gianlucarinaldi
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martedì 9 settembre 2014
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il miglior film di michael bay
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Salve a tutti e benvenuti a "Cucina al Cardiopalma", il nuovo coloratissimo programma creato nientemeno che dal celebre regista americano Michael "NuovoLinguaggio" Bay. Oggi assisteremo a come il nostro carissimo ospite prepara il suo piatto migliore, "The Island".
Ingredienti:
1) 500gr di Minority Report
2) 1Kg di "L'uomo che fuggì dal futuro"
3) 100gr di "Blade Runner" cotto al sangue
4) 200gr di "Matrix" ben conditi da un intensa cromatura
5) una puntina di "La Fuga Di Logan" (melius abundare quam deficiere)
6) un pizzico minuscolo di "Arancia Meccanica"
7) una spolveratina di tutto il cinema di Bay, bella piccante mi raccomando
8) qualche fetta (sottile ma saporita) di spot pubblicitario
9) tanti petardi e bombe varie
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Salve a tutti e benvenuti a "Cucina al Cardiopalma", il nuovo coloratissimo programma creato nientemeno che dal celebre regista americano Michael "NuovoLinguaggio" Bay. Oggi assisteremo a come il nostro carissimo ospite prepara il suo piatto migliore, "The Island".
Ingredienti:
1) 500gr di Minority Report
2) 1Kg di "L'uomo che fuggì dal futuro"
3) 100gr di "Blade Runner" cotto al sangue
4) 200gr di "Matrix" ben conditi da un intensa cromatura
5) una puntina di "La Fuga Di Logan" (melius abundare quam deficiere)
6) un pizzico minuscolo di "Arancia Meccanica"
7) una spolveratina di tutto il cinema di Bay, bella piccante mi raccomando
8) qualche fetta (sottile ma saporita) di spot pubblicitario
9) tanti petardi e bombe varie
Metodo di Preparazione:
Prendere due belle e brave presenze attoriali come Ewan McGregor e l'avvenente Scarlett Johansson e fiondarle in una realtà distopica in cui la Terra è stata rasa al suolo da un'arma biologica non ben specificata. In enormi grattacieli super tecnologici coesistono i sopravvissuti, tutti vestiti uguali e dotati di numeri identificativi al posto del nome (se avete a casa un po' di essenza di lager nazista è lo stesso). Poi, dare loro una speranza per farli andare avanti: una fantomatica lotteria che premia il vincitore con un viaggio nella splendida "Isola", ultimo incontaminato paradiso terrestre.
Successivamente, fare scoprire ai protagonisti che in realtà non sono dei sopravvissuti a una catastrofe, bensì cloni di ricche personalità del futuro desiderose di garantire a loro stesse una "polizza assicurativa" in carne ed ossa (meglio prevenire che curare, giusto?). Chiaramente, non c'è nessun isola.
A questo punto, lanciarli in una adrenalinica corsa contro il tempo attraverso una Los Angeles futuristica e iper tecnologica, senza mai trascurare tematiche quali il libero arbitrio o la filosofia del doppio (proprio per essere parecchio pedanti).
Ora che l'impasto è pronto, mescolare il tutto aggiungendo ottima CGI, inseguimenti tanto spettacolari quanto esageratamente catastrofici (quello sul camion è da applausi), distruzione di massa, esplosioni a non finire, regia confusionaria, uno script non particolarmente esaltante, colonna sonora stranamente ben fatta, parecchia ironia americana, patriottismo e retorica a gogo, Steve Buscemi e un allegro e spensierato gusto per la piromania gratuita.
Servire in tavola.
Ps. Se desiderate altre ricette, consultate il manuale disponibile sul sito www.Bayuneroeamericano.com, ma difficilmente ne troverete di migliori rispetto a questa che vi abbiamo proposto (meglio di The Island, Bay non ha mai fatto).
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renato c.
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domenica 5 maggio 2013
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pura del futuro?
