flyanto
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mercoledì 14 maggio 2014
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una travolgente storia d'amore destinata ad una fi
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Film che racconta la storia d'amore tra una tatuatrice ed un musicista di benjo e l'evoluzione che questa storia ha dopo varie vicissitudini quali la nascita della loro bambina e la malattia che la colpisce conducendola ad una morte prematura.
Questa pellicola, altamente drammatica per la materia e le situazioni presentate, viene dal regista fiammingo Felix Van Groeningen ben rappresentata in quanto in maniera lineare, lucida, obiettiva e senza eccessivi ed inutili sentimentalismi egli ha saputo gestire una storia di coppia che avrebbe potuto invece sfociare nella banalità più assoluta. Dall'inizio dell'unione della coppia, e cioè dall'incontro tra i due protagonisti, la cinepresa li segue passo dopo passo nella crescita dei loro sentimenti assoluti e totalizzanti e delle loro responsabilità, lungo la lotta comune ed ancora unanime per la mancata guarigione della figlia e della conseguente sua morte, sino all'inesorabile e rapida fine del proprio amore o, più giustamente, rapporto a causa della diversità delle proprie reazioni a tutti gli accadimenti.
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Film che racconta la storia d'amore tra una tatuatrice ed un musicista di benjo e l'evoluzione che questa storia ha dopo varie vicissitudini quali la nascita della loro bambina e la malattia che la colpisce conducendola ad una morte prematura.
Questa pellicola, altamente drammatica per la materia e le situazioni presentate, viene dal regista fiammingo Felix Van Groeningen ben rappresentata in quanto in maniera lineare, lucida, obiettiva e senza eccessivi ed inutili sentimentalismi egli ha saputo gestire una storia di coppia che avrebbe potuto invece sfociare nella banalità più assoluta. Dall'inizio dell'unione della coppia, e cioè dall'incontro tra i due protagonisti, la cinepresa li segue passo dopo passo nella crescita dei loro sentimenti assoluti e totalizzanti e delle loro responsabilità, lungo la lotta comune ed ancora unanime per la mancata guarigione della figlia e della conseguente sua morte, sino all'inesorabile e rapida fine del proprio amore o, più giustamente, rapporto a causa della diversità delle proprie reazioni a tutti gli accadimenti. Una drammaticità, per non dire un dolore immenso, che sale man mano che la vicenda si dipana e purtroppo in maniera quanto mai realistica sino a finire in una tragedia, ormai inevitabile. Van Groeningen ha saputo addentrarsi a fondo nei sentimenti, nelle situazioni e nelle diverse e contrarie reazioni dei due protagonisti con una psicologia ed una sensibilità fuori del comune e proprio in tutto ciò risiede il pregio di questo film toccante ma anche molto crudo ed inesorabile. Del resto, la forte drammaticità della filmografia belga rimanda immediatamente al ricordo del duro cinema dei fratelli Dardenne.....
I protagonisti, da noi sinora poco conosciuti ma fortunatamente famosi nel loro paese, offrono due ritratti di persone del tutto convincenti e soprattutto vere: la giovane donna, magnificamente interpretata da Veerle Baetens, risulta quasi superiore nella sua performance a Johan Heldnebegh che ne interpreta il marito. Il suo volto che nel corso della vicenda da spensierato e sorridente, nonchè solare, si trasforma in un viso duro, dallo sguardo tagliente e dall'espressione disperata di dolore, risulta quanto mai espressivo e difficile da dimenticarsi, nonchè prova di un'ottima recitazione.
Insomma, un vero gioiello di film che ha meritato ampiamente la candidatura all'Oscar divenendo giustamente il più temibile avversario della vincitrice pellicola "La Grande Bellezza". Da non perdere assolutamente, ma per un pubblico di nicchia data la forte drammaticità.
