samanta
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domenica 4 novembre 2018
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quando il lavoro è mission
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Il terzo film di Damine Chazelle dopo l'ottimo Whiplash e il capolavoro La La Land era atteso con molto interesse, uscito in America il 12 ottobre u.s. ha avuto una buona accoglienza della critica e una non entusiasmante accoglienza del pubblico. Il film è buono, bisogna considerare che l'interesse per quella che era una grande impresa adesso è scemato, ma ritengo che questo film non sia interamente di Chazelle. Intendo spiegarmi: nei due precedenti la scenggiatura (e il soggetto) era dello stesso regista, in questo film che è un biopic il cui soggetto è tratto da una biografia su Neal Armstrong, la sceneggiatura è di Josh Singer (anche produttore esecutivo) che ha vinto l'Oscar per la sceneggiatura di Spotlight (inchiesta giornalistica su un fatto di pedofilia) e recentemente The Post (inchiesta giornalistica sulla guerra in Vietnam).
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Il terzo film di Damine Chazelle dopo l'ottimo Whiplash e il capolavoro La La Land era atteso con molto interesse, uscito in America il 12 ottobre u.s. ha avuto una buona accoglienza della critica e una non entusiasmante accoglienza del pubblico. Il film è buono, bisogna considerare che l'interesse per quella che era una grande impresa adesso è scemato, ma ritengo che questo film non sia interamente di Chazelle. Intendo spiegarmi: nei due precedenti la scenggiatura (e il soggetto) era dello stesso regista, in questo film che è un biopic il cui soggetto è tratto da una biografia su Neal Armstrong, la sceneggiatura è di Josh Singer (anche produttore esecutivo) che ha vinto l'Oscar per la sceneggiatura di Spotlight (inchiesta giornalistica su un fatto di pedofilia) e recentemente The Post (inchiesta giornalistica sulla guerra in Vietnam). Il film ha questo influsso di un racconto cronachistico dello sforzo USA per battere i sovietici nella corsa alla conquista dello spazio che appesantisce la vicenda specie nella parte centrale del film, per rialzarsi nel finale che ho trovato splendido, aggiungete poi che altro produttore esecutivo è Spielberg, insomma il contenuto non è integralmente di Chazelle. Certamente la sua regia è visibile nel dipingere un tema a lui caro che il lavoro quando diventa una missione mal si coniuga con l'amore e in questo caso con la famiglia. Inoltre molto efficace la descrizione di Armstrong uomo introverso a cui la morte precoce a 2 anni della figlia lo ha di più chiuso in se stesso, anche nei confronti della moglie e due altri figli. Chazelle dimostra inoltre di essere padrone della tecnica cinematografica abbondando di primi piani suggestivi sia nei momenti intimi che nelle diverse missioni che il pilota compie prima dell'impresa lunare (che costò numerose vittime tra cui gli amici di Neil dell'Apollo1).
Scelta felice quella di abbandonare ogni tentazione trionfalistica, ma di ricordare che per raggiungere un qualsiasi risultato occorre lavoro e sacrificio, nella discesa sulla Luna viene detta la famosa frase di Armstrong, ma non viene mostrato il momento che viene piantata la bandiera americana (che però è inquadrata da lontano) o le varie medaglie commerative, c'é la scelta commovente di lui lascia cadere dentro un cratere il braccialettino della figlia morta. Ottima la prestazione di Ryan Gosling che speriamo che non faccia la fine di tanti grandi attori che non ebbero mai l'Oscar per migliore attore (Cary Grant per tutti), buona anche la prestazione della moglie Janet (Claire Fay L'ultimo dei Templari, Ogni tuo respiro) e degli altri comprimari, la musica estremamente appropriata al racconto è del fedele Justin Hurwitz. Omaggio al Politically Correct non viene citato mai Nixon che era il Presidente quando avvenne la discesa sulla Luna.
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maurizio.meres
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sabato 3 novembre 2018
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l'uomo che sfidò se stesso
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Un interessantissimo film che ripercorre i momenti più importanti della vita di un uomo che fece diventare la fantasia realtà,Neil Armstrong il primo uomo che mise piede sul suolo lunare e per pochissimi giorni tutta l'umanità si sentì vicinissima in uno spirito collettivo unanime.
