robi neftali
|
lunedì 18 ottobre 2010
|
incredibilmente avvicente
|
|
|
|
Paul Conroy è un povero camionista che si risveglia sepolto vivo in una bara di legno sotto terra con attorno a se un cellullare, un accendino e pochi altri oggetti. Girato interamente nella stessa medesima bara, con pochissimo budget, zero location, con praticamente un unico attore il film lascia basiti solo i primi minuti. Lo spettatore giura di non poter sopportare 90 minuti a fissare un uomo disperato sepolto vivo, ma qui viene a galla la bravura del regista Rodrigo Cortés; maniacale e curatissima ogni minima inquadratura, la sceneggiatura è assolutamente basilare ma arricchita di tantissimi e importanti dettagli, il film mantiene sempre una costante tensione e il finale in stile hitchcockiano rende la pellicola incredibilmente avvicente!
|
|
[+] lascia un commento a robi neftali »
[ - ] lascia un commento a robi neftali »
|
|
d'accordo? |
|
aldamar
|
domenica 30 gennaio 2011
|
mah!
|
|
|
|
Dunque ho visto questo film tanto Acclamato e pubblicizzato ,come un capolavoro della cinematografia internazionale, del regista Rodrigo Cortés suo primo film e spero anche ultimo,forse lo scopo di questo film e' quello di impressionare il pubblico in modo diverso con una storia tanto diversa quanto originale?, per me questo film rasenta la noia mortale, e' un film con una sceneggiatura inesistente la trama la puo' scrivere anche un bambino di 6 anni non ci sono contenuti di alcun che',a parte un Ryan Reynolds una cassa un accendino una lampada farlocca e un cellulare con la batteria infinita!
Forse l'unico vero attore nel film e' il serpente spaventato che secondo me recita benissimo la sua parte senza compensi milionari per stare a cazzeggiare dentro una cassa ,e infine almeno il lieto fine poteva anche esserci almeno un sorriso noioso me lo facevo!
p.
[+]
Dunque ho visto questo film tanto Acclamato e pubblicizzato ,come un capolavoro della cinematografia internazionale, del regista Rodrigo Cortés suo primo film e spero anche ultimo,forse lo scopo di questo film e' quello di impressionare il pubblico in modo diverso con una storia tanto diversa quanto originale?, per me questo film rasenta la noia mortale, e' un film con una sceneggiatura inesistente la trama la puo' scrivere anche un bambino di 6 anni non ci sono contenuti di alcun che',a parte un Ryan Reynolds una cassa un accendino una lampada farlocca e un cellulare con la batteria infinita!
Forse l'unico vero attore nel film e' il serpente spaventato che secondo me recita benissimo la sua parte senza compensi milionari per stare a cazzeggiare dentro una cassa ,e infine almeno il lieto fine poteva anche esserci almeno un sorriso noioso me lo facevo!
p.s. molto meglio una comica di Bean!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aldamar »
[ - ] lascia un commento a aldamar »
|
|
d'accordo? |
|
francesco89
|
venerdì 22 ottobre 2010
|
buried, ricordatevi di respirare.
|
|
|
|
Buried è cinema.
Buried è cinema in quanto coinvolge in “soli” 90 minuti lo spettatore (medio?) rendendolo partecipe di una storia innovativa, genuina e tremendamente rapitrice.
Come ci riesce? Beh con un solo (bravo!) attore, una sola (fin troppo!) claustrofobica location ed una regia che stupisce per come riesce a non apparire mai ripetitiva nonostante gli ovvi limiti della “cassa”. Può bastare?
In un cinema sempre più dominato da effetti speciali, remake su remake e un SOPRAVVALUTATO e sinceramente PESANTE 3D ecco che Buried spicca come gemma rara in un mondo troppo spesso offuscato da blockbuster fracassoni.
Il cinema esiste ancora ma, soprattutto, esiste ancora chi sa farlo e pensarlo in modo innovativo.
[+]
Buried è cinema.
Buried è cinema in quanto coinvolge in “soli” 90 minuti lo spettatore (medio?) rendendolo partecipe di una storia innovativa, genuina e tremendamente rapitrice.
Come ci riesce? Beh con un solo (bravo!) attore, una sola (fin troppo!) claustrofobica location ed una regia che stupisce per come riesce a non apparire mai ripetitiva nonostante gli ovvi limiti della “cassa”. Può bastare?
In un cinema sempre più dominato da effetti speciali, remake su remake e un SOPRAVVALUTATO e sinceramente PESANTE 3D ecco che Buried spicca come gemma rara in un mondo troppo spesso offuscato da blockbuster fracassoni.