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veronica c
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lunedì 1 settembre 2014
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dramma in bluegrass
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“Sono un povero viandante straniero
mentre viaggio attraverso questo mondo di guai
eppure non c’è sofferenza, fatica o pericolo
in quel mondo splendente a cui sono diretto”
Recita così “Wayfaring stranger”, uno dei brani portanti nella colonna sonora di “Alabama Monroe – Una storia d’amore”. Si esprime simbolicamente, in pochi versi, la voce testamentaria della piccola Maybelle, anima innocente eppure afflitta dal dolore della vita terrena, che ha scelto per lei un destino di malattia e morte.
Dalle fiandre, più precisamente da Gand, arriva il nuovo lavoro del regista fiammingo Felix van Groeningen, coronato da numerosi premi cinematografici sia in Europa, dove conquista un European film award grazie all’interpretazione dell’attrice protagonista Veerle Beatens, sia oltreoceano, dove conquista il riconoscimento alla miglior sceneggiatura e attrice al Tribeca Film Festival e ottiene una nomination ai Premi Oscar in qualità di film straniero.
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“Sono un povero viandante straniero
mentre viaggio attraverso questo mondo di guai
eppure non c’è sofferenza, fatica o pericolo
in quel mondo splendente a cui sono diretto”
Recita così “Wayfaring stranger”, uno dei brani portanti nella colonna sonora di “Alabama Monroe – Una storia d’amore”. Si esprime simbolicamente, in pochi versi, la voce testamentaria della piccola Maybelle, anima innocente eppure afflitta dal dolore della vita terrena, che ha scelto per lei un destino di malattia e morte.
Dalle fiandre, più precisamente da Gand, arriva il nuovo lavoro del regista fiammingo Felix van Groeningen, coronato da numerosi premi cinematografici sia in Europa, dove conquista un European film award grazie all’interpretazione dell’attrice protagonista Veerle Beatens, sia oltreoceano, dove conquista il riconoscimento alla miglior sceneggiatura e attrice al Tribeca Film Festival e ottiene una nomination ai Premi Oscar in qualità di film straniero.
Se è vero che un film pluripremiato non è necessariamente sinonimo di buon film, in questo caso le due connotazioni coincidono. E’ un piccolo capolavoro drammatico che viaggia sulle note del bluegrass, un ode alla vita, nonostante la tragicità della morte.
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maria antonietta tomassetti
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domenica 22 febbraio 2015
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l'amore non basta
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Film molto intenso, ben strutturato e non banale per le tematiche affrontate. Eccellente l'interpretazione degli attori protagonisti nell'esprimere la vasta gamma di emozioni che si agitano nell'animo umano: gioia,dolore, rabbia, disperazione. Due diverse modalità di vivere e di affrontare il grande dolore per la perdita della propria figlia nel tentativo di giungere ad una sua elaborazione, due diverse personalità a confronto, una più forte e strutturata, quella di lui, ed una più fragile, quella di lei, destinata a soccombere nonostante l'amore che li lega. Molto toccante la scena finale in cui viene inquadrato il suo nuovo e ultimo tatuaggio ossia la scritta Alabama Monroe accompagnata da due cuori trafitti da una freccia: "Ti amo ma non riesco a vivere con questo dolore".
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Film molto intenso, ben strutturato e non banale per le tematiche affrontate. Eccellente l'interpretazione degli attori protagonisti nell'esprimere la vasta gamma di emozioni che si agitano nell'animo umano: gioia,dolore, rabbia, disperazione. Due diverse modalità di vivere e di affrontare il grande dolore per la perdita della propria figlia nel tentativo di giungere ad una sua elaborazione, due diverse personalità a confronto, una più forte e strutturata, quella di lui, ed una più fragile, quella di lei, destinata a soccombere nonostante l'amore che li lega. Molto toccante la scena finale in cui viene inquadrato il suo nuovo e ultimo tatuaggio ossia la scritta Alabama Monroe accompagnata da due cuori trafitti da una freccia: "Ti amo ma non riesco a vivere con questo dolore".