Il periodo storico come rimarcato dal regista non era dei più tranquilli era l'inizio ma anche la fine delle libertà esistenziali,doveva essere andare sulla luna forse quella cosa si che si chiama Unione dei popoli,progresso alla mercé di tutta l'umanità,speranza e certezza di un mondo migliore alla fine sono state tutte favole,il film racconta tutte le difficoltà che Neil dovette affrontare,paure,angosce,l'ignoto che lo aspettava e come patrimonio la storia di tutte le civiltà umane perché la luna è stata sempre nell'immaginario dell'essere umano,tormentato dalla morte prematura della figlia ,il suo ricordo lo portò con se per tutta la vita è soprattutto nei momenti più difficili ma anche i più importanti.
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Un interessantissimo film che ripercorre i momenti più importanti della vita di un uomo che fece diventare la fantasia realtà,Neil Armstrong il primo uomo che mise piede sul suolo lunare e per pochissimi giorni tutta l'umanità si sentì vicinissima in uno spirito collettivo unanime.
Il periodo storico come rimarcato dal regista non era dei più tranquilli era l'inizio ma anche la fine delle libertà esistenziali,doveva essere andare sulla luna forse quella cosa si che si chiama Unione dei popoli,progresso alla mercé di tutta l'umanità,speranza e certezza di un mondo migliore alla fine sono state tutte favole,il film racconta tutte le difficoltà che Neil dovette affrontare,paure,angosce,l'ignoto che lo aspettava e come patrimonio la storia di tutte le civiltà umane perché la luna è stata sempre nell'immaginario dell'essere umano,tormentato dalla morte prematura della figlia ,il suo ricordo lo portò con se per tutta la vita è soprattutto nei momenti più difficili ma anche i più importanti.
Direi superlativa l'interpretazione di Ryan Gosling interpreta Armstrong dandogli nuova vita studiando il personaggio in tutti i particolari soprattutto emotivi,la freddezza,l'assenza verso gli altri e soprattutto la chiusura in se stesso.
Il film nonostante la lunga durata scorre senza interruzioni banali ma evidenziando l'essenzialità e soffermandosi soltanto sugli eventi della vita di Neil e le fasi culminanti dello sbarco con la preparazione,il tutto vuole essere un omaggio ad un uomo che sfidò se stesso sacrificando l'amore per sua famiglia,lo sbarco sulla luna diventa quasi banale,
ho letto di qualche critica sicuramente dal fatto che alcune persone non vanno al di là del proprio naso,non sarà un capolavoro ma è sicuramente un gran bel film.
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[+] la terra, la luna e l'odissea interiore di un uomo
(di antonio montefalcone)
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freerider
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lunedì 12 novembre 2018
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bellissimo film, la riconferma di damien chazelle
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Una seconda visione del film, che mi ha procurato un’emozione anche più profonda della prima e mi ha consentito di cogliere molti dettagli che mi erano sfuggiti, mi dà la soddisfazione di poter dire che "First Man" è un bellissimo film e che Damien Chazelle è ufficialmente portatore di un autentico talento che sarà un piacere poter seguire nel tempo.
Il regista trentatreenne orchestra un film misurato e appassionante, che concilia umanità e grandiosità del racconto frenando ogni eccesso melodrammatico per lasciare intatto il potenziale insito nello sviluppo stesso della storia, che infatti cresce lentamente e si sprigiona con grande forza e suggestione nel finale.
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Una seconda visione del film, che mi ha procurato un’emozione anche più profonda della prima e mi ha consentito di cogliere molti dettagli che mi erano sfuggiti, mi dà la soddisfazione di poter dire che "First Man" è un bellissimo film e che Damien Chazelle è ufficialmente portatore di un autentico talento che sarà un piacere poter seguire nel tempo.
Il regista trentatreenne orchestra un film misurato e appassionante, che concilia umanità e grandiosità del racconto frenando ogni eccesso melodrammatico per lasciare intatto il potenziale insito nello sviluppo stesso della storia, che infatti cresce lentamente e si sprigiona con grande forza e suggestione nel finale. Assolutamente giustificati e opportuni tutti i 140 minuti di durata che non solo non mi sono minimamente pesati, ma che ho trovato evidentemente funzionali a restituire l’importanza di tutta la progressione (in termini di prove, fallimenti, correzioni di tiro, sacrifici e progressi lungo 8 anni di programmi di volo umano nello spazio) che ha costituito, per accumulo di conoscenza ed esperienza, la lunga e sofferta genesi della missione vincente Apollo 11.
