luca scialo
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giovedì 7 luglio 2022
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una gravidanza indesiderata genera un mostro
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Eva è una donna ricca di passioni ed è una donna in carriera, fino a quando una gravidanza indesiderata non frena quella vita così dinamica. Il rapporto con quel primo genito, Kevin, è complicato fin dall'inizio. Come se a quel bambino avesse trasferito tutta la sua insofferenza. E così da neonato piange in continuazione, da piccolo non interagisce con lei e continua a fargli dispetti, da adolescente è schivo e solitario. E sempre per farle un dispetto, si mostra affettuoso col padre, che così crede che sia Eva ad essere in difetto. Un crescendo di incomunicabilità e insofferenza, che porterà ad un tragico epilogo. Terzo film per Lynne Ramsay che traspone il non facile romanzo di Lionel Shriver.
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Eva è una donna ricca di passioni ed è una donna in carriera, fino a quando una gravidanza indesiderata non frena quella vita così dinamica. Il rapporto con quel primo genito, Kevin, è complicato fin dall'inizio. Come se a quel bambino avesse trasferito tutta la sua insofferenza. E così da neonato piange in continuazione, da piccolo non interagisce con lei e continua a fargli dispetti, da adolescente è schivo e solitario. E sempre per farle un dispetto, si mostra affettuoso col padre, che così crede che sia Eva ad essere in difetto. Un crescendo di incomunicabilità e insofferenza, che porterà ad un tragico epilogo. Terzo film per Lynne Ramsay che traspone il non facile romanzo di Lionel Shriver. Il film è disturbante, ma ben costruito, alternando presente e passato, come un tragico mosaico che si monta a poco a poco. Trasmettendo allo spettatore le sofferenze di una madre che sembra aver pietà per il figlio solo quando, ormai in carcere, mostra per la prima volta un'espressione preoccupata e un briciolo di umanità. La riuscita la si deve anche ad un cast ben assortito: dalla sempre intensa Tilda Swinton al volto imperscrutabile di Ezra Miller fino alla presenza del rassicurante terzo film, la regista Lynne Ramsay ha trovato ispirazione nel controverso romanzo di Lionel Shriver. Un padre mediatore che bilancia una famiglia destinata a cadere a pezzi, trascinando anche lui.
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vale_75
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martedì 10 novembre 2020
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forma interessante per un film privo di sfumature
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Fatico esprimere un giudizio su E ora parliamo di Kevin. L'ho trovato un film troppo estremo a livello di caratterizzazione psicologica dei personaggi, e troppo insistito ed esplicito nei presunti simbolismi collegati al sangue. Il personaggio di Kevin è totalmente privo di sfumature (se non negli ultimi cinque minuti di film), è un bambino, e poi un ragazzo, satanico, l'assoluta incarnazione del male, è la spiegazione del figlio non voluto è decisamente semplicistica per spiegare l'orrore di tutto quello che segue.
Più interessante il montaggio che porta avanti in parallelo la vita solitaria di Eva dopo la strage e la vita di prima, che convergono verso il finale che è già stato rivelato da 1000 indizi.
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Fatico esprimere un giudizio su E ora parliamo di Kevin. L'ho trovato un film troppo estremo a livello di caratterizzazione psicologica dei personaggi, e troppo insistito ed esplicito nei presunti simbolismi collegati al sangue. Il personaggio di Kevin è totalmente privo di sfumature (se non negli ultimi cinque minuti di film), è un bambino, e poi un ragazzo, satanico, l'assoluta incarnazione del male, è la spiegazione del figlio non voluto è decisamente semplicistica per spiegare l'orrore di tutto quello che segue.
Più interessante il montaggio che porta avanti in parallelo la vita solitaria di Eva dopo la strage e la vita di prima, che convergono verso il finale che è già stato rivelato da 1000 indizi. Ottima tilda swinton, ma assolutamente improbabile l'accoppiata con Reily. Davvero strepitosi entrambi gli interpreti di Kevin.
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no_data
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martedì 11 giugno 2019
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il potere della......placenta !!
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Dovrebbe essere visto obbligatoriamente da tutte le donne fertili, da adolescenti !!!
