renato c.
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sabato 2 novembre 2013
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tra divertimento e simpatia
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Non è la prima volta che il cinema d'animazione umanizza i mezzi di trasporto! Il primo che ricordo è l'episodio dell'areoplanino Pedro - pilota postale in "Saludos Amigos!" di Walt Disney; poi ricordo un cortometraggio "Il piccolo taxi" in un cartone di Hanna e Barbera. Debbo dire che l'animazione tridimensionale che fatica un po' a dare senso realistico con gli esseri umani (difficile togliere loro l'aspetto di pupazzi!) con gli autoveicoli riesce molto bene! E ne è venuta fuori questa simpatica storia di divertimento e buoni sentimenti! Il protagonista Saetta che prima vuole vincere la corsa a tutti i costi, poi sacrifica la carriera per amore e per amicizia verso gli abitanti di quella città semiabbandonata dopo che si rende conto di quanto lo amino.
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Non è la prima volta che il cinema d'animazione umanizza i mezzi di trasporto! Il primo che ricordo è l'episodio dell'areoplanino Pedro - pilota postale in "Saludos Amigos!" di Walt Disney; poi ricordo un cortometraggio "Il piccolo taxi" in un cartone di Hanna e Barbera. Debbo dire che l'animazione tridimensionale che fatica un po' a dare senso realistico con gli esseri umani (difficile togliere loro l'aspetto di pupazzi!) con gli autoveicoli riesce molto bene! E ne è venuta fuori questa simpatica storia di divertimento e buoni sentimenti! Il protagonista Saetta che prima vuole vincere la corsa a tutti i costi, poi sacrifica la carriera per amore e per amicizia verso gli abitanti di quella città semiabbandonata dopo che si rende conto di quanto lo amino. La protagonista femmina (in Italia con la voce di Sabrina Ferilli!) si può dire una dolce sexy-macchina, autoritaria, ma anche romantica! E tutto è bene quel che finisce bene, in buon stile Disney! Debbo aggiungere che per la Disney l'automobile con sentimenti umani non è certo una novità! Vedi la lunga serie di films con attori veri "Un maggiolino tutto matto" (filone imitato anche dalla cinematografia tedesca!) ed in uno di questi films anche il famoso Herbie si innomora di un'altra macchina! Del resto il successo di questi films parte dal fatto che l'uomo, da quando si è motorizzato ha sempre avuto un legame un po' affettivo per propria automobile! Negli anni '60 si sentiva dire di più di una persona: "Toccategli la moglie ma non toccategli la macchina!"
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enzo70
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lunedì 3 novembre 2014
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l'ennesimo rombo della pixar
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La Pixar il mestiere lo conosce molto bene; e difficilmente sbaglia colpo. Cars – motori ruggenti non è un capolavoro, né punta ad esserlo. La scelta è semplice e, dobbiamo dirlo, efficace; far sorridere con intelligenza attraverso il protagonista, Saetta Mc Queen, una macchina veloce ed arrogante pronta sempre a tirare fuori il rombo giusto. Finchè non esagera ed in un paese del mid west, Radiator Spings viene condannato ai lavori forzati, riparare una strada, per espiare le sue esuberanze giovanili. E proprio nel paesino il protagonista si trasformerà da un gradasso di provincia in un vero campione, rafforzato dall’amore e dal confronto con un ex grande campione. Come detto, nessun capolavoro, ma questo cartone che strizza l’occhio anche ai più grandi riesce, comunque, ad essere l’ennesimo meritato successo della Pixar.
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La Pixar il mestiere lo conosce molto bene; e difficilmente sbaglia colpo. Cars – motori ruggenti non è un capolavoro, né punta ad esserlo. La scelta è semplice e, dobbiamo dirlo, efficace; far sorridere con intelligenza attraverso il protagonista, Saetta Mc Queen, una macchina veloce ed arrogante pronta sempre a tirare fuori il rombo giusto. Finchè non esagera ed in un paese del mid west, Radiator Spings viene condannato ai lavori forzati, riparare una strada, per espiare le sue esuberanze giovanili. E proprio nel paesino il protagonista si trasformerà da un gradasso di provincia in un vero campione, rafforzato dall’amore e dal confronto con un ex grande campione. Come detto, nessun capolavoro, ma questo cartone che strizza l’occhio anche ai più grandi riesce, comunque, ad essere l’ennesimo meritato successo della Pixar.
