Lezioni di piano

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Un film di Jane Campion. Con Holly Hunter, Harvey Keitel, Sam Neill, Anna Paquin, Kerry Walker.
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Titolo originale The Piano. Drammatico, durata 121 min. - Australia, Francia, Nuova Zelanda 1993. MYMONETRO Lezioni di piano * * * * - valutazione media: 4,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
lara domenica 2 settembre 2007
questo film è magico Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
12%

Pochi film sono riusciti ad emozionarmi e entrarmi dentro, come questo. A parte il discorso puramento tecnico, la precisione dei luoghi, dei paesaggi, la bravura degli attori, perfino la bambina è perfetta... a parte il fiume di interpretazioni sulla trama e la vicenda, che girano un pò qua e la in rete, questo è un film fatto con l'anima, che parla all'anima di chi lo vede. E' una poesia di immagini, cio che raramente vediamo oggigiorno al cinema.. Ada rappresenta l'oscuro mistero che allberga nel nostro cuore, i tumulti segreti della passione,e la malinconia e il dolore che essi nascondono. Il pianoforte è l'essenza suprema di quella musica, linguaggio dello spirito, che affonda le sue radici nel bisogno ancestrale di comunicazione, tipico di tutti gli esseri. [+]

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pattie giovedì 20 gennaio 2011
non concordo affatto.... Valutazione 4 stelle su cinque
95%
No
5%

con la recensione in prima pagina. Non mi sembra per niente un melodramma, soprattutto se con melodramma si vuole dare una connotazione negativa e romanticamente tragica, il film "The piano". al contrario è particolarmente nuovo per l'approccio poco sdolcinato (ma senza mai scadere nella volgarità da una parte o nel moralismo dall'altra) al tema dell'amore e dell'attrazione tra uomo e donna. Inoltre torna il tema dell'incapacità di comunicare anzi, direi quasi l'inutilità di comunicare con i canali più ovvi e scontati. Il linguaggio comune è sciocco, infarcito di convenzioni, luoghi comuni, ipocrisia e banalità. La protagonista comunica con lo sguardo (i suoi occhi sono più profondi e loquaci di mille frasi) col corpo (esile e forte, volitivo e chiuso, negato ed esaltato), con la propria musica "diversa", non semplice, una musica figlia dei tumulti dell'animo. [+]

[+] ...e infatti concordo: (di poverociccio)
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gianpaolo venerdì 3 giugno 2005
prova d'autore Valutazione 4 stelle su cinque
78%
No
22%

Virtuosa esplorazione dell'universo femminile,..fatta attraverso la storia di una donna, il cui mutismo è frutto di una inconscia scelta. Per lei il pianoforte è a tutti gli effetti una sorta di protesi vocale,....e le note con le quali si esprime testimoniano la sua estrema sensibilità, e vulnerabilità. Una sofferta storia d'amore, la cambierà, facendole recuperare l'uso della parola. E l'indice amputatole dall'ex marito,... sostituitole da una protesi metallica,.....battendo sui tasti del pianoforte, provoca una sorta di dissonanza, che rappresenta metaforicamente quel frammento di musica che in lei (opportunamente) non c'è più,...e che l'ha resa per certi versi una donna completa.

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ivan91 domenica 14 marzo 2010
emozionante e coinvolgente Valutazione 5 stelle su cinque
77%
No
23%

Il capolavoro di Jane Campion per eccelenza, un raffinato e suggetivo melodramma come non se ne vedevano da annni: tutto e perfetto dai costumi di metà ottocento aglla spendida fotografia che ci fa immergere completamente nella natura selvaggia della nuova zelanda, alla sceneggiatura che non presnta ne buchi e ne cadute di tono, fino alla colonna sonora che penetra nnell' animo dello spettatore fino alla più acuta commozione.
Una menzione particolare va agli attori e alla loro superba interpretazione, a cominciare dalla grandiosa Holly Hunter che e perfetta nel ruolo della donna muta che ha perso la voglia di vivere, ma che grazie all' amore per il suo pianoforte e dell' amnte riesce finalmente a vivere e a cominciare persino a parlare. [+]

[+] ke bello! (di kris69)
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antonio canzoniere martedì 16 ottobre 2012
il manifesto campioniano Valutazione 5 stelle su cinque
84%
No
16%

Ada è una giovane vedova, di nobile famiglia scozzese, muta da quando era piccola, con figlioletta a carico, promessa sposa di un possidente terriero che abita in Nuova Zelanda. Arriva così in quella terra semitropicale, immersa nel verde di una foresta intatta e meravigliosa, portando con sè ciò che è la sua vera voce: il suo piano, lo strumento con cui esprime tutta sè stessa, l'unica cosa che riesce a connetterla al mondo esterno. Prprio l'unica cosa che il marito rifiuta di portare a casa. Eppure, Baines, il miglior amico dell'ottuso consorte si offre di portarlo nella sua capanna per avere delle lezioni, ovvero degli approcci carnali sempre più spinti che portano i due fino alla passione più profonda, gettando così un'apertura per una nuova vita di felicità e di amore inaspettato. [+]

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weach martedì 31 agosto 2010
forte, delicato,sentiemetale, struggente ,elegante Valutazione 4 stelle su cinque
90%
No
10%