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arwen88
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martedì 1 maggio 2018
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atroce
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È un film molto bello, ma atroce. Purtroppo queste cose succedono, naturalmente è un film da vedersi una volta sola. Tutto il cast molto valido
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arual66
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sabato 4 luglio 2015
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swinton e miller in un faccia a faccia travolgente
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E' difficile recensire a caldo un film come questo, perchè "We need to talk about Kevin" (la traduzione italiana é abbastanza imbarazzante per quanto fosse difficile da sbagliare) è un film che disorienta, colpisce freneticamente lo spettatore nonostante il suoi ritmi dilatati. La sofferenza, le incomprensioni forse più apparenti che reali tra una madre e un figlio fanno da trampolino di lancio per scrutare nel più profondo lato oscuro che l'umanità nasconde. Kevin è un ragazzo "difficile" ma splendidamente umano nella sua follia, Eva una donna distrutta dall'obbligo della sua umanità. La Swinton, quasi irriconoscibile per aver abbandonato la regalità distintiva dei suoi ruoli, sembra quasi l'inquieta protagonista di un moderno Roemary's Baby, per come la macchina insegue i suoi sguardi, rincorrendo l'eterno incubo di un'esistenza segnata dalla strage architettata dal figlio, che nonstante fin da piccolo dimostrasse di odiarla, sembrerebbe aver risparmiato volontariamente proprio lei nel suo delirante, ma lucidissimo progetto.
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E' difficile recensire a caldo un film come questo, perchè "We need to talk about Kevin" (la traduzione italiana é abbastanza imbarazzante per quanto fosse difficile da sbagliare) è un film che disorienta, colpisce freneticamente lo spettatore nonostante il suoi ritmi dilatati. La sofferenza, le incomprensioni forse più apparenti che reali tra una madre e un figlio fanno da trampolino di lancio per scrutare nel più profondo lato oscuro che l'umanità nasconde. Kevin è un ragazzo "difficile" ma splendidamente umano nella sua follia, Eva una donna distrutta dall'obbligo della sua umanità. La Swinton, quasi irriconoscibile per aver abbandonato la regalità distintiva dei suoi ruoli, sembra quasi l'inquieta protagonista di un moderno Roemary's Baby, per come la macchina insegue i suoi sguardi, rincorrendo l'eterno incubo di un'esistenza segnata dalla strage architettata dal figlio, che nonstante fin da piccolo dimostrasse di odiarla, sembrerebbe aver risparmiato volontariamente proprio lei nel suo delirante, ma lucidissimo progetto. E il sangue sgorga da ogni parte del film, lo stesso sangue che scorre nelle vene di entrambi i protagonisti e che è quello delle vittime della scuola di Kevin, della sorella e del padre, che è la marmellata e la salsa di pomodoro nel supermercato (degna di nota la scena iniziale per il suo ruolo magistralmente disturbante e premonitore) e la vernice sulla facciata della casa. Durante tutto il film, vediamo la Swinton, tra un flash-back e l'altro, intenta a scrostare con forza la stessa vernice, sporcandosi continuamente, senza curarsene finchè non avrà terminato il suo lavoro. La pulizia della casa rappresenta la catarsi della madre che, come si intravede nel finale, potrebbe portare lo stesso Kevin a una speranza di redenzione. Eva non ha paura di sporcarsi perchè ha trovato il coraggio di affrontare la realtà, coraggio che non è più l'effimero conforto dato da valium e bottiglie di vino, ma dalla sola sua natura di madre.
Se la Swinton è stata particolarmente acclamata per questa sua prova, non sono stati riservati abbastanza menzioni positive a un intensissimo Ezra Miller, praticamente perfetto nella sua interpretazione di Kevin, nonostante fosse poco più che diciottenne.
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noia1
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martedì 7 aprile 2015
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sfiduciante gioiellino
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Una madre ed il proprio rapporto col figlioletto.
Film impressionante, una serie di porte aperte nella mente di una madre il cui dubbio è angosciante, incomprensibilmente, sforzatasi più che potesse, ci ha rimesso nella maniera peggiore senza neppure poter avere risposte.
Ciò che può fare è solo ricordare, sforzarsi il più possibile nell’accavallarsi di d’immagini disposte in lei, indizi, indizi fuorvianti, sentieri chiusi, suggerimenti insperati e sfiducianti loro malgrado.