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fabrizio friuli
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giovedì 27 aprile 2023
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a volte smarrirsi può essere utile per cambiare
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L' arrogante ed egocentrica auto da corsa nota come Saetta Mcqueen partecipa ad una gara automobilistica, contendentosi la vittoria con l' umile auto da corsa nota come The King ( l' auto da corsa della Dinoco che , nonostante la sua notorietà non ha perso il suo carattere serio e privo di arroganza ) e il rivale di Saetta : Chick Hicks, egli è un ' automobile che cerca in tutti i modi di essere il numero uno , anche con la slealta' ( infatti , non si fa scrupoli a causare incidenti alle altre auto in posta ). Durante l' ultima giro , Saetta , Chick Hivk e The King raggiungono il traguardo nello stesso momento, pareggiando ( questo è avvenuto a causa di Saetta , che , non avendo ascoltato i suggerimenti della sua squadra , gli sono scoppiati gli pneumatici che lui non ha voluto sostituire ).
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L' arrogante ed egocentrica auto da corsa nota come Saetta Mcqueen partecipa ad una gara automobilistica, contendentosi la vittoria con l' umile auto da corsa nota come The King ( l' auto da corsa della Dinoco che , nonostante la sua notorietà non ha perso il suo carattere serio e privo di arroganza ) e il rivale di Saetta : Chick Hicks, egli è un ' automobile che cerca in tutti i modi di essere il numero uno , anche con la slealta' ( infatti , non si fa scrupoli a causare incidenti alle altre auto in posta ). Durante l' ultima giro , Saetta , Chick Hivk e The King raggiungono il traguardo nello stesso momento, pareggiando ( questo è avvenuto a causa di Saetta , che , non avendo ascoltato i suggerimenti della sua squadra , gli sono scoppiati gli pneumatici che lui non ha voluto sostituire ). In seguito, viene presa la decisione di organizzare un ' altra corsa in California per lo spareggio, e durante il viaggio , Saetta si ritrova casualmente in una cittadina nascosta non distante dalla famosa Route 66.
Come la maggior parte dei lungometraggi della Pixar Animation Studios, anche questo film è stato in grado di essersi rivelato molto profondo e maturo , nonostante l' apparenza " fanciullesca " dell' animazione . La maturità viene dimostrata dal cambiamento di Saetta Mcqueen nel corso del suo " soggiorno " a Radiator Springs, perché quando conosce gli abitanti di Radiator Springs, specialmente Cricchetto , un estroso carro attrezzi arrugginito dal cuore d'oro, comprende cosa significa avere un amico che nutre fiducia in qualcuno, capisce inoltre, per merito di Sally ( l' avvocato della città ) che Radiator Springs era una cittadina visitata da molti viaggiatori fin quando la strada che conduce alla cittadina non è stata rimossa dalle mappe , e tale cambiamento ha reso la cittadina un luogo dove vige sì una sorta di infelicità, ma tutti si supportano reciprocamente, come una vera squadra ( una cosa che l' arrogante Saetta riteneva inutile ) o meglio , si supportano reciprocamente come so fossero i membri di una grande famiglia, e grazie a Sally e Cricchetto comincia a migliorare se stesso e col tempo cercherà di far tornare Radiator Springs in auge, anche se solo per un giorno perché viene riportato in California per la gara. La profondità del film viene invece dimostrata dalla presenza del personaggio migliore del film , sebbene non sia lui il personaggio principale : Hudson Hornet ( un ex auto da corsa , che lavora come medico e giudice nella cittadina ). Egli appare come un ' auto anziano particolarmente severa e cinica e fin dall' inizio non vede di buon occhio l' intruso nella cittadina ( infatti egli prima di volergli far rimettere in sesto la strada distrutta da Saetta involontariamente , voleva mandarlo via ) e dopo aver osservato come Hudson riesce a sfrecciare in maniera sorprendente, scopre il suo segreto : Egli era una talentuosa auto da corsa che ha vinto tre Piston Cup ( un trofeo che Saetta agogna con ogni fibrametallica ) durante la sua carriera , terminata nel 1954 a causa di un grave incidente, e Hudson rivela che nessuno lo ha accolto come si aspettava ( o come meritava ) gli hanno detto " sei da museo " e lo hanno rimpiazzato con il pivello nuovo di zecca, sebbene lui stesso era consapevole che avrebbe potuto dimostrare il suo valore, ma tutti hanno preferito abbandonarlo, ed ecco perché il personaggio dimostra la profondità del film : egli non è il tipico " burbero dal cuore grande " egli era un mito che , a causa di un trauma ( l' incidente ) e del dolore ( causato dal cinismo altrui ) , si è irrigidito interiormente.
