accurata contabilità dei peccati gli costa penitenze che poi vengono scontate mentre fatica in palestra) e tutte le domeniche va a pranzo da mammà, i maschi di casa a tavola in canottiera mentre il televisore trasmette a ciclo continuo football americano di cui suo padre è fanatico. Il problema è che il giovanotto è un egocentrico impenitente - in ciò che ritiene importante c’è una sfilza di aggettivi possessivi - e, di conseguenza, nel rapporto con l’altro sesso ha la sensibilità di un quindicenne carico di testosterone: cataloga le donne dando loro un voto, è un seduttore seriale (da cui il nomignolo ‘Don’), ma la sua vera passione resta il porno, giudicato sempre più soddisfacente di qualsiasi rapporto reale.
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Jon, in fondo, sarebbe un bravo ragazzo: sa tenere in ordine una casa, va a messa con regolarità confessandosi sempre (la sua accurata contabilità dei peccati gli costa penitenze che poi vengono scontate mentre fatica in palestra) e tutte le domeniche va a pranzo da mammà, i maschi di casa a tavola in canottiera mentre il televisore trasmette a ciclo continuo football americano di cui suo padre è fanatico. Il problema è che il giovanotto è un egocentrico impenitente - in ciò che ritiene importante c’è una sfilza di aggettivi possessivi - e, di conseguenza, nel rapporto con l’altro sesso ha la sensibilità di un quindicenne carico di testosterone: cataloga le donne dando loro un voto, è un seduttore seriale (da cui il nomignolo ‘Don’), ma la sua vera passione resta il porno, giudicato sempre più soddisfacente di qualsiasi rapporto reale. Quando incontra Barbara, la sua prospettiva parrebbe cambiare – e vorrei ben vedere, avendo lei le fattezze di Scarlett Johansson – tanto che si azzarda persino a presentarla in casa per la gioia di sua madre che non vede l’ora di diventare nonna. Ben presto, però, il meccanismo si inceppa, un po’ perché lui non riesce a rinunciare al sesso virtuale, un po’ perché lei è solo un’altra faccia di un atteggiamento egoista verso la vita: Barbara cerca di plasmare Jon a suo piacimento - la scuola serale, il divieto di fare le pulizie, le pellicole sdolcinate a ripetizione (Anne Hathaway e Cuba Gooding jr. cammei dei film nel film) - finchè la sorella di lui Monica non dice che il re è nudo nell’unica battuta che le è riservata, visto che per il resto del tempo è impegnata con il telefonino. Le lezioni forzate hanno però avuto almeno il pregio di far conoscere a Jon la sua compagna di corso Esther, una Julianne Moore che più lontana non potrebbe essere dai suoi ideali femminili: tra le braccia materne di questa vedova molto più vecchia di lui – gli fa il bagno e occhio anche al cambio di prospettiva sul preservativo – egli fa infine un passo verso la maturità, riuscendo per la prima volta a dare oltre che a ricevere. Per la sua prima regia, Joseph Gordon-Levitt scrive e dirige questa svelta (novanta minuti scarsi) commedia dal buon ritmo e puntellata da un più che discreto numero di battute: pur essendo un californiano di origine ebrea, la ambienta curiosamente in una famiglia italoamericana cattolica, ma questa sua versione di giovane Scorsese con il sorriso funziona assai meglio di quanto ci si potesse aspettare. Il merito va equamente diviso tra una scrittura che mostra davvero pochi passaggi da limare e un cast che sembra divertirsi: Gordon-Levitt è sempre in scena, anche se all’inizio non aveva pensato a se stesso come interprete, e attorno a lui gli altri attori riescono a caratterizzare con gusto i loro personaggi, compresi quelli minori come i genitori di Jon Tony Danza e Glenne Headly oppure gli amici tamarri come e più di lui Rob Brown e Jeremy Luke. Certo, tutto questo parlare di (e fare) sesso può dare fastidio a qualcuno, come è successo anche fra i sei che erano in sala con me durante la proiezione: è un peccato, però, perché l’argomento, pur scivoloso, è trattato cercando di evitare la volgarità e viene usato per rappresentare quell’eccesso di autoreferenzialità che caratterizza molti individui nella nostra società. Il tutto, comunque, senza prendersi troppo sul serio e, soprattutto, evitando i moralismi: se da una parte lo sguardo sul piccolo mondo che ruota attorno a Jon poteva essere più aggressivo, dall’altro il ‘lieto fine’ conclusivo risulta ben lungi dall’essere classico.