Film freddissimo, a tratti inquietante, insistente su molti tratti tanto da lasciare il segno, perfetto sotto quasi tutti i punti di vista, accattivante, doloroso, e che, senza rispondere, crea dubbi che fiancheggiano qualsiasi famiglia, dubbi con cui si convive, irrisolvibili ed insopportabili.
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Una madre ed il proprio rapporto col figlioletto.
Film impressionante, una serie di porte aperte nella mente di una madre il cui dubbio è angosciante, incomprensibilmente, sforzatasi più che potesse, ci ha rimesso nella maniera peggiore senza neppure poter avere risposte.
Ciò che può fare è solo ricordare, sforzarsi il più possibile nell’accavallarsi di d’immagini disposte in lei, indizi, indizi fuorvianti, sentieri chiusi, suggerimenti insperati e sfiducianti loro malgrado.
Film freddissimo, a tratti inquietante, insistente su molti tratti tanto da lasciare il segno, perfetto sotto quasi tutti i punti di vista, accattivante, doloroso, e che, senza rispondere, crea dubbi che fiancheggiano qualsiasi famiglia, dubbi con cui si convive, irrisolvibili ed insopportabili.
Una madre fa tutto per il proprio figlio, lui però venera il padre, nemmeno con la sorella il rapporto è dei migliori, la piccola (come la madre) adora Kevin (il fratellone) lui però tratta entrambe al limite del crudele. Una persona che distrugge una famiglia, niente di eclatante, il solo puro odio. Nemmeno il faccia a faccia finale sarà confortante, un duro apologo sul rapporto tra familiari, un amore incomprensibilmente forte, assurdo eppure intenso.
Forse l’unica pecca è quella di calcare fin troppo sull’escalation di cattiverie psicologiche nel rapporto di famiglia, il fine meccanismo d’indagine tanto efficace si perde troppo presto nel clou della vicenda rimanendo tale per troppo ammosciando il ritmo e, se non abbastanza sensibili, anche annoiando.
Kevin si sente di peso per la madre? Sente un rapporto falso? L’amore del padre era più sincero? Vuole distruggere la famiglia? Tutto è nella mente di Eva.
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kondor17
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sabato 7 marzo 2015
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un figlio non voluto. il mestiere di genitore.
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Nel micro- e macrocosmo tutto è connesso, anche il pensiero, le sensazioni e le emozioni. Il problema è semmai riuscirlo a percepire ed esserne consapevoli.
La madre, in questa storia, fa da bravina il suo dovere, ma controvoglia, rifiutando sia la gravidanza, che la provincia, che la perdita del lavoro. Già in età "sciente", dice poi a Kevin che era felice solo prima che lui nascesse. Gravi errori, che saranno poi fatali.
E lui non è il demone né il maligno: è un bambino qualunque, dolcissimo col padre, ma incazzato nero con la madre, che lo ha rifiutato già di principio. E tutta la vita medita vendetta, distruggendo chirurgicamente l'esistenza e gli affetti di chi l'ha messo al mondo e respinto.
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Nel micro- e macrocosmo tutto è connesso, anche il pensiero, le sensazioni e le emozioni. Il problema è semmai riuscirlo a percepire ed esserne consapevoli.
La madre, in questa storia, fa da bravina il suo dovere, ma controvoglia, rifiutando sia la gravidanza, che la provincia, che la perdita del lavoro. Già in età "sciente", dice poi a Kevin che era felice solo prima che lui nascesse. Gravi errori, che saranno poi fatali.
E lui non è il demone né il maligno: è un bambino qualunque, dolcissimo col padre, ma incazzato nero con la madre, che lo ha rifiutato già di principio. E tutta la vita medita vendetta, distruggendo chirurgicamente l'esistenza e gli affetti di chi l'ha messo al mondo e respinto. Sono sinergie, risonanze fatte di osmosi, di permeabilità, che il neonato percepisce già in fase embrionale, se non staminale.
