Titolo originale Chi bi.
Azione,
durata 148 min.
- Cina 2008.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 23ottobre 2009.
MYMONETROLa battaglia dei tre regni
valutazione media:
3,71
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
John Woo ritorna in patria e, ispirandosi ad uno dei Quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese, Il romanzo dei tre regni (XIV secolo), concernente una celebre battaglia combattuta nel III secolo d.C., notissima in Asia come in Europa può esserlo quella delle Termopili, realizza il suo miglior film dai tempi di Face/Off.
Un kolossal mastodontico, epico e imponente (anche nella durata), dal respiro potente e dall’incredibile sfarzo stilistico (diverse scenografie sono semplicemente magnifiche). Un kolossal che supera, per portata ed ambizioni, qualsiasi produzione recente di Zhang Yimou, e che non ha nulla da invidiare agli omologhi hollywoodiani.
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John Woo ritorna in patria e, ispirandosi ad uno dei Quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese, Il romanzo dei tre regni (XIV secolo), concernente una celebre battaglia combattuta nel III secolo d.C., notissima in Asia come in Europa può esserlo quella delle Termopili, realizza il suo miglior film dai tempi di Face/Off.
Un kolossal mastodontico, epico e imponente (anche nella durata), dal respiro potente e dall’incredibile sfarzo stilistico (diverse scenografie sono semplicemente magnifiche). Un kolossal che supera, per portata ed ambizioni, qualsiasi produzione recente di Zhang Yimou, e che non ha nulla da invidiare agli omologhi hollywoodiani.
Woo dirige magistralmente un film ricco di invenzioni visive e virtuosismi stilistici, un film d’intrattenimento grandioso nelle scene d’azione quanto imprevedibile e stravagante nelle pause tra una e l’altra (vedi la scena della nascita del cucciolo di cavallo, o quella della “sfida” musicale tra il personaggio di Leung e quello di Kaneshiro).
Il regista gestisce saldamente tanto le scene di massa (comunque ampliate in computer-graphic) quanto le scene di dialogo e strategia (per larga parte tagliate dalla versione internazionale), e non manca di inserire i suoi consueti marchi di fabbrica (immancabile la presenza delle colombe, che stavolta hanno però una funzione ben più che ornamentale).
Dirige bene anche gli attori (oltre a Leung e Kaneshiro, meritano una menzione speciale almeno Fengyi, interprete di Cao Cao, e soprattutto Zhao Wei, interprete di Sun Shangxiang, la giovane sorella di Sun Quan, il sovrano del Regno di Wu).
Il suo film ha forse una sceneggiatura un po’ prolissa, ma il risultato finale sorprendentemente non ne risente e non annoia neppure per un secondo (anche nella versione integrale).
La battaglia dei tre regni si rivela un ottimo film di genere, con almeno cinque sequenze memorabili (quella, sull’inizio, degli scudi che riflettono la luce del sole, il già citato duetto musicale tra Zhou Yu e Zhuge Liang, la formazione labirintica ispirata al bagua [storico simbolo millenario cinese] entro cui viene sonoramente sconfitta l’avanguardia di Cao Cao, il “recupero” delle frecce [geniale], e il finale [con l’importante scena della cerimonia del tè]).
Costato l’equivalente di 80 milioni di dollari, risultando di conseguenza il film più costoso mai prodotto in Cina al momento dell’uscita, è un grandissimo successo di pubblico in patria. Non altrettanto nel resto del mondo, dove peraltro è stato distribuito in una versione quasi dimezzata che, rispetto all’originale, è monca di diversi episodi emblematici, interessanti e commoventi (ad esempio, la scena della caccia alla tigre, o tutto l’importante segmento riguardante la principessa Sun che, travestita da uomo, s’infiltra nel campo nemico e fraternizza con un ingenuo soldato, Shucai). E’ pertanto consigliabile la visione della versione originale, reperibile in home-video.
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[+] lascia un commento a laurence316 »[ - ] lascia un commento a laurence316 »
Intanto è troppo lungo; oltre le due ore qualunque film diventa insopportabile, anche un capolavoro, figuriamoci questo che non è altro che un montaggio di colpi di spada, frecce, lance, eslposioni e computer grafica. Il film poteva essere un serio racconto storico, ma già dopo pochi minuti una bella signora di mezz'età fa un salto di sei metri per prendere qualcosa sul soffitto; allora là già capisci che forse è meglio cambiare canale, decidi di insistere, forse hai avuto le traveggole, ma durante le battaglie si susseguono ridicole evoluzioni e scene assurde all'interno di una confusione totale. Peccato, John Woo poteva spendere tutti quei soldi in modo migliore; o forse era meglio affidarli a qualcun altro.