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giandrewe
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lunedì 2 dicembre 2013
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don jon, l'ottimo esordio del bulletto levitt
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Jon vive la sua classica routine: casa, porno, famiglia, chiesa, disco con amici, porno. Anche il suo modo di corteggiare è sempre così prevedibile (notare l'utilizzo della stessa musica). Nel rapporto sessuale non riesce a trovare la stessa completezza che trova nel video porno. Le cose sembrano cambiare quando incontra la sensualissima Barbara (Scarlett Johansson) con un fisico da urlo, quasi da pornostar. Decide di iniziare una relazione. Come andrà a finire? Non vado oltre, non volendo togliere la sorpresa a chi deve vederlo.
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Jon vive la sua classica routine: casa, porno, famiglia, chiesa, disco con amici, porno. Anche il suo modo di corteggiare è sempre così prevedibile (notare l'utilizzo della stessa musica). Nel rapporto sessuale non riesce a trovare la stessa completezza che trova nel video porno. Le cose sembrano cambiare quando incontra la sensualissima Barbara (Scarlett Johansson) con un fisico da urlo, quasi da pornostar. Decide di iniziare una relazione. Come andrà a finire? Non vado oltre, non volendo togliere la sorpresa a chi deve vederlo. Cominciamo a parlare dei contenuti: "Don Jon" è un film che parla di dipendenza e come ogni dipendenza è difficile smettere. Il protagonista pensa che è il solo sesso a dare vita all'affinita' di coppia, ma non è tutto. Il dialogo ti completa, ed è quando troverai la giusta combinazione di sesso e di dialogo che farai l'amore, che arricchisce molto più del sesso. Scoprendo l'amore Jon comincerà a sorridere, a cantare in macchina ed a non arrabbiarsi. Arriverà anche a mettere in dubbio l'efficacia della Confessione Cristiana, che fino a poco prima era l'unico modo per espiare i suoi peccati. Ora parlo del livello artistico e tecnico: ottimo debutto alla regia di Levitt con un film assolutamente non banale e pieno di cose da dire che cattura dal primo secondo con la sua dinamicità. Bellissima la scelta di usare le stesse inquadrature per la routine (esempio il corteggiamento e l'entrata in Chiesa). Interpretazioni di ottimo livello: bravissimo Levitt nei panni del bullo Jon, bellissima e molto brava Scarlett Johansson nei panni della "superficiale" Barbara (l'ho preferita nella seconda parte), bravissima e sempre di gran classe Julianne Moore nel bellissimo ruolo di Esther.
Concludendo, giudizio decisamente positivo. Consiglio a chi lo vedrà di accendere il cervello durante la visione. È un film che ha sicuramente qualcosa da dire, è palese.
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filippo catani
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venerdì 5 dicembre 2014
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una commedia senza moralismi
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Jon è un ragazzo che ama frequentare locali notturni con gli amici ed è stato ribattezzato Don Jon perchè riesce quasi sempre a trovare una ragazza. Una sera il giovane si innamora però seriamente di una ragazza che però vuole che lui prenda il diploma e smetta di guardare porno. Durante i corsi serali Jon incontra una donna con cui nasce qualcosa.
Gordon Hewitt è protagonista e regista di una commedia sui generis che non risparmia risate ma ha anche tocchi profondi. Ne nasce una lucida rappresentazione di giovani intenti a passare le loro serate a bere, ballare e dare voti alle ragazze senza disdegnare i film porno. Davvero divertentissima anche la caratterizzazione della famiglia di Jon che sembra un po' fare il verso alle tante famiglie viste sugli schermi americani con un padre sempre preso dalle partite di football e la sorella fissa al cellulare che però sul finale dirà l'unica battuta sensata.
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Jon è un ragazzo che ama frequentare locali notturni con gli amici ed è stato ribattezzato Don Jon perchè riesce quasi sempre a trovare una ragazza. Una sera il giovane si innamora però seriamente di una ragazza che però vuole che lui prenda il diploma e smetta di guardare porno. Durante i corsi serali Jon incontra una donna con cui nasce qualcosa.
