sergio pensato
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venerdì 11 gennaio 2008
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sparate sul pianista
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E' facile elogiarne l'impatto visivo; al pari dei suoi protagonisti che prendono vita da un fango primordiale, questo film è un prodotto organico della società odierna, tecnologica e massmediale. Irta di idiomi specializzati e subculture, che però si razionalizzano nella logica della comunicazione: ottenendo un controllo assoluto a chi ha la macchina delle immagini e condividendo, al contempo, un appiattimento di senso tra le classi soggette a tale gerarchia. Eccessivo e forse volgare allora come il rock, il ciberpunk, il dark e quant'altro fa corrente tra le masse, questa opera ha sincere motivazioni estetiche; e di fronte alla quantità delle cose che realizza è secondario stabilire le esatte intenzioni del regista, e quanto invece è determinato dalla supersimmetria che opera sul mondo.
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E' facile elogiarne l'impatto visivo; al pari dei suoi protagonisti che prendono vita da un fango primordiale, questo film è un prodotto organico della società odierna, tecnologica e massmediale. Irta di idiomi specializzati e subculture, che però si razionalizzano nella logica della comunicazione: ottenendo un controllo assoluto a chi ha la macchina delle immagini e condividendo, al contempo, un appiattimento di senso tra le classi soggette a tale gerarchia. Eccessivo e forse volgare allora come il rock, il ciberpunk, il dark e quant'altro fa corrente tra le masse, questa opera ha sincere motivazioni estetiche; e di fronte alla quantità delle cose che realizza è secondario stabilire le esatte intenzioni del regista, e quanto invece è determinato dalla supersimmetria che opera sul mondo. Il film cade quando dimentica la tradizione del Cinema e si disorienta tra la molteplicità dei linguaggi che contiene, a partire dalla peculiare serialità dei manga. Ma mi sembra giustificato incoraggiare la ricerca. Invece tutti pronti a dare brutti voti ai primi, inevitabili errori, come giuria davanti ad un candidato promettente e presuntuoso. Non ci sto. Dove sono i critici che infioravano TaoArte (!) per Transformers? Perché si vendono tanti brutti film mentre questo è scomparso? Kiashan vale da solo tutte le prove di Schwarzenegger e non usa la guitteria di tanto spettacolo di cassetta, nè supercast, nè budget stratosferici. Ci sono idee da salvare.
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[+] cioè????
(di itto)
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luca da sternatia
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domenica 11 gennaio 2009
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con un pò di coraggio avremmo avuto un capolavoro
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Credo che la narrazione originale abbia avuto poderosi tagli per via di un'estensione forse ancora maggiore della stessa rispetto al prodotto finale...(non è stata data una locazione precisa, nella storia, al castello ed a quanto ivi organizzato e dormiente)...peccato...perche' a me il tempo del racconto è trascorso benissimo e avrei atteso ancor'altro.Una pellicola mai così poco occidentale...un filtro mai così tanto alternativo di dinamiche individuali e sociali riconiscibili in ogni tempo ed in ogni luogo...perchè comunque dell'uomo...una visione orgogliosamente nipponica del mondo, quasi non curante della globalità del circuito cinematografico...quasi nazionale...che finisce per annichilire, per ripudiare e rifiutare e superare questo suo carattere/limite, andando a cercare e combattere il pregiudizio ed il giudizio nei palazzi nei piani di un generale nel cuore di un padre di una madre di un figlio di un amante di un amato di un vecchio di un giovane di un amico di un nemico di un eroe di un'anti-eroe.