Come nel precedente Lalaland, lavoro fruibile sia a livello di puro piacere che in una dimensione più profonda e riflessiva, anche con "First Man" Damien Chazelle si rivolge indistintamente a tutti gli spettatori ma offrendo loro un’opera autentica e senza ombra di ruffianerie, non vuole arroccarsi nel cinema d’autore, inteso nel senso difficile ed egocentrico del termine, ma si pone come obiettivo un altissimo livello qualitativo, è così che ci consegna un film aperto, vivo (largo ma accorto uso della camera a mano nei passaggi più intimisti del film), ricco di dettagli anche tecnici che aumentano la vicinanza dello spettatore con la realtà della vicenda ma costantemente filtrato da una sensibilità spiccata e profondamente contemporanea.
Insomma Chazelle ha stile, passione e tatto nel plasmare una materia già nota ma non per questo meno complessa e non dimentica di calarla correttamente nel contesto sociale e storico che l’ha accolta. E nel cercare la chiave di volta che concilia spettacolarità e dimensione umana, si è inteso alla perfezione non solo con Ryan Gosling, Claire Foy e con tutto il notevole cast ma ha anche ritrovato feeling con il compositore Justin Hurwitz, le cui partiture sono parte integrante delle scene e del carattere del film (molto delicata la traccia sentimentale della colonna sonora, ma va menzionato anche l’incalzante tema modulare-ossessivo che accompagna l’allunaggio, pezzo di forte magnetismo, seguito con grande effetto dal silenzio assoluto).
"First Man" è un film che non assomiglia a nessun altro precedente nel genere, ma che in fondo forse somiglia al suo protagonista Neil Armstrong: grandissima preparazione tecnica e controllo assoluto della strumentazione e dei nervi, e sopra questo una marcia in più in termini di aspirazioni, capacità, audacia.
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inesperto
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lunedì 12 novembre 2018
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man on the moon
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Il film ha una cupezza particolare, a volte solo in sottofondo, altre volte espressa chiaramente. Lo spazio dedicato al viaggio "alla Apollo 13" è ridotto per dare rilevanza all'aspetto psicologico della famiglia Armstrong durante tutti gli anni del programma spaziale precedenti all'allunaggio. Mille asperità in tutte le fasi di preparazione e numerosi incidenti, troppo spesso mortali, hanno accidentato la strada verso la storia di Neil Armstrong (e Buzz Aldrin). Straordinaria la prova della splendida Claire Foy, ne ha fatta di strada la streghetta de L'ultimo dei templari.
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la camy
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mercoledì 8 gennaio 2020
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primo in tutto
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Il primo uomo
Ci sono delle "ambizioni" nell 'Essere Umano, dei "moti di sfida", che possono essere "compresi" anche quando in termini di costi in vite e denaro, il prezzo da pagare è enorme. Neil Armstrong è un uomo ambizioso, caparbio, determinato, imperturbabile o forse semplicemente un grande gestore e dominatore dell'emotivita'.
Ha un obbiettivo: andare sulla Luna.
E lo persegue con tenacia, preparazione, competenza, e lucida freddezza.
Non è insensibile a ciò che gli accade intorno, ma ha imparato l' arte del distacco.
La morte prematura della sua prima figlia sarà un dolore che seppellira' nella profondità più recondita della sua anima, trasformandolo in energia propulsiva per atterrare sulla Luna e realizzare il suo sogno e quello dell'intera umanità.
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Il primo uomo
Ci sono delle "ambizioni" nell 'Essere Umano, dei "moti di sfida", che possono essere "compresi" anche quando in termini di costi in vite e denaro, il prezzo da pagare è enorme. Neil Armstrong è un uomo ambizioso, caparbio, determinato, imperturbabile o forse semplicemente un grande gestore e dominatore dell'emotivita'.
Ha un obbiettivo: andare sulla Luna.
E lo persegue con tenacia, preparazione, competenza, e lucida freddezza.
Non è insensibile a ciò che gli accade intorno, ma ha imparato l' arte del distacco.
La morte prematura della sua prima figlia sarà un dolore che seppellira' nella profondità più recondita della sua anima, trasformandolo in energia propulsiva per atterrare sulla Luna e realizzare il suo sogno e quello dell'intera umanità.
