boffese
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martedì 11 gennaio 2011
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sepolto vivo
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Rodrigo Cortes alla sua prima regia fa' centro, portando sullo schermo un thriller atipico.
Dopo un ottimo successo di pubblico al Sundance, arriva in italia dove sicuramente trovera' pareri discordanti. Perche' ,la pellicola di Cortes, spiazzera' gli amanti del thriller all'americana, cioe' movimentato e veloce( quasi action), ma allo stesso tempo trovera' gli applausi di chi apprezzera' l'originalita' di un film quasi d'autore.
e' da apprezzare , lo sforzo tecnico che regala una regia e una fotografia coinvolgente, pur in condizioni limitatissime.
bravissimo Ryan Reynolds nelle vesti di Paul Conroy, riesce a gestire 90 minuti di primi piani senza obbligatoriamente esagerare nelle emozioni.
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Rodrigo Cortes alla sua prima regia fa' centro, portando sullo schermo un thriller atipico.
Dopo un ottimo successo di pubblico al Sundance, arriva in italia dove sicuramente trovera' pareri discordanti. Perche' ,la pellicola di Cortes, spiazzera' gli amanti del thriller all'americana, cioe' movimentato e veloce( quasi action), ma allo stesso tempo trovera' gli applausi di chi apprezzera' l'originalita' di un film quasi d'autore.
e' da apprezzare , lo sforzo tecnico che regala una regia e una fotografia coinvolgente, pur in condizioni limitatissime.
bravissimo Ryan Reynolds nelle vesti di Paul Conroy, riesce a gestire 90 minuti di primi piani senza obbligatoriamente esagerare nelle emozioni.
infine, da mensionare come vero capolavoro e' la sceneggiatura di Chris Sparling,, perche' alla fine del film , la cosa che veramente deve sorprendere e' la perfetta riuscita di una scrittura capace di regalare non solo tensione. la storia e le battute sembrano costruite sullo stile di una commedia , puntando sulla telefonata e soprattutto su chi risponde, con dialoghi che non perdono un colpo.
certo , Cortes non ha inventato niente, l'idea è notevole, ma e' stata vista piu' volte negli ultimi anni. E' sicuramente debitore a Quentin Tarantino per la scena di kill bill volume2 e soprattutto per l'episodio di CSI grave danger.
pero', è la prima volta che un film e' girato interamente sottoterra, con un unico attore e alcuni interlocutori che sentiamo solamente tramite cellulare, senza realmente mai vederli.
a volte ci chiediamo perche' il cinema italiano zoppica e giustamente si fa' riferimento al taglio dei fondi, ma penso che in italia manchino le basi. abbiamo ottimi registi(dai vecchi Bellocchio,Tornatore ai giovani Sorrentino,Crialese,Garrone), ma una moria di sceneggiatori.
in italia , tranne qualche film, vediamo sempre le stesse storie.
invece , il bravo Cortes , con una grande sceneggiatura, un ottimo attore, un cellulare, una boccetta di whisky e una torcia e' riuscito a creare un ottimo film , capace di essere apprezzato dagli amanti del genere e non solo.
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il recensore
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giovedì 21 ottobre 2010
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buried : l'angosciante epopea di un uomo normale
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Fare un film a zero budget,con una sola location di 2 metri quadrati e con un solo personaggio ! Questa era la sfida (riuscita) che si è imposto il nuovo regista esordiente Rodrigo Cortes che per 95 minuti riesce a far mantenere alta la tensione,con una serie di idee geniali e ingegnose.Un cellulare,uno zippo e una matita : gli unici oggetti per salvarsi da una morte già annunciata. Gli socntri culturali,la mancanza di aria e di campo,nonchè una completa indiferrenza da parte dell'autorità che pensdano solo all'aspetto burocratico ci guidano al sorprendente epigolo.E alla fine buried è tutto qua ,un omaggio al cinema della suspence,che per tutta la durata spaventa e rilassa,e questi cambienti si notano grazie anche alle inquadratura che fanno apparire la bara sempre diversa.
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Fare un film a zero budget,con una sola location di 2 metri quadrati e con un solo personaggio ! Questa era la sfida (riuscita) che si è imposto il nuovo regista esordiente Rodrigo Cortes che per 95 minuti riesce a far mantenere alta la tensione,con una serie di idee geniali e ingegnose.Un cellulare,uno zippo e una matita : gli unici oggetti per salvarsi da una morte già annunciata. Gli socntri culturali,la mancanza di aria e di campo,nonchè una completa indiferrenza da parte dell'autorità che pensdano solo all'aspetto burocratico ci guidano al sorprendente epigolo.E alla fine buried è tutto qua ,un omaggio al cinema della suspence,che per tutta la durata spaventa e rilassa,e questi cambienti si notano grazie anche alle inquadratura che fanno apparire la bara sempre diversa..........un'epopea struggente e claustrofobica,ma soprattutto coivolgente grazia anche alla maestria del refgista e all'ottima e convncente interpretazione del protagonusta.Consigliato ? si,ma non per tutti.Chi si aspetta un film tutt azione e con un serial kilerr che sfoga le sue pulsione contro una povera vittima resterà deluso,così come chi cerca un'approcio più alla Kill Bill,ma chi invece cerca un film di denuncia contro la societa che in modo inteligente riesce a mantere la tensione sempre alta....ha trovato il suo fim.
