ruggero
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giovedì 18 agosto 2011
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finalmente un colossal senza banalità!
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Finalmente un colossal come si deve!Le stupide trovate di Troy,Alexander,300 etc sono morte con i film cinesi o giapponesi (Ran,Kaghemusha,Red Cliff etc)!!L'ingenuità dei registi USA cede il passo all'epicità,al romanticismo e alla passione dei registi orientali!Addio Hollywood e alle banalità!
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giovarg
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mercoledì 10 agosto 2011
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un film ricco ma per me non soddisfacente
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Voglio essere breve.
Questo film è veramente ben fatto (Ho visto le 2 parti integrali):
Conta moltissime comparse, buone recitazioni, ottime le scenografie e la fotografia, una colonna sonora non particolarmente incisiva, quindi una grande produzione.
Adesso vi chiederete come mai solo 3 stelle?
Secondo me gli unici difetti sono i combattimenti corpo a corpo e la battaglia navale.
Mi sembra davvero inrealitstico che un generale faccia fuori da solo molti soldati. (Purtroppo nel film questa cosa verrà ripetuta, non dimenticando le varie acrobazie che )
Speravo in una vera battaglia navale, invece sono rimasto davvero deluso.
Lasciando stare alcuni momenti che secondo me potevano essere tagliati, il film mostra altri aspetti da tenere in considerazione, come la visione e la creatività del regista.
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Voglio essere breve.
Questo film è veramente ben fatto (Ho visto le 2 parti integrali):
Conta moltissime comparse, buone recitazioni, ottime le scenografie e la fotografia, una colonna sonora non particolarmente incisiva, quindi una grande produzione.
Adesso vi chiederete come mai solo 3 stelle?
Secondo me gli unici difetti sono i combattimenti corpo a corpo e la battaglia navale.
Mi sembra davvero inrealitstico che un generale faccia fuori da solo molti soldati. (Purtroppo nel film questa cosa verrà ripetuta, non dimenticando le varie acrobazie che )
Speravo in una vera battaglia navale, invece sono rimasto davvero deluso.
Lasciando stare alcuni momenti che secondo me potevano essere tagliati, il film mostra altri aspetti da tenere in considerazione, come la visione e la creatività del regista. Da quello che ho capito il film è basato su un romanzo storico, che fa parte dei Quattro Grandi Romanzi Classici della letteratura cinese, che parla dei Tre Regni. Il film ripercorre la Battaglia di Chibi o battaglia delle Scogliere Rosse. Lo stratega Zhuge Liang mi sembra un po' troppo intelligente, comunque niente di dannoso.
Considerando che alcuni film orientali esaltino la figura dell'eroe e la nazione, ho dovuto ragione su quale voto era meglio assegnare a questo prodotto cinematografico. Personalemente gli dò 3 stelle, però non contando i difetti che secondo me hanno gravato dal mio punto di vista, il film vale 4 stelle.
Lo consiglio se tenete conto nel modo in cui gli orientali vedono i film.
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snake6689
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sabato 19 marzo 2011
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spettacolare
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nalipa
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lunedì 4 ottobre 2010
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bello!
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Nel 208 dopo Cristo il primo ministro Cao Cao convince il suo imperatore a una guerra per la conquista del regno occidentale di Xu. A questi si allea il regno meridionale di Wu.
Perosonaggi eroici. Film denso di significati.
Pare che la versione uscita nelle sale non sia quella integrale, sarebbe interessante vedere tutta l'opera di Woo.
