Ho appena finito di vedere questo film e ho subito cercato le recensioni a riguardo con l'intenzione comunque di iscrivermi e lasciarne una propria .
Preferisco rimanere nell'anonimato per ovvie ragioni che sicuramente comprenderete.
Il film è un vero capolavoro. Il regista ha voluo rappresentare in questa e sua sorella una condizione patologica sempre più diffusa oggi.
Mi fu diagnosticata una patologia che forse pochi conoscono ma con cui molti convivono denominata DBP ed oggi sono in terapia con la volontà di cambiare la mia condizione e quella della mia famiglia e di mia moglie che in modo straordinario mi è rimasta accanto aiutandomi in questo percorso.
Finito di vedere il film non ho potuto fare altro che riflettere sulla tragicità di questa sofferenza che viviamo dentro la nostra prigione.
Conosco molto bene le cause che possono portare un individuo a tali condizioni ma questo oggi, dopo aver preso coscienza dela mia patologia e di tutto ciò che comporta per me e per gli altri.
Ho riconosciuto il ripetersi all'infinito dell'oblio della morte a cui non ci si può sottrarre schiavi della nostra incapacità cognitiva, e soprattutto della nostra incapacità di riconoscere le nostre emozioni.
Quando il dolore è stato atroce ed intollerabile nel passato si smette di riconoscere le emozioni, proprie e degli altri.
Si ripete all'infinito il dramma come se a volerlo controllare, come se "questa possa essere la volta buona(per morire)".
A volte invece si rivive all'infinito il dramma per poterci dire che non ci ha ucciso.
Ho riconosciuto in Brandon la sofferenza, le pulsioni, il bisogno di morire, l'anaffettività ( spesso la mancanza di affetto in tenera età è la causa principale che determina l'anaffettività nei bambini che invece di ottenere il giusto "attaccamento" si trovano da soli a combattere con una forzata autonomia emotiva rimanendo nella confusione .
Riconosco in Brandon il sentimento della vergogna che viene eluso in men che non si dica prendendo al volo un assist offerto dal datore di lavoro nel momento in cui parla di "password forzata del pc" ed il sentimento di vergogna quando viene sorpreso dalla sorella sotto la doccia a masturbarsi che si trasforma in rabbia.
Riconosco il sentimento di RABBIA, sentimento che è ricorrente nei soggetti borderline, sentimento irrazionale che prende il posto della delusione, della tristezza.
Il sesso compulsivo altro non è che il tentativo di sconfiggere quella depressione, quel senso di vuoto che caratterizza la personalità borderline che a differenza del depresso, reagisce cercando sensazioni forti per poter compensare .
Ricnosco anche il bisogno di amore, di affetto della sorella anch'essa afflita dal medesimo male che come la scienza a dimostrato si trasmette da genitori a figli in una catena che si ripete di generazione in generazione se non viene spezzata. Una donna con il bisogno di instaurare rapporti di dipendenza affettiva, una donna che come il 70/80% dei casi diagnosticati borderline tenta il suicidio almeno una volta ed il 10% infine vi riesce.
Angosciante è il momento in cui Brandon corre verso casa per salvare la sorella e per salvarsi . Quante volte mi è capitato di correre dilaniato dal pensiero che fosse oramai troppo tardi per salvarsi e quante volte ho deciso di cambiare vita ma, senza gli strumenti, sono sempre finito con il rincontrare quella donna nella metro, all'infinito.
"Shame" in Inglese significa "è un peccato". E' un peccato che si continui a cercare la morte all'infinito in modo inconsapevole, c'è qualcosa che si può fare per cambiare tutto questo, ma da soli non ci riusciremo mai ed è un peccato
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