adriano
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sabato 29 giugno 2024
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eccezionale
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Film eccezionale di fattura con una protagonista la cui intensità ti immerge e coinvolge totalmente nella storia sin dall'inizio e la cui evoluzione emotiva è ben palpabile per tutta la durata. Non si può dire lo stesso del protagonista nel ruolo di Edward che a mio parere, per quanto voluto, sia eccessivamente statico. Il film inoltre esplora (seppur per metafore, ricordi e riflessioni) il tema dell'abbandono, della perdita, del cambiamento, del rimpianto e la sua difficile accettazione. La storia è molto cruda e secondo me ben rappresenta la crudeltà del dolore dei protagonisti. Cast in generale eccezionale, ben costruito il personaggio dello sceriffo Bobby.
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Film eccezionale di fattura con una protagonista la cui intensità ti immerge e coinvolge totalmente nella storia sin dall'inizio e la cui evoluzione emotiva è ben palpabile per tutta la durata. Non si può dire lo stesso del protagonista nel ruolo di Edward che a mio parere, per quanto voluto, sia eccessivamente statico. Il film inoltre esplora (seppur per metafore, ricordi e riflessioni) il tema dell'abbandono, della perdita, del cambiamento, del rimpianto e la sua difficile accettazione. La storia è molto cruda e secondo me ben rappresenta la crudeltà del dolore dei protagonisti. Cast in generale eccezionale, ben costruito il personaggio dello sceriffo Bobby. Aggiungo che la trama è molto originale e credo di questo abbia bisogno il cinema oggi. Da guardare assolutamente.
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filippo catani
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mercoledì 23 novembre 2016
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un capolavoro di stile
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Una gallerista insoddisfatta riceve un giorno un pacco che contiene il romanzo scritto dall'ex marito che non sente da svariati anni.
Inutile stare a perdere troppo tempo a parlare di trama o di genere. Animali notturni è semplicemente un capolavoro di stile in quanto è veramente impossibile trovare qualcosa che non funzioni nella pellicola. Intanto i protagonisti. Il cast al completo è eccezionale (spicca Gyllenhal) e ricoprono dei ruoli fantastici che potremmo definire di perdenti più o meno di successo. La sceneggiatura è fantastica con questa continua sovrapposizione tra vita reale e finzione. La fotografia è fantastica e spazia dai grattacieli di New York alle strade che attraversano il deserto del Texas.
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Una gallerista insoddisfatta riceve un giorno un pacco che contiene il romanzo scritto dall'ex marito che non sente da svariati anni.
Inutile stare a perdere troppo tempo a parlare di trama o di genere. Animali notturni è semplicemente un capolavoro di stile in quanto è veramente impossibile trovare qualcosa che non funzioni nella pellicola. Intanto i protagonisti. Il cast al completo è eccezionale (spicca Gyllenhal) e ricoprono dei ruoli fantastici che potremmo definire di perdenti più o meno di successo. La sceneggiatura è fantastica con questa continua sovrapposizione tra vita reale e finzione. La fotografia è fantastica e spazia dai grattacieli di New York alle strade che attraversano il deserto del Texas. I dialoghi sono taglienti come rasoi affilatissimi e sviluppano una serie di considerazioni e riflessioni davvero notevoli. Il vestiario e lo stile dei personaggi sono impeccabili. Insomma dopo il già bello A single Man, Tom Ford ci regala un'autentica perla da guardare e riguardare come fulgido esempio di un film realizzato alla perfezione senza bisogno di milionari effetti speciali o battute ad effetto. Stupendo.
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miguel angel tarditti
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lunedì 28 novembre 2016
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un esercizio di stile di t.ford
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“Animali Notturni”,di Tom Ford
Film Usa, 2016
Film di bellezza non esento, di inquietante riflessione.
Per Platone, il Bello è una idea in sé, che coincide con la permanenza, con la immutabilità, con la stabilità.
