andre.inter 4 ever
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venerdì 15 gennaio 2010
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capolavoro
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mi ha lasciato a boccA APERTA!!!!!!!!11
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abba.10
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martedì 1 dicembre 2009
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guerra strategia e amore in un ottimo mix
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Un bellissimo film di guerra di una volta dove la strategia il cuore e il sapere combattere facevano ancora la differenza
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altryx
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domenica 15 novembre 2009
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kolossal??mah!!!!!
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film che segna il ritorno di woo nella ex-tradita cina, e lo fa in grande stile venendo premiato da fondi impensabili per un paese non capitalista 80 milioni di dollari, quindi i mezzi non mancavano, le ottime promesse pure, ma come succede in questi casi mancano l'idee ed in particolarmodo la poesia che permea nelle ultime pellicole mada in china( hero ecc). il prodotto sembra un affresco del regime dove i cattivi sono i bravi e viceversa, sembra un panettone precotto. gli attori principali sembrano quasi occidentali hanno i lineamenti molto occidentalizzati, e di occhi a mandorla quasi non si vedono.tutto sommato non mancano momenti poetici e ben ispirati, ma la sensazione che si ha non convince appieno.
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film che segna il ritorno di woo nella ex-tradita cina, e lo fa in grande stile venendo premiato da fondi impensabili per un paese non capitalista 80 milioni di dollari, quindi i mezzi non mancavano, le ottime promesse pure, ma come succede in questi casi mancano l'idee ed in particolarmodo la poesia che permea nelle ultime pellicole mada in china( hero ecc). il prodotto sembra un affresco del regime dove i cattivi sono i bravi e viceversa, sembra un panettone precotto. gli attori principali sembrano quasi occidentali hanno i lineamenti molto occidentalizzati, e di occhi a mandorla quasi non si vedono.tutto sommato non mancano momenti poetici e ben ispirati, ma la sensazione che si ha non convince appieno.
film piu occidentale che cinese sicuramente recuperera i soldi cinesi spesi ma è ben lontano dal capolavoro annunciato.voto 6/10 occidentale
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joker79
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sabato 7 novembre 2009
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non basta la guerra a fare la guerra
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La guerra fine a se stessa non va molto lontano.Questo film lo dimostra.La versione originale dura circa 4-6 ore(non oso immaginare di cosa tratta la parte tagliata)qui il regista e chi ha preparato lo script hanno commesso un grave errore: non bastano scene di combattimento in great cinemascope per rendere il vivo della battaglia nè duelli a fil di spada alla Ang lee o alla Zhang Yimou. Tanto più la storia poteva esser semplificata se non altro per la complessità delle vicende narrate come atto di indulgenza nei confronti dello spettatore, che si trova fiondato nella Cina del III secolo in piena affermazione nazionale. La storia mostra ai cinesi una virtù nazionale che oramai dopo un secolo di comunismo costituisce vestigia del passato:l'opposizione alla tirannia.
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La guerra fine a se stessa non va molto lontano.Questo film lo dimostra.La versione originale dura circa 4-6 ore(non oso immaginare di cosa tratta la parte tagliata)qui il regista e chi ha preparato lo script hanno commesso un grave errore: non bastano scene di combattimento in great cinemascope per rendere il vivo della battaglia nè duelli a fil di spada alla Ang lee o alla Zhang Yimou. Tanto più la storia poteva esser semplificata se non altro per la complessità delle vicende narrate come atto di indulgenza nei confronti dello spettatore, che si trova fiondato nella Cina del III secolo in piena affermazione nazionale. La storia mostra ai cinesi una virtù nazionale che oramai dopo un secolo di comunismo costituisce vestigia del passato:l'opposizione alla tirannia. Sembra una contraddizione in termini la foga con cui i due regni di Wu e Shu si oppongono alla supremazia violenta e senza scrupolo di Cao ministro di Wei. In un Paese dove i diritti umani sono calpestati a suon di retate, cariche di polizia e chiusura alla Stampa internazionale fa sorridere il tentativo di Woo di mostrarci una Cina diversa, americanizzata all'inverosimile, dove l'inganno di Ulisse costituisce il vero espediente per la vittoria, dove la forza non rappresenta l'unico vantaggio e sostenendo il concetto della guerra come conseguenza della Passione umana(Elena di Troia, qui veste i panni di una moglie maliarda tra le fila dei partigiani della "Resistenza").Tre ore di combattimenti orgia, cavalcate interminabili, dialoghi carichi di epico nonsense...Non basta la guerra a far della guerra uno spettacolo!
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glori.m
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sabato 7 novembre 2009
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film appassionante!