Il cinema esiste ancora ma, soprattutto, esiste ancora chi sa farlo e pensarlo in modo innovativo.
Forse non saremo davanti ad un capolavoro, forse i palati più fini avranno da ridire ma a mio modestissimo parere 4 stelle al buon “sepolto” non gliele leva nessuno.
Grazie Cortès, vedi di non perderti per strada adesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco89 »
[ - ] lascia un commento a francesco89 »
|
|
d'accordo? |
|
kayton
|
venerdì 22 ottobre 2010
|
un film che resta..sepolto
|
|
|
|
"Ho pensato. Qual'è il film più economico che posso fare con il minor numero possibile di attori e solo una location?" - così il regista Rodrigo Cortés spiegava, allo scorso "Sundance Festival", la nascita di "Buried". Il protagonista è soltanto uno e la location è una bara. Per 94 minuti il buio, illuminato da poche luci, diventa la cornice dove si svolge l'intera vicenda.
Paul Conroy (Ryan Reynolds) è un autotrasportatore che lavora in Iraq per conto di una ditta americana. Il suo gruppo ha subito un imboscata da parte di ribelli iracheni e lui si risveglia sepolto dentro una bara. Passato lo choc iniziale, scopre di avere con sé un accendino e il suo cellulare.
[+]
"Ho pensato. Qual'è il film più economico che posso fare con il minor numero possibile di attori e solo una location?" - così il regista Rodrigo Cortés spiegava, allo scorso "Sundance Festival", la nascita di "Buried". Il protagonista è soltanto uno e la location è una bara. Per 94 minuti il buio, illuminato da poche luci, diventa la cornice dove si svolge l'intera vicenda.
Paul Conroy (Ryan Reynolds) è un autotrasportatore che lavora in Iraq per conto di una ditta americana. Il suo gruppo ha subito un imboscata da parte di ribelli iracheni e lui si risveglia sepolto dentro una bara. Passato lo choc iniziale, scopre di avere con sé un accendino e il suo cellulare. Inizia così una corsa contro il tempo, per uscirne vivo.
Se al protagonista manca l'aria, anche il pubblico trattiene il respiro, forse per solidarietà o perché si immedesima in lui, almeno nella prima metà della pellicola. Dopo, alcuni momenti patetici e le soluzioni per aumentare la suspance piuttosto sembrano far parte di un discutibile sistema per allungare il brodo. La sceneggiatura appare bucata in svariati punti: l'aria che non finisce mai, una bara che sembra enorme (ma questo probabilmente è voluto), la batteria del cellulare con una carica infinita. Insomma a voler essere fiscali questo aspetto di "Buried" non convince. Restano tuttavia da salvare tre elementi. Anzitutto l'interpretazione dell'attore che - qualche pianto e isterismo gli è ovviamente concesso - riesce a non andare sopra le righe. Secondo poi la capacità del regista di muovere la macchina nonostante lo spazio angusto e di concedersi qualche finezza. E ultimo ma non meno importante, l'uso sapiente della fotografia di Eduard Grau che, vista la situazione, riesce quasi a fare miracoli. Elementi che però non bastano a fare di "Buried" un lavoro capace di uscire dalla polvere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kayton »
[ - ] lascia un commento a kayton »
|
|
d'accordo? |
|
laurence316
|
martedì 1 novembre 2016
|
film dimenticabile, pieno di buchi e incongruenze
|
|
|
|
E’ un film-scommessa? Certamente. Un’opera "minimalista"? Ovviamente. Quello che però questo Buried di Rodrigo Cortés assolutamente non è, è un film che sia valido a vedersi.
[+]
E’ un film-scommessa? Certamente. Un’opera "minimalista"? Ovviamente. Quello che però questo Buried di Rodrigo Cortés assolutamente non è, è un film che sia valido a vedersi.
Certo, già dalla premessa dividerà il pubblico fra chi ne è incuriosito e chi, invece, naturalmente respinto, ma andando infine a vederlo, si finirà purtroppo per propendere per il secondo sentimento, e non per l’ambiente fortemente claustrofobico o per il crescente clima di terrore, no, ma per le continue e via via sempre più insopportabili incongruenze e per i buchi di sceneggiatura.
