frank01
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martedì 27 dicembre 2011
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ma che bel regalo natalizio!
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Davvero eccellente realizzazione. Se il primo film vi ha soddisfatto il secondo manterrà le aspettative. Il grande pregio di questa serie di Guy Ciccone Ritchie è la straordinaria leggerezza, dote assolutamente non banale in film del genere, unita alla recitazione impeccabile seppur a volte quasi al limite del macchiettistico, e ad una sceneggiatura serrata nel senso più cinematografico del termine. L'effetto speciale non è abusato, e cede spazio ai dialoghi, al montaggio ed alla fotografia. Certo, Law e Harris a mio avviso si trovano una spanna sopra Downey Junior, ma resta il divertimento, arricchito dalla piccola, meravigliosa parte riservata a Stephen Fry. Nello schema il film resta simile al precedente capitolo: nemico geniale, complotti e sotto trame a scatole cinesi, rapporto Watson/Holmes, un certo citazionismo delle opere di Conan Doyle sebbene alla rinfusa.
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Davvero eccellente realizzazione. Se il primo film vi ha soddisfatto il secondo manterrà le aspettative. Il grande pregio di questa serie di Guy Ciccone Ritchie è la straordinaria leggerezza, dote assolutamente non banale in film del genere, unita alla recitazione impeccabile seppur a volte quasi al limite del macchiettistico, e ad una sceneggiatura serrata nel senso più cinematografico del termine. L'effetto speciale non è abusato, e cede spazio ai dialoghi, al montaggio ed alla fotografia. Certo, Law e Harris a mio avviso si trovano una spanna sopra Downey Junior, ma resta il divertimento, arricchito dalla piccola, meravigliosa parte riservata a Stephen Fry. Nello schema il film resta simile al precedente capitolo: nemico geniale, complotti e sotto trame a scatole cinesi, rapporto Watson/Holmes, un certo citazionismo delle opere di Conan Doyle sebbene alla rinfusa. Il tutto su uno scacchiere più grande di Londra quale può essere quello di mezza Europa continentale, con molti personaggi ben caratterizzati anche nei piccoli ruoli (il cecchino, la moglie di Watson) e ambientazioni azzeccate.
Secondo me si tratta di una piccola perla del genere intrattenimento: come vuole tradizione questo film letteralmente solleva dalle proprie storie personali per proiettare dentro ad una vicenda che fa dimenticare tutto il resto per circa tre orette rapidissime. Chi ancora cerca di trovare discrepanze coi personaggi originali dei romanzi e racconti fa un'operazione stucchevole e da naso colante. Non servono inquisizioni quando il risultato è ottimo, o, nel caso, valgano migliaia di sceneggiati tv e vecchi film a restituire fedelmente cose/luoghi/persone. Chi se ne importa.
Quel che a mio avviso occorre invece sottolineare è che questo film ha due meriti indiscutibili: è un ottimo esempio di intrattenimento intelligente e non gratuito e soprattutto lo è da produzione del tutto europea.
Eh sì, perché una cosa del tutto gustosa è finalmente vedere inglesi e francesi realizzare grandi produzioni main stream utilizzando stilemi non statunitensi, stantii o manieristi che siano. La colonna sonora, il trattamento della fotografia, il montaggio serrato tipici di questo film cominciano da qualche anno a diventare indizi di un modo di fare cinema commerciale europeo, assolutamente dignitoso e concorrenziale. E questa non può che essere una buona cosa, e soprattutto sana, da cui l'Italia (o l'"i"talia) dovrebbe prendere esempio una volta ogni tanto.
Se poi devo a tutti i costi dire anche cose negative del film, beh, forse la durata è un pelo eccessiva, e la morbosità con cui Ritchie usa il ralenty in alta definizione rasenta la sopportabilità in un paio di occasioni, assieme a Robert Downey J, che ormai davvero non si sforza nemmeno più di uscire dalla maschera di scavezzacollo simpaticone e trasandato (facendo alzare qualche sopracciglio).
Ma sono inezie, e di fronte ai pregi del lavoro scompaiono.
Il mio consiglio è di andarselo a vedere in fretta al cinema se non si é già sopperito, perché questo "Gioco di Ombre" è un godimento visivo e intellettuale nella commedia d'azione, ed una chicca negli ultimi anni di cinematografia europea o forse occidentale di genere.