Tutto questo può valere il sacrificio degli affetti, gli innumerevoli lutti degli amici nonché colleghi d'impresa, la trascuratezza verso i figli e la moglie? (gran donna a stargli accanto!) Forse si, quando si sta scrivendo una pagina di Storia, che sarà ricordata e celebrata negli anni a venire!!
E allora ecco che quell'uomo freddo e introverso appare un eroe! E allora il sacrificio dei figli che non hanno mai gioito per aver giocato un solo giorno con il loro padre, quello della moglie che ha sopportato con rispettosa pazienza l'assenza del marito sempre impegnato in una missione che sembrava impossibile, valgono un Sogno, valgono il perdono, valgono l'orgoglio e la consapevolezza di aver avuto un padre e un marito esemplare, di aver avuto accanto l'uomo che conquistò, per loro, la Luna!
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mike26
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lunedì 5 novembre 2018
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per aspera ad astra
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Firts Man narra la storia di Neil Armstrong primo uomo a mettere piede sul suolo lunare,il film ne ripercorre la vita, i drammi , i sentimenti e la dedizione di un uomo schivo, freddo, ma con un coraggio e una determinazione fuori dal comune. Damien Chazelle non sbaglia neanche questa pellicola, ed entra prepotentemente nel novero dei registi piu bravi di questo tempo, First man, ci offre uno sguardo introspettivo e carico di emozioni, ci accompagna nella scoperta di quegli anni, di quei giorni e di quelle ore , ci fa conoscere gli uomini che hanno dato tutto, anche la loro vita per il raggiungimento di un sogno poi divenuto realtà come lo sbarco sulla luna.
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Firts Man narra la storia di Neil Armstrong primo uomo a mettere piede sul suolo lunare,il film ne ripercorre la vita, i drammi , i sentimenti e la dedizione di un uomo schivo, freddo, ma con un coraggio e una determinazione fuori dal comune. Damien Chazelle non sbaglia neanche questa pellicola, ed entra prepotentemente nel novero dei registi piu bravi di questo tempo, First man, ci offre uno sguardo introspettivo e carico di emozioni, ci accompagna nella scoperta di quegli anni, di quei giorni e di quelle ore , ci fa conoscere gli uomini che hanno dato tutto, anche la loro vita per il raggiungimento di un sogno poi divenuto realtà come lo sbarco sulla luna. Damien riesce a mio modo di vedere a creare un film diverso dal solito, gli da quel tocco di biografico e documentaristico, nelle inquadrature si respira tutta la tensione e tutta la realtà di quei momenti vissuti, talvolta anche facendo girare la testa allo spettatore, la fotografia di Linus Sandgren (Oscar per la la land) è mozzafiato, e la colonna sonora di Justin Hurwitz ( doppio Oscar per la la land) è Meravigliosa, a mio personale parere una delle piu belle degli utlimi anni, (in arrivo il terzo oscar ?), un bravo anche a ryan gosling, la parte gli richiede una espressivita quasi identica per tutto il film e forse lui è l attore giusto, e Claire Foy, ottima nei panni della moglie dell'astronauta.
Io non ho la presunzione di sapere se effettivamente l'uomo sia andato o meno sulla luna, non ne avrò mai completa certezza, mi piace pensare di si, ma nn fate l'errore di guardare il film sotto questo punto di vista ne di guardarlo sperando che sia un film alla Guerre stellari, godetevelo nella pienezza visiva e umana che offre, in silenzio, perche siamo tutti dei sognatori in fondo!.
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lizzy
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sabato 16 febbraio 2019
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senza un difetto, come il primo allunaggio...
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Il Primo Uomo...
Beh...direi che se esiste la perfezione film come questi ne sono un piccolo esempio.
Ammetto che avevo sottovalutato Gosling in passato, ma dopo il capolavoro "Blade Runner 2049" l'ho proprio rivalutato e questo ultimo lavoro me lo ha definitivamente inserito nel mio personale elenco di mostri sacri del cinema.
Il film scorre come acqua su un vetro...nessun inciampo, nessun sussulto.
Le atmosfere ci stanno tutte...dall'incredibile silenzio del vuoto spaziale allo stesso, ma drammatico, silenzio per la morte della figlia.
Gosling/Armstrong ha una invidiabile capacità di mantenere i nervi saldi e uno stato d'animo coerente anche a fronte di gravi difficoltà e Gosling/Attore centra in pieno l'obiettivo di ridarci un comportamento del genere.
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Il Primo Uomo...
