flyanto
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giovedì 3 marzo 2016
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un uomo fortemente in crisi
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"Anomalisa" è un film d'animazione, nel senso che non è interpretato da esseri umani attori, ma non può essere definito come un cartone animato vero e proprio. Le figure, a cui danno la voce svariati attori (nella versione inglese originale Jennifer Jason Leigh, David Thewlis, ecc...) sono disegnate al computer con una tecnica altamente raffinata da sembrare dei reali individui, sebbene dotati di maschere, e la riproduzione quanto mai realistica e dettagliata degli ambienti e di tutti i particolari in generale che compaiono sullo schermo, fanno apparire quest'opera come un vero e proprio film.
La storia ruota tutta intorno alla figura del personaggio principale che è un noto scrittore, il quale trascorre la sera e la giornata seguente a Cincinnati al fine di presenziare alla conferenza stampa del proprio libro che è diventato un best seller.
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"Anomalisa" è un film d'animazione, nel senso che non è interpretato da esseri umani attori, ma non può essere definito come un cartone animato vero e proprio. Le figure, a cui danno la voce svariati attori (nella versione inglese originale Jennifer Jason Leigh, David Thewlis, ecc...) sono disegnate al computer con una tecnica altamente raffinata da sembrare dei reali individui, sebbene dotati di maschere, e la riproduzione quanto mai realistica e dettagliata degli ambienti e di tutti i particolari in generale che compaiono sullo schermo, fanno apparire quest'opera come un vero e proprio film.
La storia ruota tutta intorno alla figura del personaggio principale che è un noto scrittore, il quale trascorre la sera e la giornata seguente a Cincinnati al fine di presenziare alla conferenza stampa del proprio libro che è diventato un best seller. Arrivato alla sera in albergo da Los Angeles egli, dimostra subito, di essere un uomo fortemente in crisi, e sono un malessere ed un'insoddisfazione interiori che egli prova già da molto tempo. Decide così di rivedere una sua ex fidanzata da cui però si era improvvisamente allontanato e da cui, dopo un brevissimo incontro, viene rifiutato. Nel frattempo conosce due giovani donne venute anch'esse in città per presenziare alla suddetta conferenza stampa e con una di loro, l'Anomalisa del titolo, ingenua ed un poco provinciale impiegata in una fabbrica di dolciumi, trascorre una notte d'amore. Per lui, ma anche per lei, la giovane donna potrebbe rivelarsi come uno spiraglio a cambiare la routine esistenziale e sentimentale della propria vita.....
Quello che si apprezza particolarmente in questa pellicola, oltre alla grafica perfetta e dettagliata delle immagini, è la vicenda in sè che, sebbene senza grossi avvenimenti ed exploit, racconta una storia vera all'insegna dei sentimenti umani che il regista Charlie Kaufman peraltro conosce molto bene. Egli infatti è il pluri premiato sceneggiatore del film "Se Mi Lasci Ti Cancello" di Michel Gondry, dove era narrata un'intensa ed originale storia sentimentale, ma in quest' occasione Kaufman si trasforma direttamente in regista di un film totalmente di animazione, affrontando sempre la materia delle relazioni amorose tra i suoi personaggi. Acuto osservatore e conoscitore delle debolezze e dei sentimenti umani, Kaufman riesce a descrivere perfettamente lo stato d'animo e le azioni e reazioni dei vari personaggi, presentandoli dotati di pregi e difetti nonchè di svariate incoerenze. E pertanto, ancora una volta riesce a creare un prodotto del tutto particolare ed interessante, sempre all'insegna di una velata malinconia frammista a sottile ironia, ma soprattutto vero ed atto ad di indurre lo spettatore alla riflessione. Quanto mai meritato il Gran Premio dell Giuria all'ultimo Festival del Cinema di Venezia che gli è stato insignito.
Altamente consigliabile.
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(di tom87)
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pablasono
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sabato 27 febbraio 2016
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?????
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non mi è piaciuto. mi è sembrato che l'obiettivo del film fosse l'assurdità a tutti i costi. si può non vedere
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mr.garfield
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giovedì 25 febbraio 2016
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film geniale
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[NO SPOILER]
Veramente un grande film diretto da Charlie Kaufman che già conosciamo per il premio oscar alla miglior sceneggiatura con "Eternal sunshine of the spotless mind", (uno dei miei film preferiti) tradotto malamente in italiano "se mi lasci ti cancello". Anomalisa è un film minimalista: non ci sono attori, ci sono solo personaggi animati e 3 doppiatori, questa cosa non è affatto casuale e durante il film si capisce che sta proprio in questo la genialità. Quello che mi ha trasmesso il film: la cosiddetta "anima gemella" è quella cosa che si diversifica dalle altre persone tutte uguali (che parlano addirittura con la stessa voce), infatti l'amore vero verso una persona, è quella cosa che la rende diversa da tutti gli altri, una sorta di anomalia.