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giank51
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martedì 27 dicembre 2011
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indiana jones veste i panni di sherlock holmes
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Cari amici, in un Natale caratterizzato dalla recessione non potevamo che trovare questo film sotto l'albero.
Abbandonate le atmosfere nebbiose di Londra ed le raffinate speculazioni davanti al caminetto tra il dott. Watson e Sherlock Holmes, ci troviamo proiettati in una serie di avventure che poco a che vedere con il personaggio creato da Conan Doyle.
Se l'intenzione era di dare un dimensione più dinamica al personaggio, cosa peraltro più che comprensibile, diciamo che il regista si è fatto prendere la mano. Per quanto si voglia modernizzare una figura come Sherlock Holmes, egli resta in ogni caso un esponente del giallo "speculativo", è da sempre un investigatore più di testa che di muscoli.
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Cari amici, in un Natale caratterizzato dalla recessione non potevamo che trovare questo film sotto l'albero.
Abbandonate le atmosfere nebbiose di Londra ed le raffinate speculazioni davanti al caminetto tra il dott. Watson e Sherlock Holmes, ci troviamo proiettati in una serie di avventure che poco a che vedere con il personaggio creato da Conan Doyle.
Se l'intenzione era di dare un dimensione più dinamica al personaggio, cosa peraltro più che comprensibile, diciamo che il regista si è fatto prendere la mano. Per quanto si voglia modernizzare una figura come Sherlock Holmes, egli resta in ogni caso un esponente del giallo "speculativo", è da sempre un investigatore più di testa che di muscoli.
Ci sono momenti nel film dove finalmente rallenta il succedersi degli effetti e delle situazioni e finalmente tiriamo il fiato e pensiamo, ma sono pochi e subito travolti dal vortice degli avvenimenti spesso inverosimili.
Si poteva fare di meglio nel "remake" di Sherlock Holmes, anche perchè ne è risultato un personaggio che sembra il fratello di Indiana Jones.
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mantaor
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martedì 27 dicembre 2011
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manca l'aplomb inglese
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Film veloce, mai noioso, ben recitato da Downey,Law e Harris. Sceneggiatura un pò troppo frenetica come la regia: 3 stelle, appunto. Ottimi costumisti e truccatori: barbe lunghe, ecchimosi e abiti sporchi che non spariscono dopo 2 ms mi hanno dato un senso di coerenza che ho apprezzato molto come ho trovate di buon impatto alcune ricostruzioni con molte comparse (anche se il 50% e passa è computer grafica).
Finiti i complimenti, passiamo alle MIE note dolenti. Rapace inutile (complimenti al suo agente). Di Sherlock Holmes, vedo solo il nome sulla locandina; per il resto, penso che tutti abbiamo visto non un investigatore ma un semidio, "pressocchè" onnisciente, preveggente e immortale. Nulla da inorridire, non è un film verità ma non chiamamolo Sherlock Holmes, per favore.
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Film veloce, mai noioso, ben recitato da Downey,Law e Harris. Sceneggiatura un pò troppo frenetica come la regia: 3 stelle, appunto. Ottimi costumisti e truccatori: barbe lunghe, ecchimosi e abiti sporchi che non spariscono dopo 2 ms mi hanno dato un senso di coerenza che ho apprezzato molto come ho trovate di buon impatto alcune ricostruzioni con molte comparse (anche se il 50% e passa è computer grafica).
Finiti i complimenti, passiamo alle MIE note dolenti. Rapace inutile (complimenti al suo agente). Di Sherlock Holmes, vedo solo il nome sulla locandina; per il resto, penso che tutti abbiamo visto non un investigatore ma un semidio, "pressocchè" onnisciente, preveggente e immortale. Nulla da inorridire, non è un film verità ma non chiamamolo Sherlock Holmes, per favore.
I personaggi non hanno profondità, quasi totale mancanza di emozioni e sentimenti.
Il film è così veloce che lo spettatore medio non riesce a chiedersi tanti "perchè" (emblematico il commento di un utente prima di me) ed è irretito da effetti speciali molto coinvolgenti e da un uso pesante di slow motion. Finisco con l'ultima considerazione: la voce italiana utilizzata per Crowe mi disturba addosso a Downey.
Nel complesso 3 stelle meritate.
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rico90
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martedì 27 dicembre 2011
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puro divertimento !!