È bello soltanto quello che non si altera, che ha la perpetuità, che è per sempre, che è eterno. Appartiene al mondo dell’intelligibile.
Nel reale sensibile, invece, il bello è solo una copia di quel intelligibile, che è il modello dell’autentico.
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“Animali Notturni”,di Tom Ford
Film Usa, 2016
Film di bellezza non esento, di inquietante riflessione.
Per Platone, il Bello è una idea in sé, che coincide con la permanenza, con la immutabilità, con la stabilità.
È bello soltanto quello che non si altera, che ha la perpetuità, che è per sempre, che è eterno. Appartiene al mondo dell’intelligibile.
Nel reale sensibile, invece, il bello è solo una copia di quel intelligibile, che è il modello dell’autentico.
Gli elementi del Bello, per Aristotele, sono l’ordine, la proporzione e l’armonia.
Per ambedue, l’arte, che è creazione (bellezza), è solo imitazione della natura, cioè, una copia, creazione pura dell’intelligenza dell’uomo.
Più tardi, per Kant, invece, il Bello in sé, è assolutamente chimerico.
E per noi, i contemporanei, che è il bello?
Un percezione soggettiva, senza dubbio.
Il film di Tom Ford, secondo la mia percezione personale, è un linguaggio, una estetica, che potrà non coincidere con i greci, potrà non essere considerata una chimera, però è un film dove la bellezza e il gioco di contrasti tra estetico e antiestetico, sereno e violento, etico e antietico, (in dimensioni estreme), si propongono con perfetta armonia.
Importante anche la incidenza della superficialità borghese.
In ogni modo, il film ha molto della definizione aristotelica.
La contrapposizione tra bello e orribile, tra l’armonia sublime della natura e la violenza irrefrenabile dell’uomo è paralizzante!
Ed al paralizzare, ci si presenta come una debolezza, vulnerabilità, fragilità dell’individuo.
E proprio di quello è “colpevole” il protagonista del film: è debole!
questo personaggio scrittore ( nella finzione), è “debole”, nella sua opera e nel suo agire.
Debole è lo spessore dei suoi scritti, debole Lui davanti alla violenza inattesa.
Abbiamo il “compito, l’obbligo” d’essere ogni uomo, una specie di Goliat, in questa giungla?
Dobbiamo indossare una maschera di coraggio che ci faccia vedere come un corpulento personaggio biblico? Perché?
E se a volte fossimo soltanto un “Pollicino”? Sarebbe un peccato forse?
Essere se stesso, è in realtà, la vera forza del coraggio!
“Ho imparato che il coraggio no è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. L’uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che riesce a controllarla”, diceva in questo secolo Nelson Mandela.
Ho parlato del concetto di Bello, perché il film è bello, con una sua estetica di contrasto tra bello e orrendo.
Ho parlato del debole, perché il personaggio principale, è schedato come debole.
Però un debole, anche, può generare la violenza che non implica necessariamente avere coraggio.
Il film di Tom Ford è un film di violenza, di tradimenti, di conflitti psicologici, de pregiudizi borghesi, di insicurezze, e sopra tutto, di vendetta.
“Animali notturni”, è un esercizio di stile del regista-stilista, Tom Ford,
chi già ci aveva meravigliato con il suo precedente “The single man”, (no nascondendo certamente il suo origine nordamericano).
Il film produce nello spettatore forti tensioni, per fortuna, non esente delle riflessioni che vi ho proposto all’inizio.
La fotografia è d’una estetica molto bella. Le immagini iniziali, di contrapposizione tra la decadenza e bruttezza grottesca delle danzanti obese, la magnificenza e bellezza delle riprese dall’alto della popolosa megacittà, la immacolata bellezza di corpi nudi, e la aggressività delle scene svolte nella aridità e solitudine geografia del Texas, fanno che il film sia inquietante, bello e intelligente.
Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon, Isla Fisher e Armie Hammer, costituiscono Il magnifico cast.
Difficile, intelligente, inquietante, impedibile!
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evildevin87
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mercoledì 30 novembre 2016
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un dramma thriller allegorico e avvolgente
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Susan, gallerista benestante infelicemente sposata (interpretata da una sempre più brava col passare degli anni Amy Adams), riceve un libro scritto dall'ex-marito Edward (interpretato da un sempre più mastodontico col passare degli anni Jake Gyllenhaal) intitolato "Animali Notturni", un romanzo thriller che parla di un padre che cercherà giustizia e vendetta a seguito della perdita della moglie e della figlia a causa di tre criminali. La donna, nel leggerlo, ne diviene ossessionata: il romanzo, attraverso molti dettagli riguardanti i personaggi, la perdita dei propri cari, l'ossessione per la vendetta e il pentimento, tocca molti suoi tasti dolenti, fa riaffiorare i ricordi della sua trascorsa relazione e la mette davanti alla sua vita così ricca materialmente quanto vuota a livello di realizzazione personale e affettiva.
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Susan, gallerista benestante infelicemente sposata (interpretata da una sempre più brava col passare degli anni Amy Adams), riceve un libro scritto dall'ex-marito Edward (interpretato da un sempre più mastodontico col passare degli anni Jake Gyllenhaal) intitolato "Animali Notturni", un romanzo thriller che parla di un padre che cercherà giustizia e vendetta a seguito della perdita della moglie e della figlia a causa di tre criminali. La donna, nel leggerlo, ne diviene ossessionata: il romanzo, attraverso molti dettagli riguardanti i personaggi, la perdita dei propri cari, l'ossessione per la vendetta e il pentimento, tocca molti suoi tasti dolenti, fa riaffiorare i ricordi della sua trascorsa relazione e la mette davanti alla sua vita così ricca materialmente quanto vuota a livello di realizzazione personale e affettiva. Ad un certo punto per lei non esiste altro che il tormento per quel libro che sembra essere costruito ad hoc per toccare i suoi punti deboli, cosa che si può già intuire dal fatto che l'autore lo abbia dedicato proprio a lei e che la definizione "animale notturno" le fosse attribuita da Edward stesso quando stavano ancora insieme. Il tutto troverà definitiva conferma sul finale: Susan contatterà Edward via e-mail chiedendogli di poterlo incontrare di nuovo, e lui risponderà di sì all'invito. Ma all'appuntamento lui non si presenterà. Susan si ritroverà nel ristorante di lusso da lei scelto per l'occasione da sola con la sua infelicità.
La figura di Susan è piuttosto comune: figlia di genitori ricchi e conservatori fino al midollo che ha sempre avuto la pappa scodellata ma che aspira a diventare artista e che si innamora di un ragazzo di ceto medio aspirante scrittore, persona estremamente sensibile e apparentemente debole e passiva. Ma la cosa, come le aveva già accennato la madre, non potrà funzionare a lungo, dato che appena si presenteranno le prime difficoltà la ragazza non perderà molto tempo ad abortire il figlio in grembo, tornare a rifugiarsi nella bambagia alla quale è abituata e a trovarsi un nuovo compagno, stavolta del suo stesso ceto sociale per non correre rischi. Il nucleo del film non è tanto la storia, che da sola e raccontata scolasticamente avrebbe reso il film l'ennesimo thrillerino da quattro soldi. Ma bensì è l'esplorazione del personaggio di Susan che veicola il tutto. Tom Ford, con la sua regia immersiva, fluida e al contempo sobria, riesce a far sì che il film funzioni in toto sviscerando i lati caratteriali della protagonista attraverso la lettura di "Animali Notturni" (che decide di mettere in scena come se fosse un film apparte e senza alcuna voce fuoricampo) e rivivendo i suoi trascorsi con l'ex-marito. Lo fa con grande maestria e naturalezza fecendo sì che sul finale, letteramente troncato, noi spettatori ci sentiamo presi in giro, quasi a suggerire la falsa speranza nutrita da Susan seguita dalla consapevolezza del suo niente. In altre parole: il film ci da una speranza e ce la vediamo sfumare tutta d'un botto. Ci prende in giro, e puntualmente ci delude. Che è quello che fa Edward con Susan, ottenendo così la sua vendetta. Lo spettatore, pur non identificandocisi, si sente come l'infelice gallerista, madre e moglie per tutta la durata, ma lo realizza soltanto alla fine.