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firewalkwithme
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lunedì 19 maggio 2014
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l'amore,terreno del combattimento tra vita e morte
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L'argomento di un film come Alabama Monroe è solo epidermicamente una storia d'amore. Le dinamiche affettive e relazionali vissute da Elise e Didier sono una (bellissima) facciata,un'affascinante scorza che assume di sè il delicatissimo compito di descrivere una delle possibili articolazioni del dolore,e non di un dolore umano qualsiasi,ma di quello probabilmente più intenso e lacerante,provocato dalla perdita di un figlio. Siamo davvero in grado di tracciare un margine deciso e marcato tra un lutto normale e un lutto patologico di fronte ad un evento del genere? Probabilmente no. Ma Alabama Monroe tematizza una vasta gamma di reazioni generalmente messe in atto,talvolta inconsciamente,come strategie difensive:l'attribuzione della colpa,il rifiuto della dipartita e la conseguente credenza in una sorta di metempsicosi,il cambiamento del proprio nome come epifenomeno di una rinascita.
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L'argomento di un film come Alabama Monroe è solo epidermicamente una storia d'amore. Le dinamiche affettive e relazionali vissute da Elise e Didier sono una (bellissima) facciata,un'affascinante scorza che assume di sè il delicatissimo compito di descrivere una delle possibili articolazioni del dolore,e non di un dolore umano qualsiasi,ma di quello probabilmente più intenso e lacerante,provocato dalla perdita di un figlio. Siamo davvero in grado di tracciare un margine deciso e marcato tra un lutto normale e un lutto patologico di fronte ad un evento del genere? Probabilmente no. Ma Alabama Monroe tematizza una vasta gamma di reazioni generalmente messe in atto,talvolta inconsciamente,come strategie difensive:l'attribuzione della colpa,il rifiuto della dipartita e la conseguente credenza in una sorta di metempsicosi,il cambiamento del proprio nome come epifenomeno di una rinascita.
Il film procede con un'ingegnosa struttura ad incastro tra piani temporali diversi (tre come minimo),e si piega ad una delle tattiche registiche a mio parere più dolorosamente efficaci da adottare,la stessa che Iñárritu utilizzò per 21 Grammi:quella di porre lo spettatore in un'indesiderata e costrittiva posizione d'onniscenza premonitrice,contribuendo a gettare un'ombra di infrangimento e di morte anche su momenti ed attimi genuini,spensierati e felici,ed esperibili come tali se solo li si potesse sganciare dal loro inevitabile sbocco. Ma lo spettatore non può revocare la sua consapevolezza. E la vive come una condanna.
Elise e Didier sono giovani,bellissimi nelle e per le loro imperfezioni. Elise è una tatuatrice,profondamente convinta la vita sia cosparsa di avvenimenti degni di essere scritti sulla propria pelle,a partire dai nomi dei propri fidanzati. Didier è un appassionato di musica bluegrass (prefigurazione del più noto genere country),affascinato dall'America e dalle millemila opportunità che pare essere in grado di offrire a chiunque calpesti il suo suolo. Didiera non pensa la vita sia disseminata di eventi così fondamentali da dover essere impressi sul proprio corpo.
Le differenze ideologiche e di temperamento dei due individui non tardano a ripresentarsi nel contesto genitoriale oltre che in quello di coppia:Didier non è in grado di trasmettere ad un essere fragile e minore quelle rappresentazioni di cui avrebbe un disperato bisogno,per quanto risibili possano suonare all'orecchio di una personalità realista,e Elise,creatura profondamente passionale e travolgente,si ritroverà (come spesso accade) ad essere a sua volta travolta da un lutto inelaborabile,e a tentare di scongiurarne il potenziale distruttivo con l'arma dell'irrazionalità.
La tendenza all'idealizzazione dei periodi radiosi è piuttosto accentuata,quanto quella alla drammatizzazione e demonizzazione dei vissuti già ontologicamente tristi e penosi:così la pellicola passa un po' troppo bruscamente da una spensieratezza e da una radiosità decisamente sopra le righe,ad un'esistenza del tutto vacua e svuotata di senso che segue la morte di Maybelle,scandita da crisi di pianto,liti aggressive e silenzi prolungati,manifestazioni che normalmente sono intercalate da conversazioni più razionali e svincolate da correnti emotive invasive.
