pressa catozzo
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mercoledì 30 aprile 2014
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commenti di questo film
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Uno spettatore talmente attentoa fare il riassuntino ( merita il votino 6++++ ) che non si accorge che le sedie sono otto e non dodici. D'altrone siamo abituati a osannare e fare santi e beati i defunti.
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flyanto
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mercoledì 30 aprile 2014
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alla ricerca di 12 sedie singolari da salotto
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Film in cui si racconta di una coppia di giovani, all'inizio non legati sentimentalmente, che sono alla ricerca di un'ingente quantità di gioielli nascosta all'interno della fodera di una sedia da salotto. Le sedie sono tante e per di più sparse per tutto il Nord-Est d'Italia, dove si svolge interamente la vicenda, e pertanto la caccia al tesoro si presenta per loro ardua e lunga e non così certa del successo. Inoltre, ci sono altri strambi personaggi, come quello del prete, che ambiscono a questa ricchezza, ostacolando fortemente il lavoro della suddetta coppia.
Questa pellicola costituisce l'ultimo egregio lavoro di Carlo Mazzacurati prima della sua morte e si presenta immediatamente con le caratteristiche proprie di fare cinema di questo regista.
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Film in cui si racconta di una coppia di giovani, all'inizio non legati sentimentalmente, che sono alla ricerca di un'ingente quantità di gioielli nascosta all'interno della fodera di una sedia da salotto. Le sedie sono tante e per di più sparse per tutto il Nord-Est d'Italia, dove si svolge interamente la vicenda, e pertanto la caccia al tesoro si presenta per loro ardua e lunga e non così certa del successo. Inoltre, ci sono altri strambi personaggi, come quello del prete, che ambiscono a questa ricchezza, ostacolando fortemente il lavoro della suddetta coppia.
Questa pellicola costituisce l'ultimo egregio lavoro di Carlo Mazzacurati prima della sua morte e si presenta immediatamente con le caratteristiche proprie di fare cinema di questo regista. Anche in questa occasione, infatti, come in molte altre sue precedenti (vedi, per esempio, "La lingua del Santo"), Mazzacurati costruisce una storia semplice e sempre ambientata nell'area orientale del Nord Italia che piano piano però si arricchisce in originalità, umorismo e situazioni svariate e particolari al limite dell'assurdo. Ma proprio tutto ciò costituisce e rende grande il suo operato: all'insegna del surreale la vicenda si snoda via via consegnando al pubblico un prodotto di qualità, seppure in forma leggera dove però la naturalezza della narrazione fa apparire l'assurdo come un qualcosa di consueto ed addirittura realistico. Insomma, gli avvenimenti presentati, di per sè appunto un poco "strampalati", riescono ad apparire come naturali e comuni, e dunque credibili, grazie proprio alla levità ed all'equilibrio perfetto di cui sono corredati.
Il cast del film è popolato da più o meno tutti gli attori che solitamente Mazzacurati impiega nei suoi lavori: a parte i due principali, Valerio Mastrandrea e Isabella Ragonese, che sono alla loro prima collaborazione col regista e che rivestono molto egregiamente il proprio ruolo, gli altri, seppure solo come cammei e dunque con apparizioni di brevissima durata, sono Giuseppe Battiston, Silvio Orlando, Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Roberto Citran, ecc, personaggi, appunto, assai noti al pubblico del cinema e di una portata così elevata da costituirne una garanzia di certo successo.
Insomma, come ultima opera, Mazzacurati non poteva che lasciare al pubblico un migliore testamento.....
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pressa catozzo
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martedì 29 aprile 2014
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13 - 5 = 8 scarso
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Non amo i remake. Mastrandea non ha la forza di Gasman, ne tantomeno Isabella Ragonese il fascino della Sharon Tate. Battiston l'unica cosa che ricorda di Orson Wells è il sigaro che ostenta tra la bocca e le dita. Neanche le sedie sono belle. Film appena appena dignitoso, se ne poteva fare a meno. E come nelle riprese "CUT.... buona la prima", si perchè la seconda non è niente di che.
