The Next Three Days

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Un film di Paul Haggis. Con Russell Crowe, Elizabeth Banks, Brian Dennehy, Lennie James, Olivia Wilde.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 122 min. - USA, Francia 2010. - Medusa uscita venerdì 8 aprile 2011. MYMONETRO The Next Three Days * * 1/2 - - valutazione media: 2,83 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Giustizialismo e coraggio: Russel Crowe vs USA Valutazione 3 stelle su cinque

di Giorpost


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giovedì 18 aprile 2013

Siamo nell’ America post-11 settembre, quella fatta di giustizialismo e frenesia forense in un quadro ove la necessità è quella di snellire l’ enorme massa di processi vigenti in tutti gli Stati dell’ unione.
 
John Brennan è un mite professore universitario di Pittsburgh, prototipo di americano medio, tutto sommato felice di ciò che ha con una bella moglie ed un figlio che ama moltissimo, bella casa, un fratello col quale ha un buon feeling. Unico neo, non parla più col padre da diverso tempo.
 
La tranquilla vita di John e Lara viene sconvolta all’ improvviso con un evento tragico: la morte per omicidio della datrice di lavoro di Lara. Il plot mette subito lo spettatore dinanzi ad una serie di dubbi, iniziando il film con un acceso diverbio a cena tra Lara e sua cognata, sfociato in epiteti piuttosto violenti e minacce personali, susseguite ad una serie di affermazioni sulla rivalità tra donne ed in particolare sul rapporto poco amichevole proprio tra Lara ed il suo capo.
Dopo anni di Cinema e telefilm made in USA conosciamo a fondo le modalità della polizia a stelle strisce la quale nella scena successiva irrompe in casa dei coniugi senza dare troppe spiegazioni arrestando Lara per omicidio, il tutto subito dopo che la stessa aveva lavato una macchia di sangue dalla camicia che indossava quel giorno a lavoro ed essersi iniettata in una coscia una non meglio specificata sostanza.
 
Le incertezze sul personaggio di Lara sovvengono, specialmente per chi non ha visto il film francese “Pour elle” dal quale il regista Paul Haggis ne ha tratto questo remake. Brennan (un convincente Russel Crowe), dopo aver smaltito lo shock e l’ incredulità si dedica anima e corpo alla difesa della moglie, credendola senza esitazioni innocente e vittima di un clamoroso errore giudiziario. Gli eventi della pellicola si susseguono attraverso una linea temporale sfalsata di alcuni anni (3 per la precisione) iniziando con un flash forward di un John impegnato alla guida della sua auto mentre un uomo muore al suo fianco,  proseguendo attraverso lunghi sbalzi di tempo dove il numero 3 è la costante: gli ultimi 3 anni, gli ultimi 3 mesi, gli ultimi 3 giorni.
 
Dopo la sentenza d’ appello che conferma la colpevolezza di Lara ed il conseguente carcere a vita, John spinge l’ avvocato verso la Corte Suprema, ultima spiaggia per la giustizia americana, ma le cose vanno male e in una delle visite in carcere Lara accusa John di non averle neanche mai chiesto se fosse colpevole in un drammatico faccia a faccia separato solo dal vetro. Brennan è persuaso dall’ innocenza della moglie, è disperato, suo figlio sono ormai 3 anni che ha lo sguardo basso, parla poco e l’ unico momento di svago è la visita settimanale al parco. Tutto sta andando a rotoli e a quel punto il protagonista della storia cede alle vie traverse, quelle che solitamente si scelgono come soluzione estrema: si finge giornalista ed intervista Damon, un pluripregiudicato evaso 7 volte da varie carceri si massima sicurezza, cameo interpretato da Liam Neeson (scelto presumibilmente sulla scia del successo di “Io vi troverò”). Damon gli svelerà tutti i sotterfugi utili per portare a termine un piano di evasione, sottolineando ogni minimo dettaglio ed è a questo punto che il film cresce d’ intensità e prende una piega “action”, ma senza cedere troppo al genere.
 
La discesa di John nell’ inferno è lenta ma inesorabile, fatta di prove e tentativi, tra chiavi ad urto e furgoni da scassinare con una pallina da tennis, di rischi alti ma di un gioco che vale la libertà della donna amata  al punto da rifiutare le avances di Nicole, bellissima ragazza - madre (la glaciale Olivia Wilde), trovando però il tempo di passare a salutare i genitori, con un commovente abbraccio col padre George (silenzioso ma esperto Brian Dennehy). Si mette sulle sue tracce il tenente Nabulsi (il buon caratterista Lennie James) dal momento che la moglie viene trasferita in ospedale causa valori di insulina alterati ad arte, fatto che ci spiega l’ iniezione di Lara, affetta da diabete. Sul filo del rasoio John mette in opera il piano, lasciando il figlio in custodia a Nicole per una festa. La fuga è hollywoodiana, il tempo stringe e John viene a sapere che la festa non è casa di Nicole ma allo zoo (troppo preso dall’ organizzazione si distrae non leggendo attentamente il biglietto d’ invito) e per non rischiare di rimanere intrappolati nella rete di sicurezza che la polizia sta allestendo, sceglie di lasciare il figlio in città per poi “trovare un modo per riprenderselo”. Lara si sporge fuori dall’ auto in fuga rischiando la vita in un gesto estremo per opporsi al marito: mai avrebbe raggiunto la libertà senza suo figlio. Cambio di programma, passaggio allo zoo, il piccolo è in auto, c’è tempo anche per uno sguardo solidale tra le 2 donne che avrebbero potuto essere rivali. Il Canada è a pochi chilometri, i depistaggi sono continui e lucidamente studiati, documenti falsi, soldi a palate procurati in modi illecitamente inaspettati, ci scappa anche il morto (ma era un cattivo, quello del flash forward) e poi…Poi il  lieto fine, quello che t’ aspetti e che in questa occasione non lo reputi banale, lo cerchi, lo vuoi, perché la sceneggiatura lo esige in uno strappo verso la fine quando l’ altro poliziotto inquirente, il detective Quinn (Jason Beghe), quello che crede nella giustizia e all’ innocenza delle persone fino a prova contraria, si pone domande e torna sul luogo del delitto di 3 anni prima, ha un intuito, riesamina il processo ricordando un particolare (il leit motiv dell’ opera) riguardante un bottone, un bottone finito in un tombino. Lara era innocente, l’ omicidio fu per rapina e commesso da un’ altra persona che l’ ha fatta franca. Il Sud America è lì che aspetta con le sue regole sull’ estradizione per accogliere 2 fuggitivi colpevolmente innocenti.
 
Bella prova, senza fronzoli, buono per 2 ore di thriller garbatamente d’ azione che parla di giustizialisti e garantisti ma soprattutto di coraggio e disperazione.
 
Voto: 6,5

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