Capendo di aver sbagliato ad aver rivelato il luogo in cui si trovava Saetta Mcqueen, Hudson diventa il suo capo squadra e gli altri membri di Radiator Springs hanno formato la sua nuova squadra , e quando tutti vedono Hudson Hornet, lo acclamano con euforia. Detto questo, è giunto il momento di analizzare la scena più importante dell' intero lungometraggio animato : La scena della vera vittoria di Saetta Mcqueen, in quella scena , Saetta scopre che The King è finito fuori pista a causa di Chick Hicks che gli ha fatto fare un terribile incidente, ed egli , piuttosto che tagliare il traguardo, si ferma e permette al suo rivale di tagliare il traguardo ( anche se alla fine del film , gli viene tirata addosso la coppa e viene umiliato da tutti che non sono affatto entusiasti della sua falsa vittoria ) , mentre Saetta torna indietro ed aiuta The King a tagliare il traguardo, consentendogli di terminare la sua ultima corsa, sbalordendo tutti gli spettatori, ed ammette che la Piston Cup è solo una coppa vuota ( ricordando le parole di Doc ). Quando Saetta raggiunge i suoi amici, Hudson Hornet gli dice con orgoglio " Tu hai della stoffa ragazzo " ed è stato anche molto bello vedere Fillmore ( un furgone Hippie ) non ricevere una risposta dura da Sergente ( un suv militare ) , bensì dirgli apertamente " Piantala , se no mi commuovo Fillmore " dopo che Fillmore gli dice " C'è molto amore in questo ,vero ? ". Quindi, lo smarrimento di Saetta Mcqueen è stato fondamentale per aiutarlo ad essere un vero campione : un campione privo di arroganza consapevole che bisogna avere una squadra al proprio fianco e anche che una coppa non determina il valore.
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bokk74
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sabato 2 settembre 2006
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cars, buon film ma...
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"Cars" è un film onesto e ben diretto... Ma con poche reali idee nuove. Il meglio, certo, è l'antropomorfizzazione delle macchine (e anche degli "insetti-macchina", senza contare i titoli di testa, con la citazione dei maggiori successi "Pixar" in formato "macchine"). Il film scorre bene. La sceneggiatura non offre molti sprazzi, ma neppure "buchi". Lineare ed immediata, ma non banale. Ma... se avete visto il film con M.J.Fox di qualche tempo fa, "Doc Hollywood", avete visto già gran parte del film. Anzi, a mio parere si potrebbe parlar quasi di 'plagio'.
Per esempio, ecco [soltanto] alcuni dei punti in comune:
Il giovane arrogante (che nel film con Fox era un giovanissimo chirurgo plastico) che si perde lungo la strada e combina danni con la sua macchina, anche senza volerlo.
