La stanza del figlio

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che guevara, era un ammiratore del duce, oh yes! martedì 30 aprile 2002
meglio la de filippi come ballerina che nanni come attore. Valutazione 0 stelle su cinque
46%
No
54%

Piccolo documentario romanesco sulla mater dolorosa. Come tutti sanno più facile far piangere che far ridere. Le solite defecatine intellettualistiche buone per la piccola borghesia buonista. Spettatore ideale di Moretti: dipendente pubblico, fancazzista, solidale a chiacchiere, lettore di Repubblica, cinico e nihilista; può essere anche piccolo imprenditore, di quelli contro l'articolo 18, ma che quando si tratta di produrre va in Cina "perché quelli non mi costano nulla e non li devo assumere".

[+] ignorante!!!! (di ale)
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dario lunedì 20 aprile 2015
sopra le righe Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%

Non si capisce la venerazione per Moretti che è, evidentemente, anche una auto-venerazione. Questo film è palesemente finto. Le emozioni, i sentimenti, sono urlati con pudore patinato, sono evidenziati e al contempo nascosti da una grossolana furbizia. Moretti insegue l'estetica, non la sostanza delle cose. Vuole far vedere, esibirsi senza partecipare. Nominare, non affermare. Non sa andare in fondo, osa ma non ce la fa. Il suo è un provincialismo irritante perché pretenzioso. Un velo pietoso sulle recitazioni, specialmente sulla sua. Sembra uno stoccafisso saccente (come se fosse possibile), un automa superbo. E' modesto anche come cineasta, ne balbetta il linguaggio.

[+] ok dario (di amedeo gavazzi)
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francesco giovedì 21 giugno 2001
come decontestualizzare una vaccata Valutazione 1 stelle su cinque
38%
No
62%

La forza principale di "La stanza del figlio" sta nella geometria. L'ultimo , immenso capolavoro di Nanni Moretti, è tutto incentrato da una geometria orizzontale tendente a fissarne i volti in un approccio enigmatico ed espressivo. Un film pieno di sottotesti, che accentua il profondo lirismo dei volti, fino a delineare gli spazi con un rigore ed un distacco atipici. Moretti è leggero, ondivago. Cita la poesia Caproniana e la retorica Bergmaniana, per riflettere sulla morte vista come negazione buddhista della sofferenza, ma d'altra parte impone una visibile retorica di gusto e essenza religiosa. Moretti comprende perfettamente il labirinto della narrazione, il pianto visto in un ottica Vontrieriana, e l'eleganza tipica del cinema francese dei Chabrol e dei Resnais. [+]

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mario lunedì 22 ottobre 2001
capolavoro assoluto Valutazione 5 stelle su cinque
29%
No
71%

E' meglio dirlo subito: per me è un capolavoro assoluto. Moretti fa uscire dallo schermo il dolore che prova la sua famiglia, e lo stesso ti penetra e ti entra nel cuore (memorabile la scena della chiusura della bara, quel rumore...). E' meraviglioso come vengono analizzate le singole reazioni, con ognuno che in un certo senso si chiude in se stesso ed un finale altamente poetico che (forse) riapre uno spiraglio di speranza.

[+] ma non si può rappresentare il dolore (di lion)
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barson sabato 2 settembre 2006
giusto seguito Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Scomparse (in parte) le sue fobie che gli impedivano di vivere qualsiasi tipo di rapporto, ecco realizzarsi il sogno di Michele Apicella. Sposato con una moglie stupenda (guarda caso ancora la Morante), due figli bellissimi, maschio e femmina il perfetto completamento della famiglia, le cantate in macchina le corse col figlio e le biricchinate perdonate a quet'ultimo perché in fondo c'è un bel rapporto di dialogo. Una famiglia da spot televisivo insomma nella quale non deve entrare nessun elemento esterno disturbatore. Così, il "nuovo" Apicella, svolge il suo lavoro di psicologo in modo assolutamente distaccato perché il dolore altrui non gli appartiene. Ma la morte del figlio, arrivata come un lampo nella notte a squarciare quell'idillio famigliare, lo porta ad avvicinarsi un pò alla volta, col proprio dolore, alle persone che secondo lui assediavano il suo castello fatto di felicità. [+]

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bullythekid giovedì 16 maggio 2002
ab: do a questo film due stelle, ma ne scrivo cinque per avere più spazio: titolo della recensione: lo strazio del figlio Valutazione 5 stelle su cinque
25%
No
75%

"La stanza del figlio" è, per certi versi, un film sopravvalutato. Sia percjè lo stile asciutto di Moretti non analizza mai il dramma, sia perchè il ritratto della famiglia, oltre ad essere scontato, è poco approfondito. Scene belle ed accattivanti, come il monologo sulla tazzina sbeccata o il funerale del figlio, non mancano e coinvolgono. Ma la gustosa autoparodia di "Caro diario" e "Aprile" è assai lontana. Musiche di Nicola Piovani, prodotto dalla Sacher di Moretti e Angelo Barbagallo. Palma d'oro a Cannes, premio per il miglior film ai David di Donatello.