Nessuno naturalmente si aspettava che questo piccolo film indipendente spagnolo si rivelasse un capolavoro, ma Buried precipita proprio dove avrebbe dovuto tentare di sorprendere: ovvero, diventa presto noioso e monotono. E’ palese che, data la premessa, non ci fosse da aspettarsi chissà quale movimento, ma dato che veloce sopraggiunge la noia i numerosi difetti della produzione diventano di pallida evidenza.
In un mondo in cui, apparentemente, l’ossigeno non è di nessuna importanza, colui che è stato sepolto vivo, tal Paul Conroy, è un personaggio di tal e cotanta stupidità che, solo dopo un’ora e passa di film, riesce a comprendere finalmente come cambiare la lingua del proprio cellulare, in modo da capire cosa diavolo compaia sul display. Per il resto del tempo, invece, si affanna per chiamare parenti e conoscenti, che ovviamente non gli rispondono, ma nonostante tutto continua a richiamarli, sprecando inutilmente la già limitata carica della batteria. Gli viene poi la brillante idea di chiamare il 911 americano (da una bara in Iraq!) e, infine, il Dipartimento di Stato, e da lì parte tutto (ma è bene notare che è già passata almeno mezz’ora di film). Inoltre continua ad usare per farsi luce un accendino (che, evidentemente, nel suo mondo non consuma ossigeno) e solo dopo molto tempo si rende conto di avere ai piedi una sacca contenente, tra le altre cose, una dannatissima torcia elettrica.
Si potrebbe andare avanti a lungo ma rimane il fatto che certamente stupisce l’enorme quantità di errori, buchi e sviste che lo sceneggiatore e il regista sono riusciti così brillantemente ad inserire, pur in un film di tale limitata durata ed ambientazione. Costato, chissà come, intorno ai 3 milioni di dollari, ne incassa ben 19 nel mondo, e, presentato in anteprima al Sundance, ottiene critiche inspiegabilmente positive, che si confermano anche a seguito della distribuzione nelle sale. Bah!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a laurence316 »
[ - ] lascia un commento a laurence316 »
|
|
d'accordo? |
|
7alieni
|
sabato 8 gennaio 2011
|
"buried e il prezzo della vita"
|
|
|
|
Una cassa di legno, un uomo, un cellulare e pochissimi altri accessori, è il claustrofobico “Buried” (sepolto), il film che ha riscosso curiosità in milioni di telespettatori ma che, alla fine, ad alcuni è risultato perfino noioso. Riprese in tempo reale, luce alterna ed un unico protagonista che porta con sé le sue speranze e paure. Di sicuro un film MOLTO originale che gli altri registi avrebbero invece interpretato concentrandosi maggiormente sulle indagini dell'Fbi sulle quali Rodrigo Cortés non si è rivolto nemmeno un istante; ha scelto invece di concentrarsi sull'ansia e le preoccupazioni del “seppellito”, un autista americano sotterrato vivo da sequestratori iracheni che chiedono in riscatto un ingente somma di denaro che la sua famiglia non può permettersi e che lo stato non vuole sborsare; sottile ma diretta sembra essere la critica al meccanismo in difesa dei sequestrati.
[+]
Una cassa di legno, un uomo, un cellulare e pochissimi altri accessori, è il claustrofobico “Buried” (sepolto), il film che ha riscosso curiosità in milioni di telespettatori ma che, alla fine, ad alcuni è risultato perfino noioso. Riprese in tempo reale, luce alterna ed un unico protagonista che porta con sé le sue speranze e paure. Di sicuro un film MOLTO originale che gli altri registi avrebbero invece interpretato concentrandosi maggiormente sulle indagini dell'Fbi sulle quali Rodrigo Cortés non si è rivolto nemmeno un istante; ha scelto invece di concentrarsi sull'ansia e le preoccupazioni del “seppellito”, un autista americano sotterrato vivo da sequestratori iracheni che chiedono in riscatto un ingente somma di denaro che la sua famiglia non può permettersi e che lo stato non vuole sborsare; sottile ma diretta sembra essere la critica al meccanismo in difesa dei sequestrati. Film che non appare poi tanto un thriller ma un “drama movie” che narra di casi reali che nel mondo, aldilà della nostra nazione, avvengono, di notizie che spesso non ci arrivano o che ci tengono nascoste. A questo punto ci chiediamo un po tutti quale sia il prezzo della nostra vita, ci chiediamo se davvero per farsi proteggere bisogna essere qualcuno, un politico , un prestigioso uomo d'affari o l'inventore di chissà cosa, sembra, purtroppo, che per un autista, un contadino, un manovale le speranze di sopravvivere non siano poi così tante; appare allora conveniente fare appello alle uniche forze personali ed abbattere da SOLI le condizioni che ci costringono “sottoterra”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a 7alieni »
[ - ] lascia un commento a 7alieni »
|
|
d'accordo? |
|
marko morciano
|
venerdì 30 dicembre 2011
|
un bel film con un budget basso
|
|
|
|
Un ottimo lavoro utilizzando poco materiale e ottenendo un buon risultato, questa è la tecnica economica e di ottimale successo per un film; bisogna, poi, aggiungerci una buona dose di qualità. 95 minuti che tengono fermo lo spettatore con gli occhi ben fissati sullo schermo. Il tutto si svolge in una bara sotterrata in un punto sperduto del deserto, in cui l'umile camionista (Ryan Reynolds) ci si ritrova senza ricordare esattamente chi lo ha messo in quell'inferno di legno. L'attore, essendo il dialogo abbastanza povero, gioca molto su attimi di folli isterismi e su l'ascolto dei suoni e rumori percepiti da quello che si può definire "esterno". Si rimane con il fiato sospeso fino alla fine, ma con finale a sorpresa e ben pensato il film si conclude in modo eccellente e non banale.