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Ciao! Sono una studentessa di Lingue Orientali quindi esprimo il mio giudizio con un minimo di cognizione di causa. Ho trovato il film giustamente romanzato. dato che in pochissimi conoscono la storia cinese, questo era l'unico modo per rendere appassionante una vicenda che in pochi conoscono. Lodevole è il palcoscenico di presentazione de "l'arte della guerra" e meravigliose sono le citazioni trattevi. Bella anche la descrizione resa in immagini de "l'arte del tè". La guerra non è l'unica protagonista di questo film ma è accompagnata da sentimento e amore per i dettagli. Sono stata piacevolmente sorpresa anche dalla morale del film per cui la guerra non crea ma può solo distruggere. purtroppo in Cina si susseguiranno ancora molte altre guerre prima di raggiungere la pace.
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Ciao! Sono una studentessa di Lingue Orientali quindi esprimo il mio giudizio con un minimo di cognizione di causa. Ho trovato il film giustamente romanzato. dato che in pochissimi conoscono la storia cinese, questo era l'unico modo per rendere appassionante una vicenda che in pochi conoscono. Lodevole è il palcoscenico di presentazione de "l'arte della guerra" e meravigliose sono le citazioni trattevi. Bella anche la descrizione resa in immagini de "l'arte del tè". La guerra non è l'unica protagonista di questo film ma è accompagnata da sentimento e amore per i dettagli. Sono stata piacevolmente sorpresa anche dalla morale del film per cui la guerra non crea ma può solo distruggere. purtroppo in Cina si susseguiranno ancora molte altre guerre prima di raggiungere la pace...che ancora non è arrivata. Spero ci saranno molti altri film sulla Cina che racconteranno anche di tutte le grandi dinastie che hanno reso l'impero cinese grande quanto quello romano.
saluti a tutti. Gloria.
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paperopazzo
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sabato 7 novembre 2009
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grande delusione
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Due ore abbondanti di escalation attraverso i più stancanti stereotipi del cinema di guerra. Nessun tentativo di veridicità storica (il fatto che alcuni attori chiave siano giapponesi è solo l'aspetto più simpatico della bufala). Le lunghe e numerose battaglie fanno rimpiangere decisamente Il Signore degli Anelli e persino Troy. Qualche frasetta di filosofia orientaleggiante e riprese al rallentatore pretendono di dare al film un qualche spessore estetico e morale... il risultato convince molto meno dei messaggi stampati dei cioccolatini. Alla fine del film, si fatica a tirare un sospiro di sollievo e persino a guardarsi in faccia con gli altri delusi e annoiati spettatori. Che peccato!
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(di patrickbateman47)
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supermaghe
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sabato 7 novembre 2009
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epica e affascinante storia di un mondo lontano
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Il racconto di un'epica guerra che segnò il futuro dell'immensa e lontana Cina. Come è normale che sia per un racconto epico, la narrazione non si limita alla cronaca ma la arricchisce di sentimenti e, perchè no, di quegli eccessi che trasformano i condottieri in eroi e la storia in leggenda. John Woo ci mostra una realtà per molti sconosciuta: una Cina culturalmente e temporalmente lontana, ma governata da sentimenti e filosofie universali: amore, amicizia, potere, astuzia. Un film di guerra, quindi, ma non solo.
La recitazione è a livelli eccellenti, i personaggi sono ben costruiti: il cattivo Cao Cao che ricerca nel predominio in guerra l'antidoto alla mancanza di amore e sincera amicizia, la delicata ed eterea Sun Shangxiang che per amore del proprio popolo attuerà una sofferta e astuta scorrettezza, una squadra di eroi buoni e dediti alla musica quanto alla guerra.
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Il racconto di un'epica guerra che segnò il futuro dell'immensa e lontana Cina. Come è normale che sia per un racconto epico, la narrazione non si limita alla cronaca ma la arricchisce di sentimenti e, perchè no, di quegli eccessi che trasformano i condottieri in eroi e la storia in leggenda. John Woo ci mostra una realtà per molti sconosciuta: una Cina culturalmente e temporalmente lontana, ma governata da sentimenti e filosofie universali: amore, amicizia, potere, astuzia. Un film di guerra, quindi, ma non solo.
La recitazione è a livelli eccellenti, i personaggi sono ben costruiti: il cattivo Cao Cao che ricerca nel predominio in guerra l'antidoto alla mancanza di amore e sincera amicizia, la delicata ed eterea Sun Shangxiang che per amore del proprio popolo attuerà una sofferta e astuta scorrettezza, una squadra di eroi buoni e dediti alla musica quanto alla guerra.
L'ambientazione è sempre ricercata e realistica, contribuendo a farci calare in un epoca lontanissima nel tempo, nello spazio e nella cultura. Il sud della Cina appare come un paradiso perduto che a tratti toglie il fiato.