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(di paoladellincantevoleruscello)
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hidalgo
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venerdì 22 ottobre 2010
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un piccolo capolavoro
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C'era grande curiosità intorno a questo Buried, film che si svolge per intero all'interno di una bara e che ha come UNICO attore il più che convincente Ryan Reynolds, veramente (e scomodamente) rinchiuso in una cassa durante le riprese del film. Idea stramba e rischiosa, che poteva facilmente partorire una pellicola noiosa e ridicola e che invece ci regala uno dei migliori film dell'anno. Coinvolgente, angosciante, ingegnoso, spietato e con una serie di inquadrature da maestro del cinema, Rodrigo Cortès da una lezione di regia a molti dei suoi più famosi e sopravvalutati colleghi, riuscendo nella difficile impresa di tenere lo spettatore incollato davanti lo schermo per tutti i 95 minuti vissuti dentro la rudimentale bara, coprendo così anche gli inevitabili errorini di sceneggiatura ( il cellulare che prende anche sotto terra, lo Zippo che non si scarica mai).
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C'era grande curiosità intorno a questo Buried, film che si svolge per intero all'interno di una bara e che ha come UNICO attore il più che convincente Ryan Reynolds, veramente (e scomodamente) rinchiuso in una cassa durante le riprese del film. Idea stramba e rischiosa, che poteva facilmente partorire una pellicola noiosa e ridicola e che invece ci regala uno dei migliori film dell'anno. Coinvolgente, angosciante, ingegnoso, spietato e con una serie di inquadrature da maestro del cinema, Rodrigo Cortès da una lezione di regia a molti dei suoi più famosi e sopravvalutati colleghi, riuscendo nella difficile impresa di tenere lo spettatore incollato davanti lo schermo per tutti i 95 minuti vissuti dentro la rudimentale bara, coprendo così anche gli inevitabili errorini di sceneggiatura ( il cellulare che prende anche sotto terra, lo Zippo che non si scarica mai). Ryan Reynolds non è Uma Thurman, non riesce ad evadere a suon di pugni scientifici dalla sua cassa da morto, ma riesce a trasmettere ansia e panico in abbondanza grazie alla sua favolosa interpretazione. Cortès gli riserva ogni tipo di inquadratura possibile e immaginabile, critica ferocemente la politica americana e la società in generale (la telefonata tra Reynolds e il suo datore di lavoro, preoccupato soltanto di pararsi il fondoschiena, è lo specchio del mondo in cui viviamo), e conclude la sua geniale opera con un colpo di scena - PREVISTO, non PREVEDIBILE - cattivissimo che manda a casa il pubblico con quella stessa sensazione provata durante tutto il film: angoscia.
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lisadp
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mercoledì 1 dicembre 2010
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agghiacciante.....
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certo per concupire una simile trama (sebbene epsodi realmente accaduti vi assomiglino), ma soprattutto un simile finale, bisogna aver subito qualcosa di brutto. il film era davvero be fatto Ryan Reynolds ha fatto un'interpretazione fenomenale pensando a quanto devono essere state difficili le persone. ma il problema è perchè? perchè fare un simile film dove nulla, proprio nulla ha una briciola di positivismo, di speranza, fino ad arrivare all'oblio più assoluto della fine, una fine terribile che nessuno si aspettava.
obbiettivamente era un film ben fatto, ben recitato, ben ripreso con una trama ben definita, ma moralmente no, non lo considero un film d'incisione, non ha nulla da regalare se non angoscia, non lascia nulla dentro, alla fine, se non la rabbia e un vago senso d'impotenza.
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certo per concupire una simile trama (sebbene epsodi realmente accaduti vi assomiglino), ma soprattutto un simile finale, bisogna aver subito qualcosa di brutto. il film era davvero be fatto Ryan Reynolds ha fatto un'interpretazione fenomenale pensando a quanto devono essere state difficili le persone. ma il problema è perchè? perchè fare un simile film dove nulla, proprio nulla ha una briciola di positivismo, di speranza, fino ad arrivare all'oblio più assoluto della fine, una fine terribile che nessuno si aspettava.
obbiettivamente era un film ben fatto, ben recitato, ben ripreso con una trama ben definita, ma moralmente no, non lo considero un film d'incisione, non ha nulla da regalare se non angoscia, non lascia nulla dentro, alla fine, se non la rabbia e un vago senso d'impotenza......