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doni64
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giovedì 30 settembre 2010
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film storico epico...un po' noioso
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Sicuramente un film interpretato da molti attori e comparse ma definierlo colossal a mio parere e' troppo.La trama lunga e noiosa porta lo spettatore ad annoiarsi qualcuno ad appisolarsi.Non mi ha colpito l'interpretazione che e' discreta ma la sceneggiatura.Nel complesso cmq un film piu' che discreto.Voto 6+
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davidestanzione
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domenica 5 settembre 2010
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l'epic action di woo, "sincretico" alla kurosawa
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Il maestro torna a casa. E lo fa in grande stile, realizzando il film (più sentito) della sua carriera, un autentico, sovrumano ritorno alle proprie origini epiche, alle radici della Cina imperiale storico-mitografica (con squarci d’ambiente accoratamente trasfigurati attraverso suggestive, calde dissolvenze), un paese dall’anima pragmaticamente riconoscibile eppur inafferabilmente evanescente per (noi) occidentali, una terra convulsa e maestosa, divisa (eh sì) tra odi atavici e sommi(?)strateghi limitrofi rabbiosamente inaciditi (e didascalicamente “introdotti”), pronti a sguinzagliarsi famelici contro il qualsivoglia regno propinquo più flebilmente deboluccio:è il caso del primo ministro Cao Cao, che muove guerra con pretestuose accuse ai regni del sud per annetterli all’Impero, facendo leva sulla malferma, inconsistente personalità del suo sovrano.
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Il maestro torna a casa. E lo fa in grande stile, realizzando il film (più sentito) della sua carriera, un autentico, sovrumano ritorno alle proprie origini epiche, alle radici della Cina imperiale storico-mitografica (con squarci d’ambiente accoratamente trasfigurati attraverso suggestive, calde dissolvenze), un paese dall’anima pragmaticamente riconoscibile eppur inafferabilmente evanescente per (noi) occidentali, una terra convulsa e maestosa, divisa (eh sì) tra odi atavici e sommi(?)strateghi limitrofi rabbiosamente inaciditi (e didascalicamente “introdotti”), pronti a sguinzagliarsi famelici contro il qualsivoglia regno propinquo più flebilmente deboluccio:è il caso del primo ministro Cao Cao, che muove guerra con pretestuose accuse ai regni del sud per annetterli all’Impero, facendo leva sulla malferma, inconsistente personalità del suo sovrano. Il primo film girato in Cina da John Woo dopo i mediamente fertili sedici anni hollywoodiani, si pone teoricamente all’interno della gloriosa tradizione asiatica del wu xia pian, ampiamente caldeggiata ed esplorata da Woo, che insieme ad Ang Lee, Zhang Yimou e Feng Xiaogang ne è forse l’interprete dal più piglio ispirato.“Rad Cliff” é però (in più) pervaso da respiro epico e da una pomposa magniloquenza bucaschermo, intrisa di un’imponenza tale da risultare pressoché inedita all’interno del genere, ma che sembra di fatto concepita “apposta” per (sublimare) lo stile a tratti ipercinetico a tratti pieghettevolmente raffinato e finemente tratteggiato dell’autore dei manualisticamente folgoranti (e mai eguagliati in Usa,“Face/Off” a parte) “The Killer” e “A better Tomorrow”. L’action touch dell’ex ragazzo prodigio del cinema di Hong Kong, che alla smanettosa, sovraesposta violenza del più puro dei distillati actionpulp (impressasi sulle sue cornee durante l’inferno di “small gangs” patito per le “strade violente” della sua infanzia e preadolescenza) ha saputo abilmente (contr)apporre (e cosa più importante, organicamente) il suo personalissimo gusto per il balletto voluttuosamente coreografato, si trova qui in solidale connubio con alcuni rimandi “occidentalizzanti” di scenografia (le testuggini, zoologiche e non, e gli schieramenti pseudoplitici che rimandano al conflitto tra ateniesi e persiani) e di sceneggiatura (l’allusione a una NeoElena di Troia, che scatena anche qui un conflitto campale). Accorgimenti questi ultimi interamente preposti a rimarcare la natura e le aspirazioni “sincretiche” che da sempre contraddistinguono l’arte di John Woo, il quale all’interno del panorama cinematografico mondiale sembra quasi l’Herman Hesse dell’ action fracassone ma patinato, fulmineo ma tirato a lucido: contraddizioni (solo) in termini, basti vedere il mellifluo, emblematico stile maneggiato da Woo nelle scene di sesso, esteticamente assai meno grottesche&macchiettistiche di quelle che (tanto per fare un nome) ci ha proposto/schiaffeggiato dinanzi agli occhi un altro grande maestro del cinema orientale, Johnnie To, nel suo ultimo “Vendicami”. Sarà dunque solo un caso se uno è Leone NERO a Courmayuer e l’altro Leone D’ORO a Venezia?. Sempre e comunque con un occhio pedissequamente rivolto in patria, e l’altro teso ad restituire il favore, manco a dirlo omaggiante, ai vari ammiratori occidentali, tra cui Tarantino (immancabile) e Scorsese (oltre a un pizzico del Raimi più sanguigno). In fin dei conti, nel (complesso del) cinema di Woo, il marchio ideologico kurosawiano non è (poi) così lontano.