Insomma, che dire di più? Un gran film, uno dei migliori usciti quest'anno. Girato, scritto e recitato magnificamente, con un gran ritmo e che mantiene ben alta l'attenzione fin dagli *scioccanti* titoli di testa. Intrattenimento sì, ma di quello alto, intelligente e fatto con grande mestiere e passione. Quello che, un tempo, ci dava il grande Alfred Hitchcock. Non siamo a quelle vette certo, ma credo che il maestro avrebbe apprezzato assai.
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umanista
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martedì 7 febbraio 2017
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vortice frammentato di violenza e negazione di sé
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Il rapporto dialettico tra la fredda mentalità borghese e l'istintiva e raggelante drammaturgia del negato si risolve in un contorto vortice senza una vera risoluzione chiarificatrice
Ho letto diverse recensioni su questo film, a mio parere confuso, frammentato e pretestuoso come pochi. Le musiche, le riprese panoramiche e certe inquadrature simboliche (quella dell'acqua che sembra sangue ne è un esempio) sono ben inserite nella pellicola, ma il resto è un'accozzaglia di elementi dal vago sapore tarantiniano e un'atmosfera alla "Gone girl" che fa della freddezza e della inepressività, recitativa e narrativa (si salva Michael Shannon) il suo fragilissimo zenit.
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Il rapporto dialettico tra la fredda mentalità borghese e l'istintiva e raggelante drammaturgia del negato si risolve in un contorto vortice senza una vera risoluzione chiarificatrice
Ho letto diverse recensioni su questo film, a mio parere confuso, frammentato e pretestuoso come pochi. Le musiche, le riprese panoramiche e certe inquadrature simboliche (quella dell'acqua che sembra sangue ne è un esempio) sono ben inserite nella pellicola, ma il resto è un'accozzaglia di elementi dal vago sapore tarantiniano e un'atmosfera alla "Gone girl" che fa della freddezza e della inepressività, recitativa e narrativa (si salva Michael Shannon) il suo fragilissimo zenit. I personaggi entrano ed escono di scena, senza una risoluzione drammaturgica che ne determini la loro storia e il loro ruolo, in modo del tutto casuale e senza un minimo approfondimento psicologico. I rapporti tra i personaggi sono accennati e forzatamente contorti. Una delle inquadrature più suggestive compare in una scena dove lo sfondo violento e rosso (Fauves), nella galleria d'arte dove lei lavora, sottolinea la connessione tra lei e il suo lavoro, ormai macchiato e colorato del sangue che la connette al racconto che sta leggendo, il quale le evoca profondi sensi di colpa.
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howlingfantod
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lunedì 12 giugno 2017
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anatomia di un thriller
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Un film giocato su due-tre piani e che cerca di sfondare al centro, senza che si capisca bene quale sia questo centro, se il plot del romanzo che da il titolo al film e che è il romanzo dalle tinte fosche che Edward invia al suo grande amore perduto, Susan, una gallerista d’arte contemporanea che si dimena in una insoddisfatta vita coniugale. Il suo passato con Edward riaffiora prepotentemente quando lui le invia il suo romanzo a lei dedicato la cui lettura da parte di Susan in una sorta di montaggio alternato scandisce il tempo del film.