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il giudizio è complesso. Il film presenta pregi e difetti.
Pregi.
Un film storico con notevoli scence di battaglia.
difetti.
Prendete questo film, togliete le scene in postproduzione digitale (le battaglie e gli spostamenti di massa) e otterrete un film (Spartacus, Ben Hur, etc ) di Hollywood... si ma di 50 anni fa!!!!!
Un film per il mercato cinese, chiaramente intriso di patriottismo e che si appropria in modo abbastanza ridicolo di alcuni aspetti moderni (i soldati che mentre giocano a palla palleggiano come fossero dei moderni calciatori, beh è troppo).
La recitazione è spesso troppo "espressiva". Un aspetto a cui lo spettatore occidentale medio non è abituato.
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il giudizio è complesso. Il film presenta pregi e difetti.
Pregi.
Un film storico con notevoli scence di battaglia.
difetti.
Prendete questo film, togliete le scene in postproduzione digitale (le battaglie e gli spostamenti di massa) e otterrete un film (Spartacus, Ben Hur, etc ) di Hollywood... si ma di 50 anni fa!!!!!
Un film per il mercato cinese, chiaramente intriso di patriottismo e che si appropria in modo abbastanza ridicolo di alcuni aspetti moderni (i soldati che mentre giocano a palla palleggiano come fossero dei moderni calciatori, beh è troppo).
La recitazione è spesso troppo "espressiva". Un aspetto a cui lo spettatore occidentale medio non è abituato.
4 ore di film sono un poco troppi [-]
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John Woo si ispira al poema epico “Le Cronache dei tre regni” di Luo Guanzhong,scritto nel XIV secolo,che racconta lo scontro sulle Scogliere Rosse del fiume Yangtze avvenuto nel 208 dC tra i due regni coalizzati di Wu,della Cina del sud e Xu,situato nel territorio occidentale,contro l’immensa armata dell’imperatore Han Xiandi,al comando del Primo Ministro Cao Cao,ambizioso uomo di forte peso politico nella gerarchia del regno dinastico.
La Cina era frazionata in molti regni in continuo conflitto fra loro e Cao Cao premeva sul debole carattere dell’imperatore,debole figura plagiata dal nerbo del primo consigliere,per raggiungere il suo scopo di riunire l’intero territorio cinese sotto un unico impero,alla cui testa Cao Cao intendeva insediarsi,scalzando la mediocrità dell’imperatore regnante.
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John Woo si ispira al poema epico “Le Cronache dei tre regni” di Luo Guanzhong,scritto nel XIV secolo,che racconta lo scontro sulle Scogliere Rosse del fiume Yangtze avvenuto nel 208 dC tra i due regni coalizzati di Wu,della Cina del sud e Xu,situato nel territorio occidentale,contro l’immensa armata dell’imperatore Han Xiandi,al comando del Primo Ministro Cao Cao,ambizioso uomo di forte peso politico nella gerarchia del regno dinastico.
La Cina era frazionata in molti regni in continuo conflitto fra loro e Cao Cao premeva sul debole carattere dell’imperatore,debole figura plagiata dal nerbo del primo consigliere,per raggiungere il suo scopo di riunire l’intero territorio cinese sotto un unico impero,alla cui testa Cao Cao intendeva insediarsi,scalzando la mediocrità dell’imperatore regnante.
“La battaglia dei tre regni” narra la storia di questo scontro,disegnando con tratti precisi e convincenti il profilo degli individui che ne furono protagonisti. Le immagini in apertura mostrano chiaramente chi sia in realtà il Primo Ministro e che posto occupi nell’organigramma del regno. Una panoramica nelle sale del palazzo imperiale mostra l’intera corte riunita per discutere dell’importante decisione da prendere a proposito dell’intervento nei territori di conquista,con l’imperatore assiso sul trono in stato di semiveglia,ministri,diplomatici e l’intero dicastero in attesa di Cao Cao,figura determinante per le sentenze. Poche immagini ed un quadro introduttivo di valore contestuale è rapidamente formato con grande effetto. Lo spettatore non tarda a comprendere a che genere di film sta per assistere.
John Woo,tornato in madre patria sembra recuperare le sue esperienze di filmaker made in Hollywood per coniugarle con l’arte peculiare del suo cinema asiatico,mai sopito in lui,creando un corredo di immagini e visioni intimistiche di raro valore e grande dignità nel trionfo coreografico di questo immenso dipinto dai colori della tradizione orientale.
