First Man - Il Primo Uomo

Chazelle affronta il libro 'First Man: The Life of Neil A. Armstrong' di James R. Hansen, concentrando l'interesse sull'aspetto intimistico della vita privata dell'uomo che per primo mise piede sulla Luna. 'First Man' non è un semplice bio-pic e neanche una pellicola epica/storica/celebrativa, è piuttosto un'opera sull'elaborazione di un lutto, sulla resistenza al dolore più profondo, da una parte; e sul perfezionistico, ossessivo desiderio di raggiungimento di qualcosa e qualcuno, tanto grandi e distanti, dall'altra. L'evocativa ambizione della conquista della Luna, un satellite desolato e vuoto, è rappresentazione disillusa di un'amara serenità da raggiungere e tesa a colmare altre più profonde desolazioni, quelle interiori del protagonista alle prese con gli squilibri percettivi e sensoriali che caratterizza l'attesa e la speranza di riuscita di questa immane impresa, e con ciò che separa e (con)fonde la vita e la morte. Tutto del film è misurato e malinconico, da Ryan Gosling alla regia, dalla messinscena carica di claustrofobia e solitudine, all'atmosfera nostalgica, sognante e funerea, sognante. E alla fine anche noi, come Armstrong e assieme a lui, vediamo meglio la Terra dalla Luna...