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In un mondo sotterraneo esistono esseri umani che non hanno mai visto la luce del sole perchè hanno detto loro che il mondo esterno è tutto contaminato. Unica via d'uscita è essere estratti a sorte in una lotteria che ti fa andare a vivere in un'isola meravigliosa dove passare felicemente il resto dei tuoi anni. Due di questi umani scoprono che in realtà l'isola non esiste, e che loro sono solo dei cloni creati per essere utilizzati ad usare i loro organi che verranno trapiantati sui loro originali sulla Terra. Ma questi cloni sono stati fatti molto bene in quanto non solo ragionano pensano, ecc. ma sanno anche intuire, innamorarsi ed amarsi, come i due protagonisti che scoprono tutto e scappano nel mondo esterno sostituendosi agli originali.
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In un mondo sotterraneo esistono esseri umani che non hanno mai visto la luce del sole perchè hanno detto loro che il mondo esterno è tutto contaminato. Unica via d'uscita è essere estratti a sorte in una lotteria che ti fa andare a vivere in un'isola meravigliosa dove passare felicemente il resto dei tuoi anni. Due di questi umani scoprono che in realtà l'isola non esiste, e che loro sono solo dei cloni creati per essere utilizzati ad usare i loro organi che verranno trapiantati sui loro originali sulla Terra. Ma questi cloni sono stati fatti molto bene in quanto non solo ragionano pensano, ecc. ma sanno anche intuire, innamorarsi ed amarsi, come i due protagonisti che scoprono tutto e scappano nel mondo esterno sostituendosi agli originali. Quando vedo questi films mi chiedo:"Ma l'uomo ha così paura del futuro!?" Ho visto altri films dove l'uomo è confinato sotto terra perche fuori è stato tutto distrutto da guerre nucleari, ed erano nate società sotterranee dove a trent'anni si veniva soppressi per lasciare spazio ai nuovi nati ("La fuga di Logan"), si veniva disintegrati dicendo che in quel modo si poteva rinascere reicarnati! Altro film: "I viaggiatori della sera" con Ugo Tognazzi e Ornella Vanoni, in cui, ad una certa età, i mariti con le rispettive mogli dovevano lasciare le loro case ed andare a vivere in uno strano villaggio turistico dove ci si trastullava in giochi e lotterie, e chi vinceva partiva per una crociera premio.....da cui non avrebbe mai più fatto ritorno! Altro film secondo cui il mondo era troppo popolato e quindi, dopo una certa età, le persone dovevano essere eliminate! E' così che si pensa il futuro? C'è così paura? Questa è una cosa comprensibile se si pensa che sono sempre più diminuiti i valori religiosi e si pensa che l'unica vita esistente è quella terrena, per cui bisogna creare un mondo più bello possibile per viverla, anche eliminando gli invecchiati ed i malati che possono dare fastidio! Secondo me, cattolico credente e praticante, l'eutanasia è il primo gradino su questa strada! Comunque, che il cinema lanci questi segnali d'allarme non è una cosa negativa! Chissà che l'uomo torni a pensare ai valori religiosi, e che dopo questa vita terrena ci attende un'altra vita! Anche se questo non vieta affatto a cercare di vivere il meglio possibile la vita terrena, purchè non sia a scapito dei più deboli, dei più poveri, dei meno sani! Che la vita terrena non sia solo:"Produrre, consumare e crepare!" ma sia un "Diamoci una mano gli uni con gli altri per viverla il meno peggio possibile!" E senza mai togliere a nessuno la speranza di una vita eterna!
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andrea
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giovedì 22 settembre 2005
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the island ii
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sentito o letto: Orwell, The Clonus Horror, L'uomo che fuggì dal futuro, Minority Report, Io Robot, The Truman Show, lo stesso Matrix.