I piani cercano di legarsi assieme ed il romanzo stesso assume dei forti connotati simbolici in quella che fra i vari piani narrativi del film si deve intendere come lo sfondo dello stesso: quello sentimentale della storia d’amore fra Edward e Susan che cerca una ripartenza.
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Un film giocato su due-tre piani e che cerca di sfondare al centro, senza che si capisca bene quale sia questo centro, se il plot del romanzo che da il titolo al film e che è il romanzo dalle tinte fosche che Edward invia al suo grande amore perduto, Susan, una gallerista d’arte contemporanea che si dimena in una insoddisfatta vita coniugale. Il suo passato con Edward riaffiora prepotentemente quando lui le invia il suo romanzo a lei dedicato la cui lettura da parte di Susan in una sorta di montaggio alternato scandisce il tempo del film.
I piani cercano di legarsi assieme ed il romanzo stesso assume dei forti connotati simbolici in quella che fra i vari piani narrativi del film si deve intendere come lo sfondo dello stesso: quello sentimentale della storia d’amore fra Edward e Susan che cerca una ripartenza.
Alcune scelte stilistiche nello sviluppo di questo plot e subplot appaiono forzate anche se i diversi tempi narrativi (la nascita anni prima della storia fra i due, il romanzo che narra dell’uccisione e della ricerca di giustizia che diventerà vendetta da parte di Edward per i balordi assassini della sua famiglia e la lettura del romanzo in un ipotetico presente da parte di Susan) cercano un armonia di fondo giocata proprio in funzione appunto della storia principale che deve intendersi la storia d’amore fra Susan ed Edward. La limitatezza delle scelte stilistiche è forse proprio quella determinata dalla debolezza strutturale del passare da un blocco narrativo ad un altro senza connotarne alcuno in modo più profondo. Si va dagli echi di “Non è un pese per vecchi” di coeniana memoria e con le debite licenze al ribasso, nell’esposizione del romanzo e della cruenta storia narrata, a vaghe atmosfere Lyncheane che pervadono tutto il film, fino allo sfondo che sembra apparire quello di una commedia romantica con la scusa del thriller. Temi e cifre stilistiche apparentemente slegati ma che tramite il simbolismo cercano un disegno armonico, il tema della debolezza di Edward che appare riscattata quando nel romanzo riesce ad uccidere l’assassino di sua moglie e sua figlia a dispetto di quello che gli aveva sempre rimproverato Susan e che fu la causa della loro separazione. Il finale è aperto, come se se la ricomposizione e la giustizia fossero sempre due cerchi mai chiusi.
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[+] deludente e confusa la fine
(di mari66)
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halfdutch
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martedì 22 novembre 2016
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film intenso e profondamente critico
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Ho aspettato da tanto questo film e devo dire che non ha deluso le mie aspettative , anzi , dopo la fine mi ha fatto venire voglia di vederlo addirittura una seconda volta . Sin dalla scena iniziale si capisce benissimo che il film non è banale e soprattutto non facilissimo da capire (anche per la complessa scelta dei tre livelli narrativi) . Amy Adams elegante e glaciale allo stesso tempo , una donna che solo alla fine si rende conto di aver fatto delle scelte sbagliate e di aver perso una grande opportunità d'amore . Di grande importanza anche il tema della virilità maschile : può un uomo sensibile ed emotivo prendersi cura della sua donna ? Susan pagherà a caro prezzo il suo cinismo e pragmatismo .
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eugenio
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mercoledì 23 novembre 2016
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apparenza e brutalità
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Il secondo film alla regia dello stilista Tom Ford dopo sette anni da A single man rappresenta e un connubio ben riuscito di dramma e thriller in una cornice patinata, tanto amata dal regista, quella della galleria d’arte.
Il riferimento è letterario e poggia le sue basi nel romanzo Tony & Susan di Austin Wright.
Amore, scelte e rimorsi ma soprattutto vendetta, questo il tema fondamentale della pellicola.