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"Cars" è un film onesto e ben diretto... Ma con poche reali idee nuove. Il meglio, certo, è l'antropomorfizzazione delle macchine (e anche degli "insetti-macchina", senza contare i titoli di testa, con la citazione dei maggiori successi "Pixar" in formato "macchine"). Il film scorre bene. La sceneggiatura non offre molti sprazzi, ma neppure "buchi". Lineare ed immediata, ma non banale. Ma... se avete visto il film con M.J.Fox di qualche tempo fa, "Doc Hollywood", avete visto già gran parte del film. Anzi, a mio parere si potrebbe parlar quasi di 'plagio'.
Per esempio, ecco [soltanto] alcuni dei punti in comune:
Il giovane arrogante (che nel film con Fox era un giovanissimo chirurgo plastico) che si perde lungo la strada e combina danni con la sua macchina, anche senza volerlo.
La condanna ai "lavori socialmente utili".
La "giovinetta" da conquistare (topos Hollywoodiano per eccellenza).
Il sindaco (che in "Doc Hollywood" era il vecchio medico del paese) che poi si scopre essere un ex-campione, come il medico del paese era un famosissimo dottore, la cui 'buona parola' sarebbe risultata determinante, alla fine, al giovane dottore per ottenere l'incarico agognato (che M.J.Fox rifiuterà per tornare in seno alla 'ridente' cittadina e ai suoi eccentrici ma simpatici abitanti).
L'elenco potrebbe continuare, ma la maggior parte del plot è esaurito. Senza considerare che anche i sentimenti stessi dei protagonisti (L'egoismo e l'arroganza del protagonista, l'altruismo schietto della 'donzella' da conquistare, il finto-burbero del sindaco, l'onestà e l'ingenuità dei 'paesani') son abbastanza simili al citato film con Fox.
Detto questo, tuttavia, "Cars" merita comunque uno sguardo, poiché riesce a infondere a questa 'materia conosciuta' una nuova linfa. Il doppiaggio italiano, molto accurato, e le pause giuste aiutano molto. Forse anche troppo ad effetto, teatrali, però efficaci ("Sapevo di aver fatto una buona scelta" "Scelta di che?" "Di miglior amico!") almeno per un pubblico di bambini, o di adulti che ancora vorrebbero credere in un mondo ingenuo e sincero come quello disegnato per Radiator Springs. - Bokk74 -
Sito Internet: http://spazioinwind.libero.it/dario974/ -
Blog : http://bokk74.blog.kataweb.it/
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piernelweb
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giovedì 25 gennaio 2007
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motori intelligenti
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Superato il disorientamento iniziale (il mondo di cars è popolato da macchine e non da uomini o da altri viventi "naturali") il nuovo film del regista di "Toy Story" diviene ben presto una godibile metafora sulle pecche della nostra società globalizzata e idolatrice di falsi miti. Niente di particolarmente innovativo ma diretto con brio e intelligenza, con uno spirito critico "adulto" che concede al puro intrattenimento uno spazio abbastanza ristretto. Si assiste alla metamorfosi del protagonista (la macchina da corsa Saetta McQueen) che per amore cambierà radicalmente la sua visione sul valore delle cose. Non solo per piccini. Voto: 7+
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beefheart
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domenica 14 gennaio 2007
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discreto ma non imperdibile
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Cars non ha una grande trama, tutt'altro; nel senso che di originale c'è ben poco, per non dire nulla. La storia del giovane, bello, prestante, superbo ed ambizioso che prima "mangia la polvere" e poi impara dai più vecchi e saggi raggiungendo così la completezza in termini morali e materiali nel più edificante dei lieto fini (a volte lo spoiler è innocuo) è qualcosa di già visto e rivisto; dunque giudicando questo film sulla base della sceneggiatura difficilmente se ne esce entusiasti.
Diverso è il discorso dal punto di vista tecnico-realizzativo, dove le lodi trovano motivo e giustificazione. Cars non è un fantasy, ne fantascienza; Cars è ambientato nell'odierno mondo delle gare automobilistiche, si svolge in contesti urbani assolutamente attuali.