Troppi gli svolgimenti assolutamente improbabili (altro che sospensione dell’incredulità, qui si rasenta la circonvenzione di incapaci) e francamente troppe le inquadrature ed effetti speciali che fanno girare gli occhi e la testa (ho sognato elicotteri per una settimana). 118 milioni di dollari il budget! Per farne cosa? Un’interessante film nella prima mezz’ora (perché non farne allora un cortometraggio?), poi, sempre più prevedibile: Michael Bay proprio non ce la fa...si trattiene, ma, ad un certo punto, non resiste e, in un raptus adrenalinico, deve proprio fare un casino della madonna con inseguimenti, sparatorie e sempre tutti quegli elicotteri di merda, e i nostri protagonisti che ne fanno di tutti i colori, assomigliando più a supereroi che a cloni (mia nonna diceva sempre “troppa adrenalina rovina la cucina” riferendosi al fatto che quando si cucina con troppa fretta ed agitazione si rovina un buon piatto).
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sentito o letto: Orwell, The Clonus Horror, L'uomo che fuggì dal futuro, Minority Report, Io Robot, The Truman Show, lo stesso Matrix.
Troppi gli svolgimenti assolutamente improbabili (altro che sospensione dell’incredulità, qui si rasenta la circonvenzione di incapaci) e francamente troppe le inquadrature ed effetti speciali che fanno girare gli occhi e la testa (ho sognato elicotteri per una settimana). 118 milioni di dollari il budget! Per farne cosa? Un’interessante film nella prima mezz’ora (perché non farne allora un cortometraggio?), poi, sempre più prevedibile: Michael Bay proprio non ce la fa...si trattiene, ma, ad un certo punto, non resiste e, in un raptus adrenalinico, deve proprio fare un casino della madonna con inseguimenti, sparatorie e sempre tutti quegli elicotteri di merda, e i nostri protagonisti che ne fanno di tutti i colori, assomigliando più a supereroi che a cloni (mia nonna diceva sempre “troppa adrenalina rovina la cucina” riferendosi al fatto che quando si cucina con troppa fretta ed agitazione si rovina un buon piatto). Flop perché, forse, Bay, ha tentato la carta dell’approfondimento (tematica e psicologia dei personaggi) finendo per annoiare i suoi aficionados e per indisporre chi sperava di trovare qualcosa di più di un Philip Dick ristretto! Peccato anche per la facile retorica “razzista”, (comunque un domani che assomiglia in modo sempre più inquietante al passato, vedi riferimento alle docce naziste e alla schiavitù) simboleggiata dalla redenzione “folgorante” del terribile
sterminatore cacciatore di taglie nero, Albert Laurent (Djimon Hounsou): che “tenerezza” il ricordo del padre, ribelle nel Burkina-Faso; basta questo e, soprattutto, lo sguardo innocente e involontariamente peverso di Scarlett, per fargli fare in un secondo inversione di marcia. Comunque, una riflessione etica e morale (moralistica?) sui rischi del progresso scientifico, in campi quali eugenetica e clonazione umana, e un blando attacco a tutti quegli scienziati che la mattina, guardandosi allo specchio, si credono Dio.
andrea battantier bluemanbattar@katamail.com
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stefano mura
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giovedì 20 ottobre 2005
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the island-la clonazione...o forse era alien?...
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Il regista Michael Bay è in piena crisi di idee, seduto davanti alla sua scrivania da regista di blockbusters.”Devo fare un altro filmone…devo fare un altro filmone dei miei…tutto azione e poco cervello…”, si dice fra sé e sé il piccolo Michael. Conscio delle sue limitate capacità narrative, Michael si sposta sul divano, deciso a rilassarsi con un bel film scelto dalla sua collezione privata. La mano si ferma su “THX 1138”, per gli italiani “L’uomo che fuggì dal futuro”, gran bel film di George –Star Wars- Lucas. La storia tratta di un mondo sotterraneo, dove la vita è scandita da rilassanti slogan pubblicitari ripetuti all’infinito. Un mondo dove gli uomini non hanno una reale coscienza di sé, tantomeno del mondo sovrastante, dipinto come terribile e radioattivo.
