Il grinta |
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Un film di Ethan Coen, Joel Coen.
Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper.
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Titolo originale True Grit.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 110 min.
- USA 2010.
- Universal Pictures
uscita venerdì 18 febbraio 2011.
MYMONETRO
Il grinta
valutazione media:
3,80
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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remissivi e visionaridi davide_chiappettaFeedback: 7859 | altri commenti e recensioni di davide_chiappetta |
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domenica 3 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Il Grinta” dimostra come fratelli Coen siano due registi poliedrici. Questa volta decidono di riportare al cinema il genere western, un po’ trascurato negli ultimi anni. La sfida non è semplice: realizzare il remake del film del 1969 che consentì a John Wayne di vincere l’unico Oscar di una gloriosa carriera cinematografica. Difficile fare un confronto con la pellicola di Henry Hathaway: il contesto politico e sociale ed i mezzi tecnici dopo 40 anni sono del tutto diversi. Di ottima qualità la fotografia di Roger Deakins nonostante i colori lividi dell’ambientazione invernale. Incredibile la qualità delle immagini realizzate durante le scene notturne, illuminate soltanto dal fuoco dei falò. Straordinaria da cult, infine, la scena della corsa del Grinta e della ragazzina vista in soggettiva da quest'ultima che ormai delirante e in una soglia onirica che precede la morte, veda sul far del tramonto, dal cavallo su sui si trova moribonda, i cadaveri dei banditi per terra e il distacco visivo da quello spazio visivo che poco prima è stata la contenitrice della sua breve avventura rocambolesca e pericolosa, per correre verso l'ignoto che è anche forse la sua salvezza e il ritorno alla normalità (arrivare al più presto possibile da un dottore che gli leva dal corpo il veleno mortale causato da un morso di un serpente), qui si da libero sfogo artistico al direttore della fotografia britannico Roger Deakins, con l’utilizzo di un blu molto scuro ed intenso, quasi irreale che accentua il dramma del momento; preferireri credere che i Coen abbiano scritto la sceneggiatura in funzione di questa sequenza, in sintonia con il tema del film che parla del distacco, distacco dal padre, dall'adolescenza da un mondo rassicurante, per approdare nel mondo degli adulti. La colonna sonora di Carter Burwell, malinconica e drammatica, aggiunge autenticità alla storia. Qualche difetto: c'è poco dinamismo visto il genere, tutto appare un po’ troppo riflessivo, tanto che, ad esempio, durante il procedere a cavallo nei boschi con carrellate ad avanzare viene spesso in mente il capolavoro “Dead man” di Jim Jarmusch, e come quel film tra una sequenza e un altra appaiono barlumi di creatività e esplosioni di violenza; Jeff Bridges non prende come modello John Wayne, evitando così ogni possibile paragone. Il suo “Grinta” sembra il Drugo Lebowski invecchiato e ingrassato. Davvero sorprendente la prova di Matt Damon nei panni LaBoeuf, il Texas Ranger che si diverte in questo ruolo. Rimandato il giudizio su Josh Brolin , il suo contributo si limita ad un paio di scene. La prova migliore è, tuttavia, quella di Hailee Steinfeld. La ragazzina è suo agio di fronte alla mdp. Hailee ruba la scena mostrando tutta la forza di volontà, il carattere testardo di Mattie, un’adolescente molto più matura della sua età. In sintesi, “Il Grinta” è un film molto più che riuscito grazie alla remissività dei fratelli Coen, capaci di lasciare a casa il loro atteggiamento irriverente e sarcastico, rimanendo sempre geniali e visionari, essendo consapevoli che era impossibile per loro sfornare un capolavoro originale da una sceneggiatura non originale.
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