Se prima di entrare in sala si accetta l'assunto "assisteremo a un racconto epico, non a una cronaca storica", se ne esce molto soddisfatti.
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mercoledì 4 novembre 2009
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grande è la confusione sotto il cielo.
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Il film è tratto dal Romanzo dei Tre Regni, scritto nel XIV secolo, che racconta la guerra del III secolo fra il regno di Wei del nord e l’alleanza fra Wu e Shu, potenze del sud coalizzatesi per fronteggiare il progetto d’unificazione della Cina sotto un unico imperatore.
In una scena di Mezzogiorno e mezzo di Fuoco Mongo, dopo aver parcheggiato il suo bue in sosta vietata, stende con un pugno il cavallo di un tizio che gli contesta la manovra. Solo ne La Battaglia dei Tre Regni ho visto una cosa simile, quando un soldato grosso e brutto, durante il primo scontro fra l’esercito del Nord e quelli del Sud, esce di corsa dalle fila del suo schieramento e abbatte un altro cavallo con una spallata.
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Il film è tratto dal Romanzo dei Tre Regni, scritto nel XIV secolo, che racconta la guerra del III secolo fra il regno di Wei del nord e l’alleanza fra Wu e Shu, potenze del sud coalizzatesi per fronteggiare il progetto d’unificazione della Cina sotto un unico imperatore.
In una scena di Mezzogiorno e mezzo di Fuoco Mongo, dopo aver parcheggiato il suo bue in sosta vietata, stende con un pugno il cavallo di un tizio che gli contesta la manovra. Solo ne La Battaglia dei Tre Regni ho visto una cosa simile, quando un soldato grosso e brutto, durante il primo scontro fra l’esercito del Nord e quelli del Sud, esce di corsa dalle fila del suo schieramento e abbatte un altro cavallo con una spallata. L’ho trovato estremamente divertente. Tutta la scena in cui si vede una formazione bellica a testuggine che funziona come un meccanismo perfetto, una macelleria di lance, spade e rampini nascosta in un labirinto umano, è piuttosto divertente. In realtà il film non vuole mai esserlo, divertente, ma sicuramente è cosciente nel caricare fino all’assurdo le lunghe e complesse scene d’azione. A fare da contorno alle stesse, però, le più trite raffigurazioni di laconica saggezza cinese e una manciata di personaggi scontornati attraverso aneddoti più o meno edificanti, a seconda del ruolo. E arrivati all’ultima, grossa parte del film, interamente occupata dalla battaglia di Red Cliff, non è facile sentirsi ancora tanto divertiti, né particolarmente motivati.
Red Cliff riporta la magniloquenza melodrammatica di John Woo, stavolta particolarmente patinata, senza accostarsi, come pure avevo sperato, alla fisicità e alla polvere di Tsui Hark. Il paradosso è nella sensazione d’aver visto un kolossal che vuole cibarsi d’epica, che alla fine lascia il ricordo poco significante di un film piccolo.
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ivan nisi
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lunedì 2 novembre 2009
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tra leggenda e realta' storica
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Il regista John Woo ha voluto presentare quella che per i cinesi ancora oggi rappresenta una delle battaglie più famose e ricordate della storia: l'esempio dell'eroismo e fratellanza di pochi contro un avversario decisamente superiore. Non a caso alcuni dei personaggi protagonisti (realmente esistiti) sono entrati a far parte del pantheon di divinità e santi della tradizione cinese, considerati sia come guerrieri dalle abilità leggendarie sia come veri e propri dei della guerra.
Va detto che nel film non si accenna in modo completo alla situazione storica nella quale ci si trova. Allo spettatore occidentale, spesso inconsapevole della storia dell'estremo oriente, viene presentata una sintesi fortemente semplificata di un complesso di disgregazione e tentativi di riunione dell'impero più grande di tutti i tempi.
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Il regista John Woo ha voluto presentare quella che per i cinesi ancora oggi rappresenta una delle battaglie più famose e ricordate della storia: l'esempio dell'eroismo e fratellanza di pochi contro un avversario decisamente superiore. Non a caso alcuni dei personaggi protagonisti (realmente esistiti) sono entrati a far parte del pantheon di divinità e santi della tradizione cinese, considerati sia come guerrieri dalle abilità leggendarie sia come veri e propri dei della guerra.
Va detto che nel film non si accenna in modo completo alla situazione storica nella quale ci si trova. Allo spettatore occidentale, spesso inconsapevole della storia dell'estremo oriente, viene presentata una sintesi fortemente semplificata di un complesso di disgregazione e tentativi di riunione dell'impero più grande di tutti i tempi. Non importa quasi sapere chi appartiene al regno di Wei, Wu o Shu nè come si sono formati tali stati. Tutto è focalizzato sui protagonisti della battaglia.