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Il regista Michael Bay è in piena crisi di idee, seduto davanti alla sua scrivania da regista di blockbusters.”Devo fare un altro filmone…devo fare un altro filmone dei miei…tutto azione e poco cervello…”, si dice fra sé e sé il piccolo Michael. Conscio delle sue limitate capacità narrative, Michael si sposta sul divano, deciso a rilassarsi con un bel film scelto dalla sua collezione privata. La mano si ferma su “THX 1138”, per gli italiani “L’uomo che fuggì dal futuro”, gran bel film di George –Star Wars- Lucas. La storia tratta di un mondo sotterraneo, dove la vita è scandita da rilassanti slogan pubblicitari ripetuti all’infinito. Un mondo dove gli uomini non hanno una reale coscienza di sé, tantomeno del mondo sovrastante, dipinto come terribile e radioattivo. Gli uomini sono controllati da un Grande Fratello primordiale, capo supremo di una città della menzogna, dove il sesso è reato e le droghe sono utilizzate come deterrente per l’autocoscienza. Gli ideali e la profondità dei temi varrebbero molto rispetto, peccato che Michael ne tenga conto solo per i primi quaranta minuti, spostando come sempre l’attenzione più sugli effetti speciali che sull’anima del prodotto. Rocamboleschi inseguimenti, conditi da un montaggio incalzante di immagini e musica a tutto volume sono perciò ciò che di meglio il regista ci offre, che getta al vento una trama quanto mai densa di tematiche. Una cosa però mi è piaciuta, e cioè la possibilità di (ri)sollevare temi quanto mai attuali come la clonazione, la sottile linea di demarcazione tra raziocinio umano e delirio da onnipotenza, fino al non rispetto del tempo e del suo inevitabile andare avanti. Molto più di corridoi claustrofobici o di avveniristici scooter termici, The Island nasconde un perché forse più profondo di quanto si possa intuire ad un primo approccio. Il problema è che chi non vedrà mai THX 1138 forse non intuirà il potenziale di questa pellicola, in bilico tra remake e scopiazzatura bella e buona. A voi il giudizio.
Stefano Mura
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arsgratiaartis
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giovedì 10 febbraio 2011
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platone l'americano: come rovinare un bel mito
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Il film di Michael Bay nasce con una buona idea ma diventa poi una classica americanata colma di sentimentalismi, inseguimenti, esplosioni e situazioni e dialoghi improbabili.
Il mito della caverna (da Politéia) di Platone, descriveva i meccanismi illusori nei quali l'uomo può arrivare a cadere: in una caverna degli uomini con le mani incatenate sono posti davanti a un muro sul quale vengono proiettate delle ombre di pupazzi. Gli uomini incatenati credono che questa sia la realtà poichè non ne conoscono altra, ma essa è solo un'illusione. Uno di loro riesce però a liberarsi e ad uscire dalla caverna; accecato inizialmente dalla luce, si abitua poi all'ambiente esterno capendo che esso è la realtà.
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Il film di Michael Bay nasce con una buona idea ma diventa poi una classica americanata colma di sentimentalismi, inseguimenti, esplosioni e situazioni e dialoghi improbabili.
Il mito della caverna (da Politéia) di Platone, descriveva i meccanismi illusori nei quali l'uomo può arrivare a cadere: in una caverna degli uomini con le mani incatenate sono posti davanti a un muro sul quale vengono proiettate delle ombre di pupazzi. Gli uomini incatenati credono che questa sia la realtà poichè non ne conoscono altra, ma essa è solo un'illusione. Uno di loro riesce però a liberarsi e ad uscire dalla caverna; accecato inizialmente dalla luce, si abitua poi all'ambiente esterno capendo che esso è la realtà. Quest' uomo vorrebbe tornare a liberare i compagni; entrato però nella caverna impiega del tempo per riabituarsi al buio non vedendo in un principio. Deriso dagli altri uomini che lo accusano di avere gli occhi guasti, questo tenta di liberarli dalle catene finendo per essere ucciso dagli stessi.