Ambientato nel salotto buono della Los Angeles degli anni nostri, Susan (interpretata dalla rossa Amy Adams) è una gallerista di successo e non ha apparentemente niente di cui lamentarsi. Vive un’esistenza felice e appagata con un marito che la ama, non ha problemi economici, ha delle buone amiche che pur con indifferenza e velato mobbing la sopportano.
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Il secondo film alla regia dello stilista Tom Ford dopo sette anni da A single man rappresenta e un connubio ben riuscito di dramma e thriller in una cornice patinata, tanto amata dal regista, quella della galleria d’arte.
Il riferimento è letterario e poggia le sue basi nel romanzo Tony & Susan di Austin Wright.
Amore, scelte e rimorsi ma soprattutto vendetta, questo il tema fondamentale della pellicola.
Ambientato nel salotto buono della Los Angeles degli anni nostri, Susan (interpretata dalla rossa Amy Adams) è una gallerista di successo e non ha apparentemente niente di cui lamentarsi. Vive un’esistenza felice e appagata con un marito che la ama, non ha problemi economici, ha delle buone amiche che pur con indifferenza e velato mobbing la sopportano.
Tutto regolare insomma.
Ma c’è dentro Susan qualcosa che non va.
Dietro di lei solo l’apparenza di contatti freddi con persone poco interessanti, il marito distante, spesso in viaggio, la creatività assai latitante, un futuro che vede come stanca ripetizione di eventi senza una chiara prospettiva avendola persa tempo fa quando ha lasciato il suo primo marito, Edward. Lui torna, improvvisamente dopo quasi vent’anni rompendo il muro di glaciale perfezione entro cui la vita dell’ex moglie vita pareva immersa. Ma torna in modo strano consegnando al suo indirizzo un manoscritto che Susan per curiosità inizia a leggere, di notte, proprio quando i ritmi umani sono più lenti e rilassati.
La lettura però non è piacevole. Popolata di spiriti torbidi e anime della notte, Susan sprofonda presto in un angosciante delirio dall'evocativo titolo "Animali notturni", nel quale protagonista appunto apparirà essere il suo “contralto” maschile, Tony Hastings che ha il volto curiosamente dello stesso scrittore, suo ex marito, in viaggio con la famiglia sulle strade deserte del Texas.
Di notte, piccolo particolare.
E come nella lettura di notte, l’incubo parimenti avviene a questa famiglia, proprio in un mondo dove pare non esserci alcuna luce se non quella della rabbia e dell’odio. Un gruppo infatti di sbandati costringe il conducente a accostarsi e dopo qualche scusa, sequestra le due donne sotto gli occhi impotenti del marito.
Il resto possiamo immaginarlo e l’impotenza di Tony si specchia in quello di Susan nella vita reale per riflettere sulle conseguenze di un gesto compiuto molto tempo prima quando ancora aveva una relazione con Edward.
E qui si insinua un terzo livello di lettura in cui Ford rischia forse troppo inanellando proprio il passato comune tra la protagonista e l'ex consorte ponendo l’accento sulla creatività “fiume” dell’uomo, spiantato e sognatore con il pallino del romanzo nel cassetto in contrasto con i modi cristallizzati e asettici della donna.
Ora, nell’evoluzione che seguirà di queste tre storie parallele che si incastrano poi in una sola, il tema della coppia distrutta da “una violenza notturna” che sconvolge Susan a favore di un afflato di arido cinismo e di sporca violenza (col volto riuscito della faccia d’angelo strupratore di donne Aaron Taylor Johnson, Ray Markus), riesce a irretire lo spettatore grazie anche alla grande attenzione ai dettagli e alla precisione stilistica (del resto Ford appartiene a tale categoria) degli ambienti alto-borghesi.
Cos’altro dire di Animali notturni?