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catcarlo
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martedì 29 aprile 2014
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la sedia della felicità
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Il nuovo film di Carlo Mazzacurati - che è anche il suo testamento artistico, visto che il regista padovano se ne è andato, troppo presto, nel gennaio di quest'anno - è una commedia lieve e a tratti surreale che, pur partendo dal disagio sociale che caratterizza il Veneto (e non solo) di questi tempi, sa divertire assai grazie a una costruzione accurata e a una bella scelta di ritmo che non si nega il comico puro (dal cinghiale iniziale alla dipendente di Bruna per culminare in tutto lo svolgersi della scena nella baita). A proposito di baita, va detto subito che la storia richiede una netta sospensione dell'incredulità che va aumentando con il passare dei minuti (come credere, altrimenti, che ci si possa ritirare in eremitaggio in uno dei posti più frequentati delle Dolomiti e cioè il Catinaccio?): numerose sono le situazioni improbabili o non spiegate, ma l’esigenza si avverte in special modo in un’ultima parte che consente di sottolineare il tono fiabesco complessivo.
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Il nuovo film di Carlo Mazzacurati - che è anche il suo testamento artistico, visto che il regista padovano se ne è andato, troppo presto, nel gennaio di quest'anno - è una commedia lieve e a tratti surreale che, pur partendo dal disagio sociale che caratterizza il Veneto (e non solo) di questi tempi, sa divertire assai grazie a una costruzione accurata e a una bella scelta di ritmo che non si nega il comico puro (dal cinghiale iniziale alla dipendente di Bruna per culminare in tutto lo svolgersi della scena nella baita). A proposito di baita, va detto subito che la storia richiede una netta sospensione dell'incredulità che va aumentando con il passare dei minuti (come credere, altrimenti, che ci si possa ritirare in eremitaggio in uno dei posti più frequentati delle Dolomiti e cioè il Catinaccio?): numerose sono le situazioni improbabili o non spiegate, ma l’esigenza si avverte in special modo in un’ultima parte che consente di sottolineare il tono fiabesco complessivo. Malgrado l'incanto dei monti, grazie al quale viene data briglia sciolta alla fotografia di Luca Bigazzi, e il sorriso sulle labbra, il tratto conclusivo risulta però meno coeso della narrazione che l'ha preceduto, mettendo in mostra anche qualche passaggio un po' sbrigativo come la sparizione di Padre Weiner che era stato appena protagonista di uno spettacoloso inseguimento in apecar piazzato in piedi sul cassone a dar ordini al malcapitato guidatore. La vicenda prende il via in un microcosmo assai più banale. Nei loro negozi uno di fronte all'altro in un'anonima zona commerciale di Jesolo, è precaria l'esistenza di Dino, tatuatore casa e bottega visto che dorme nel retro, e Bruna, estetista perennemente in ritardo coi pagamenti, ricattata dal fornitore Volpato nonchè tradita dal fidanzato. A lei, Norma Pecche (una piccola parte da antipatica per Katia Ricciarelli), madre di un famoso bandito alla quale fa le unghie in carcere, confida in punto di morte di aver nascosto un tesoro in una delle otto sedie di casa. Il problema è che le sedie sono andate all'asta e quindi è necessario inseguirle per ogni dove, incrociando una varietà di piccole e mediocri figure di provincia con in più l’incomodo del prete di cui sopra, dato che pure lui ha per caso raccolto la rivelazione. Da un certo punto in poi alleati per forza, i tre proseguono la ricerca fino all’inatteso finale dolomitico: nel momento in cui uniscono gli sforzi, la sceneggiatura – firmata dal regista assieme a Doriana Leondeff e Marco Pettenello – segna un cambio di passo, visivamente è messo in risalto dal cambio di acconciatura di Bruna, che la allontana sempre più dalla verosimiglianza. In ogni caso, i personaggi sono seguiti sempre con affetto ed evitando le volgarità in cui sovente le commedie italiane finiscono per scivolare: con la parziale eccezione dell’episodio della virago – ma è notevole il modo in cui se ne libera Dino fingendosi dubbioso a riguardo di un proprio possibile outing – al massimo sono i personaggi e gli ambienti a essere volgari, con il peggio raggiunto dalla convention