fabio
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lunedì 1 giugno 2020
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melodramma in ambientazione esotica.
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Bella la musica e suggestiva l'ambientazione.
Per il resto non mi ha colpito particolarmente. Sbrodola sulla gelosia, l'incapacità di amare, la necessità del compromesso. Confesso: mi sono annoiato. Eppoi, l'happy ending non si regge. Era meglio se andava a fondo col piano.
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onufrio
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venerdì 7 febbraio 2020
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lezioni di cinema
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Nuova Zelanda, metà '800. Ada Mcgrath, vedova, e muta dall'età di 6 anni, accetta suo malgrado l'ordine del padre, prendendo come sposo Alistair (Sam Neill), la donna, assieme alla giovane figlia, si sposterà su di un'isola remota della Nuova Zelanda, in compagnia del suo fedele pianoforte, e sarà proprio il pianoforte il filo conduttore di questa delicata opera sentimentale che vedrà in Harvey Keitel (Il terzo incomodo) un ruolo importante. La musica del pianoforte sovrasta il silenzio della donna, per una colonna sonora indimenticabile.
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stefano capasso
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domenica 19 ottobre 2014
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sul lasciare andare che trasforma
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Siamo nel 1825; sulle rive della costa ancora selvaggia della Nuova Zelanda, sbarca, proveniente dall’Inghilterra, Ada, con sua figlia Flora e il suo pianoforte. Suo padre, per convenienza, l’ha data in sposa a Neil Steward, un ricco colono che vorrebbe formarsi la sua famiglia. Ada è muta dall'età di cinque anni, si esprime con il suo piano, che suona come se facesse parlare la sua anima e per bocca di sua figlia, grazie ad un linguaggio di segni che hanno creato nel loro mondo speciale. Steward vede il pianoforte come un inutile ingombro, e lo lascia sulla spiaggia. George, un altro colono, più integrato coi maori, fa portare il piano a casa sua e Ada malvolentieri accetta di dargli lezioni di piano pur di poter suonare il suo strumento.
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Siamo nel 1825; sulle rive della costa ancora selvaggia della Nuova Zelanda, sbarca, proveniente dall’Inghilterra, Ada, con sua figlia Flora e il suo pianoforte. Suo padre, per convenienza, l’ha data in sposa a Neil Steward, un ricco colono che vorrebbe formarsi la sua famiglia. Ada è muta dall'età di cinque anni, si esprime con il suo piano, che suona come se facesse parlare la sua anima e per bocca di sua figlia, grazie ad un linguaggio di segni che hanno creato nel loro mondo speciale. Steward vede il pianoforte come un inutile ingombro, e lo lascia sulla spiaggia. George, un altro colono, più integrato coi maori, fa portare il piano a casa sua e Ada malvolentieri accetta di dargli lezioni di piano pur di poter suonare il suo strumento. Poco a poco la relazione si trasformerà in una storia d'amore appassionata, che avrà un picco di grande drammaticità quando Steward si accorgerà di non essere riuscito a conquistare l’amore di Ada e, accecato dalla gelosia, cercherà di vendicarsi prima di un finale che vedrà trionfare l'amore
Lezioni di piano di Jane Campion è un film molto bello, che compie un suo percorso evolutivo preciso. Il tema in primo piano è quello dell'amore, l'amore tra Ada e George che sboccia impetuoso, cosi come l'amore tra Ada e sua figlia che vacilla quando la piccola si sente messa da parte dalla relazione della mamma con George; e l'amore non corrisposto che Steward pian piano comincia a provare per Ada, L'ambientazione nella Nuova Zelanda ancora selvaggia, dove i maori hanno già cominciato a perdere la propria identità a contatto degli europei, evidenzia la modalità piuttosto primitiva di comunicare di tutti i protagonisti. Ada non parla e usa il suo talento per esprimersi, George è analfabeta ed è un uomo sensibile; Steward è un uomo colto ma non conosce il linguaggio affettivo, e sullo sfondo gli aborigeni che conosco il linguaggio della natura e non conoscono quello dei coloni che per ora imitano soltanto. Ecco che l'arrivo di Ada è motivo scatenante per un momento di crisi di identità di tutti. E allora il film diventa un film sulla capacità di lasciare andare e sulla trasformazione. Tutti sapranno lasciare quando capiranno che non è possibile ottenere quello che vogliono. Per ultima Ada, che lascerà andare il suo pianoforte, e con esso una parte di se, che rinascerà dalle acque dell'oceano ad una nuova vita. Il piano, sempre presente è l’elemento transazionale tra tutte le parti, ed è anche simbolicamente la chiave risolutiva. Bisogna saper toccare le corde e i tasti giusti per produrre una melodia
Attori straordinari, musica di Nyman di altissimo livello e perfetta per il film, sceneggiatura impeccabile. Un grande film che coinvolge sin dalle prime battute, toccando con profondità tante corde dell’animo umano e che emoziona in tutta la sua durata.