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Cars non ha una grande trama, tutt'altro; nel senso che di originale c'è ben poco, per non dire nulla. La storia del giovane, bello, prestante, superbo ed ambizioso che prima "mangia la polvere" e poi impara dai più vecchi e saggi raggiungendo così la completezza in termini morali e materiali nel più edificante dei lieto fini (a volte lo spoiler è innocuo) è qualcosa di già visto e rivisto; dunque giudicando questo film sulla base della sceneggiatura difficilmente se ne esce entusiasti.
Diverso è il discorso dal punto di vista tecnico-realizzativo, dove le lodi trovano motivo e giustificazione. Cars non è un fantasy, ne fantascienza; Cars è ambientato nell'odierno mondo delle gare automobilistiche, si svolge in contesti urbani assolutamente attuali. Lo spazio d'azione dei protagonisti è limitato a quelli che potrebbero essere gli scenari quotidiani di ognuno di noi e quindi le scene sono prive di eventi mirabolanti ed effetti specialissimi. Oltretutto, umanizzare gli autoveicoli non è proprio la stessa cosa di quando lo si fa con gli animali; convincere lo spettatore che una macchina possa impugnare qualcosa nonostante non abbia assolutamente niente di prensile non è facile, tant'è che quando McQueen fa rifornimento al distributore ce lo ritroviamo con la pompa già inserita, per poi sfilarsela e riagganciarla alla torretta con un elegante "colpo d'anca". In precedenza si era vista un'improbabile lingua uscire dal suo radiatore! Certo sempre meglio che giustificare un paio di mani.
Insomma, nonostante il compito non fosse dei più agevoli, il risultato è abbastanza soddisfacente. Eclatante quando si analizza l'uso dei colori e, soprattutto, delle luci. Eccezionali le sequenze notturne dove il nero del buio pesto è lacerato da scintillii e/o luci al neon super realistiche.
Ovviamente il film non manca di personaggi e spunti simpatici, ne di passaggi piuttosto spettacolari.
Nel suo complesso direi discreto ma non imperdibile.
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rick
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giovedì 25 dicembre 2008
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tanto carino quanto innocuo
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In un mondo parallelo in cui gli umani sono (o sono stati?) sostituiti dalle automobili nulla è più importante per un’auto da corsa della prestigiosissima Piston Cup, e Saetta McQueen (un evidente rimando al “ragazzaccio” spericolato Steve McQueen) lo sa bene, è la sua occasione per superare il classico re delle corse (vicino al ritiro) e l’altrettanto classico “eterno secondo” cattivo e scorretto (e quindi punito per “giustizia divina” ad essere appunto eterno secondo). Questo è l’incipit che fa da sfondo alla trama.
La storia è quanto di più classico la mente umana possa concepire; il protagonista parte giovane, bello vanesio e arrogante e, come in un road-movie, durante il suo viaggio capisce cos’è che “conta davvero”.
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In un mondo parallelo in cui gli umani sono (o sono stati?) sostituiti dalle automobili nulla è più importante per un’auto da corsa della prestigiosissima Piston Cup, e Saetta McQueen (un evidente rimando al “ragazzaccio” spericolato Steve McQueen) lo sa bene, è la sua occasione per superare il classico re delle corse (vicino al ritiro) e l’altrettanto classico “eterno secondo” cattivo e scorretto (e quindi punito per “giustizia divina” ad essere appunto eterno secondo). Questo è l’incipit che fa da sfondo alla trama.