dei gelatai nella quale si esibisce il tristo e vanaglorioso mago di Raul Cremona. Molto in sintonia con il clima sembrano essere gli attori, fra i quali l’ormai onnipresente Battiston ben interpreta la doppiezza pretesca di Weiner mentre la coppia principale disegna due figure che sono in modo voluto un po’ fuori dal mondo: tanto è vero che Mastrandrea mantiene un leggero accento romanesco, come fosse stato catapultato a Jesolo dal caso, dando prova di bei tempi comici con accanto una Ragonese misurata come bellezza della porta accanto (nel senso anche letterale dell'espressione) che arriva a trasformarsi in una sorta di ‘madonna delle Dolomiti’ grazie allo spirito semplice di Giani. Attorno a loro, uno stuolo di amici e attori legati a Mazzacurati che hanno voluto esserci anche per pochi minuti, da un Albanese sdoppiato e dal consueto sottofondo amarognolo alla coppia di piazzisti di quadri composta da Silvio Orlando e Fabrizio Bentivoglio, dai mugugni del pescivendolo Roberto Citran al prepotente Volpato di Natalino Balasso, dalla svanita medium di Milena Vukotic all’indiano con gli occhi celesti di Marco Marzocca.
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r. simoni
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lunedì 28 aprile 2014
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la sedia non è quella di chi guarderà questo film
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E' il peggior film che abbia visto negli ultimi anni. Lento, noioso... si ride solo se prima si pensa a qualcosa di tristissimo... le scene finali poi con i contadini hanno una scenografia che sembra sia stata fatta da bambini delle elementari... era dai tempi del film di Alberto Tomba che non vedevo una porcheria di tale portata...
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(di fafia61)
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r. simoni
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lunedì 28 aprile 2014
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la sedia non è quella di chi guarderà questo film
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Non so quale film abbiano visto gli altri, ma io era da un paio d'anni che non vedevo una cosa di questo genere... Lentissimo, noioso... ho letto da parte di qualcuno "si ride parecchio", ma dove? Se non ci fosse stato Mastandrea me ne sarei andato all'istante... ma le scene finali poi? alle medie avevamo fatto un film fra ragazzi ed era uscita una cosa decisamente meglio delle scene con i due contadini... pazzesco che abbia 3 stelle...
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(di bizantino73)
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alex2044
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domenica 27 aprile 2014
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grazie mazzacurati ottimo narratore di storie
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Mazzacurati ci ha lasciati con un altra bella storia delle sue . Come sempre , tenerezza , simpatia , intelligenza, rispetto umano compaiono nel film senza dimenticare i momenti di comicità.
Gli attori protagonisti sono bravissimi . Quelli che compaiono in piccoli camei sembra che sorridano al loro regista. Un film da vedere e non solo per ricordare un bravissimo regista ma soprattuto per gustare fino in fondo un bel film .
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melvin ii
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domenica 27 aprile 2014
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una bella favola veneta..
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Il biglietto d’acquistare per “La sedia della felicità” è : 4)Ridotto
“La sedia della felicità” è un film del 2014 scritto e diretto da Carlo Mazzacurati, distribuito dalla 01 Distribution, con:Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Marco Marzocca, Milena Vukotic, Roberto Citran,Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese.
Da bambini almeno una volta abbiamo partecipato a una caccia al tesoro. Molti, probabilmente, avranno letto “L’isola del Tesoro” di Robert Louis Stevenson.
Tanti giocano alla lotteria e al gratta e vinci perché sognano di cambiare vita.
Il compianto Carlo Mazzacurati è partito da questa semplice idea per fare il suo ultimo film, regalando al pubblico una favola moderna ambienta nel variegato Veneto.