Beh...direi che se esiste la perfezione film come questi ne sono un piccolo esempio.
Ammetto che avevo sottovalutato Gosling in passato, ma dopo il capolavoro "Blade Runner 2049" l'ho proprio rivalutato e questo ultimo lavoro me lo ha definitivamente inserito nel mio personale elenco di mostri sacri del cinema.
Il film scorre come acqua su un vetro...nessun inciampo, nessun sussulto.
Le atmosfere ci stanno tutte...dall'incredibile silenzio del vuoto spaziale allo stesso, ma drammatico, silenzio per la morte della figlia.
Gosling/Armstrong ha una invidiabile capacità di mantenere i nervi saldi e uno stato d'animo coerente anche a fronte di gravi difficoltà e Gosling/Attore centra in pieno l'obiettivo di ridarci un comportamento del genere.
Il film non ha orpelli inutili, non ha effetti "particolari", ma ci riporta nell'epopea della conquista dello spazio come se non ne fossimo mai usciti.
Il sacrificio umano, la voglia di riscatto, la sfida, la protesta popolare...ci sta tutto e bene nel tempo in cui il film ci rapisce per portare anche noi...fin sulla luna.
Ammettiamolo...il tutto poteva terminare anche prima dello sbarco...ma comunque è apprezzato il sipario, anche se breve, ma intenso, lasciato all' operazione stessa di allunaggio.
Ottima la ricostruzione, ottime le riprese: sembrava di esser li anche io.
E vogliam parlare della colonna sonora? Belle musiche, mai fastidiose, che spesso lasciano il passo a nessun suono o a atmosfere del caso.
Proprio un gran film. Come non se ne vedono spesso.
E come,. ahimè, gli Italiani non sanno fare, limitati ormai come sono alle commedie agrodolci nazionalpopolari o a qualche farsa nonsense.
Anche se....in fondo l'America è un po' Italia, no?
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goliadkin
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venerdì 2 novembre 2018
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punto di vista particolare in un film di genere
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Uno punto di vista particolare in un film del genere "grandi imprese che hanno fatto la storia", nessuno spazio è lasciato al racconto epico o eroico, alla celebrazione della grandezza, della supremazia dell'uomo nel compiere "passi da gigante", tutto ciò è lasciato sullo sfondo, in primo piano c'è uno sguardo intimista sull'uomo (Neil Amstrong), sulla fatica tutta umana di affontare le sfide, di andare comunque avanti, l'impresa storica è raccontata soprattutto per soggettive, lo sguardo tutto umano di Neil sugli strumenti, tecnologia fatta di viti e bulloni, nessuna ideale perfezione ingegneristica; l'mpresa umana di Neil, segue parallelamente la prima, le scene di vita (difficile) familiare eguagliano quelle che ci raccontano del "primo uomo", il suo percorso per arrivare a superare un trauma è faticoso quanto il viaggo verso la Luna, luogo suggestivo e alienante, freddo, grigio, piatto, senza vita, quanto alcuni spazi dell'anima, un luogo da lasciarsi alle spalle per tornare alla Terra e alla vita.
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no_data
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lunedì 5 novembre 2018
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pietra miliare - un nuovo modo di fare cinema
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La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda il modo in cui è stato fatto. Stiamo parlando di un opera di narrazione , precisamente storica, che in altri casi si sarebbe definita di fantascienza o drammatica, a seconda che si guardi il lato umano o quello tecnologico che riveste la sceneggiatura.
La bellezza del film però non riguarda la sceneggiatura ( anche se poi vedremo come il soggetto appaia quantomeno simbolico ) ma riguarda la regia.
Siamo di fronte alla creazione di un nuovo modo di fare film che sta al XXI secolo come il Neo-Realismo sta al XX secolo. Ad essere audaci si potrebbe parlare di Iper-Realismo.
La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda inoltre l’impatto culturale che genera nell’osservatore.
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La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda il modo in cui è stato fatto. Stiamo parlando di un opera di narrazione , precisamente storica, che in altri casi si sarebbe definita di fantascienza o drammatica, a seconda che si guardi il lato umano o quello tecnologico che riveste la sceneggiatura.
La bellezza del film però non riguarda la sceneggiatura ( anche se poi vedremo come il soggetto appaia quantomeno simbolico ) ma riguarda la regia.
