La stanza del figlio |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Nanni Moretti, Laura Morante, Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice, Claudio Santamaria.
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Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 100 min.
- Italia 2001.
MYMONETRO
La stanza del figlio
valutazione media:
3,24
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Come decontestualizzare una vaccatadi FrancescoFeedback: 0 |
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giovedì 21 giugno 2001 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La forza principale di "La stanza del figlio" sta nella geometria. L'ultimo , immenso capolavoro di Nanni Moretti, è tutto incentrato da una geometria orizzontale tendente a fissarne i volti in un approccio enigmatico ed espressivo. Un film pieno di sottotesti, che accentua il profondo lirismo dei volti, fino a delineare gli spazi con un rigore ed un distacco atipici. Moretti è leggero, ondivago. Cita la poesia Caproniana e la retorica Bergmaniana, per riflettere sulla morte vista come negazione buddhista della sofferenza, ma d'altra parte impone una visibile retorica di gusto e essenza religiosa. Moretti comprende perfettamente il labirinto della narrazione, il pianto visto in un ottica Vontrieriana, e l'eleganza tipica del cinema francese dei Chabrol e dei Resnais. "La stanza del figlio" sta al cinema allo stesso modo per cui Proust sta alla letteratura. Un totale ed epico cambio di rotta espressivo, volto a deformare la realtà e renderla, attraverso l'intimismo, più narrante e meno retorica. La corsa iniziale per le strade di Ancona, di Zemeckisiano impatto popolare, è attraversata per tutto lo scorrere della scena da una movimentata frenesia che rimanda alla pittura di Klimt e alla prosa italiana contemporanea. Per non parlare dell'uso profondo che Moretti fa della psicanalisi. Qui entrano perfettamente le ottiche psicologiche di un Lowen, l'uso della psicanalisi come oggetto circolare bioenergetico. Non a caso la carrellata che l'accompagna dallo studio all'appartamento sono una precisa scelta emotiva volta a far apprendere le basi delle sue poetiche successive. La sparizione del fossile, è una evidente citazione al lavoro enorme fatto dalla zoologia serbo croata, che da sempre parte dalle scuole e porta avanti una formazione popolare rivolta spesso alla conservazione dei fossili come fossero memoria analitica Non a caso la memoria è la base di questo enorme capolavoro, che , ispirandosi metacinematograficamente a "Bianca" ritrova dentro se stessa un idea nuova di cinema. Un cinema che impone il melodramma come scelta stilistica, toglie le immagini e le sovrappone ai sentimenti, attraverso una schematizzazione dei primi piani, e dell'assenza dei movimenti di macchina. Il personaggio di Silvio Orlando è preso nella sua totalità, dalla commedia rionale napoletana, quella che ha avuto come maestri gente come Rosalina Anzidei e Mino di Cosenza.
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