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lory08
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domenica 28 ottobre 2012
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alta tensione sottoterra
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La prima cosa che uno pensa prima di vedere un film su una persona che rimane per un'ora e mezza rinchiuso in una bara è che sia un film noioso. In verità l'opera di Rodrigo Cortes riesce a tenerti incollato allo schermo e con il fiato sospeso per tutta la durata del film realizzando un ottimo thriller drammatico con una grande interpretazione da parte di Ryan Reynolds. Grandi invenzioni e attimi di tensione in un film che non annoia e che riesce a coinvolgere il pubblico fino al colpo di scena finale.
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filippo catani
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giovedì 19 maggio 2011
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un thriller decisamente coinvolgente
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Girato con un budget assolutamente risicato e autore di una (meritata) performance al botteghino, Buried è un vero e proprio thriller claustrofobico e coinvolgente.
Un autista di camion in Iraq si risveglia all'interno di una bara dove ha a disposizione un cellulare in lingua araba, una matita e un accendino. Da questo momento ha pochissimo tempo a sua disposizione prima che finisca l'ossigeno (ma anche il carica-batterie del cellulare) per cercare di salvarsi.
Il film prende alla gola lo spettatore e questo nodo si stringe fino all'epilogo della vicenda in un continuo saliscendi di emozioni e colpi di scena. Seppur girato all'interno di una bara per l'intera (breve) durata del film, la trama è davvero incalzante.
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Girato con un budget assolutamente risicato e autore di una (meritata) performance al botteghino, Buried è un vero e proprio thriller claustrofobico e coinvolgente.
Un autista di camion in Iraq si risveglia all'interno di una bara dove ha a disposizione un cellulare in lingua araba, una matita e un accendino. Da questo momento ha pochissimo tempo a sua disposizione prima che finisca l'ossigeno (ma anche il carica-batterie del cellulare) per cercare di salvarsi.
Il film prende alla gola lo spettatore e questo nodo si stringe fino all'epilogo della vicenda in un continuo saliscendi di emozioni e colpi di scena. Seppur girato all'interno di una bara per l'intera (breve) durata del film, la trama è davvero incalzante. Vero anche che il regista non si lascia certo scappare l'occasione per svolgere una riflessione cinica, dolorosa e disillusa della guerra in Iraq (ma anche di tutte le guerre in generale) ma soprattutto sull'enorme giro d'affari e di multinazionali che ci gira attorno.
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bella earl!
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sabato 9 luglio 2011
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film avvincente con un finale d'antologia.
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Buried - Sepolto è un thriller particolare e a suo modo molto avvincente. Cortés, regista all'inizio della sua carriera, riesce con la sua ottima regia e i suoi primi piani quasi Leoneschi a rendere questo film un ottimo prodotto per un grande cinema d'intrattenimento. Non si risparmia frecciate all'america ("A voi non interessa niente di me, volete soltanto che la storia non sia di dominio pubblico). Ryan Reynolds è sorprendente e molto convincente nei panni di Paul, camionista per l'esercito, che funziona da agnello sacrificale per dei terroristi e da capro espiatorio per il suo paese. Il finale è da antologia. Ottimo thriller e grande intrattenimento.
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francesco2
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lunedì 28 novembre 2011
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speranze "sepolte"
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Alla luce, per esempio, di film come "Orphanage" ed "Apri gli occhi", si riconosce al cinema spagnolo ciò che, forse, si riconosceva venti-trent'anni fa a quello transalpino: essere moderno o addirittura postmoderno (Termine oggi un pò disprezzato), ed essere non troppo "Colto" né al contempo troppo "Popolare".
Anche questo film vorrebbe inserirsi in questo filone, ma dopo un inizio che lascia scossi, molti dei colpi sparati vanno a vuoto. Il cellulare sul punto di scaricarsi,il serpente, addirittura i saluti alla mamma ed il testamento(!) Cortés non ha quasi mai, spiace dirlo, il senso d l paradosso, fuorché non ci si voglia accontentare dei saluti alla madre affetta da Alzheimer. Il gioco, al di là dei significati che posiamo (Ed avolte dovremmo) trovare anche nel cinema di genere, gli riesce soprattutto in un'occasione, secondo chi sta scrivendo: quando, verso la fine, l'azienda gli comunica la propria decisione, legata alla vita sentimentale e privata del poveretto.