Battaglia che rischia di far credere allo spettatore ignaro della realtà storica, che tutto si risolva con il lieto fine rappresentato.
Qui si potrebbero fare due appunti storici di notevole peso contrastivo. Il primo riguarda proprio il finale.
La battaglia non è altro che l'ennesimo tentativo di Wei di annettere Wu e Shu, senza riuscirci, e non l'epico scontro finale che segna la sconfitta del nord. Anzi, chi ha studiato la storia antica della Cina saprà sicuramente che i tanto acclamati ideali di alleanza ed amicizia tra Wu e Shu non erano altro che semplici legami opportunistici, tanto che sconfitto momentaneamente Wei i due regni di Wu e Shu hanno iniziato ben presto a combattere fra loro.
Liu Bei si autoproclamerà imperatore di Shu e 14 anni più tardi "l'eroe buono" attaccherà gli ex alleati del regno di Wu, perdendo e morendo l'anno dopo nel 223 d.C.
Grazie a questa nuova guerra logorante, il regno di Wei ha avuto il tempo di riarmarsi e di attaccare ed annettere dapprima Shu (dopo la morte dello stratega Zhuge Liang) e successivamente Wu, riunendo l'impero per mano del figlio di Cao Cao: Cao Pi.
Ma di tutto questo niente nel film lascia trasparire il minimo indizio. Pare soltanto che il "cattivo" di turo, Cao Cao, sia stato sconfitto per sempre.
Ed il secondo appunto, che gli storici cinesi e tutti coloro che hanno memoria del personaggio hanno dibattuto con la ragione dalla loro parte, è che la figura di Cao Cao non è certo ricordata come quella di uno scellerato sanguinario disposto a tutto per vincere la guerra. Era un condottiero che partecipava attivamente alle battaglie, ed era dotato anche lui di grandi qualità strategiche. Il motivo della sua guerra era certamente più elevato di quello proposto dalla pellicola di John Woo.
La riunificazione dell'impero e probabilmente l'ambizione di diventarne l'imperatore erano sicuramente i veri motivi del suo attacco verso i regni del sud.
Non certo l'amore o il desiderio di possessione di una donna, seppur storicamente riconosciuta di una bellezza notevole, hanno mosso le sue intenzioni.
Lo spettatore ignaro potrebbe fin troppo facilmente confondere la qui presente "battaglia di Chibi" con quella della guerra di Troia combattuta leggendariamente per Elena. Un proposito romantico, forse più spettacolare ed accattivante agli occhi del pubblico occidentale, ma inesatto e quasi offensivo verso l'autentico movente idealistico e patriotticamente elevato di un ritorno ad una Cina unita, sotto un'unica corona.
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lorix
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sabato 31 ottobre 2009
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bello,ma...
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Ho guardato questo film perchè fan del videogioco Dinasty Warriors, che prende proprio spunto dalla guerra fra i 3 regni di Wu, Shu e Wei; è stato molto interessante vedere quelle battaglie ricreate in un film, dato che sono anche rese in ottima maniera. La trama è quella che è, perchè la storia è quella che è, non ci si poteva inventare molte altre cose. Alcuni appunti, sebbene il film sia godibilissimo, grazie soprattutto all'ottima realizzazione dei combattimenti, vanno comunque fatti: il taglio dalla versione originale è fin troppo evidente, e poteva essere migliorato. Difatti, ad un certo punto del film, ovvero durante la battaglia finale, si passa dalla notte al giorno senza alcun senso, sengo evidente che è stato tagliato un bel pezzo di film.
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Ho guardato questo film perchè fan del videogioco Dinasty Warriors, che prende proprio spunto dalla guerra fra i 3 regni di Wu, Shu e Wei; è stato molto interessante vedere quelle battaglie ricreate in un film, dato che sono anche rese in ottima maniera. La trama è quella che è, perchè la storia è quella che è, non ci si poteva inventare molte altre cose. Alcuni appunti, sebbene il film sia godibilissimo, grazie soprattutto all'ottima realizzazione dei combattimenti, vanno comunque fatti: il taglio dalla versione originale è fin troppo evidente, e poteva essere migliorato. Difatti, ad un certo punto del film, ovvero durante la battaglia finale, si passa dalla notte al giorno senza alcun senso, sengo evidente che è stato tagliato un bel pezzo di film. Inoltre è assolutamente inspiegabile perchè lo stratega di Liu Bei viene chiamato Kong Min,visto che in realtà il suo nome è Zhuge Liang. Un pò ripetitive anche le scene in cui Zhou Yu suona lo strumento simile ad una chitarra.
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(di trick'r treat)
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