domenicomaria
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domenica 4 novembre 2018
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america dicotomica.
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"Abbiamo scelto di andare sulla Luna non perchè è facile, ma perchè è difficile...per liberare le nostre migliori energie"(JFK, Rice University, Houston, Texas 1962).
Non mi avventuro sul terreno minato del reale fatto storico, accaduto o meno, coinvolgendo il genio di Stanley Kubrick e mille altre storie. Mentre vedevo insieme a centinaia di altre persone le scene dello sbarco, mi tornava in testa quella notte d'estate del '69 nella casa di campagna nel biellese con nonni,zii,zie,cugini,tutti svegli a guardare la televisione e Tito Stagno."Ha Toccato!!!..".Son passati 50 anni quasi, e rivedo e risento le bianche ombre di tanti cari che non sono più su questa terra.
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"Abbiamo scelto di andare sulla Luna non perchè è facile, ma perchè è difficile...per liberare le nostre migliori energie"(JFK, Rice University, Houston, Texas 1962).
Non mi avventuro sul terreno minato del reale fatto storico, accaduto o meno, coinvolgendo il genio di Stanley Kubrick e mille altre storie. Mentre vedevo insieme a centinaia di altre persone le scene dello sbarco, mi tornava in testa quella notte d'estate del '69 nella casa di campagna nel biellese con nonni,zii,zie,cugini,tutti svegli a guardare la televisione e Tito Stagno."Ha Toccato!!!..".Son passati 50 anni quasi, e rivedo e risento le bianche ombre di tanti cari che non sono più su questa terra.
Bando alle malinconie, eccomi al film.Mi è piaciuto molto, a discapito delle potenti vibrazioni ricreate in audio, che secondo me danno la sensazione dello sforzo prometeico, in un certo senso, della sfida all'impossibile. Eppure mi tornano in mente certi stereotipi made in U.S. come in JFK, in American Sniper, in Un Mondo Perfetto ecc. Un individuo che sceglie una vita alternativa, con ideali e mete oltre la quotidianità familiare, con questa quotidianità familiare è costretto a viverci. A viverci male, a viverci stretto, a viverci controvoglia e con la testa sempre sivolta all'altro, all'altrove. Come anche nel Socio, vediamo che per entrare in una qualsivoglia elite di qualsivoglia tipo, oltreoceano sopra a tutto, ma non solo là, bisogna ingoiare la vita inscatolata con un modo di vivere pre-impostato,pre-ordinato,pre-digerito,pre-confezionato.
Devi essere una persona facilmente controllabile e facilmente prevedibile;guai a dare sorprese, o a essere "fuori dal coro"(ricordate l'angoscioso e acutissimo Truman Show?!)
Il nostro protagonista ha avuto un dolore straziante con la morte della prima figlia(forse la pellicola si sarebbe dovuta chiamare "Karen"!), e l'arrivo degli altri 2 maschietti non pare averlo consolato affatto. Come il gelo familiare con una moglie che cerca ossessivamente la stabilità matrimoniale,per accorgersi poi di aver sposato l'ultima persona al mondo che può darle un milligrammo della agognata stabilità.Splendida le scena dell'incontro-scontro familiare prima di partire per la missione; quale fatica nel dover ammettere che il papà può non tornare!; quale fatica nel dover ammettere a se stesso che questa vita terrena "civile" è una gabbia insopportabile(Pirandello- "L'uomo dal fiore in bocca").
Oltre queste vicende mestamente umane, l'inseguimento di un sogno, di cui sopra a tutto la breve america Kennediana era il faro per il mondo: Quanti film su Kennedy:JFK, Un Mondo Perfetto,Nel centro del mirino,Parkland,Thirteen Days,Il Dottor Stranamore(e quanti ne scordo!)..poi sull'attentato i semi profetici Gangster in Agguato con Sinatra e Sette giorni a Maggio con Lancaster e Douglas. E anche quì, da un lato un pessimo marito stabilmente infedele, ma un politico che davvero sapeva parlare oltre le nazioni e le barriere...se in quella notte di Giugno del '69 in campagna con me ci stavano oltre 400.000.000 di persone a (in)seguire un sogno(con in mano la prima puntata di Topolino di "Storia e gloria della Dinastia dei Paperi"...Zio Paperone sulla Luna!).
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fabio
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lunedì 5 novembre 2018
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uno sguardo diverso sulla storia
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Non è un capolavoro ma merita attenzione questa nuova opera di Chazelle.
Il merito è di una scelta di fondo: raccontare la fatica ed i rischi, fino all'estremo sacrificio della vita, di uomini che si spingono oltre il limite per raggiungere un traguardo ambizioso.
Armstrong/Goslin a tratti sembra una macchina all'interno di macchine; l'umanità sembra svanire, soffocata nel tentativo di superare il trauma della perdita della figlia. Poi la reazione: l'uomo che supera il proprio limite per poi trovarsi da solo sul suolo lunare: davanti uno scenario freddo ed indifferente.
Sullo sfondo di questo dramma umano solo a tratti si percepiscono gli echi del mondo: la corsa allo spazio contro l'URSS, la polemica per le spese enormi, l'impatto mediatico su scala planetaria.
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Non è un capolavoro ma merita attenzione questa nuova opera di Chazelle.
Il merito è di una scelta di fondo: raccontare la fatica ed i rischi, fino all'estremo sacrificio della vita, di uomini che si spingono oltre il limite per raggiungere un traguardo ambizioso.
Armstrong/Goslin a tratti sembra una macchina all'interno di macchine; l'umanità sembra svanire, soffocata nel tentativo di superare il trauma della perdita della figlia. Poi la reazione: l'uomo che supera il proprio limite per poi trovarsi da solo sul suolo lunare: davanti uno scenario freddo ed indifferente.