Volendo essere pignoli il finale e una nota esagerata di vendetta, forse fin troppo “fittizia” nell’ottica di un ambiente asettico, deleterio come la verità negata, ma va bene così.
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mrmassori
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domenica 27 novembre 2016
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uno dei miglior film del 2016
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Uno dei migliori, (se non il miglior), film del 2016. Regia, interpretazioni e sceneggiatura veramente ottime. Con gran maestria e senso dell'estetica Tom Ford mette in scena un dramma noir, dalle atmosfere vagamente tipiche a metà tra fratelli Coen e Kubrick, che con un espediente geniale attuato mediante il libro vendetta inviato a Susan e i vari flashback dei suoi ricordi giovanili, narra, e fa rivivere alla protagonista terribili sensasioni, facendola così riflettere sulle proprie scelte, sulla sua finta vita costruita ad hoc vissuta senza seguire le sue vere emozioni e sulla sua condizione attuale di infelicità. Inoltre attraverso scene e dialoghi ben inseriti riesce a far risaltare vari temi di questa società malata, come Il finto perbenismo, una società crudele ipocrita e materialista, le vite di plastica, le scelte dettate dalllo status sociale ecc ecc riflesse dai personaggi, di controrno a susan e al suo stile di vita e ambiente sociale.
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Uno dei migliori, (se non il miglior), film del 2016. Regia, interpretazioni e sceneggiatura veramente ottime. Con gran maestria e senso dell'estetica Tom Ford mette in scena un dramma noir, dalle atmosfere vagamente tipiche a metà tra fratelli Coen e Kubrick, che con un espediente geniale attuato mediante il libro vendetta inviato a Susan e i vari flashback dei suoi ricordi giovanili, narra, e fa rivivere alla protagonista terribili sensasioni, facendola così riflettere sulle proprie scelte, sulla sua finta vita costruita ad hoc vissuta senza seguire le sue vere emozioni e sulla sua condizione attuale di infelicità. Inoltre attraverso scene e dialoghi ben inseriti riesce a far risaltare vari temi di questa società malata, come Il finto perbenismo, una società crudele ipocrita e materialista, le vite di plastica, le scelte dettate dalllo status sociale ecc ecc riflesse dai personaggi, di controrno a susan e al suo stile di vita e ambiente sociale. Ford Definisce inoltre, (in maniera cruda e reale), alcuni temi psiclogici e sociali delll'animale umano ben delineati nelle vicende del romanzo riuscendo a toccare anche temi di più ampia natura (corruzione, ingiustizia, violenza ecc ecc.) in modo davvero ben riuscito. Chicce ottime sono sia i finali (sia del film: non poteva essere migliore, ma anche del romanzo vendetta di Edward interpretato da un gran Gyllenhaal, poichè in realtà Susan con il suo modo di fare ha ucciso Edward non credendo in lui e anche tradendo il suo amore), ma anche l'inizio disgustoso invettiva contro le deformità umane in senso ampio e metaforico.
Consigliatissimo.
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halfdutch
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domenica 27 novembre 2016
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uno dei film migliori dell'anno
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Film accattivante che ti fa rimanere con il fiato sospeso . Il finale è amaro nel vero senso della parola come del resto lo è anche l'incipit ; attori formidabili , nessuno escluso . Bellissima Amy Adams (da premio oscar) , la rossa che non dorme di notte (animale notturno) per il rimpianto delle scelte passate , scelte che sono state fatte senza pensarci neanche una volta e che oramai le hanno precluso la possibilità di vivere il vero amore e una vita fatta di valori . Ottime anche le interpretazioni di Jake Gylleenhaal , Micheal Shannon e Aaron Taylor - Johnson che soprattutto nella parte finale mi ha fatto molto riflettere sul ruolo del suo personaggio . Insomma , che dire , questo film è un vero capolavoro e chi lo critica negativamente è perchè non è riuscito a capire bene la storia e soprattutto i personaggi .
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