I personaggi che vengono man mano presentati,i generali dei due stati alleati,i vicerè,le figure femminili,la principessa,il rappresentante Zhu-Ge Liang,sono magistralmente descritti nella loro complessa qualità morale,con decise e delicate pennellate che mettono in risalto i risvolti della loro personalità,la fermezza dell’uomo di comando,la tenerezza dei rapporti d’amore,la purezza dell’amicizia,la fedeltà delle intese.
La bellezza fisica e morale di Zhu-Ge Liang assurge ad una rappresentazione di una natura quasi magica del consigliere,elevandolo a uomo dotato di doni trascendentali e la sua possibilità di vedere negli eventi atmosferici e di poterli interpretare diventa chiave di una profonda saggezza e di equilibrio interiore che Woo ha saputo descrivere con grande efficacia nella disinvolta espressività di Takeshi Kaneshiro. La bellezza fisica,i volti nobili e gli sguardi aperti traducono una intima bellezza che si impone come anima di un film che racconta di uomini,delle loro relazioni e dei sentimenti che li uniscono nel loro grido di aspirazione alla libertà.
Con grande impiego di mezzi e comparse,un abbondante ma saggio ricorso alla CGI e tanti omaggi a Sergio Leone,il film si dilata in un superbo affresco storico-umano tradotto in splendide immagini di ampio respiro,illuminate da vibranti dialoghi mai verbosi,ma vivificati di una nobile ricchezza d’animo e di un’armonia umana suffragata da una profonda pace esistenziale,pur contestualizzata in un evento bellico che ritrae due eserciti in assetto di guerra.
Nessuna violenza abusa dell’attenzione dello spettatore,neppure nelle scene di battaglia,rappresentate come dipinti in un’arte grafica di grande dinamismo in scene di scontri che restano conflitti fra gli ideali di libertà e una oppressione che non avrà la meglio e dove non si coglie mai il senso visivo del sangue versato dai corpi di vittime straziate dalla guerra,quanto la linfa che vitalizza l’anelito alla libertà.
Sono immagini maestose,con riprese al basso,o ravvicinate ad altezza d’uomo ed intervallate da ampi scorci dall’alto,in panoramiche da kolossal epico.
Difficile riconoscere il John Woo abituale,compreso quello del bellissimo “Face Off”,nelle scene che illustrano come i rappresentanti di due popoli ratificano una alleanza bellica in uno stupefacente (guardarlo ed ascoltarlo più volte sarebbe raccomandabile) confronto musicale (si colgano le sonorità delle musiche tradizionali asiatiche ed americane).
Qui l’unione porta indiscutibilmente alla pace tra i re di due regni fino ad allora in conflitto fra loro ed ora entrambi ricchi di un’armonia interiore che solo alla pace potrà condurre. E infatti “Pace” (=Pi-Nan),è il nome del bambino che cresce nel grembo della regina Xiao Qiao,a spiegazione di una calma e di una concordia che regneranno nei territori liberati.
Nel film non appaiono eroi idealizzati,ma persone di valore umano ed etico,spirituale ed intellettuale,integri nella loro solidità di soldati e uomini “gentili come una foresta, spietati come il fuoco,forti come le montagne e veloci come il vento”.
Scenografie affascinanti rapiscono in continuazione gli sguardi,in ariose suggestioni visive,intervallate da acuti simbolismi dei quali,purtroppo,non sempre il pubblico internazionale è in grado di percepire il significato più profondo,come la presenza di volatili,costante nel film come portatori di pace o consiglio (la colomba) o di azioni strategiche (le ali nelle mani di Zhu-Ge Liang),o l’eclissi,con la luna che nasconde il suo volto all’invio dei corpi dei soldati di Cao Cao morti di tifo tra le fila dell’esercito alleato,come una luce che non vuole splendere sull’ abominio di una spregevole azione,o ancora,le lanterne illuminate che prendono il volo nella notte durante i funerali di quegli stessi militari.
L’alleanza fra l’uomo e la natura è ratificata dalla possibilità di leggerne gli elementi,aria,fuoco,terra,vento,nuvole,nebbia,sabbia e di averne in prestito il simbolo come segno di collaborazione e sostegno in battaglia.
Le sequenze di sguardi profondi e i lunghi silenzi ove l’arte,i libri e le nobili cerimonie parlano molto più di complesse conversazioni,costituiscono nella limpida struttura filmica,il primo valore che il regista ha voluto porre l’accento,l’uomo,il suo onore e la fedeltà all’impegno per la libertà,diritto imprescindibile.