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Credo che la narrazione originale abbia avuto poderosi tagli per via di un'estensione forse ancora maggiore della stessa rispetto al prodotto finale...(non è stata data una locazione precisa, nella storia, al castello ed a quanto ivi organizzato e dormiente)...peccato...perche' a me il tempo del racconto è trascorso benissimo e avrei atteso ancor'altro.Una pellicola mai così poco occidentale...un filtro mai così tanto alternativo di dinamiche individuali e sociali riconiscibili in ogni tempo ed in ogni luogo...perchè comunque dell'uomo...una visione orgogliosamente nipponica del mondo, quasi non curante della globalità del circuito cinematografico...quasi nazionale...che finisce per annichilire, per ripudiare e rifiutare e superare questo suo carattere/limite, andando a cercare e combattere il pregiudizio ed il giudizio nei palazzi nei piani di un generale nel cuore di un padre di una madre di un figlio di un amante di un amato di un vecchio di un giovane di un amico di un nemico di un eroe di un'anti-eroe...dell'autore e dello spettatore...Le dicotomie, gli antagonismi e le contraddizioni umane non sono contrapposte tra loro ma unite in un'abbraccio circolare...(ORIENTE)...Kiashan resta un eroe perchè, anche se solo in ultimo...quasi buttando all'aria quest'occasione anomala di reincarnazione (ancora ORIENTE)...anomala perchè porta con se la coscienza e la conoscienza della vita precedente...in ultimo appunto, pentito, CHIEDE PERDONO.... ancora(scusate)...nella coscienza di un giapponese l'atomica scoppia comunque, nonostante gli eroi, nonostante gli dei, nonostante qualsiasi fede...INEVITABILE...anche in una favola, pur nell'occasione data loro dall'immaginazione...sarebbe scoppiata comunque anche nel futuro...perchè è stato il frutto dell'opera, anche interiore, degli uomini che portano in seme l'errore e l'orrore di chi gli ha preceduti...La storia come coerente concerto...gli uomini come strumenti di un'orchestra senza maestro...solisti tutti...TRAGICO...(se permettete...felicissime quanto potenti sono state le rappresentazioni del treno e delle fortezze volanti...e graficamente vi è completa aderenza a quanto sopra evidenziato in quanto ciò che di più maderno si possa immaginare si veste di tratti antichi)...non annoiatevi
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antonello villani
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giovedì 20 luglio 2006
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l'eroe dei fumetti in un film visionario
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C’era una volta un cartoon degli anni ’70 amato dagli adolescenti e caduto nel dimenticatoio: troppo vecchia la storia del ragazzo robot portato a nuova vita grazie al progresso di una società ipertecnologica e troppo primitivo il disegno per essere apprezzato da ragazzini con I-Pod sempre in tasca. Dopo decenni di oblio ci pensa un regista giapponese con un passato nei videoclip a portare sullo schermo Tetsuya ed il suo alter ego in tuta e caschetto. L’operazione di maquillage ha tutte le carte in regola per piacere al pubblico dei giorni nostri perché il film “Kyashan – La Rinascita” è un concentrato di effetti speciali, un miscuglio di generi –si passa dal dramma all’action movie, dal wu xia pian al fantasy- che sorprende per lo straordinario impatto visivo: fotografia da antologia –il bianco e nero sgranato dei fumetti, i colori seppiati, gli effetti di luce- e sceneggiatura intrisa di filosofie orientali, il film di Kazuaki Kiriya vuole stupire a tutti i costi, disorientare ed affascinare, avvince lo spettatore con il dramma di popoli in guerra da cinquant’anni ed in preda a miserie, malattie e piccoli drammi quotidiani.