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eugenio
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mercoledì 17 febbraio 2016
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kafka in stop motion
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Uno stop motion che fa il verso a Kafka e a autori esistenzialisti del calibro di Albert Camus.
Avevamo visto già Freud mischiato al fumetto con “Inside out” con risultati soddisfacenti e siamo a conoscenza del fatto che molti film di animazione siano divenuti quasi lo specchio più intimo e preciso del malessere e al tempo stesso della gioia di vivere della nostra società.
Charlie Kaufman, con il supporto di Duke Johnson, è il “burattinaio” che muove le file dell’ultimo film di animazione in uscita a fine febbraio, un film distopico dove l’uomo è vittima delle sue illusioni (tema tanto caro al primo Woody Allen Ombre e nebbia) senza possibilità di redenzione.
Anomalisa ecco il titolo, è incentrato sulla figura dello scrittore Stone, distaccato e incapace di intrattenere rapporti convenzionali con tutti.
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Uno stop motion che fa il verso a Kafka e a autori esistenzialisti del calibro di Albert Camus.
Avevamo visto già Freud mischiato al fumetto con “Inside out” con risultati soddisfacenti e siamo a conoscenza del fatto che molti film di animazione siano divenuti quasi lo specchio più intimo e preciso del malessere e al tempo stesso della gioia di vivere della nostra società.
Charlie Kaufman, con il supporto di Duke Johnson, è il “burattinaio” che muove le file dell’ultimo film di animazione in uscita a fine febbraio, un film distopico dove l’uomo è vittima delle sue illusioni (tema tanto caro al primo Woody Allen Ombre e nebbia) senza possibilità di redenzione.
Anomalisa ecco il titolo, è incentrato sulla figura dello scrittore Stone, distaccato e incapace di intrattenere rapporti convenzionali con tutti. Lo vediamo in viaggio verso una piovosa Cincinnati al fine di partecipare a un convegno sui servizi dedicati ai clienti e prendere alloggio in un grande quanto lussuoso albergo, il Fregoli, in cui sembra non percepire alcun interesse nei confronti di chicchessia.
Atarassico e indifferente, Stone cerca dopo vani tentativi di recitare il preconfezionato discorso, di riprendere una relazione con una sua “fiamma” abbandonata ben oltre dieci anni prima, chiaramente senza successo e poi per corteggiare Lisa, una sua “pretendente” che a differenza delle altre persone incontrate presenta delle peculiarità che lo colpiscono come la vistosa cicatrice vicino l’occhio destro e, soprattutto, la suadente voce.
Finisce a letto (il nudo integrale in stop-motion credo non abbia precedenti nella storia del cinema), come è noto, ma al risveglio, la normalità della quotidianità farà spronfondare “Anomalisa” nell’abisso di meschinità, quello che Stone vorrebbe evitare.
Questo non è un indifferente totale come Camus, non è un detached come in un famoso recente film, è un incapace per dirla in breve, un incapace emozionale che non sa quello che realmente vuole, che ha una fama nata da un libro motivazionale di successo che ha venduto milioni di copie, inceccepibile sul lavoro ma talmente alienato dal mondo che lo circonda da non essere capace di relazionarsi con esso e con chi lo popola.
Curioso notare come la scelta stilistica di Kaufman ricada, per sottolineare l’iterazione di volti sempre identici, sulla voce, qualità imprescindibile di ogni essere vivente e qui assunta appunto come metafora dell’esistenza asettica e conforme a ogni dettame precostituito. Come se la scelta comportamentale di Stone ricada nel suo riconosciuto desiderio di isolarsi dalla “novità” che irrompe, improvvisa nella voce squillante di Lisa tale da far breccia nello scrittore, turbandone lo stato psicologico nella possibilità di una nuova vita.
Precaria, inutile illudersi: malgrado il sussulto emotivo, l’“anomalia” di Lisa dalla voce magica, (da cui il soprannome AnomaLisa), non è altro che l’ennesimo prototipo di straniante normalità, quella stessa normalità che irrita e spaventa il protagonista perchè si sa, “le ragazze vogliono il meglio” come reciterà (in italiano americanizzato) Lisa sul letto durante la prima notte a Stone.
Una fiaba non a lieto fine, originale magari nello stile del racconto ma certamente non adatta a un pubblico giovane, grande limite di un film d’animazione che dovrebbe essere universale e parlare a tutti, indipendetemente dall’età e dai virtuosismi stilistici cui i cineasti evidentemente mirano.