[+] sì, è così..... (di cl41527)
[+] la verità in pellicola (di kobayashi)
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hector "macho camacho" domenica 22 luglio 2001
nanni moretti "documentarista di stato comunista" copia in modo volgare film gia' visti, e in questo modo il peggiore regista del mondo (ed wood in confronto e' un regista di serie a) Valutazione 0 stelle su cinque
42%
No
58%

IL film la "Stanza del Figlio", e' un Film copiato e ricopiato da altri Lungometraggi. Ma il precedente Governo Di Sinistra e' Riuscito a fare Vincere al Pupazzo Moretti il Festival Di Cannes. E' come dire (per fare un esempio), che il giocatore di calcio Nanni Moretti facente parte di una Squadra di Amatori di Calcio (dove e' sempre in Panchina), incredibilmente gli viene assegnato il Pallone D'oro come Migliore Giocatore D'Europa e del Mondo. Che Schifo. Nanni Moretti non Sei che un povero (con tutto il rispetto ch ho per i Poveri), Pagliaccio che Ha comprato tutti i premi che Hai Vinto e che Vincerai.

[+] grazie (di angelo)
[+] c'est drôle, ça me rappelle... (di marc provencher)
[+] impara la sintassi (di flavio)
[+] intervento imbarazzante (di spione)
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mariano ruggiano giovedì 30 agosto 2001
borghesi si diventa... Valutazione 2 stelle su cinque
42%
No
58%

Mi era stato detto che La stanza del figlio, tra i film del regista romano, era il meno morettiano. Probabilmente è vero, anche se, specie nella prima parte, lo stile è riconoscibilissimo. Moretti, come Benigni, per una volta si è cimentato con un tema drammatico: una microstoria ordinaria di gente comune, che vede la propria sonnacchiosa routine di famiglia borghese sconvolta di colpo da un evento universalmente tragico,forse l'unico realmente contro natura. E buona parte della trama non è che il racconto di questo dolore, tra la vita che continua e il desiderio di fermarla, tra rimpianti e rimorsi di coscienza, nel diluvio di "se" e "ma" che affolla la mente dopo una disgrazia. L'intento è nobile, ma il risultato artistico un po' meno. [+]

[+] a me non è piaciuto..... (di cl41527)
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joint giovedì 19 settembre 2002
un discreto film...nulla di piu' Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

tanto 'can can' per un discreto film ma nulla piu'...perchè si è voluto enfatizzare così tanto questo film??? forse un motivo c'è...ed è come al solito politico...i film di 'sinistra' sono sempre aiutati...come ad esempio lo è stato LA VITA E' BELLA di Benigni...anche quello un discreto film ma niente di più...LA STORIA SI RIPETE A QUANTO PARE

[+] assolutamente non concorde (di clitemnestra)
[+] ossessionato dall'ideologia (di spione)
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franz sabato 16 aprile 2005
un falso capolavoro Valutazione 1 stelle su cinque
37%
No
63%

Questo è un film fatto apposta per ingannare gli spettatori più ingenui. Con esso Nanni Moretti compie un'operazione di bassa lega, cercando di aggredire lo spettatore con un una sintassi di immagini legate al lutto e alla morte, nel vano tentativo indurlo a confondere il sentimentalismo con l'introspezione psicologica. Non ne può nascere nessuna riflessione filosofica originale, e ciò è molto grave per un film che per quasi due ore ci impone l'inutile rievocazione di dolorosi ricordi legati al lutto. Coerentemente con gli altri film di Moretti, anche La stanza del figlio fa finta di essere un capolavoro, con tutte le carte in regola per incantare l'ossequiosa critica di sinistra e il pubblico meno smaliziato.

[+] ahhh...finalmente (di ciro)
[+] non hai capito niente e, forse, mai lo capirai! (di caio mario)
[+] ma.. (di kobayashi)
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