Gordon Hewitt è protagonista e regista di una commedia sui generis che non risparmia risate ma ha anche tocchi profondi. Ne nasce una lucida rappresentazione di giovani intenti a passare le loro serate a bere, ballare e dare voti alle ragazze senza disdegnare i film porno. Davvero divertentissima anche la caratterizzazione della famiglia di Jon che sembra un po' fare il verso alle tante famiglie viste sugli schermi americani con un padre sempre preso dalle partite di football e la sorella fissa al cellulare che però sul finale dirà l'unica battuta sensata. Notevole anche la resa divertente del conflitto interiore che attanaglia Jon e lo porta a confessarsi ogni domenica svolgendo poi a modo suo la penitenza. C'è poi una parte più toccante che è saggiamente affidata alle corde della sempre brava Moore. Detto della bravura di Hewitt va sottolineata anche la parte della Johansson praticamente perfetta per la parte. Un plauso però all'ottimo e schizzofrenico montaggio. Ecco finito di vedere questa commedia la cosa che più si apprezza è l'assenza di una qualsiasi sorta di moralismo o insegnamento; i personaggi vanno avanti per la loro strada pronti a cadere e a rialzarsi.
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gianleo67
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giovedì 5 dicembre 2013
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le confessioni di un giovane onanista
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Le vicissidutidi sessuali di un aitante ventenne single che si divide tra il suo appartamento,l'automobile, la palestra, le ragazze ed...i video pornografici.Una avvenente e sensuale coetanea lo irretisce con il sesso mirando al matrimonio ma lo molla per le sue reiterate pratiche onaniste. Lui si consola con una matura cinquantenne con la quale scopre finalmente i segreti dell'amore, quello vero.
Grazie al lavoro sul copione e (letteralmente) su se stesso Joseph Gordon-Levitt scrive, dirige e interpreta un piccolo film indipendente che scimmiotta consapevolmente il logoro canovaccio delle commedie sentimentali, aggirando con una certa furbizia clichè e stereotipi del genere (le schermaglie fra i sessi, gli equivoci sentimentali, l'happy 'reunion' finale) per approdare ad una autoironica e spigliata parodia del genere tra riflessioni non banali sul limite costitutivo del desiderio e i limiti psico-fisici della pratica erotica, tra l'illusione machista di una effimera emancipazione sessuale e le sottili manipolazioni del cosidetto 'sesso debole', tra l'immaturità delle relazioni usa-e-getta e la imponderabile consapevolezza di una sopraggiunta maturità sentimentale.
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Le vicissidutidi sessuali di un aitante ventenne single che si divide tra il suo appartamento,l'automobile, la palestra, le ragazze ed...i video pornografici.Una avvenente e sensuale coetanea lo irretisce con il sesso mirando al matrimonio ma lo molla per le sue reiterate pratiche onaniste. Lui si consola con una matura cinquantenne con la quale scopre finalmente i segreti dell'amore, quello vero.
Grazie al lavoro sul copione e (letteralmente) su se stesso Joseph Gordon-Levitt scrive, dirige e interpreta un piccolo film indipendente che scimmiotta consapevolmente il logoro canovaccio delle commedie sentimentali, aggirando con una certa furbizia clichè e stereotipi del genere (le schermaglie fra i sessi, gli equivoci sentimentali, l'happy 'reunion' finale) per approdare ad una autoironica e spigliata parodia del genere tra riflessioni non banali sul limite costitutivo del desiderio e i limiti psico-fisici della pratica erotica, tra l'illusione machista di una effimera emancipazione sessuale e le sottili manipolazioni del cosidetto 'sesso debole', tra l'immaturità delle relazioni usa-e-getta e la imponderabile consapevolezza di una sopraggiunta maturità sentimentale. Ben costruito sulla reiterazione di un'esperienza di compulsione sociale (la casa, la cura del corpo, le formalità spirituali della pratica cattolica, le conquiste femminili e la compulsione nella compulsione della 'sex addiction') cerca di districarsi agilmente tra critica sociale (la religione,la famiglia, il sesso) e il racconto di una formazione sentimentale che vira insensibilmente verso la maturità passando attraverso le esperienze solitarie di un giovane maschio-alfa che prima sembra dominare e poi esserre dominato, fino all'approdo nel 'porto sicuro' di una accogliente e comprensiva figura materna (una dolcissima e sensuale Julianne Moore che replica con consumato mestiere quel ruolo di splendida vestale già ammirato in 'Boogie Night'). Forse un pò impreciso e frettoloso nello sviluppo di una storia che mostra qualche incongruenza e furbizia di troppo (i personaggi femminili vanno, vengono e scompaiono improvvisamente senza una puntuale logica narrativa) è comunque un interessante ed originale esperimento di costruzione di un ego cinematografico che non si prende troppo sul serio, un contro manifesto della commedia ad alto tasso glucidico ("La gente sa che è tutto finto ma guarda questa roba perchè crede che la cazzo di vita vera sia così"!), un self-made man che gioca nel farsi da sè fino (letteralmente) allo sfinimento. Il protagonista è divertente, la storia simpatica, la misura contenuta. Buona la prima.