[+]
Un ottimo lavoro utilizzando poco materiale e ottenendo un buon risultato, questa è la tecnica economica e di ottimale successo per un film; bisogna, poi, aggiungerci una buona dose di qualità. 95 minuti che tengono fermo lo spettatore con gli occhi ben fissati sullo schermo. Il tutto si svolge in una bara sotterrata in un punto sperduto del deserto, in cui l'umile camionista (Ryan Reynolds) ci si ritrova senza ricordare esattamente chi lo ha messo in quell'inferno di legno. L'attore, essendo il dialogo abbastanza povero, gioca molto su attimi di folli isterismi e su l'ascolto dei suoni e rumori percepiti da quello che si può definire "esterno". Si rimane con il fiato sospeso fino alla fine, ma con finale a sorpresa e ben pensato il film si conclude in modo eccellente e non banale. Da premiare sicuramente il creatore di questa fantastica idea ottenuta con il basso budget.
Nonostante il pericolo per chi soffre di claustrofobia, voto 8+.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marko morciano »
[ - ] lascia un commento a marko morciano »
|
|
d'accordo? |
|
versus
|
mercoledì 20 ottobre 2010
|
non basta una buona idea per fare un buon film
|
|
|
|
Il film all'inizio lascia ben sperare, grazie ad una sceneggiatura serrata e dalle pretese kafikiane, e ad un lavoro di regia che riesce a fare di uno spazio claustrofobico uno spazio di cui esplorare le potenzialità estetiche. Ciò nonostante, le aspettative non fanno in tempo a formarsi, che sono subito deluse dal ricorso ad espedienti che non riescono a colmare la mancanza di un'idea a strutturare il corso degli eventi: accendini che vengono spenti e riaccesi, batterie che si scaricano, serpenti che entrano e che vengono cacciati, madri malate di alzheimer, discorsi morali sulla guerra, e persino un finale a sorpresa che non sorprende nessuno, fanno presto a stancare, quando si capisce che non c'è nulla di più che un uomo sepolto, e nessuna storia da scoprire.
[+]
Il film all'inizio lascia ben sperare, grazie ad una sceneggiatura serrata e dalle pretese kafikiane, e ad un lavoro di regia che riesce a fare di uno spazio claustrofobico uno spazio di cui esplorare le potenzialità estetiche. Ciò nonostante, le aspettative non fanno in tempo a formarsi, che sono subito deluse dal ricorso ad espedienti che non riescono a colmare la mancanza di un'idea a strutturare il corso degli eventi: accendini che vengono spenti e riaccesi, batterie che si scaricano, serpenti che entrano e che vengono cacciati, madri malate di alzheimer, discorsi morali sulla guerra, e persino un finale a sorpresa che non sorprende nessuno, fanno presto a stancare, quando si capisce che non c'è nulla di più che un uomo sepolto, e nessuna storia da scoprire. Peccato, avrebbe potuto essere un cortometraggio interessante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a versus »
[ - ] lascia un commento a versus »
|
|
d'accordo? |
|
carmineantonellovillani
|
martedì 19 ottobre 2010
|
le antiche paure sepolte in una bara
|
|
|
|
Iraq post 11 Settembre, gruppi di terroristi sequestrano gli occupanti di alcuni convogli per spillare soldi al governo americano. Chi semina vento raccoglie tempesta, sembra il filo conduttore di un film altamente claustrofobico che mescola fobie ancestrali e politica internazionale utilizzando un set di soli 2 mq. Difficile e coraggiosa l’intera messa in scena in una bara eppure i risultati sono più che soddisfacenti, “Buried” dimostra il momento felice del cinema spagnolo che riesce, mai come in questi tempi, a raccogliere consensi di pubblico e critica. L’esordiente Rodrigo Cortes cattura ansia e disperazione di un uomo abbandonato al suo destino: un accendino per farsi luce e un cellulare in lingua araba sono le uniche armi per uscire vivo da una morte annunciata.