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C’era una volta un cartoon degli anni ’70 amato dagli adolescenti e caduto nel dimenticatoio: troppo vecchia la storia del ragazzo robot portato a nuova vita grazie al progresso di una società ipertecnologica e troppo primitivo il disegno per essere apprezzato da ragazzini con I-Pod sempre in tasca. Dopo decenni di oblio ci pensa un regista giapponese con un passato nei videoclip a portare sullo schermo Tetsuya ed il suo alter ego in tuta e caschetto. L’operazione di maquillage ha tutte le carte in regola per piacere al pubblico dei giorni nostri perché il film “Kyashan – La Rinascita” è un concentrato di effetti speciali, un miscuglio di generi –si passa dal dramma all’action movie, dal wu xia pian al fantasy- che sorprende per lo straordinario impatto visivo: fotografia da antologia –il bianco e nero sgranato dei fumetti, i colori seppiati, gli effetti di luce- e sceneggiatura intrisa di filosofie orientali, il film di Kazuaki Kiriya vuole stupire a tutti i costi, disorientare ed affascinare, avvince lo spettatore con il dramma di popoli in guerra da cinquant’anni ed in preda a miserie, malattie e piccoli drammi quotidiani. In questa realtà desolante alcuni scienziati scoprono il segreto delle neocellule –gli arti si autogenerano, i morti vengono resuscitati-, mentre gli umanoidi iniziano una battaglia per eliminare la razza umana ed un eroe portato a nuova vita deve difendere il mondo dalla distruzione. Visionario fino all’inverosimile e troppo complesso nella sua architettura, “Kyashan” è un trip psichedelico dove si mescolano luci, colori e musiche che hanno la pretesa di sorprendere ad ogni inquadratura, un viaggio tra etica e tecnologia che apre il dibattito sulle ricerche scientifiche; umanoidi che conservano i ricordi della vita precedente, decisi a sterminare il genere umano per creare un nuovo ordine mondiale. Musiche ridondanti accompagnano le immagini ricche di pathos, il dramma familiare di uno scienziato che vuole salvare la moglie da morte sicura si mescola al dramma universale che si consuma sotto i bombardamenti e le incursioni dei robot; scenografia dai toni crepuscolari che strizza l’occhio a “Metropolis” e “Matrix”, tanto per citarne alcuni, e virtuosismi stilistici da far impallidire persino i migliori registi. Kiriya in questo delirio di onnipotenza vuole strafare, resta intrappolato nelle sue visioni tanto da far perdere allo spettatore le coordinate di questo suo vagolare. Combattimenti a tempo di hip hop, fantasmi che parlano ai protagonisti, dialoghi con la ripetizione delle battute, cartoni animati e la domanda delle domande che trova infine la sua risposta. Certo, il film sul ragazzo dal corpo duro come l’acciaio è un po’ confusionario ma due ore e venti minuti di grandissime emozioni fanno dimenticare anche qualche enigma irrisolto. Le spiegazioni non sempre sono necessarie, il grande cinema sa farne anche a meno.
Antonello Villani
(Salerno)
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leo
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lunedì 6 agosto 2007
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bello,e profondo ma........
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Secondo me il film rispecchia,il (SENSO) certamente profondo che c'e' nella serie animata tv che posseggo e ho visto di recente e ripeto il (SENSO),cioe'"amore,pace e convivenza umana" ,di certo il film e' molto profondo la regia di Kazuaki Kiriya e' spettacolare come gli effetti grafici,veramente unici,e la colonna sonora mi piace molto,certamente un film "a carattere umano",che fa pensare molto al nostro destino.
Ma nel contempo questo film non rispecchia la trama della serie tv e'completamente scostato dove' il cane robot Flender?,
e poi quando mai Khyashan ha combattuto come soldato? e i collaboratori di Briking ??,manco da lontano,sinceramente su questo lato sono rimasto molto DELUSO.
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Secondo me il film rispecchia,il (SENSO) certamente profondo che c'e' nella serie animata tv che posseggo e ho visto di recente e ripeto il (SENSO),cioe'"amore,pace e convivenza umana" ,di certo il film e' molto profondo la regia di Kazuaki Kiriya e' spettacolare come gli effetti grafici,veramente unici,e la colonna sonora mi piace molto,certamente un film "a carattere umano",che fa pensare molto al nostro destino.
Ma nel contempo questo film non rispecchia la trama della serie tv e'completamente scostato dove' il cane robot Flender?,
e poi quando mai Khyashan ha combattuto come soldato? e i collaboratori di Briking ??,manco da lontano,sinceramente su questo lato sono rimasto molto DELUSO.Ma ripeto il film mi piace molto ,anche se non assomiglia al Kyashan che mi aspettavo.
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[+] no il film c'entra con kyashan a mio parere
(di zagas)
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lorenzo
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venerdì 21 luglio 2006
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bioetica e filosofia danneggiano il film
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Noioso lungo e a tratti fortemente pedante. Il fim di per sè potrebbe anche essere carino, ma troppa retorica, romanticismo e filosofia bioetica ne fanno un polpettone che fa sentire tutte le sue due ore e venti di durata. In poche parole spiega i fatti antecedenti alla logica del cartone animato giapponese ovvero come si è arrivati a quella situazione, chi è chi e da dove arrivano i cattivi. Lento, molto lento, lungo con dialoghi lenti e pseudomoralistici con totale (se non per brevi sprazzi da pochi secondi) assenza di combattimenti ed avventure che hanno distinto il cartone animato. Personalmente ho richiato di addormentarmi (cosa che rarissimamente mi capita al cine) e ne sono rimasto parecchio insoddisfatto.