Siamo di fronte alla creazione di un nuovo modo di fare film che sta al XXI secolo come il Neo-Realismo sta al XX secolo. Ad essere audaci si potrebbe parlare di Iper-Realismo.
La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda inoltre l’impatto culturale che genera nell’osservatore. Stiamo parlando di uno spessore artistico tale da confondere l’intrattenimento con cultura anticipatrice.
Sulla tecnica registica utilizzata è difficile dare spiegazioni rappresentative. Non è, come stato scritto, un insieme di più generi. Non lo è perché se pensiamo ad un genere come ad una strada , e a un insieme di più generi come a molte strade , dove la scena viene ripresa prima da una prospettiva poi da un'altra, ci troveremmo, almeno in alcuni passaggi, ad osservare linee di discontinuità tra l’uno e l’altro taglio .
La caratteristica della pellicola è la mancanza di discontinuità . Questo induce a pensare alla nascita appunto di una nuova forma espressiva.
Questo Iper-Realismo rende la finzione un esperienza. Come osservatore sei disorientato , ti sembra di essere in un film dell’orrore per poi passare a danzare con tua moglie nel silenzio dell’attesa di ciò che sarà. Dunque la brutale condizione di stare dentro il film e di provare le emozioni originali che ogni vita vera fa vivere.
Nessuna nostra vita assomiglia minimamente a un genere cinematografico . Non c’è Western nella nostra vista e tanto meno Action o Thriller perché sono semplificazioni utili a rappresentare verosimilmente una storia . La vita è troppo complessa per essere rinchiusa in un genere o più generi. Il film “il primo uomo” riesce nell’intento di rappresentare la dinamica del complesso in un quadro espressionista per immersività e realismo.
Sulla questione di intrattenimento come cultura anticipatrice , in relazione alla società in cui viviamo, ci sono stati alcuni esempio più o meno prossimi . Penso alla Serie “ the night of”dove è palese l’intento di rappresentare più piani , trasversali e longitudinali , in modo da coagulare la complessità del reale.
Si giunge quindi alla questione sociologica. Ossia che finalmente la techne è stata in grado di fornirci alcuni strumenti per interpretare la realtà liquida che viviamo in costrutti complessi ma finalmente solidi , da un punto di vista esperienziale.
Stiamo parlando del passaggio travagliato registrato nell’ultimo secolo, da una società organizzata su base piramidale e pertanto solida ad una orizzontale e liquida. Quest’ultima molto difficile da rappresentare per sua stessa natura. I generi ordinari quali il Drama, il Thriller , Action etc. riuscivano a rappresentare la semplicità del reale quale ricordo della società che fù. "Il primo uomo" rappresenta, tramite una storia del passato, la complessità che è.
Possibile ?
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[+] mizzega
(di eccome!)
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paulnacci
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lunedì 5 novembre 2018
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gli uomini migliori
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Qualche anno fa in tv ho visto il film "uomini veri" che narrava le vicende dei primi piloti che facevano le selezioni per partecipare al programma mercury e divetare astronauti dal quale si evinceva che per poterne fare parte bisognava essere il meglio del meglio.Questo film totalmente diverso da quello precedetemente citato , narra la storia della conquista della luna attraverso la vicenda familiare del primo uomo che ci ha messo piede Neil Armstrong, mettendono in luce i tratti caratteriali che poi probabilmente hanno fatto si che fosse il prescelto.Molto belle le scene di pilotaggio dei vari prototipi (x15,simulatori ) sopratutto quelle della missione Gemini 8 e Apollo 11.
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Qualche anno fa in tv ho visto il film "uomini veri" che narrava le vicende dei primi piloti che facevano le selezioni per partecipare al programma mercury e divetare astronauti dal quale si evinceva che per poterne fare parte bisognava essere il meglio del meglio.Questo film totalmente diverso da quello precedetemente citato , narra la storia della conquista della luna attraverso la vicenda familiare del primo uomo che ci ha messo piede Neil Armstrong, mettendono in luce i tratti caratteriali che poi probabilmente hanno fatto si che fosse il prescelto.Molto belle le scene di pilotaggio dei vari prototipi (x15,simulatori ) sopratutto quelle della missione Gemini 8 e Apollo 11.Forse per chi non è veramente interessato può risultare un pochino lento in alcuni momenti ,ma le scene delle missioni sono veramente adrenaliche e fanno capire quanto coraggio ci volesse per affrontare quelle sfide !!!
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