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brando fioravanti
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martedì 14 gennaio 2014
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bellissimo
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Magistrale film. Prova degli attori eccezzionale, Holly Hunter su tutti e anche una piccola bambina prodigio. Colonna sonora geniale e fotografia con un buon alternarsi tra bei paesaggi e immagini cupe.
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jacopo b98
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sabato 11 gennaio 2014
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un capolavoro assoluto che r
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Nel 1825 Ada (Hunter), figlia di un ricco scozzese, viene data in moglie a un proprietario terriero neozelandese (Neill). Parte perciò per raggiungere il marito con la figlia Flora (Paquin) e il suo pianoforte. La donna non parla dall’età di sei anni, non perché non ne sia capace, ma perché non vuole: il suo mutismo è figlio di segreti inconfessabili del suo animo. Lei si esprime solo suonando divinamente il piano. Arrivata sull’isola il marito la obbliga a dare lezioni di pianoforte a un maori del posto (Keitel). Il loro rapporto presto si trasforma da musicale in erotico e i due instaurano una relazione figlia della passione di lui e del bisogno sfrenato di suonare di lei.
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Nel 1825 Ada (Hunter), figlia di un ricco scozzese, viene data in moglie a un proprietario terriero neozelandese (Neill). Parte perciò per raggiungere il marito con la figlia Flora (Paquin) e il suo pianoforte. La donna non parla dall’età di sei anni, non perché non ne sia capace, ma perché non vuole: il suo mutismo è figlio di segreti inconfessabili del suo animo. Lei si esprime solo suonando divinamente il piano. Arrivata sull’isola il marito la obbliga a dare lezioni di pianoforte a un maori del posto (Keitel). Il loro rapporto presto si trasforma da musicale in erotico e i due instaurano una relazione figlia della passione di lui e del bisogno sfrenato di suonare di lei. Ma presto l’erotismo si trasforma in amore e, tra lo scandalo della comunità locale, scoppia la tragedia. Ma la donna troverà la forza di rinascere a nuova vita. Scritto e diretto dalla neozelandese Campion, alla sua terza regia dopo Sweetie e Un angelo alla mia tavola; è uno dei più grandi esempi di cinema classico, forse il più grande melodramma della Storia del Cinema. Ispirato alle vicende di un’amica di Charlotte Bronte, ricorda proprio le atmosfere dei grandi romanzi di quest’ultima. Film di indelebile impronta femminile, a partire dalla regista e dalla protagonista, una Hunter in stato di grazia, che oltre a Oscar, Golden Globe, BAFTA e premio per l’interpretazione femminile a Cannes ha vinto altri numerosissimi premi. È un’acuta indagine del rapporto che c’è tra l’erotismo e l’estasi musicale, figlia probabilmente di quest’ultimo. La musica è vista come il maggiore tra gli sfoghi erotici, la passione con cui Ada suona è pari a quella che gli uomini mettono nel fare l’amore. La regia della Campion è ispirata e le immagini che ricordano i quadri del passato non sono poche. Il film deve molto senza dubbio anche alla fotografia di Stuart Dryburgh, all’ambientazione neozelandese, fatta di grandi paesaggi incontaminati perseguitati dalla pioggia battente, e soprattutto alle indimenticabili musiche di Michael Nyman, vergognosamente neanche nominate all’Oscar. Oltre a quello per la Hunter altri due premi Oscar su otto nomination: attrice non protagonista (la piccola, ma straordinaria, Anna Paquin, appena undicenne) e sceneggiatura originale. Palma d’Oro a Cannes e oltre trenta riconoscimenti internazionali. È uno di quei rari film che rimangono impressi per sempre nella mente di una persona. Indimenticabile!
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antonio canzoniere
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lunedì 25 marzo 2013
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il manifesto "campioniano"
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Palma d'Oro ex-aequo a Cannes 1993: Ada, vedova scozzese con figlia a carico, sposa per procura ad un coltivatore in Nuova Zelanda, é muta fin da bambina. Tutto ciò che la connette al mondo esterno è il suo pianoforte, proprio l'unica cosa che il marito rifiuta di portare a casa. Sarà Baines, il migliore amico di lui, maori per metà a restituirglielo e ad accendere in lei una passione avvolgente ed impetuosa, che è anche ribellione e lotta contro un mondo maschilista con un tocco di sana cattiveria e di impulsi riaffiorati. E' un autentico film-cerniera tra i due periodi del cinema della Campion: quello più sperimentale e diverso di Sweetie e Un angelo alla mia tavola e l'altro più universale e intimo di Ritratto di signora e Bright Star; un'opera femminista che prende il meglio dalle più grandi radici letterarie anglosassoni, tra cui spiccano quella gotico-romantica ottocentesca e anti-vittoriana del primo '900; opus erotico mai scontato nella mostra dei corpi dei protagonisti, metafore di un'umanità nuova e libera dai conformismi; un piedistallo per straordinarie performance di attori portate alle estreme conseguenze, in primis quella dell'immensa Holly Hunter, meritatasi l'Oscar insieme alla Paquin, autentica Cathy Linton cinematografica, e la Campion sceneggiatrice, oltre che un prix d'interpretation feminine a Cannes; l'autentico manifesto di un cinema declinato al femminile sotto il segno di una natura dirompente, degna di Cime Tempestose o del Divin Marchese, in cui si fondono dialettiche come quelle tra dovere e piacere (anche sessuale), società ed individuo, civiltà e lato animale dell'uomo.
