...E ora parliamo di Kevin |
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Un film di Lynne Ramsay.
Con Tilda Swinton, Ezra Miller, John C. Reilly, Jasper Newell, Rock Duer, Ashley Gerasimovich.
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Titolo originale We Need to Talk About Kevin.
Drammatico,
durata 110 min.
- Gran Bretagna, USA 2011.
- Bolero Film
uscita venerdì 17 febbraio 2012.
MYMONETRO
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Swinton e MIller in un faccia a faccia travolgente
di Arual66Feedback: 403 | altri commenti e recensioni di Arual66 |
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sabato 4 luglio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' difficile recensire a caldo un film come questo, perchè "We need to talk about Kevin" (la traduzione italiana é abbastanza imbarazzante per quanto fosse difficile da sbagliare) è un film che disorienta, colpisce freneticamente lo spettatore nonostante il suoi ritmi dilatati. La sofferenza, le incomprensioni forse più apparenti che reali tra una madre e un figlio fanno da trampolino di lancio per scrutare nel più profondo lato oscuro che l'umanità nasconde. Kevin è un ragazzo "difficile" ma splendidamente umano nella sua follia, Eva una donna distrutta dall'obbligo della sua umanità. La Swinton, quasi irriconoscibile per aver abbandonato la regalità distintiva dei suoi ruoli, sembra quasi l'inquieta protagonista di un moderno Roemary's Baby, per come la macchina insegue i suoi sguardi, rincorrendo l'eterno incubo di un'esistenza segnata dalla strage architettata dal figlio, che nonstante fin da piccolo dimostrasse di odiarla, sembrerebbe aver risparmiato volontariamente proprio lei nel suo delirante, ma lucidissimo progetto. E il sangue sgorga da ogni parte del film, lo stesso sangue che scorre nelle vene di entrambi i protagonisti e che è quello delle vittime della scuola di Kevin, della sorella e del padre, che è la marmellata e la salsa di pomodoro nel supermercato (degna di nota la scena iniziale per il suo ruolo magistralmente disturbante e premonitore) e la vernice sulla facciata della casa. Durante tutto il film, vediamo la Swinton, tra un flash-back e l'altro, intenta a scrostare con forza la stessa vernice, sporcandosi continuamente, senza curarsene finchè non avrà terminato il suo lavoro. La pulizia della casa rappresenta la catarsi della madre che, come si intravede nel finale, potrebbe portare lo stesso Kevin a una speranza di redenzione. Eva non ha paura di sporcarsi perchè ha trovato il coraggio di affrontare la realtà, coraggio che non è più l'effimero conforto dato da valium e bottiglie di vino, ma dalla sola sua natura di madre.
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