La storia del film è fondamentalmente la stessa, con un finale leggermente diverso: i ricchi del mondo pagano un'associazione che li clona e mantiene i 'prodotti' in una città che si trova sotto il deserto, nascosta dal mondo. Quando i ricchi necessitano un organo questo viene trapiantato dai cloni che si trovano nella città. Questi ultimi vivono nella città sotterranea credendo che il mondo si stato contaminato e che essi siano dei sopravvissuti. La loro è una società distopica simile a quella raccontata da George Orwell in 1984, fitta di controlli e proibizioni, con un Big Brother che li osserva costantemente, vestiti tutti uguali e costretti a lavorare per il diretto autosostentamento minimo indispensabile alla città; ciò dà loro il senso di appartenenza a una comunità forte e li rende tutti compagni, non fratelli. Inoltre viene creata una finta lotteria con un viaggio sull'isola
come montepremi -ultimo posto incontaminato della terra-, in modo da coprire le uccisioni dei coloni. Un giorno però uno di loro, "prodotto difettoso", fugge con la donna di cui è innamorato scoprendo la realtà. Il film fino a questo punto valido, che pretendeva essere un omaggio -o scopiazzata- di Platone, Matrix, Fuga da Logan, diventa un susseguirsi di scene improbabili e stupide, perdendosi nella banalità tra dialoghi inverosimili e situazioni insensate. Del finale smielato poi non ne parliamo.
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ultimoboyscout
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lunedì 17 ottobre 2011
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lincln 6 echo e jordan 2 delta.
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Mi piace Michael Bay, ma stavolta prende un vero abbaglio, il flop è piuttosto chiaro, non solo al botteghino. A cominciare dalla ricostruzione della futuristica Los Angeles che non è altro che Detroit. Lincoln e Jordan sono due cloni di altrettante persone, ma non lo sanno. Vivono in un mondo asettico, fatto di ordine e regole, non possono sgarrare e vivono filocomandati, nella speranza di vincere una lotteria che li manderebbe su un'isola felice. Naturalmente non esistono ne la lotteria ne l'isola, ma non lo sanno. Sono solo deii cloni, che non conoscono il mondo esterno esterno, sono prigionieri che devono mantenere sani d intatti i propri organi pronti per eventuali esigenze degli "originali".
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Mi piace Michael Bay, ma stavolta prende un vero abbaglio, il flop è piuttosto chiaro, non solo al botteghino. A cominciare dalla ricostruzione della futuristica Los Angeles che non è altro che Detroit. Lincoln e Jordan sono due cloni di altrettante persone, ma non lo sanno. Vivono in un mondo asettico, fatto di ordine e regole, non possono sgarrare e vivono filocomandati, nella speranza di vincere una lotteria che li manderebbe su un'isola felice. Naturalmente non esistono ne la lotteria ne l'isola, ma non lo sanno. Sono solo deii cloni, che non conoscono il mondo esterno esterno, sono prigionieri che devono mantenere sani d intatti i propri organi pronti per eventuali esigenze degli "originali". Finchè si resta nel mondo ovattato il film va piuttosto bene, spedito e spigliato, ma nel passaggio al mondo reale si impantana e le pecche escono tutte. Troppa carne al fuoco, molto va bruciacchiato: dalla pesante critica all'incalzante ricerca genetica fino all'azione (giusto un paio sono i passaggi avvincenti) che avrebbe dovuto essere nelle corde del regista, invece effetti speciali ed inseguimenti sono tanto sballottanti quanto inutili,inefficaci e poco incisivi. La cosa migliore del film sono Sean Bean e Steve Buscemi, il primo nel ruolo del villain che è quello che gli riesce meglio, il secondo, purtroppo, utilizzato per pochissimi attimi in una parte che è quasi un cammeo.