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In questo secondo episodio della saga di Sherlock Holmes vediamo il professore e il fido amico Wattson alle prese con il temibile professor Moriarty, un avversario geniale con l'intento di far scoppia una guerra mondiale. I due protagonisti viaggeranno attraverso mezza Europa per poi giungere in Svizzera, dove in un incredibile castello si terrà il tesissimo scontro finale.
Forse l'inizio è la parte meno riuscita, sembra quasi girato alla svelta, ma l'intero film è un climax costante che ci porta ad un gran finale. Se confrontato con il primo episodio, questo secondo atto risulta più divertente, ricco d'azione, con una trama meno soprannaturale e più pratica, con un villain più raffinato e pericoloso (ottima interpretazione di Jared Harris).
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In questo secondo episodio della saga di Sherlock Holmes vediamo il professore e il fido amico Wattson alle prese con il temibile professor Moriarty, un avversario geniale con l'intento di far scoppia una guerra mondiale. I due protagonisti viaggeranno attraverso mezza Europa per poi giungere in Svizzera, dove in un incredibile castello si terrà il tesissimo scontro finale.
Forse l'inizio è la parte meno riuscita, sembra quasi girato alla svelta, ma l'intero film è un climax costante che ci porta ad un gran finale. Se confrontato con il primo episodio, questo secondo atto risulta più divertente, ricco d'azione, con una trama meno soprannaturale e più pratica, con un villain più raffinato e pericoloso (ottima interpretazione di Jared Harris). Il film è spettacolo puro, un continuo di scene e colpi di scena che lasciano di stucco, una netta evoluzione sul piano dell'azione, ma non finisce qui : il rapporto tra Holmes e Wattson è la chiave del film, l'amicizia tra i due infatti è l'elemento portante di ogni vicenda. Sull'inserimento di Mycroft Holmes, interpretato da Stephen Fry, c'è qualche dubbio, è si un elemento chiave, ma a mio parere se egli non ci fosse stato molto non sarebbe variato. Niente male inoltre la parte della zingara Sim, interpretata da Noomi Rapace, un'attrice in emersione che questa volte funge da collegamento tra la ricerca di Holmes e il malvagio piano del rivale. Avvincente per finire il gran finale, che rivela un'ottima inventiva, e vi assicuro vi lascerà senza parole e con il sorriso stampato in faccia!
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rico90
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martedì 27 dicembre 2011
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l'intreccio di sherlock
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Inizialmente il film è di difficile interpretazioni dove i tasselli del puzzle sono ancora alla rinfusa e chi sta guardando si trova in una situazione di confusione ma nella seconda parte la bravura della regia e dei suoi interpreti fa si che la trama ci avvolga con continui colpi di scena e un mix irresistibbile di battute, azione ed enigmi!Voto 10 ancora una volta per la coppia Robert Downey jr e Jude Law!Speriamo in un seguito ancora più prodigioso anche se sarà difficile trovare un cattivo così astuto alla pari del protagonista come Moriarti.
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beataffe
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lunedì 26 dicembre 2011
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così doveva essere
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Classico film alla Sherlock Holmes dalle buone riprese e sceneggiature.
Lieto fine scontatissimo ma necessario.
Ottima ed esilarante, come sempre, l'interpretazione di Robert e Jude.
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pauldaldosso
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lunedì 26 dicembre 2011
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film che consiglio
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veramente un bel film, anche migliore del primo
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prudence
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lunedì 26 dicembre 2011
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l'eccezione alla regola
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Ed ecco uno di quei rari esempi in cui un sequel non lascia gli spettatori insoddisfatti. Chi ha apprezzato il primo capitolo non può non apprezzare anche questo, rimangono tutti gli elementi che hanno reso il primo film un fenomeno al box office: l'azione ma anche il pensiero con una trama di misteri da sciogliere ancora più fitta e con finale innovativo nella sua scontatezza e che lascia aperta la porta per un terzo capitolo.Robert Downey Jr si conferma un interprete impeccabile come al solito, Jude Law più convincente e divertente di prima, daapprezzare anche Noomi Rapace anche se in alcuni momenti il suo personaggio sembrava inserito tanto per fare numero.Film da consigliare a chiunque voglia passare un'ora e mezza di svago divertente e intelligente.