Storia di matrimoni per procura di una  vedova  scozzese muta che  arriva  in isola sperduta della Nuova Zelanda per conoscere il promesso marito.
La regista è Jane Campion che realizza un opera cinematrografica di primo piano.
Questo è l'ingrediente formale de" Lezioni di piano" che  vince premi oscar e nomination.
Quali sono  le" polveri magiche"   di questo splendido lavoro?
Vibrazioni energetiche, sincronicità , risonanze negative e positive poi una musica splendida che dona al film un tocco equilibrato ed  elegante. [+]

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antonio canzoniere lunedì 25 marzo 2013
il manifesto "campioniano" Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

Palma d'Oro ex-aequo a Cannes 1993: Ada, vedova scozzese con figlia a carico, sposa per procura ad un coltivatore in Nuova Zelanda, é muta fin da bambina. Tutto ciò che la connette al mondo esterno è il suo pianoforte, proprio l'unica cosa che il marito rifiuta di portare a casa. Sarà Baines, il migliore amico di lui, maori per metà a restituirglielo e ad accendere in lei una passione avvolgente ed impetuosa, che è anche ribellione e lotta contro un mondo maschilista con un tocco di sana cattiveria e di impulsi riaffiorati. E' un autentico film-cerniera tra i due periodi del cinema della Campion: quello più sperimentale e diverso di Sweetie e Un angelo alla mia tavola e l'altro più universale e intimo di Ritratto di signora e Bright Star; un'opera femminista che prende il meglio dalle più grandi radici letterarie anglosassoni, tra cui spiccano quella gotico-romantica ottocentesca e anti-vittoriana del primo '900; opus erotico mai scontato nella mostra dei corpi dei protagonisti, metafore di un'umanità nuova e libera dai conformismi; un piedistallo per straordinarie performance di attori portate alle estreme conseguenze, in primis quella dell'immensa Holly Hunter, meritatasi l'Oscar insieme alla Paquin, autentica Cathy Linton cinematografica, e la Campion sceneggiatrice, oltre che un prix d'interpretation feminine a Cannes; l'autentico manifesto di un cinema declinato al femminile sotto il segno di una natura dirompente, degna di Cime Tempestose o del Divin Marchese, in cui si fondono dialettiche come quelle tra dovere e piacere (anche sessuale), società ed individuo, civiltà e lato animale dell'uomo. [+]

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ivan91 giovedì 25 marzo 2010
la forza di vivere Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Jane campion dirige in maniera eccezionale questo magnifico film, un melodramma intenso e coinvolgente che non puo non far emozionare , si rimane incantati dalla bellezza dei paesaggi neozelandesi, dalla sublime musica Di Micheal Nyman, dalla interpretazione di Holly Hunter che secondo me, e una delle migliori della storia del cinema. Una storia di una donna muta dall'eta di 6 ann,i della sua unica vera passione,e nonchè il suo mezzo per esprimersi con gli altri, il suo pianoforte e l'unica cosa che puo tenerla in vita spiritualmente, il marito è troppo ottuso per comprendere la fragilità della donna, ma quando si innamora di un maori convertito le cose cambiano radicalmente. Mozzafiato il finale ricco di significato, la storia di una rinascita spirituale di una donna e del suo amore per il piano e per questo uomo gli daranno forza per continuare a vivere Anche i momenti erotici sono girati con estrema delicatezza della regista,mai volgari o insulsi. [+]

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jacopo b98 sabato 11 gennaio 2014
un capolavoro assoluto che r Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

 Nel 1825 Ada (Hunter), figlia di un ricco scozzese, viene data in moglie a un proprietario terriero neozelandese (Neill). Parte perciò per raggiungere il marito con la figlia Flora (Paquin) e il suo pianoforte. La donna non parla dall’età di sei anni, non perché non ne sia capace, ma perché non vuole: il suo mutismo è figlio di segreti inconfessabili del suo animo. Lei si esprime solo suonando divinamente il piano. Arrivata sull’isola il marito la obbliga a dare lezioni di pianoforte a un maori del posto (Keitel). Il loro rapporto presto si trasforma da musicale in erotico e i due instaurano una relazione figlia della passione di lui e del bisogno sfrenato di suonare di lei. [+]

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stefano capasso domenica 19 ottobre 2014
sul lasciare andare che trasforma Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

 Siamo nel 1825; sulle rive della costa ancora selvaggia della Nuova Zelanda, sbarca, proveniente dall’Inghilterra, Ada, con sua figlia Flora e il suo pianoforte. Suo padre, per convenienza, l’ha data in sposa a Neil Steward, un ricco colono che vorrebbe formarsi la sua famiglia. Ada è muta dall'età di cinque anni, si esprime con il suo piano, che suona come se facesse parlare la sua anima e per bocca di sua figlia, grazie ad un linguaggio di segni che hanno creato nel loro mondo speciale. Steward vede il pianoforte come un inutile ingombro, e lo lascia sulla spiaggia. George, un altro colono, più integrato coi maori, fa portare il piano a casa sua e Ada malvolentieri accetta di dargli lezioni di piano pur di poter suonare il suo strumento. [+]

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