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andrea
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giovedì 22 settembre 2005
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the island
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2019, futuro prossimo venturo. Una colonia di superstiti sembra avere un unico scopo, quello di ripopolare la terra dopo un’apocalittica contaminazione che essi credono di aver evitato. Sembra che non se la passino troppo male; vivono in un benessere regolamentato (le regole è vero sono un po’ rigidine, l’intera esistenza è infatti regolamentata dagli scienziati; ad esempio il cibo salutista, i vestiti tutti uguali, il lavoro maniacalmente standardizzato, ed è vietatissimo il contatto tra i sessi) pensando però all’unica grande speranza: un luogo fantastico chiamato 'L'isola' (unica zona incontaminata) visitabile quando è giunto il momento di dare alla luce un figlio o qualora si vinca una lotteria quotidiana.
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2019, futuro prossimo venturo. Una colonia di superstiti sembra avere un unico scopo, quello di ripopolare la terra dopo un’apocalittica contaminazione che essi credono di aver evitato. Sembra che non se la passino troppo male; vivono in un benessere regolamentato (le regole è vero sono un po’ rigidine, l’intera esistenza è infatti regolamentata dagli scienziati; ad esempio il cibo salutista, i vestiti tutti uguali, il lavoro maniacalmente standardizzato, ed è vietatissimo il contatto tra i sessi) pensando però all’unica grande speranza: un luogo fantastico chiamato 'L'isola' (unica zona incontaminata) visitabile quando è giunto il momento di dare alla luce un figlio o qualora si vinca una lotteria quotidiana. Michael Bay, autore di film come Armageddon e Pearl Harbour, tenta di coniugare le sue abituali immagini spettacolari con forti tematiche sociali. Eh sì, perché i ‘superstiti’, in realtà, sono cloni creati a immagine e somiglianza di facoltosi clienti, che di loro hanno bisogno come pezzi di ricambio. Cloni che valgono da morti, non certo da vivi, come i nostri cari animali da allevamento. Serve un cuore? Serve un fegato? Non c’è problema., i cloni sono pezzi di carne coltivata in laboratorio, non possono provare provare sentimenti ed emozioni (ma ricordiamoci le lacrime di Blade Runner), nascono e crescono per morire (filosoficamente, come gli esseri umani, d’altra par
te) pezzi da macello di una catena di montaggio per ricchi (ed ignari) clienti (“Ma tu quando mangi un hamburger, ti chiedi mai come sta la mucca che te l’ha dato?”). Ma l’eroe di turno, Lincoln 6 Echo (Ewan Mc Gregor) rischia di mandare all’aria i piani della società padrona dei cloni. Lincoln, infatti, acquista consapevolezza del terribile piano e della terribile menzogna ai loro danni. E’ l’innata curiosità a che lo porterà a capire che tutta la sua esistenza è una bugia, a scappare (con la splendida Jordan 2 Delta, Scarlett Johansonn) e a combattere, fino alla scontata liberazione degli “schiavi”, liberati in funzione di una nuova vita (si ricorda, per i più distratti, che il presidente Abramo Lincoln liberò gli schiavi sudisti nella guerra di secessione).
La Dreamworks di Spielberg ha preso un bel flop con questo film. Miseri incassi e critiche da (quasi) tutte le parti. Eppure la storia c’è (il soggetto) e l’azione pure (Michael Bay sta all’azione come Nanni Moretti alla telecamera fissa). E allora perché questo fallimento? La storia è interessante ed attuale ma sa di già senti
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andrea
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venerdì 2 settembre 2005
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si poteva fare di (molto) meglio.
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Il film del mediocre regista Bay non convince mai, dall'inizio alla fine ma è soprattutto la seconda parte in cui si sterza bruscamente verso il puro action-movie che il film piace ancor meno. Eppure la materia era interessante, il tema importante ma Bay, quello di Pearl Harbour tanto per intenderci, sembra più intenzionato a spalancare la bocca di qualche facilone con scene mozzafiato, che non ad addentrarsi in tematiche un pelo più elevate. La Johansson è bella per carità, ma un po' di marmo e pare aver fretta di ritirare la paga. McGregor ci mette un po più di anima, ma non riesce a sollevare le sorti di un film che poteva essere interessante e che invece lo è poco.
[+] assolutamente d'accordo
(di faith)
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