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Noioso lungo e a tratti fortemente pedante. Il fim di per sè potrebbe anche essere carino, ma troppa retorica, romanticismo e filosofia bioetica ne fanno un polpettone che fa sentire tutte le sue due ore e venti di durata. In poche parole spiega i fatti antecedenti alla logica del cartone animato giapponese ovvero come si è arrivati a quella situazione, chi è chi e da dove arrivano i cattivi. Lento, molto lento, lungo con dialoghi lenti e pseudomoralistici con totale (se non per brevi sprazzi da pochi secondi) assenza di combattimenti ed avventure che hanno distinto il cartone animato. Personalmente ho richiato di addormentarmi (cosa che rarissimamente mi capita al cine) e ne sono rimasto parecchio insoddisfatto.
Non brutto come Ultraviolet, ma piuttosto fuori luogo. Se voglio lezioni di filosofia , moralità e retorica dovrei scegliere films che ne parlano in correlazione alla vita del mondo reale. Troppo Zen in un amimation movie tratto da un fumetto è sciocco e non sense; dovrebbe invece divertire, entusiasmare e rievocare ricordi di infanzia passati davanti alla tv. Con questo film non si ottiene nulla di tutto questo, solo un gran mal di testa e una gara con il resto del pubblico in sala a chi abbandona per ultimo la visione. Parecchi sono andati via esasperati da dialoghi eterni supportati da musiche e luci tenui e noiose. A mio parere un film che poteva essere rivisto in molte sue parti; più corto, sopratutto in alcuni passaggi e più verve in altri. Comunque da qui si vede la diversità culturale cinematografica: nulla di quello che ci si aspetta verrà proiettato. Film a mio parere assolutamente da evitare, forse di interesse per i maniaci della filosofia fumettistica orientale, ma solo per veri, anzi verissimi intenditori. Gli altri sono avvisati: due ore di valium vi attendono
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(di nicolaennio)
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(di boogiepop)
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solaris
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martedì 8 agosto 2006
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di kyashan questo film ha a malapena il nome
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Questo film lo dovevano chiamare Pincoppallino, la Rinascita, perchè NULLA e dico NULLA c'entra con il Cartone Animato che molti di noi hanno amato da ragazzi. In fondo un tale film, uscito 10 anni dopo l'ultima opera dedicata a Kyashan, doveva essere una sorta di omaggio a chi ancora si ricorda questo grande personaggio, eroe di una passata generazione.
Invece la storia è comletamente riscritta ed il tema principale da ecologico è stato cambiato in un più tranquillo "fate all'amore non fate alla guerra".
Il che può anche andare bene, ma 2 ore lente in quel modo, piene di monologhi improbabili e pallosi, proprio non si regge. L'unica scena di azione che ricorda il mitico Kyashan dura 5 minuti.
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Questo film lo dovevano chiamare Pincoppallino, la Rinascita, perchè NULLA e dico NULLA c'entra con il Cartone Animato che molti di noi hanno amato da ragazzi. In fondo un tale film, uscito 10 anni dopo l'ultima opera dedicata a Kyashan, doveva essere una sorta di omaggio a chi ancora si ricorda questo grande personaggio, eroe di una passata generazione.
Invece la storia è comletamente riscritta ed il tema principale da ecologico è stato cambiato in un più tranquillo "fate all'amore non fate alla guerra".
Il che può anche andare bene, ma 2 ore lente in quel modo, piene di monologhi improbabili e pallosi, proprio non si regge. L'unica scena di azione che ricorda il mitico Kyashan dura 5 minuti. In quel momento, dopo un'ora di noia direte, evvai adesso si svolta, ecco il Kyashan che ricordavo, salvo ripiombare nel nulla alla fine della scena :/
Oddio visivamente questo film è spettacolare. Scenografie oniriche, effetti surreali, quasi da fastidio vedere un tale gioco di luci e colori, a noi occidentali che siamo abituati ad una fotografia più "realistica". Se avete visto il film "Hero" o "La Foresta dei Pugnali Volanti" riuscirete a capire a quali artifici tecnici mi riferisco.