Probabilmente l'atto di cambiare nome e di cambiarlo anche a Didier (caratteri che oramai aveva provveduto a lavare dalla propria pelle) era per Elise ben più di un capriccio puerile e teatralizzato:significava invertire incontrovertibilmente la rotta,lasciarsi tutto alle spalle,per ricominciare,insieme. Stavolta come Alabama e Monroe. Ma non è così che si integrano gli avvenimenti attannaglianti e luttuosi:vanno attraversati insieme,elaborati,interiorizzati,così da rendere sopportabile il dolore,e anzi da convertirlo in un rafforzatore di personalità,che rende più forti e aitanti.
E così l'edificio solo apparentemente saldo innalzato da Elise,diviene leggero e svenente come una piuma non appena Didier gli scaglia contro tutta la sua (oltremodo ingenua e infantile,ma tutto sommato in linea con il personaggio) rabbia blasfema e apolitica,e dopo un ultimo,verbalmente violentissimo litigio,il film arriva all'apice,alla sua drammatizzazione più estrema:dopo aver colmato,come sapremo dall'ultimissima inquadratura, con "Alabama Monroe" lo spazio epidermico lasciato vuoto dalla precedente cancellazione,Elise/Alabama butta giù con un alcolico un'ingente quantità di pillole.
Quando si tratta di cinema,sono sempre profondamente ostile a elucubrazioni spicciole su possibili alternative nella narrazione e simili,anche perchè un film non può certo fare l'impossibile,vale a dire rappresentare le molteplici,infinite probabilità che possono diramarsi da un episodio,e che sono attinenti all'esistenza tutta. Semplicemente in questo caso mi son trovata a confrontare le mie aspettative da spettatrice alla presa di coscienza dell'effettiva configurazione della pellicola,e mi ero raffigurata un plot e una conclusione in particolar mondo significativamente diversi,che per lo più forse avrebbero ripercorso il sentiero tracciato da opere come La Stanza Del Figlio di Nanni Moretti e Blue Valentine di Derek Cianfrance,aprendo quindi ad aspettative piuttosto che a speranze,ma lasciando comunque in sospeso,mostrando le dinamiche del rapporto post trauma luttuoso in termini di cambiamento e stratificazione piuttosto che di annientamento e distruzione.
Rimane ad ogni modo una pellicola molto bella,con un montaggio in stato di grazia (momento forse più alto:il ruggito di Maybelle che diventa il rombo di un furgone),con due attori molto bravi anche nel delineare i tratti talvotla un po' bidimensionali e semplicistici dei loro personaggi. Sicuramente un lavoro più sincero e meno annacquato dall'autocompiacimento registico de La Grande Bellezza,ma che forse l'America non poteva comprendere nel profondo.
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mattiabertaina
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venerdì 23 maggio 2014
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storia di epidermidi ed indagine profonda
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“C’è sempre qualcosa che vale la pena mettere sul proprio corpo”. Elise è una tatuatrice che sfoggia orgogliosa una seconda epidermide, fatta di disegni, di nomi, di significati e significanti palesi o nascosti. Anche Didier ha una seconda epidermide che si chiama bluegrass, il country nella sua versione più pura, il mito americano rurale che lo porta a suonare con una piccola band nei locali di un Belgio contemporaneo.
Nasce così il nuovo lavoro del fiammingo Felix Van Groeningen, che porta sullo schermo una storia che trasuda drammaticità, amarezza e grande autenticità. Le vicende di Elise, interpretata da una notevole Veerle Baetens (vincitrice dell’European Film Award come miglior interpretazione femminile) e di Didier, che ha il volto di Johan Heldenbergh, due outsiders calati in una realtà piatta ed uniformata, che si innamorano e che fanno delle loro differenze un punto di forza del loro rapporto.
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“C’è sempre qualcosa che vale la pena mettere sul proprio corpo”. Elise è una tatuatrice che sfoggia orgogliosa una seconda epidermide, fatta di disegni, di nomi, di significati e significanti palesi o nascosti. Anche Didier ha una seconda epidermide che si chiama bluegrass, il country nella sua versione più pura, il mito americano rurale che lo porta a suonare con una piccola band nei locali di un Belgio contemporaneo.