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pietro viola
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domenica 8 dicembre 2013
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sorprendente
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La gran parte delle certezze sembrano granito , ma col giusto angolo di caduta vanno in mille pezzi, liberando ciò che cercava solo l'occasione giusta per farsi vedere. Il film ci racconta la storia di jon, macho, bello, apparentemente libero di farsi tutte le mejo femmine dell'universo, in realtà incastrato dentro un copione, tra pornodipendenza, compulsione da palestra e precisi mandati familiari, che sembrano non lasciare scampo rispetto all'unica strada "sensata" per mettere la testa a posto, ossia incontrare la ragazza più bella del mondo, trofeo da portare ai genitori e da esibire con gli amici, con cui mettere su una famiglia regolare (ossia sul modello di quella da cui proviene, o dei tanti film cosiddetti "d'amore"), gettando via tutte le esagerazioni da pervertito, insieme però alla propria autenticità.
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La gran parte delle certezze sembrano granito , ma col giusto angolo di caduta vanno in mille pezzi, liberando ciò che cercava solo l'occasione giusta per farsi vedere. Il film ci racconta la storia di jon, macho, bello, apparentemente libero di farsi tutte le mejo femmine dell'universo, in realtà incastrato dentro un copione, tra pornodipendenza, compulsione da palestra e precisi mandati familiari, che sembrano non lasciare scampo rispetto all'unica strada "sensata" per mettere la testa a posto, ossia incontrare la ragazza più bella del mondo, trofeo da portare ai genitori e da esibire con gli amici, con cui mettere su una famiglia regolare (ossia sul modello di quella da cui proviene, o dei tanti film cosiddetti "d'amore"), gettando via tutte le esagerazioni da pervertito, insieme però alla propria autenticità. Proprio la dipendenza dal porno diventa tuttavia il motore della rottura tra i due e dell'avvicinarsi a un'altra donna, non bellissima, non giovane, tormentata, ma capace di trovarlo e di farsi trovare nella giusta distanza. Ciò che sorprende maggiormente, e piacevolmente, sono i toni con cui questo processo di liberazione viene raccontato: leggerezza, divertimento e sapienza sono i compagni dell'iniziazione all'amore, merce rara tra la tanta carne e i tanti falsi sospiri languorosi del mercato.
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trammina93
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giovedì 1 maggio 2014
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mah...
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Penso che sia un film che ami oppure odi, uno di quei film che divide il pubblico a metà. Non mi ha fatto schifo completamente però ci sono più punti che mi portano a dire che sono più tendente al fatto che non ho gradito questo film. Per carità, è originale come trama, nessuno ha mai trattato della dipendenza dai porno. A tratti è troppo volgare, linguaggio troppo basso, troppe parolacce per i miei gusti, battutacce. Un pò la mia Ddelusione è stata dovuta al fatto che mi aspettavo una commedia romantica che io adoro come genere e invece è tutto tranne che una commedia romatica. Joseph Gordon-Levitt non lo trovavo adatto per il ruolo da playboy, anche se si vede il suo impegno nel calarsi nella parte, aveva una buona mimica della faccia, si muoveva da figaccione, però di fatto ha troppo la faccia fanciullesca.
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Penso che sia un film che ami oppure odi, uno di quei film che divide il pubblico a metà. Non mi ha fatto schifo completamente però ci sono più punti che mi portano a dire che sono più tendente al fatto che non ho gradito questo film. Per carità, è originale come trama, nessuno ha mai trattato della dipendenza dai porno. A tratti è troppo volgare, linguaggio troppo basso, troppe parolacce per i miei gusti, battutacce. Un pò la mia Ddelusione è stata dovuta al fatto che mi aspettavo una commedia romantica che io adoro come genere e invece è tutto tranne che una commedia romatica. Joseph Gordon-Levitt non lo trovavo adatto per il ruolo da playboy, anche se si vede il suo impegno nel calarsi nella parte, aveva una buona mimica della faccia, si muoveva da figaccione, però di fatto ha troppo la faccia fanciullesca. Scarlett era uno dei motivi per cui ho visto il film, visto che io la adoro, però nel film è odiosa. Il suo personaggio l'ho odiato fino all'ultima battuta. Complimenti però alla sua forma fisica, qui toglie il fiato. Se volete vedere un film originale e senza messaggi da ricavare ma solo per passare una serata perchè non sapete cosa fare, allora vedetelo ma se vi aspettate altro, non guardatelo.
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