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dave gore
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venerdì 30 luglio 2010
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il vero kolossal è "made in china"
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John Woo (Face Off, Windtalkers) lascia momentaneamente il suo regno Hollywoodiano per tornare in madre patria Cina a dirigere il suo lavoro più studiato, voluto e probabilmente il migliore. Dopo anni in cui lo spettatore medio viene sommerso da pellicole epico-storiche a dir poco mediocri a livello stilistico e contenutistico (“Troy”, “Alexander”, “300”, “L’ultima legione” per citare le più, aimè, note), il regista di Hong Kong sforna un kolossal leggendario, con un impiego di mezzi e di attori mai visto in Cina (le spese di produzione ammontano a 80 milioni di dollari).
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John Woo (Face Off, Windtalkers) lascia momentaneamente il suo regno Hollywoodiano per tornare in madre patria Cina a dirigere il suo lavoro più studiato, voluto e probabilmente il migliore. Dopo anni in cui lo spettatore medio viene sommerso da pellicole epico-storiche a dir poco mediocri a livello stilistico e contenutistico (“Troy”, “Alexander”, “300”, “L’ultima legione” per citare le più, aimè, note), il regista di Hong Kong sforna un kolossal leggendario, con un impiego di mezzi e di attori mai visto in Cina (le spese di produzione ammontano a 80 milioni di dollari). “La battaglia dei tre regni” mette in scena un conflitto illustre dell’epos cinese, noto come la battaglia di Red Cliff, e lo fa con un risultato mirabile e memorabile. Nel 213 d.C. il primo ministro Cao Cao è pronto a usurpare il trono dell’imperatore, ma per farlo deve solo conquistare i due regni del sud della Cina. Sarà compito dell’astuto stratega Zhuge Liang proporre e ottenere un’alleanza tra i regni, in modo da resistere all’invasore e riportare la pace nell’impero. E allora guerra sia: battaglie campali, navali, sottili stratagemmi, inganni, epidemie e imboscate per un film che rispolvera il meglio del genere e lo rimette a lucido con un risultato incommensurabile. Si passa dagli scudi a specchio archimedei alle testuggini romane, senza dimenticare la consueta saggezza orientale, che assegna ancora una volta alla natura il ruolo di supremo giudice. L’esame “kolossal” per John Woo è superato a pieni voti; del resto il regista di Hong Kong ci mette la solita tecnica e meticolosità nel padroneggiare la macchina cinematografica. Il cast è all’altezza della prova, attori che, sconosciuti a noi, sono tra i più noti in Oriente. Durata di 150’ minuti, non si sentono ma si vivono. Che dire...Epico.
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darkangel ita
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venerdì 7 maggio 2010
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noioso
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Alcuni spunti buoni ( sentimenti e valori ), ma lento e noioso, molte scene da bmovie, per non parlare della mancanza del finale!
Bocciato!
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trick'r treat
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domenica 14 marzo 2010
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capolavoro mancato
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Il più costoso e grandioso film cinese. Un film bellico sensazionale ed emozionante. Capolavoro mancato a causa del fiacco finale.
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ultimoboyscout
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venerdì 29 gennaio 2010
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capolavoro di strategia militare.
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Non mi ha fatto particolarmente impazzire, anche perchè i film orientali mi restano indigesti. Ma in particolare ho apprezzato le tante scene di guerra. Molto belli i duelli corpo a corpo, belli gli schieramenti degli eserciti, sottolineati da sapienti inquadrature panoramiche. Sorprendenti le strategie e i tranelli, con cui gli eserciti alleati, in minor numero rispetto al nemico, lo fronteggiano. Molto convincenti armature, armi e costumi. Ricorda, per certi versi, 300, ma con risultato finale diverso.
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