Nasce così il nuovo lavoro del fiammingo Felix Van Groeningen, che porta sullo schermo una storia che trasuda drammaticità, amarezza e grande autenticità. Le vicende di Elise, interpretata da una notevole Veerle Baetens (vincitrice dell’European Film Award come miglior interpretazione femminile) e di Didier, che ha il volto di Johan Heldenbergh, due outsiders calati in una realtà piatta ed uniformata, che si innamorano e che fanno delle loro differenze un punto di forza del loro rapporto. Rapporto che si sublima con la nascita della piccola Maybelle, bambina dolce quanto sfortunata. Elise e Didier vivono in modo totalizzante i loro sentimenti, nel bene e nel male; Elise e Didier sono fortemente complementari, Elise adusa alla poesia ed alla trascendenza, Didier uomo convintamente ateo e di grande raziocinio, diversità che corroborano un cerchio della felicità che però dovrà scontrarsi con la lacerante realtà del cancro e delle conseguenze ad esso connesse.
Musica country, tatuaggi, dinamiche famigliari, dibattiti teologici, malattia, “Alabama Monroe” rappresenta un melodramma dall’altissimo contenuto drammatico, di grande intensità e mai molesto od adulatore. Il ritmo della narrazione non è lineare ma è ininterrottamente inframmezzato da continui flashback che ogni volta sono occasione per decostruire, destrutturare ed analizzare i protagonisti delle vicende. Le musiche, di grande energia vitale, rappresentano una metafora della vita vista attraverso la lente della passione, del dolore, della complicità. I due attori, Veerle e Johan, in grande spolvero, conferiscono credibilità e profondità ai personaggi, calandoci in una realtà tragica quanto veritiera.
Alabama Monroe, titolo originale “Broken circle breakdown”, ha rappresentato un agguerrito concorrente agli Oscar per l’italico “La grande bellezza”, collezionando diversi premi (ad esempio il Premio Cesar, gli Oscar francesi). Film capace di creare un forte coinvolgimento emotivo, Alabama Monroe è una pellicola da vedere assolutamente rappresentando inoltre un combinazione riuscitissima di cultura folk americana e microcosmo narrativo tipicamente nord-europeo.
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susyf
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lunedì 28 marzo 2016
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alabama monroe assolutamente imperdibile
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Una storia d'amore intensa, passionale ma che finisce in seguito ad un tragico evento come può essere la morte di un figlio. E' ciò che viene raccontato in molti film europei, americani ma non solo. Alabama Monroe però è molto di più. Al centro della vicenda ambientata in Belgio ci sono Elise tatuatrice e amante della musica e Dider un amante della cultura americana e cantante Bluegrass. Si conoscono, si innamorano e vivono un'intensissima storia d' amore che viene unita ancora di più dalla passione di entrambi per la musica. Elise rimane incinta e sebbene inizialmente Dider non ne sia entusiasta ben presto si adopera per costruire una famiglia insieme ad Elise. La loro esistenza procede in maniera serena e felice fino a quando la loro figlia Maybelle si ammalerà di tumore e morirà.