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(di francesco2)
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peer gynt
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giovedì 10 settembre 2015
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fuggire dalla gabbia seguendo un'anomalia
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Film a suo modo spiazzante, che riesce ad essere brutto e originale allo stesso tempo. Genialità? Forse. Sicuramente grande originalità e grande voglia di sperimentare. Siamo di fronte ad un film a pupazzi animati (animazione a passo uno), e fin dall'inizio lo spettatore si chiede: perché tutti i personaggi tranne il protagonista hanno la stessa voce e la stessa inflessione? La risposta tecnica la trovate nei titoli di coda: perché tutti i personaggi, maschili e femminili, sono stati doppiati dalla stessa persona, l'attore e scrittore Tom Noonan. La risposta filmica sta allo spettatore: siamo di fronte alla storia di una solitudine depressiva, cioè di un uomo in crisi esistenziale che si vede circondato da un mondo omologato, fatto di gente scontatamente normale e senza più nulla di spontaneo? Oppure, come è stato fatto notare, dato che il protagonista alloggia all'Hotel Fregoli, siamo di fronte ad un uomo patologicamente malato (di fregolismo, appunto), che si vede perseguitato dal suo prossimo, incarnato da personaggi diversi che sono in definitiva sempre lo stesso personaggio? Poi il nostro protagonista incontra un'anomalia di nome Lisa (da qui il titolo), e la storia pare accendersi, e Lisa ha la voce dolce e tenera di una donna finalmente (è Jennifer Jason Leigh), e allora l'incontro di quest'uomo incolore con una sorta di goffa e tenera Bridget Jones lo accende di una passione calda e sincera: ma l'anomalia, che è per definizione un'eccezione, una deviazione dalla via normale e scontata, è in questo caso un'eccezione piacevole? Oppure è una deviazione che si trasforma in devianza? O è un parto della mente? Il film si lascia interpretare, non offre un percorso definito, e qui l'intelligenza di Kaufman riluce, ma nello stesso tempo non piace totalmente perché racconta una storia a suo modo noiosa, che si snoda lenta e realistica come la vita che vorrebbe fuggire (malgrado a viverla siano dei pupazzi di cui è ampiamente sottolineata la finzione) e che conosce anche qualche incidente di percorso (l'episodio del direttore d'albergo gay che vive negli interrati sembra un po' fuori tono, per quanto abbia i colori dell'incubo).
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Film a suo modo spiazzante, che riesce ad essere brutto e originale allo stesso tempo. Genialità? Forse. Sicuramente grande originalità e grande voglia di sperimentare. Siamo di fronte ad un film a pupazzi animati (animazione a passo uno), e fin dall'inizio lo spettatore si chiede: perché tutti i personaggi tranne il protagonista hanno la stessa voce e la stessa inflessione? La risposta tecnica la trovate nei titoli di coda: perché tutti i personaggi, maschili e femminili, sono stati doppiati dalla stessa persona, l'attore e scrittore Tom Noonan. La risposta filmica sta allo spettatore: siamo di fronte alla storia di una solitudine depressiva, cioè di un uomo in crisi esistenziale che si vede circondato da un mondo omologato, fatto di gente scontatamente normale e senza più nulla di spontaneo? Oppure, come è stato fatto notare, dato che il protagonista alloggia all'Hotel Fregoli, siamo di fronte ad un uomo patologicamente malato (di fregolismo, appunto), che si vede perseguitato dal suo prossimo, incarnato da personaggi diversi che sono in definitiva sempre lo stesso personaggio? Poi il nostro protagonista incontra un'anomalia di nome Lisa (da qui il titolo), e la storia pare accendersi, e Lisa ha la voce dolce e tenera di una donna finalmente (è Jennifer Jason Leigh), e allora l'incontro di quest'uomo incolore con una sorta di goffa e tenera Bridget Jones lo accende di una passione calda e sincera: ma l'anomalia, che è per definizione un'eccezione, una deviazione dalla via normale e scontata, è in questo caso un'eccezione piacevole? Oppure è una deviazione che si trasforma in devianza? O è un parto della mente? Il film si lascia interpretare, non offre un percorso definito, e qui l'intelligenza di Kaufman riluce, ma nello stesso tempo non piace totalmente perché racconta una storia a suo modo noiosa, che si snoda lenta e realistica come la vita che vorrebbe fuggire (malgrado a viverla siano dei pupazzi di cui è ampiamente sottolineata la finzione) e che conosce anche qualche incidente di percorso (l'episodio del direttore d'albergo gay che vive negli interrati sembra un po' fuori tono, per quanto abbia i colori dell'incubo). Film anomalo come la sua Lisa, incanta e infastidisce allo stesso tempo. Ma certo non passa inosservato.
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