Sullo sfondo di questo dramma umano solo a tratti si percepiscono gli echi del mondo: la corsa allo spazio contro l'URSS, la polemica per le spese enormi, l'impatto mediatico su scala planetaria.
Nessuna fantascienza, quindi non aspettatevi immagini suggestive dello spazio o della luna; non c'è nessuna epopea, anzi il film a tratti è claustrofobico; girato in ambienti chiusi, pieni di strumenti.
Per riflettere ancora su un periodo, gli anni '60 e la fine di tante illusioni, e su come siamo cambiati da allora; ma anche per continuare ad interrogarsi sul futuro e ciò che vogliamo essere e dove stiamo andando.
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carloalberto
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giovedì 8 novembre 2018
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effetto montagne russe
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Damien Chazelle è il regista di questo noiosissimo polpettone con molte pretese. Vuole essere una summa dei primi viaggi nello spazio, con una descrizione analitica e tecnica dei preparativi, dei primi lanci nello spazio, delle reazioni della politica e dell’opinione pubblica non tutte positive rispetto all’impiego di grandi capitali pubblici per le imprese della NASA e finisce per essere la brutta copia di un cinegiornale dell’epoca, vorrebbe rappresentare la tragedia familiare del protagonista Neil Armstrong, cui morì la figlia piccolissima, interpretato da Ryan Gosling e si trasforma in un melenso melodramma strappalacrime. Una cosa riesce alla perfezione: dopo un’ora di giravolte nella capsula spaziale allo spettatore viene il voltastomaco e si esce dalla sala barcollando, con i giramenti di testa e con un senso di nausea.
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Damien Chazelle è il regista di questo noiosissimo polpettone con molte pretese. Vuole essere una summa dei primi viaggi nello spazio, con una descrizione analitica e tecnica dei preparativi, dei primi lanci nello spazio, delle reazioni della politica e dell’opinione pubblica non tutte positive rispetto all’impiego di grandi capitali pubblici per le imprese della NASA e finisce per essere la brutta copia di un cinegiornale dell’epoca, vorrebbe rappresentare la tragedia familiare del protagonista Neil Armstrong, cui morì la figlia piccolissima, interpretato da Ryan Gosling e si trasforma in un melenso melodramma strappalacrime. Una cosa riesce alla perfezione: dopo un’ora di giravolte nella capsula spaziale allo spettatore viene il voltastomaco e si esce dalla sala barcollando, con i giramenti di testa e con un senso di nausea. Lo stesso effetto delle montagne russe. Per il resto il film non trasmette nulla, non emoziona, non offre spunti di riflessione e termina nella solita retorica americana con le parole di John Kennedy, tratte da un discorso di qualche anno prima ed in cui si annunciava l’avvio dei piani per conquistare la luna, che suonano pressappoco così: a noi non piacciono le cose facili, a noi piacciono le cose difficili e perciò andremo sulla luna. Neil Armstrong è andato sulla luna ma Damien Chazelle e Ryan Gosling sono rimasti a terra, rinchiusi in una capsula roteante che non ha mai decollato dagli studi cinematografici.
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feraud
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lunedì 5 novembre 2018
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film inutile, anzi dannoso
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Chi non ha un minimo di informazione sulla storia della conquista della Luna esce dal cinema avendo capito ben poco sulle tappe percorse per arrivarci; chi invece è informato, non può che restare profontamente deluso da come l'aspetto tecnologico della vicenda sia stato poco trattato, ancor meno chiarito e più che altro evidenziato come rozzezza primitiva.
C'è da sperare che questo film almeno muova curiosità per visionare quanto sia ricca la parte documentale che si trova in rete.
Si scoprirà. per esempio, che il lancio dell'Apollo 11 è avvenuto in una giornata di sole, non sotto quel cielo coperto di nubi, e che Armtrong era più loquace di come è stato ermeticamente rappresentato.
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Chi non ha un minimo di informazione sulla storia della conquista della Luna esce dal cinema avendo capito ben poco sulle tappe percorse per arrivarci; chi invece è informato, non può che restare profontamente deluso da come l'aspetto tecnologico della vicenda sia stato poco trattato, ancor meno chiarito e più che altro evidenziato come rozzezza primitiva.
C'è da sperare che questo film almeno muova curiosità per visionare quanto sia ricca la parte documentale che si trova in rete.
Si scoprirà. per esempio, che il lancio dell'Apollo 11 è avvenuto in una giornata di sole, non sotto quel cielo coperto di nubi, e che Armtrong era più loquace di come è stato ermeticamente rappresentato.
Un film così fatto, che si propone come un omaggio documentaristico e celebrativo, risulta inutile, se non dannoso, per la conoscenza.
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[+] a me è sembrato molto realistico, finalmente
(di eccome!)
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mercoledì 7 novembre 2018
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ad ognuno la sua luna
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Indubbiamente un gran bel film, dalla storia solida ,personaggi convincenti ed interpreti di grande levatura.L'astro notturno rappresenta per ognuno di essi l'obiettivo di diversissime aspirazioni, e nel finale il self control e la scienza essenziale di Neil si sciolgono nel volo del suo cuore abbattuto, che d'ora in poi si sente più vicino a Karen e più leggero per averla potuta salutare per l'ultima volta così da vicino.E l'amore paterno offusca tutti gli afflati politici e scientifici possibili.Così come lo sguardo intenso dell'amore coniugale , in un silenzio obbligato per proteggersi dai microfoni e dalle telecamere della NASA , rivela tutta la dimensione umana di un pezzo di storia .
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