Nessun bambino può essere incolpato per questo e mettere al mondo un figlio senza amore o desiderio può portare a sviluppi inaspettati e drammatici. La cronaca ce lo insegna e la "giustizia" può ben poco, come pure la società. Quale punizione è maggiore di un inferno in terra? Quale prevenzione è possibile per chi venera il secondo emendamento e manda bidelli e insegnanti armati a scuola, con a casa le pistole nei cassetti?
Film potente ed esteticamente raffinato. Un autentico pugno sullo stomaco con ottimi attori, a parte il Kevin bambino, un pò troppo cattivo per quell'età. E cattivo poi non è, lo diventa consapevolmente, per poi redimersi alla soglia dei 18, nella scena finale del l'abbraccio con la madre: i due superstiti al massacro.
Voto 9
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floyd80
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mercoledì 14 gennaio 2015
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la violenza fine a se stessa
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Una pellicola che ha come base una tematica poco trattata dal cinema, la violenza fine a se stessa: Un uomo (un ragazzo in questo caso) può assimilare la pura malvagità senza alcun fattore esterno? Senza nemmeno una miccia scatenante?
Per palati fini.
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the thin red line
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venerdì 7 novembre 2014
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un pugno sotto la cinta
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Mi capita di rado di dare 4 stelle ad un film ma questo le merita tutte. Per raccontare una storia come questa senza cadere in banalità o finali lieti e stucchevoli ci voleva coraggio dall'inizio alla fine e ciò non è mancato alla regista Lynne Ramsay che senza alcuno tatto ci colpisce sotto la cinta dove fa davvero male. Una madre prova in tutte le maniere a farsi amare da un figlio che la odia sin da piccolo senza un particolare motivo. Non riuscendoci, pur restando presente, lo abbandona a se stesso durante la crescita sperando che un giorno esso possa cambiare ma ciò non accade mai. La trama è narrata con la tecnica del salto temporale che ci permette di seguire l'evolversi degli eventi passati e presenti senza dirci troppo ne poco fino all'epilogo finale per nulla scontato come del resto tutto lo svolgimento della pellicola.
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Mi capita di rado di dare 4 stelle ad un film ma questo le merita tutte. Per raccontare una storia come questa senza cadere in banalità o finali lieti e stucchevoli ci voleva coraggio dall'inizio alla fine e ciò non è mancato alla regista Lynne Ramsay che senza alcuno tatto ci colpisce sotto la cinta dove fa davvero male. Una madre prova in tutte le maniere a farsi amare da un figlio che la odia sin da piccolo senza un particolare motivo. Non riuscendoci, pur restando presente, lo abbandona a se stesso durante la crescita sperando che un giorno esso possa cambiare ma ciò non accade mai. La trama è narrata con la tecnica del salto temporale che ci permette di seguire l'evolversi degli eventi passati e presenti senza dirci troppo ne poco fino all'epilogo finale per nulla scontato come del resto tutto lo svolgimento della pellicola. Nel presente una madre distrutta che vuole ricominciare, nel passato una madre distrutta che vorrebbe farla finita. L'assoluta mancanza di pace nella vita familiare della donna è insopportabile e ci fa torcere le budella, il fastidioso e tedioso comportamento del marito cieco di fronte a ciò che sta accadendo rende ancora più solitario il dramma della protagonista. Come già si capisce da sopra la sceneggiatura spietata e cruda all'estremo è la spina dorsale di questo film sostenuto pure da una regia dai colori forti e dalle tinte rosso sangue fin dal primo frame. Non si può immaginare nulla di peggio che avere un figlio che ti odia, ti diprezza e ti vorrebbe morta senza apparente motivo. Il male puro, senza causa, contrapposto all'amore incondizionato di una madre è il vero tema di questa pellicola gigantesca e passata sorprendentemente inosservata! Tilda Swinton è straordinaria, bisognerebbe clonarla, ma la sorpresa è Ezra Miller che duetta con lei per tutto il film con toni spregevoli con una naturalezza che appartiene solo ai grandi attori. Ecco come si confeziona un film. Ammirevole
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squeeme
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mercoledì 16 luglio 2014
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fanstastico
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mi è piaciuto praticamente tutto del film, e tanto anche. in particolare regia e fotografia.
nel finale mi aspettavo qualcosa di più che saziasse la curiosità.
Lo rivedrò sicuramente
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