La storia è quanto di più classico la mente umana possa concepire; il protagonista parte giovane, bello vanesio e arrogante e, come in un road-movie, durante il suo viaggio capisce cos’è che “conta davvero”. Questo accade grazie a Radiators Spring, il classico paesello della provincia americana pieno di personaggi dolcemente “squinternati”, dalla jeep militare al furgoncino hippie, dalla vecchia signora “rimbambita” a Cricchetto, il carro attrezzi sempliciotto ma dall’animo buono e sincero passando per il superclassico “vecchio saggio” dal glorioso passato che istruisce il giovane alla giusta morale. Questi elementi, per quanto immarcescibili, sono davvero stranoti e ci si può facilmente improvvisare Nostradamus anticipando il film senza mai sbagliare; in effetti anche la “trovata” delle creature antropomorfizzate è tutt’altro che nuova, così come il fatto che il carattere di ogni personaggio sia rispecchiato nel suo aspetto (e anche nella voce), semmai tale vecchia pratica è stata solo “aggiornata” applicandola alle auto (anziché agli animali a cui siamo abituati da tempo immemore). Per quanto sia prevedibile in maniera quasi imbarazzante Cars si lascia guardare, se non altro per gli strabilianti effetti computerizzati delle luci e dei veicoli in generale, e anche i personaggi, per quanto già visti, sono tutti simpatici.
Cars è un buon prodotto “usa-e-getta”, in grado di far passare una serata spensierata; privo di particolari qualità, si fa perdonare questa mancanza con un’incorniciatura ben fatta e una strizzata d’occhio allo spettatore, sempre pronto a farsi ammaliare da bizzarre e improbabili creature umanizzate. Sta proprio qui il limite che impedisce a Cars di essere un grande film, si limita agli aspetti più superficiali ed esteriori dei personaggi, puntando solo sua simpatia che suscitano e sulla grafica mozzafiato. Su questo fronte, a parità (se non superiorità) grafica, Wall-E straccia Cars ad occhi chiusi.
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a.l.
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lunedì 21 agosto 2006
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squadra che perde non si cambia
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Fa l’effetto di un balsamo rilassante dopo Calciopoli l’uscita dell’ultimo miracolo animato della Disney e della Pixar, la straordinaria factory del 3D: difficile però immaginare una gara sportiva concludersi cavallerescamente come avviene nel film con il vincitore fischiato sul podio e il perdente, generoso trionfatore morale, osannato dai tifosi e gratificato dallo sponsor miliardario che gli dice “in una gara si può fare molto di più che vincerla”. Ma di favola si tratta e i racconti destinati ai bambini fanno affidamento sui buoni sentimenti e sulla sicura sconfitta del malvagio. La filosofia creativa della Pixar, il ritorno alla regia di Lasseter a sette anni da Toy Story 2, e l’ evoluzione post moderna del genere costituiscono comunque la garanzia di una realizzazione artigianale impeccabile in ogni dettaglio che richiede allo spettatore adulto, al di là dell’impatto visivo, la decodificazione di un messaggio etico/politico non riassumibile in una breve formula edificante.
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Fa l’effetto di un balsamo rilassante dopo Calciopoli l’uscita dell’ultimo miracolo animato della Disney e della Pixar, la straordinaria factory del 3D: difficile però immaginare una gara sportiva concludersi cavallerescamente come avviene nel film con il vincitore fischiato sul podio e il perdente, generoso trionfatore morale, osannato dai tifosi e gratificato dallo sponsor miliardario che gli dice “in una gara si può fare molto di più che vincerla”. Ma di favola si tratta e i racconti destinati ai bambini fanno affidamento sui buoni sentimenti e sulla sicura sconfitta del malvagio. La filosofia creativa della Pixar, il ritorno alla regia di Lasseter a sette anni da Toy Story 2, e l’ evoluzione post moderna del genere costituiscono comunque la garanzia di una realizzazione artigianale impeccabile in ogni dettaglio che richiede allo spettatore adulto, al di là dell’impatto visivo, la decodificazione di un messaggio etico/politico non riassumibile in una breve formula edificante. In Cars la lezione ricavata dalla vicenda allude chiaramente al prodigioso laboratorio di ingegni della Pixar ove si vince non da soli ma in