[+]
Iraq post 11 Settembre, gruppi di terroristi sequestrano gli occupanti di alcuni convogli per spillare soldi al governo americano. Chi semina vento raccoglie tempesta, sembra il filo conduttore di un film altamente claustrofobico che mescola fobie ancestrali e politica internazionale utilizzando un set di soli 2 mq. Difficile e coraggiosa l’intera messa in scena in una bara eppure i risultati sono più che soddisfacenti, “Buried” dimostra il momento felice del cinema spagnolo che riesce, mai come in questi tempi, a raccogliere consensi di pubblico e critica. L’esordiente Rodrigo Cortes cattura ansia e disperazione di un uomo abbandonato al suo destino: un accendino per farsi luce e un cellulare in lingua araba sono le uniche armi per uscire vivo da una morte annunciata. Il film utilizza gli spazi microscopici per creare angoscia, coglie i respiri affannosi di un protagonista che fatica persino a trovare qualcuno disposto ad ascoltarlo: il cellulare, si sa, fa strani scherzi e il più delle volte gli utenti non sono nemmeno raggiungibili. Facili artifizi al servizio della suspense, le grida sono soffocate da metri di deserto e la bara è una perfetta cassa di risonanza per gli incubi peggiori. Per un’ora e mezza la telecamera indugia nell’oscurità registrando i pianti disperati di Ryan Raynolds –interpretazione impegnativa e convincente per l’attore canadese- mentre la luce fioca di uno Zippo illumina a malapena un feretro reso ancora più angusto dal caldo soffocante. Conversazioni paradossali con la mamma affetta da Alzheimer, dialoghi al vetriolo con l’ufficio legale della società, accuse alla politica interventista colpevole di aver distrutto un paese al solo scopo di ricostruirlo, le tematiche s’intrecciano sino all’epilogo tutt’altro che scontato. Quel prodigio di Tarantino aveva già immaginato la bella Thurman risvegliarsi in una cassa, Cortes fa un passo in avanti seppellendoci il protagonista e le nostre antiche paure.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carmineantonellovillani »
[ - ] lascia un commento a carmineantonellovillani »
|
|
d'accordo? |
|
catte
|
sabato 23 ottobre 2010
|
95 minuti, un'unica location
|
|
|
|
Nello stesso periodo in cui in Italia esce Inception (niente da togliere al film di Nolan), in cui gli effetti speciali sono completamente indispensabili, le location cambiano continuamente e il cast è impeccabile, nelle sale esce anche Buried: un'unica location, un solo attore e zero effetti speciali, ma il film non delude affatto, anzi! Sfido chiunque a realizzare un film del genere, in cui non ci si annoi un solo istante, girato interamente all'interno di una cassa (non sono presenti neanche flash back!). Credo ci sia maestria anche nello sviluppo della storia, cinica e drammatica allo stesso tempo, che lascia lo spettatore in un perenne stato di ansia e frusrazione.
Finale scioccante ma allo stesso tempo spettacolare.
[+]
Nello stesso periodo in cui in Italia esce Inception (niente da togliere al film di Nolan), in cui gli effetti speciali sono completamente indispensabili, le location cambiano continuamente e il cast è impeccabile, nelle sale esce anche Buried: un'unica location, un solo attore e zero effetti speciali, ma il film non delude affatto, anzi! Sfido chiunque a realizzare un film del genere, in cui non ci si annoi un solo istante, girato interamente all'interno di una cassa (non sono presenti neanche flash back!). Credo ci sia maestria anche nello sviluppo della storia, cinica e drammatica allo stesso tempo, che lascia lo spettatore in un perenne stato di ansia e frusrazione.
Finale scioccante ma allo stesso tempo spettacolare.
I miei complimenti a Rodrigo Cortez che ha esordito con un film decisamente sopra le righe, soprattutto nel 2010.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a catte »
[ - ] lascia un commento a catte »
|
|
d'accordo? |
|
|