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Una storia d'amore intensa, passionale ma che finisce in seguito ad un tragico evento come può essere la morte di un figlio. E' ciò che viene raccontato in molti film europei, americani ma non solo. Alabama Monroe però è molto di più. Al centro della vicenda ambientata in Belgio ci sono Elise tatuatrice e amante della musica e Dider un amante della cultura americana e cantante Bluegrass. Si conoscono, si innamorano e vivono un'intensissima storia d' amore che viene unita ancora di più dalla passione di entrambi per la musica. Elise rimane incinta e sebbene inizialmente Dider non ne sia entusiasta ben presto si adopera per costruire una famiglia insieme ad Elise. La loro esistenza procede in maniera serena e felice fino a quando la loro figlia Maybelle si ammalerà di tumore e morirà. Dopo questo tragico evento incominciano ad emergere tutte le loro incomprensioni, vicende accadute ma volute dimenticare per il benestare comune ma emergerà soprattutto una grande differenza di pensiero e mentalità tra i due che nemmeno un amore profondo come il loro potrà colmare. Al centro del fil c'è sicuramente anche la ricerca sulle staminali cura che avrebbe potuto guarire Maybelle ma che a causa di molti ostacoli etici e morali non è ancora arrivata alla piena realizzazione. Dider sottolinea più volte il suo disprezzo verso il credo religioso che sta alla base delle motivazioni contro le cure con le cellule staminali ma facendo ciò si comporta esattamente come gli stessi fanatici religiosi che non tollerano un pensiero diverso. Sua moglie per andare avanti in seguito alla morte della figlia vuole credere nella reincarnazione ma Dider non riusce proprio a comprendere ed ad accettare il fatto che si possa credere in qualcosa di ultraterreno nè riesce a rispettare questa sua scelta. Questo fondamentalmente sarà alla base della loro devastante rottura. L'apertura mentale di Dider arriverà solo quando la moglie morirà suicida e comprenderà la profonda necessità e il bisogno di credere in un qualcosa che vada al di là della pura materialità. E' un film profondo, toccante sia per i temi affrontati che per lo stile profondamente europeo ma contaminato dalla cultura folk americana e dal cinema indie americano.La bravura degli attori e la loro complicità riesce a dare al film quella giusta potenza per entrare nei personaggi, nelle loro vite senza mai retorica nè scadendo nel patetico. Le tematiche affrontate sono forti ed importanti soprattutto per una società come la nostra in cui se credi in qualcosa di diverso sei sbagliato e vieni deriso nonostante si voglia sempre e comunque sottolineare che viviamo in una società dal pensiero aperto. Fa riflettere e commuove. Da vedere assolutamente.
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la dora
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mercoledì 28 maggio 2014
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troppa carne al fuoco
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Bellissimi ed indovinatissimi i due interpreti. Entusiasmanti le canzoni ed abbastanza coinvolgenti le parti in cui i due protagonisti si abbandonano al loro travolgente amore.
Trovo i personaggi e le battute (Vaffanculo, amore!) meno convincenti nella fase del dolore e della disperazione.
Gli spunti bioetici-politici sono troppi e troppo assoluti, tanto da risultare confusi e surrettizi: Bush, l'11 settembre, le staminali, l'eutanasia (se una persona viene dichiarata morta clinicamente, perché un'iniezione?).
Interessante la contrapposizione tra la speranza fiduciosa nell'aldilà di lei, e della musica che i due adorano e cantano insieme al gruppo di amici più cari, ed il freddo (ma solo in superficie) ed inattaccabile (ma solo all' apparenza) materialismo di Didier.
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Bellissimi ed indovinatissimi i due interpreti. Entusiasmanti le canzoni ed abbastanza coinvolgenti le parti in cui i due protagonisti si abbandonano al loro travolgente amore.
Trovo i personaggi e le battute (Vaffanculo, amore!) meno convincenti nella fase del dolore e della disperazione.
Gli spunti bioetici-politici sono troppi e troppo assoluti, tanto da risultare confusi e surrettizi: Bush, l'11 settembre, le staminali, l'eutanasia (se una persona viene dichiarata morta clinicamente, perché un'iniezione?).
Interessante la contrapposizione tra la speranza fiduciosa nell'aldilà di lei, e della musica che i due adorano e cantano insieme al gruppo di amici più cari, ed il freddo (ma solo in superficie) ed inattaccabile (ma solo all' apparenza) materialismo di Didier.
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crabiele
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giovedì 29 maggio 2014
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la vita non ti lascia tregua.
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Due anime ribelli, libere, belle, il loro incontro, la loro unione, la passione sfrenata, la musica, i tatuaggi, il senso di onnipotenza nello stare assieme, la bellezza della vita, una figlia bella come il sole, la malattia, la disgrazia della vita, la depressione, l'alcol, il senso di impotenza, la rabbia, la debolezza.
Ecco, prendete tutti questi elementi e mischiateli, avrete così ALABAMA MONROE.
