Il tempo che ci rimane

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Un film di Elia Suleiman. Con Elia Suleiman, Saleh Bakri, Samar Qudha Tanus, Shafika Bajjali.
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Titolo originale The Time That Remains. Drammatico, durata 105 min. - Gran Bretagna, Italia, Belgio, Francia 2009. - Bim Distribuzione uscita venerdì 4 giugno 2010. MYMONETRO Il tempo che ci rimane * * * - - valutazione media: 3,32 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
laulilla venerdì 18 giugno 2010
prima che sia troppo tardi Valutazione 4 stelle su cinque
78%
No
22%

il film ci ricorda che, prima del 1948, anno in cui fu costituito e riconosciuto lo stato di Israele, nel territorio ora israeliano, convivevano pacificamente gruppi di palestinesi di culture e religioni diverse (la madre del regista, ad esempio, era di cultura cattolica), che conducevano una vita dignitosa e civile e che non gradirono certamente la nuova condizione. I primi tentativi di ribellione vennero brutalmente stroncati: alcuni pagarono con la vita, altri accettarono faticosamente la situazione, nutrendo propositi più o meno velleitari di ribellione. Fuad Suleiman, padre del regista, esperto tornitore di Nazareth, un tempo fabbricante di armi, dopo aver drammaticamente subito, sulla propria pelle, le conseguenze del nuovo stato di cose, sembrava aver ritrovato, oltre alla propria casa, il proprio lavoro e la possibilità di farsi una famiglia con la donna amata, che riteneva perduta. [+]

[+] film bellissimo (di giovj)
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bravobene venerdì 18 giugno 2010
il tempo sottratto Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

Quello del tassista che accompagna il cliente (Elia Suleiman) a casa dall'aeroporto ma, colto da un improvviso e violentissimo, veterotestamentale acquazzone, è costretto a fermarsi in una strada che non riconosce più, perso anche il contatto audio con la stazione dei taxi, tra lo scoppio di tuoni dalla potenza inaudita, sorpreso, stupito e infine sconvolto da tanto scompiglio meteorologico e capace solo di ripetere "Ma, che sta succedendo? Che sta succedendo?", è uno dei migliori incipit cinematografici degli ultimi anni. Viene un po' da ridere a vedere un omaccione che si spaventa ogni volta che un lampo squarcia il cielo buio, seguito subito da una tremenda esplosione e poi si resta coinvolti nel suo "perdersi" davanti a qualcosa di così repentino e inspiegabile, in un certo modo sovrannaturale. [+]

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brian77 giovedì 12 agosto 2010
impegnativo, ma notevole Valutazione 4 stelle su cinque
55%
No
45%

E' un film straordinario, che ci racconta la tragedia dei palestinesi con i modi di una comica raggelata. Sconcerta buona parte del pubblico, perché non usa il tradizionale coinvolgimento narrativo in una vicenda, con personaggi, racconto naturalistico eccetera. E' invece raccontato per vignette caustiche, per gag apparentemente farsesche dove però non c'è niente da ridere, perché la materia è tragica. C'è l'umorismo, ma amaro. Soprattutto, è un film totalmente cinematografico, che si esprime tutto attraverso le immagini, i ritmi visivi, i vuoi e i pieni delle immagini. Trovo solo un po' meccanica nella seconda parte l'alternanza tra la realtà sempre più degradata e lo sguardo "keatoniano" dello stesso regista come interprete. [+]

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alberto pezzi domenica 9 agosto 2015
efficace ma rischioso Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

E’ SICURAMENTE UN FILM MOLTO DIFFICILE. DOPO LA PRIMA, HO PROVATO A RIVEDERLO UNA SECONDA VOLTA, E’ STATO MOLTO UTILE. SI TRATTA DI UN FILM RICCO DI METAFORE, RICCO DI SPUNTI, MA MOLTO PESANTE DA CAPIRE AL PRIMO IMPATTO. E’ CERTAMENTE UNA FOTOGRAFIA CHIARA E DECISA DEL PUNTO DI VISTA PALESTINESE NELL’ ETERNA GUERRA CON ISRAELE. UNA FOTOGRAFIA CHE RIASSUME DI CONSEGUENZA ANCHE LA POSIZIONE DEL REGISTA. NON A CASO INFATTI, SI TRATTA DI UN FILM SEMI-AUTOBIOGRAFICO. COSA DIRE E COSA FARE DI FRONTE A QUESTA PELLICOLA?? IO HO CERCATO DI CAPIRE E RISPETTARE PROFONDAMENTE LA POSIZIONE PALESTINESE, E’ VERO INFATTI CHE NON BISOGNA ESSERE PER FORZA ESTREMISTI PER ESSERE PALESTINESI. [+]

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stefano capasso lunedì 14 settembre 2020
parabola di una famiglia e di un popolo Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Elia Suleiman, regista nato a Nazareth, racconta in questo film, la storia della Palestina dal 1948 ad oggi. È una storia che è vista attraverso gli episodi familiari di cui è stato testimoni ed altri che fanno parte della narrazione della famiglia stessa. Suleiman divide il racconto in quattro macro episodi, che vanno dal 1948 ad oggi, passando per gli anni ’60 e gli anni ’80. Attraverso episodi di vita quotidiana, che ripetono a volta in modo ossessivo e una messa in scena sempre al limite del grottesco, il regista costruisce quello straniamento necessario per mettere sullo sfondo, senza allontanarlo, il grande conflitto vissuto dal suo popolo dal momento dell’occupazione israeliana. [+]

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