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Alla luce, per esempio, di film come "Orphanage" ed "Apri gli occhi", si riconosce al cinema spagnolo ciò che, forse, si riconosceva venti-trent'anni fa a quello transalpino: essere moderno o addirittura postmoderno (Termine oggi un pò disprezzato), ed essere non troppo "Colto" né al contempo troppo "Popolare".
Anche questo film vorrebbe inserirsi in questo filone, ma dopo un inizio che lascia scossi, molti dei colpi sparati vanno a vuoto. Il cellulare sul punto di scaricarsi,il serpente, addirittura i saluti alla mamma ed il testamento(!) Cortés non ha quasi mai, spiace dirlo, il senso d l paradosso, fuorché non ci si voglia accontentare dei saluti alla madre affetta da Alzheimer. Il gioco, al di là dei significati che posiamo (Ed avolte dovremmo) trovare anche nel cinema di genere, gli riesce soprattutto in un'occasione, secondo chi sta scrivendo: quando, verso la fine, l'azienda gli comunica la propria decisione, legata alla vita sentimentale e privata del poveretto.
Il resto si riduce a pillole sul terrorismo (Pessime), e sull'incapacità dello Stato di far fronte alle urgenze del cittadino, a volte anche più del cittadino stesso (Mi riferisco al numero sul telefonino)(Appena accettabili): Si cerca anche di accennare al potere odierno di Youtube. Ma non basta, come anche l'imprevedibile finale (Che qualcuno, argutamente, ha definito olttretutto potenzialmente incoerente col resto del film).
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[+] bel titolo
(di harryrobby)
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aragorn82
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giovedì 21 aprile 2011
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claustrofobico è dire poco...
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Buio, un respiro sempre più ansimante, sempre più inquietante, sempre più disperato.. cosa sta accadendo? Un uomo è rinchiuso dentro un bara, sepolto vivo sottoterra.
Un cellulare e uno zippo sono gli unici oggetti che gli consentiranno di lottare per uscire dalla più terrificante delle situazioni che possano mai capitare ad un essere vivente.
Un gioco di oscurità e fioca luce nelle riprese che correlano una crescente inquitudine e un' inaudita violenza psicologica ai danni del malcapitato scaturita da alcuni dialoghi al cellulare con i suoi presunti soccorritori.
Ottimo film che tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine, grazie anche ad una valida trama che lo rende appassionante nonostante gli angusti spazi in cui si svolge.
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Buio, un respiro sempre più ansimante, sempre più inquietante, sempre più disperato.. cosa sta accadendo? Un uomo è rinchiuso dentro un bara, sepolto vivo sottoterra.
Un cellulare e uno zippo sono gli unici oggetti che gli consentiranno di lottare per uscire dalla più terrificante delle situazioni che possano mai capitare ad un essere vivente.
Un gioco di oscurità e fioca luce nelle riprese che correlano una crescente inquitudine e un' inaudita violenza psicologica ai danni del malcapitato scaturita da alcuni dialoghi al cellulare con i suoi presunti soccorritori.
Ottimo film che tiene lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine, grazie anche ad una valida trama che lo rende appassionante nonostante gli angusti spazi in cui si svolge.
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rojox
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lunedì 16 aprile 2012
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una buona idea sprecata
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Uno spunto molto interessante che poteva essere sviluppato decisamente meglio. La brillante idea di un thriller vissuto dal punto di vista (claustrofobico) della vittima e non di quello esterno del detective viene sminuita da un livello di tensione troppo basso per la categoria, dovuto al susseguirsi di momenti di noia e di situazioni paradossali che spazientiscono lo spettatore. La scelta della location e la conseguente semplicità della trama richiedevano uno sviluppo maggiore dell'angoscia e del terrore vissuti da un personaggio troppo simile ad un soldato/eroe americano per non essere un soldato/eroe americano, e con cui lo spettatore difficilmente riesce ad identificarsi durante lo svolgimento del film.
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Uno spunto molto interessante che poteva essere sviluppato decisamente meglio. La brillante idea di un thriller vissuto dal punto di vista (claustrofobico) della vittima e non di quello esterno del detective viene sminuita da un livello di tensione troppo basso per la categoria, dovuto al susseguirsi di momenti di noia e di situazioni paradossali che spazientiscono lo spettatore. La scelta della location e la conseguente semplicità della trama richiedevano uno sviluppo maggiore dell'angoscia e del terrore vissuti da un personaggio troppo simile ad un soldato/eroe americano per non essere un soldato/eroe americano, e con cui lo spettatore difficilmente riesce ad identificarsi durante lo svolgimento del film. Il malumore e il torpore vengono parzialmente scossi dalla concitata scena finale, che, seppur non imprevedibile, ha il merito di trasmettere la prima emozione vera del film, e quel senso di disagio che ci si aspettava entrando in sala.
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