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Due anime ribelli, libere, belle, il loro incontro, la loro unione, la passione sfrenata, la musica, i tatuaggi, il senso di onnipotenza nello stare assieme, la bellezza della vita, una figlia bella come il sole, la malattia, la disgrazia della vita, la depressione, l'alcol, il senso di impotenza, la rabbia, la debolezza.
Ecco, prendete tutti questi elementi e mischiateli, avrete così ALABAMA MONROE.
Non avevo letto nulla a riguardo, né visto il trailer o altri filmati. Sapevo che quasi tutti avevano dato dei pareri molto positivi. Un film belga, sì. Un film molto americano, sì.
Una storia super drammatica, narrata utilizzando una regia pazzesca e un montaggio che frammenta gli eventi, gli scambia, gli incastra, conferendo alle immagini e alla storia una potenza incredibile, avendo anche il merito di non annoiare mai e non scadere mai nel banale. La pellicola, infatti, affronta tantissimi temi importanti. Al centro c'è l'amore incredibile fra due persone, che dopo il loro incontro vivono una passione sfrenata in cui sono liberi e beati; l'arrivo inaspettato di una figlia stupenda, ma soprattutto l'improvvisa malattia che si abbatte contro di lei. E a subire di più le conseguenze del cancro, sono soprattutto i genitori, la cui vita cambia radicalmente. Sprofondano in un baratro, dal quale è difficilissimo uscire. Niente è più come prima. La vita è una puttana, non ti regala niente.. e quando lo fa trova sempre il modo di riprenderselo..
Uno dei migliori film del 2014. Qualcosa di straordinario, di una potenza stilistica e narrativa incredibile. Andrebbe visto anche solo per il montaggio, la fotografia, le musiche e per i due attori protagonisti, ovvero Johan Heldenbergh e Veerle Baetens. Dire bravissimi è un eufemismo. Straordinari direi! Unica nota dolente l'orribile e scandaloso doppiaggio italiano che rovina così la magnifica prova della protagonista.
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antonietta dambrosio
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sabato 1 novembre 2014
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il bluegrass struggente
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Un vuoto raggiunge le pareti dell'animo dello spettatore e sulla scia delle
note disperate del bluegrass, ci si perde in una dimensione che possa
elevare da tanto dolore, e chiamando in aiuto le parole si prova un senso di
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Un vuoto raggiunge le pareti dell'animo dello spettatore e sulla scia delle
note disperate del bluegrass, ci si perde in una dimensione che possa
elevare da tanto dolore, e chiamando in aiuto le parole si prova un senso di
abbandono perché nessuna potrebbe dar forma a tale dolore e all'amore
narrato, tutte ne profanerebbero l'entità. Siamo trascinati sin dalla prima
scena nella disperazione di una madre e di un padre di fronte alla crudeltà
della malattia che sta portando via piano la loro bambina di sei anni. È
Maybelle che lotta contro il cancro nel letto di un ospedale ed Elise
(Veerle Baetens) e Didier (Johan Heldenbergh) sono di fianco, alternando
momenti in cui si lasciano sopraffare dalla rabbia, a momenti di amore puro
che riesce a liberarli per regalare sorrisi e gioia a Maybelle nei suoi
ultimi giorni di vita. Felix van Groeningen alimenta la sua pellicola
strutturandola attraverso salti nel tempo, come fossero puri richiami della
memoria, e dal percorso della malattia di Maybelle ci si trova a vivere
l'emozione dell'amore che nasce tra Didier ed Elise. Siamo nei primi anni
del duemila in una città del Belgio dove Elise è una tatuatrice di
professione e per passione tanto da disegnare ogni emozione sulla sua pelle,
Didier è un suonatore di banjo che rincorre da sempre il sogno americano,
amando il bluegrass che definisce il lato più puro del country, un genere di
musica che nasce dal suo mito Bill Monroe, di cui è interprete, e che
diventa il ritmo della loro vita. Ed è il bluegrass che intreccia le loro
semplici anime ed ogni performance è il suono limpido del loro amore, che fa