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Il biglietto d’acquistare per “La sedia della felicità” è : 4)Ridotto
“La sedia della felicità” è un film del 2014 scritto e diretto da Carlo Mazzacurati, distribuito dalla 01 Distribution, con:Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Marco Marzocca, Milena Vukotic, Roberto Citran,Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese.
Da bambini almeno una volta abbiamo partecipato a una caccia al tesoro. Molti, probabilmente, avranno letto “L’isola del Tesoro” di Robert Louis Stevenson.
Tanti giocano alla lotteria e al gratta e vinci perché sognano di cambiare vita.
Il compianto Carlo Mazzacurati è partito da questa semplice idea per fare il suo ultimo film, regalando al pubblico una favola moderna ambienta nel variegato Veneto.
Bruna (Ragonese) è una giovane estetista,sognatrice, ma sommersa dai debiti e sfortunata in amore.Durante una visita in carcere, raccoglie la confessione in punta di morte di Norma Pecche(Ricciarelli), madre di pericoloso criminale veneto, di un estimabile tesoro nascosto dentro una sedia. La rivelazione è ascoltata anche da Padre Weiner(Battiston), prete sui generis e amante dei videopoker.
Bruna decisa a cambiare la sua vita, decide di trovare “la fortunata” sedia e coinvolge in questa singolare caccia al tesoro il vicino di negozio, Bruno (Mastandrea) tatuatore , separato e anch’egli in eterna bolletta.
I due protagonisti scoprono l’’esistenza di otto sedie identiche e che sono state vendute anni prima a un asta.
Inizieranno cosi una spasmodica e comica ricerca tra i vari e stravaganti acquirenti, girando in lungo e largo il Veneto.
Dopo una iniziale diffidenza si unirà alla ricerca anche Padre Weiner, formando cosi un improbabile team.
Il punto di forza del film è sicuramente negli attori, tutti validi e convincenti.
La coppia Mastandrea-Ragonese piace , regalando allo spettatore momenti di ironica malinconia. Riescono a dare ai loro personaggi quel giusto tocco d umanità e simpatia facendoli amare al pubblico.
Battiston si conferma attore di talento con il suo personaggio dosando e mischiando con intelligenza grottesco e comico, senza mai eccedere.
Anche il resto del cast è all’altezza del compito.
I camei di Albanese, Citran, Orlando e Bentivoglio sono preziosi e donano al film maggiore spessore.
La sceneggiatura ben scritta e mai volgare anche se non molto originale, ci racconta il Veneto e i suoi abitanti con l’eleganza e umorismo.
I dialoghi ben costruiti nella loro semplicità riescono a coinvolgere lo spettatore in questa surreale caccia alla sedia.
Il film ha un discreto ritmo ed è abbastanza vivace-
L’ultima regia di Mazzacurati è sicuramente una delicata pennellata d’autore su come vede il discusso Nord e soprattutto gli usi e costumi dei suoi abitanti.
Come ogni favola, il finale è ovviamente a lieto fine per i nostri protagonisti, ma anche se scontato convince lo spettatore.
“La sedia della felicità” regala più di un sorriso allo spettatore, non sarà la felicità assoluta, ma è un buon punto di partenza.
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tavololaici
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domenica 27 aprile 2014
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della tenerezza. l'addio di carlo mazzacurati
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Della tenerezza. L’addio di Carlo Mazzacurati
Se la tenerezza potesse essere, potesse inverarsi, in un film, questo di Carlo Mazzacurati, “La sedia della Felicità”, il suo addio in poesia, leggerezza, sorriso e luce , sarebbe uno dei luoghi suoi.
La trama è quella dell’incontro di due ragazzi che si dibattono tra crisi e precarietà e debiti, e che per un attimo intravedono la strada fortunosa di una – un po’ rocambolesca e romanzata- via d’uscita.
Mazzacurati usa un tratto sognante, sorridente e leggerissimo. E persino le piu’ carogne, in questo ritratto ironico dell’attuale nord-est (tra Padova,Venezia, i Colli Euganei,Villa Selvatico…), suscitano una simpatia irresistibile.