squadra. Certo lo si vuole far capire ai piccoli, ma i grandi già dovrebbero saperlo fin troppo bene, perché ovunque si parla di sinergie e di team. Tuttavia nel lungometraggio a far da mesto contrappunto alle regole imposte dai moderni meccanismi produttivi sono il rimpianto per una remota età dell’oro e la nostalgia per un mondo dimenticato, l’America degli immensi canyon, delle solitudini sconfinate, dei villaggi idilliaci, dei rapporti umani non competitivi ma solidali, la frontiera da esplorare, il territorio libero dei pionieri, la mitica Route 66, la strada da percorrere nell’ andare a vedere quel che tutti stavano facendo nell’altro continente, per dirla con Sulla strada di Kerouac, rivisitazione ormai classica dell’avventurosa epopea attraverso gli States. La sosta provvisoria nell’oasi fuori dal tempo rende struggente il senso di perdita provocato dall’invasione cosciente dell’automobile, l’oggetto diventato soggetto, la cui occupazione di tutto lo spazio disponibile determina la scomparsa irreversibile del paesaggio naturale ed umano: avviene sui corsi delle nostre città ogni giorno, gli occhi dell’uomo, finestra dell’anima, si annullano nel parabrezza della sua berlina o station wagon. La bonaria rivincita dei motori arrugginiti più che ruggenti colloca allora Cars nella nobile tradizione del cinema statunitense che porta allo scoperto i conflitti latenti nel tessuto sociale, senza lacerazioni drammatiche: se l’esistenza si è ridotta a gara di velocità fra campioni o aspiranti tali, la macchina da corsa ne diventa simbolo totalizzante e l’autostrada dritta senza deviazioni è icona di un destino e di una Storia angosciosamente immodificabili e prevedibili. E facoltà di giudizio e personalità che fine hanno fatto? Beh quale modello essere non è dato scegliere, ma i colori e gli optional, se non sono di serie, sì.
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[+] contento te....
(di mary)
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(di bartolomeo)
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[ - ] occhio alle regole del gioco.
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teppei
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domenica 27 agosto 2006
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non è tre.
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La pixar ci sorprendeva sempre: si andava per vedere nuove meraviglie di animazione e si trovava un'avventura toccante di pesciolini (Nemo); per emozioni "adulte ma non solo" e si era travolti da una vicenda che ci incollava alla poltrona e che ci parlava delle inquietudini della middle class anche meglio di American Beauty (Gli incredibili). Ogni nuovo film una nuova invenzione.
Con "Cars" invece no.
Si passa una serata con qualche momento spassoso ma poco oltre. Si vede il film e non s'ha voglia di rivederlo. Ci basta.
Onore alle armi certo: riflessi, ambientazioni, personaggi difficili (macchine parlanti) e ben strutturati, intendiamoci: come al solito tanto lavoro tanto.
Ma si rimpiange Brad Bird.
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La pixar ci sorprendeva sempre: si andava per vedere nuove meraviglie di animazione e si trovava un'avventura toccante di pesciolini (Nemo); per emozioni "adulte ma non solo" e si era travolti da una vicenda che ci incollava alla poltrona e che ci parlava delle inquietudini della middle class anche meglio di American Beauty (Gli incredibili). Ogni nuovo film una nuova invenzione.
Con "Cars" invece no.
Si passa una serata con qualche momento spassoso ma poco oltre. Si vede il film e non s'ha voglia di rivederlo. Ci basta.
Onore alle armi certo: riflessi, ambientazioni, personaggi difficili (macchine parlanti) e ben strutturati, intendiamoci: come al solito tanto lavoro tanto.
Ma si rimpiange Brad Bird.
Si rimpiange quel "quid" di "inquietante non a fuoco", la necessità di sospettare che poi non è tutto lì davanti agli occhi, che vale la pena di ripensarci perchè non è un film da poco, perchè dietro c'è cultura, mestiere, certo... vivaddio, ma anche un'idea precisa e nuova di cinema. Come in "Nemo" e come ne "gli incredibili"...
uno, due... ma questo non è tre.
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[+] non è tre: è sette!
(di luxo)
[ - ] non è tre: è sette!
[+] luxo
(di rubiconda)
[ - ] luxo
[+] madooooo
(di uèuuè)
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