vibrare anche le corde dell'anima di chi guarda ed ascolta, gli sguardi e lo
scambio di sorrisi scolpiscono nell'eternità la loro unione. Un'unione in
cui Elise continua a credere anche dopo la morte di Maybelle, nonostante il
dolore dal suono stridente e metallico la conduca in una dimensione
spirituale in cui rifiuta la sua identità, tanto da cambiare legalmente il
suo nome in Alabama e separarsi fisicamente da Didier che invece vive la
perdita con un approccio razionale, urlando l'odio per l'oscurantismo
religioso degli Stati Uniti che rallenta la ricerca sulle cellule staminali
facendo crollare anche il suo sogno americano. L'ultimo tatuaggio sulla
pelle di Elise è segno indelebile di un'amore che va oltre la sofferenza e
la morte e le note che precedono i titoli di coda sono l'unica forma che si
possa dare alla tristezza che rimane anche sotto la pelle. È una pellicola
che prende vita dall'opera teatrale di Johan Heldenbergh, nonché attore
protagonista ed amico di Felix van Groeningen, ed è il film che è stato
sconfitto agli Oscar come miglior film straniero da "La grande bellezza",
mentre Veerle Baetens ha vinto l'European Film Awards 2013 come migliore
attrice grazie alla sua magnetica interpretazione.(Antonietta D'Ambrosio)
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weach
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domenica 23 novembre 2014
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il presene ed il passato un unico evento
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Alabama Monroe film del 2012 arrivato in italia a maggio del 2014
Felix van Groeningen, regista fiammingo,
Veerle Baetensè Elise;
Johan Heldenberghè Didier attore di provenienza teatrale
Nell Catrysse è Maybelle la loro figlia
Dimenticavo ..........................è quasi capolavoro
La valutazione che di per se è arida e sempre insufficiente
ci suggerisce un voto molto alto 9/ 10. oppure 4,5 /5 secondo le modalità di valutare
Non dobbiamo spaventarci di dover affrontare una storia con due dolorose morti ,una delle quali precedute da due tentativi di suicidio, perché assistiamo ad un film ricco di tutto , anche di armonia, si di armonia , amore forte , vero, che lega profondamente i tre protagonisti.
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Alabama Monroe film del 2012 arrivato in italia a maggio del 2014
Felix van Groeningen, regista fiammingo,
Veerle Baetensè Elise;
Johan Heldenberghè Didier attore di provenienza teatrale
Nell Catrysse è Maybelle la loro figlia
Dimenticavo ..........................è quasi capolavoro
La valutazione che di per se è arida e sempre insufficiente
ci suggerisce un voto molto alto 9/ 10. oppure 4,5 /5 secondo le modalità di valutare
Non dobbiamo spaventarci di dover affrontare una storia con due dolorose morti ,una delle quali precedute da due tentativi di suicidio, perché assistiamo ad un film ricco di tutto , anche di armonia, si di armonia , amore forte , vero, che lega profondamente i tre protagonisti. Eccellente è il quarto protagonista la musica Folk che esalta i personaggi sottolineandone i sentimenti che viaggiano impetuosi come è una vita l vera.
La scelta narrativa del regista di viaggiare continuamente nel presente ed in retrospettiva rende più fluido tutto ed interessante ... anche da interpretare; il presente ed il passato sembrano sovrapporsi generando un unico evento , una storia senza tempo, lineare .
Ciò non è possibile in un evento teatrale che vive perché sempre al presente .
L'opera cinematografica si esaurisce con con una sorprendente esperienza di N.D.E. dove la protagonista Elise, agonizzante , esce dal corpo , in pace , avvolta nella luce, mentre cerca di placare il dolore del suo uomo Didier che piange ; vorrebbe rasserenarlo, accarezzarlo , ma lo trapassa, è già in un altra dimensione,
Restano il corpo esanime di Elise , il suo uomo che la accompagna nel viaggio dpiù lungo con un pezzo musicale Folck di altro profilo , con la sua Band .
Le parole non servono più; bisogna farsene una propria opinione di questo splendido Alabama Monroe.
weachillumanati
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