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Della tenerezza. L’addio di Carlo Mazzacurati
Se la tenerezza potesse essere, potesse inverarsi, in un film, questo di Carlo Mazzacurati, “La sedia della Felicità”, il suo addio in poesia, leggerezza, sorriso e luce , sarebbe uno dei luoghi suoi.
La trama è quella dell’incontro di due ragazzi che si dibattono tra crisi e precarietà e debiti, e che per un attimo intravedono la strada fortunosa di una – un po’ rocambolesca e romanzata- via d’uscita.
Mazzacurati usa un tratto sognante, sorridente e leggerissimo. E persino le piu’ carogne, in questo ritratto ironico dell’attuale nord-est (tra Padova,Venezia, i Colli Euganei,Villa Selvatico…), suscitano una simpatia irresistibile.
Gli attori si divertono, Valerio Mastrandrea cosi’ bene e a suo perfetto agio non lo avevo mai visto, Battiston luciferino e felicemente sopra le righe è semplicemente sontuoso, Balasso palesemente si diverte, Citran è Citran, il cameo di Orlando e Fabrizio Bentivoglio davanti al quadro de “La-vaca-che-pianze” me lo ricordero’ ridendo per anni….e cosi’ via.
Mi ripeto: Mazzacurati ci lascia con un piccolo ironico quadro permeato di una infinita tenerezza.
A chi la tenerezza, nella lettura del mondo e delle cose, piace.
Ciao regista!
Gianni Buganza 27 aprile 2014
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pisiran
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sabato 26 aprile 2014
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il buon cinema italiano
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Ebbene sì, questo è un buon film che va ad aggiungersi al buon cinema Italiano. Carlo Mazzacurati ha voluto lasciarci con il sorriso e ha saputo farlo bene. Il film ambientato nella provincia veneta si estrapola con leggerezza e senza volgarità e coinvolge lo spettatore regalandogli quei sorrisi che spesso mancano nelle sale. Gli attori sono adeguati e Valerio Mastandrea emerge in modo netto, brava anche la protagonista Isabella Ragonese sobria ed efficace. Il regista poi, ha voluto dare una parte ai molti attori da Lui stimati quasi a voler dare un addio, che nella realtà si è poi verificato. Oltre quindi alla brava Katia Ricciarelli e Giuseppe Battiston abbiamo visto Silvio Orlando, Fabrizio Bentivoglio, Raul Cremona, Antonio Albanese, Milena Vukotic, Natalino Balasso e altri che fanno di questo film un degno esempio di "commedia all'italiana" leggera, frizzante e adeguata ai tempi moderni.
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Ebbene sì, questo è un buon film che va ad aggiungersi al buon cinema Italiano. Carlo Mazzacurati ha voluto lasciarci con il sorriso e ha saputo farlo bene. Il film ambientato nella provincia veneta si estrapola con leggerezza e senza volgarità e coinvolge lo spettatore regalandogli quei sorrisi che spesso mancano nelle sale. Gli attori sono adeguati e Valerio Mastandrea emerge in modo netto, brava anche la protagonista Isabella Ragonese sobria ed efficace. Il regista poi, ha voluto dare una parte ai molti attori da Lui stimati quasi a voler dare un addio, che nella realtà si è poi verificato. Oltre quindi alla brava Katia Ricciarelli e Giuseppe Battiston abbiamo visto Silvio Orlando, Fabrizio Bentivoglio, Raul Cremona, Antonio Albanese, Milena Vukotic, Natalino Balasso e altri che fanno di questo film un degno esempio di "commedia all'italiana" leggera, frizzante e adeguata ai tempi moderni. Dispiace aver perso un protagonista della nostra cinematografia così prematuramente,perche avrebbe dato il meglio di sè proprio ora. Grazie comunque per quanto è stato fatto. Il film lo consiglio a tutti quanti vogliono sorridere un pò e non solo.
Pisiran-Vr
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[+] trama gia uisata?
(di gipiero)
[ - ] trama gia uisata?
[+] meno male esiste la memoria
(di zopiro)
[ - ] meno male esiste la memoria
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