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shifty
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lunedì 26 dicembre 2011
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un sequel brillante, coinvolgente e mai banale
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Dimentichiamoci le atmosfere grige e londinesi che Conan Doyle ci aveva abituati nei suoi celebri romanzi. Sherlock Holmes nelle mani di Guy Ritchie assume un connotato decisamente hollywoodiano, coinvolgendo lo spettatore in una lunga sequenza piena d'azione, spari ed esplosioni dentro una cornice dinamica e ricca di colpi di scena; il tutto senza tralasciare il punto di forza dell'investigatore più famoso di Londra: le deduzioni, il comparto scientifico/razional-psicologico che aiuta a districare il protagonista nelle situazioni più spinose, talvolta scontrandosi con avvenimenti decisamente atipici e che lasciano in brevi frangenti dei dubbi irrisolti.
L'accoppiata Downey e Law in questo secondo capitolo si dimostra decisamente più brillante del predecessore: battute taglienti, situazioni ironiche e paradossali, che ormai hanno abituato lo spettatore ad uno Sherlock Holmes decisamente sfortunato, pazzoide ma geniale ed un Watson decisamente più attraente, umano ma allo stesso tempo partecipe e complice delle disavventure del collega.
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Dimentichiamoci le atmosfere grige e londinesi che Conan Doyle ci aveva abituati nei suoi celebri romanzi. Sherlock Holmes nelle mani di Guy Ritchie assume un connotato decisamente hollywoodiano, coinvolgendo lo spettatore in una lunga sequenza piena d'azione, spari ed esplosioni dentro una cornice dinamica e ricca di colpi di scena; il tutto senza tralasciare il punto di forza dell'investigatore più famoso di Londra: le deduzioni, il comparto scientifico/razional-psicologico che aiuta a districare il protagonista nelle situazioni più spinose, talvolta scontrandosi con avvenimenti decisamente atipici e che lasciano in brevi frangenti dei dubbi irrisolti.
L'accoppiata Downey e Law in questo secondo capitolo si dimostra decisamente più brillante del predecessore: battute taglienti, situazioni ironiche e paradossali, che ormai hanno abituato lo spettatore ad uno Sherlock Holmes decisamente sfortunato, pazzoide ma geniale ed un Watson decisamente più attraente, umano ma allo stesso tempo partecipe e complice delle disavventure del collega.
A partire dalle prime sequenze adrenaliniche con un Sherlock Holmes che fa della deduzione medico-scientifica la chiave di volta per portare a termine le scazzottate, per finire in una cornice suggestiva di un castello immerso tra le montagne, suggestivo e pieno di imprevisti, la trama procede veloce senza risultare banale o noiosa, altalenandosi con sequenze investigative, necessarie per il prosieguo degli eventi. Gli indizi e i particolari disseminati nelle scene sono però i pochi ingredienti messi a disposizione del pubblico per potersi cimentare investigatori occasionali: il più delle volte si rivelano spesso incompleti o fallaci, ed è solamente grazie all'abilità del celebre investigatore che la matassa viene sbrogliata, riuscendo a collocare nel giusto ordine ogni indizio e mettendo così in luce particolari decisivi che precedentemente erano stati sapientemente elusi dalle inquadrature.
Il cast in ogni caso rimane ad ottimi livelli, a partire da uno Stephen Fry che interpreta un Mycroft Holmes ironico e sarcastico, fino al grande cattivo Professor Moriarty, interpretato magistralmente da Jared Harris, e che solo in questo titolo ha la possibilità di mostrarsi in volto, celato e avvolto nel mistero nel primo episodio; nota negativa per la zingara Madam Simza Heron (Noomi Rapace) che sebbene partecipi come assistente alla accoppiata maschile Holmes-Watson, rimane spesso e volentieri in ombra, rivelandosi poco decisiva alla conclusione delle indagini.
Un film che insomma sa farsi apprezzare nella sua particolarità, costruendosi un genere totalmente diverso dai canoni Doyliani ma che non dimentica ciò per cui Sherlock Holmes è un'icona dei romanzi investigativi: la capacità di rendere tutto ciò che un mistero, "elementare".
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shifty
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lunedì 26 dicembre 2011
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buon film
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Di solito i seguiti dei film di successo non superano le aspettative, ma questo è divertente, non è scontato nella storia scorre bene. Lo consiglio.
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