Difatti il commento finale di fronte al vuoto della desolazione che segue la battaglia,è un grido alla futilità della guerra (“…Qui nessuno ha vinto”),ed un ulteriore richiamo alla riconciliazione ed al recupero di quei valori che in una società debbono tessere la trama di una pace da perseguire ad ogni costo,qui intonata in un inno di indipendenza di un popolo in veglia all’alba di una nuova grande nazione. [-]
[+] lascia un commento a andyflash77 »[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
premettendo che ho votato contro un giudizio di Francesco Alò del Messaggero, ma il mio voto contro è stato invece assegnato a favore del giornalista, trovo che il Kolossal non sia "mancato" per nulla ... forse il giornalista ha visto un altro film o forse giocava col suo cell mentre "seguiva" la proiezione.Penso che il film non manchi in nulla, nè nella regia, nè negli attori, nè nella sceneggiatura e tanto meno nella poetica delle immagini. Non dico che sia un capolavoro assoluto ma di certo è un film che ti avvince e non ti annoia un solo secondo.
[+] daccordissimo (di lindo)[ - ] daccordissimo
[+] lascia un commento a gianbigio »[ - ] lascia un commento a gianbigio »
Il titolo del mio commento si riferisce al fatto che questo colossal storico ambientato in Cina offre uno spettacolo avvincente evitando i difetti tipici di questo genere di film: prolissità, monotematismo, eccessi spettacolari. Qui si dosano e si realizzano, con buon equilibrio, gli effetti speciali dell'azione e i risvolti psicologico-filosofici caratteristici dell'epica cinese tradizionale. Un John Woo al top.
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Mymovies lo classifica come un film "di azione" e in queste due parole c'è tutto questo inguardabile filmetto di quarta categoria.
L'intera scenografia si compone di battaglie: e le battaglie sono la parte più ridicola del film, a metà strada fra realtà e fantascienza, nella migliore tradizione di Troy: scudi catarifrangenti che sgominano intere divisioni di cavalleria, supereroi che da soli abbattono decine o centinaia di avversari in maniere che farebbero scompisciare dal ridere un allievo del secondo mese di scherma, formazioni che si raggruppano magicamente nel giro di pochi secondi...
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Mymovies lo classifica come un film "di azione" e in queste due parole c'è tutto questo inguardabile filmetto di quarta categoria.
L'intera scenografia si compone di battaglie: e le battaglie sono la parte più ridicola del film, a metà strada fra realtà e fantascienza, nella migliore tradizione di Troy: scudi catarifrangenti che sgominano intere divisioni di cavalleria, supereroi che da soli abbattono decine o centinaia di avversari in maniere che farebbero scompisciare dal ridere un allievo del secondo mese di scherma, formazioni che si raggruppano magicamente nel giro di pochi secondi... il tutto portato avanti tramite scene istantanee per garantire che il più ebete del pubblico di ebeti che va a vedere una schifezza del genere non abbia tempo di annoiare il proprio microcervello.
Avete idea di come si svolgeva una battaglia fra eserciti cinesi medioevali? Se non ce l'avete, e non potete avercela se avete apprezzato questa bruttura, vi basti sapere che non aveva il minimo e più lontano rapporto con quanto viene rappresentato nel film.
Ho visto che c'è chi ha osato apparentare questa roba colle produzioni di Kurosawa: il confronto dice tutto di chi lo ha proposto.
Un film che dimostra come la democratizzazione, cioè l'americanizzazione, cioè l'inebetimento della cinematografia, stia facendosi esso pure fenomeno globale.
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[+] ma che minchia dici (di lindo)[ - ] ma che minchia dici
[+] nzomma (di contrammiraglio)[ - ] nzomma
[+] lascia un commento a lore64 »[ - ] lascia un commento a lore64 »
Bello ed emozionante!Da vedere però nella versione estesa in due parti (l'originale)che permette di ammirare non solo le epiche battaglie ma anche la complessità della storia e dei personaggi.Sconsiglio vivamente la versione che è passata al cinema, pare tagliata con l'accetta,un pò come le vecchie antologie erano capaci di ritagliare l'Iliade e l'Odissea fino a riportarne solo le scene più bellequesta fa lo stesso di Red Cliff: l'Iliade cinese(ed a proposito di Iliadi diciamocelo siamo avanti anni luce rispetto a Troy).
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