Seconda nota dolente del film sono i personaggi: stravolti, ed hanno perso la loro identità! Kyashan stesso è un mentecatto che gira per 2 ore senza uno scopo preciso. Luna è na poretta che non sa che fare. Azuma invece è l'esatto opposto che nel cartone da geniale scenziato a ... (evitiamo spoiler che è meglio >.>). Idem Braiking, che è persino diventato "il buono" della situazione, spinto ad agire in un certo modo dagli eventi!!!
Insomma un film da evitare assolutamente come la peste. Se volete vedere Kyashan, guardatevi la mini serie di OAV girato negli anni 90: Kyashan Il Mito. E' abbastanza breve e condensa al meglio la storia e rende bene i personaggi. Ed è pure disegnata molto bene.
Voto -10 stelle
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beefheart
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sabato 27 gennaio 2007
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caotico
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Abuso di virtuosismi tecnici e filosofiche riflessioni esistenziali per raccontare, una volta tanto, il sottile confine tra bene e male. Ricorrenti Flashback, giochi di luci e colori, estemporanee apparizioni ectoplasmatiche, scenari apocalittici, suoni e voci fuoricampo che si sovrappongono. Questo ed altro a rendere faticosa la visione e la comprensione di due ore e mezza di mirabolante fantasia nippo-catastrofica.
[+] vero
(di mymovies)
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nicolaennio
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giovedì 3 agosto 2006
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se non sei giapponese non ti può piacere, attento.
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Premetto che non conoscevo il manga, di solito mi piacciono i film di azione e cyberpunk e nonostante alcune recensioni negative ho pensato di andare a vedere comunque kyashan. Gravissimo errore. In poche parole basterebbe dire che il film è giapponese fino al midollo: protagonisti che si arrovellano con domande filosofiche in un polpettone di problemi morali e che vogliono impegnarsi al massimo qualunque sia il loro destino. Ma io sono un occidentale semplice, voglio capire la trama, vedere delle scene d'azione ed effetti speciali; ma nel film tutto questo è impossibile, vi avverto: la trama è abbozzata, il tempo e lo spazio non esistono nel film che procede come un sogno; le scene d'azione sono confuse, anche a livello grafico, con strani luccichii e mosse incomprensibili, comunque la prima scena d'azione è dopo mezz'ora; gli effetti speciali sono pessimi, alla stregua dei filmatini nei videogiochi.
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Premetto che non conoscevo il manga, di solito mi piacciono i film di azione e cyberpunk e nonostante alcune recensioni negative ho pensato di andare a vedere comunque kyashan. Gravissimo errore. In poche parole basterebbe dire che il film è giapponese fino al midollo: protagonisti che si arrovellano con domande filosofiche in un polpettone di problemi morali e che vogliono impegnarsi al massimo qualunque sia il loro destino. Ma io sono un occidentale semplice, voglio capire la trama, vedere delle scene d'azione ed effetti speciali; ma nel film tutto questo è impossibile, vi avverto: la trama è abbozzata, il tempo e lo spazio non esistono nel film che procede come un sogno; le scene d'azione sono confuse, anche a livello grafico, con strani luccichii e mosse incomprensibili, comunque la prima scena d'azione è dopo mezz'ora; gli effetti speciali sono pessimi, alla stregua dei filmatini nei videogiochi.
La verità è che questo film è esclusivamente per la cultura giapponese, chi non la apprezza deve essere pronto ad andarsene prima della metà del film.
A chi fosse comunque incuriosito consiglio di aspettare il dvd e guardarselo a casa, dove è più comodo addormentarsi sul divano o spegnere la tv.
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[+] ma che stai addì
(di no compromise)
[ - ] ma che stai addì
[+] risposta: ma che stai addì
(di nicolaennio)
[ - ] risposta: ma che stai addì
[+] risposta: ma che stai addì
(di nicolaennio)
[ - ] risposta: ma che stai addì
[+] èbellissimo
(di falstaff)
[ - ] èbellissimo
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