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Palma d'Oro ex-aequo a Cannes 1993: Ada, vedova scozzese con figlia a carico, sposa per procura ad un coltivatore in Nuova Zelanda, é muta fin da bambina. Tutto ciò che la connette al mondo esterno è il suo pianoforte, proprio l'unica cosa che il marito rifiuta di portare a casa. Sarà Baines, il migliore amico di lui, maori per metà a restituirglielo e ad accendere in lei una passione avvolgente ed impetuosa, che è anche ribellione e lotta contro un mondo maschilista con un tocco di sana cattiveria e di impulsi riaffiorati. E' un autentico film-cerniera tra i due periodi del cinema della Campion: quello più sperimentale e diverso di Sweetie e Un angelo alla mia tavola e l'altro più universale e intimo di Ritratto di signora e Bright Star; un'opera femminista che prende il meglio dalle più grandi radici letterarie anglosassoni, tra cui spiccano quella gotico-romantica ottocentesca e anti-vittoriana del primo '900; opus erotico mai scontato nella mostra dei corpi dei protagonisti, metafore di un'umanità nuova e libera dai conformismi; un piedistallo per straordinarie performance di attori portate alle estreme conseguenze, in primis quella dell'immensa Holly Hunter, meritatasi l'Oscar insieme alla Paquin, autentica Cathy Linton cinematografica, e la Campion sceneggiatrice, oltre che un prix d'interpretation feminine a Cannes; l'autentico manifesto di un cinema declinato al femminile sotto il segno di una natura dirompente, degna di Cime Tempestose o del Divin Marchese, in cui si fondono dialettiche come quelle tra dovere e piacere (anche sessuale), società ed individuo, civiltà e lato animale dell'uomo. Lo sguardo, lo stile dell'autrice e della sua protagonista diventano un tutt'uno nel trasportare lo spettatore negl'angoli più torbidi del suo essere, supportate dai paesaggi, la fotografia di Stuart Dryburgh e una carica eversiva unica nel suo genere, che ha spiazzato le sale e garantito al film premi d'ogni genere, peraltro meritatissimi. Un inno alla libertà, un massacro ideologico alla D. H. Lawrence condotto da una donna per le donne, con le donne. Un film che rende migliori.
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antonio canzoniere
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martedì 16 ottobre 2012
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il manifesto campioniano
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Ada è una giovane vedova, di nobile famiglia scozzese, muta da quando era piccola, con figlioletta a carico, promessa sposa di un possidente terriero che abita in Nuova Zelanda. Arriva così in quella terra semitropicale, immersa nel verde di una foresta intatta e meravigliosa, portando con sè ciò che è la sua vera voce: il suo piano, lo strumento con cui esprime tutta sè stessa, l'unica cosa che riesce a connetterla al mondo esterno. Prprio l'unica cosa che il marito rifiuta di portare a casa. Eppure, Baines, il miglior amico dell'ottuso consorte si offre di portarlo nella sua capanna per avere delle lezioni, ovvero degli approcci carnali sempre più spinti che portano i due fino alla passione più profonda, gettando così un'apertura per una nuova vita di felicità e di amore inaspettato.
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Ada è una giovane vedova, di nobile famiglia scozzese, muta da quando era piccola, con figlioletta a carico, promessa sposa di un possidente terriero che abita in Nuova Zelanda. Arriva così in quella terra semitropicale, immersa nel verde di una foresta intatta e meravigliosa, portando con sè ciò che è la sua vera voce: il suo piano, lo strumento con cui esprime tutta sè stessa, l'unica cosa che riesce a connetterla al mondo esterno. Prprio l'unica cosa che il marito rifiuta di portare a casa. Eppure, Baines, il miglior amico dell'ottuso consorte si offre di portarlo nella sua capanna per avere delle lezioni, ovvero degli approcci carnali sempre più spinti che portano i due fino alla passione più profonda, gettando così un'apertura per una nuova vita di felicità e di amore inaspettato. Dopo Sweetie e Un angelo alla mia tavola, la Campion ha realizzato il suo autentico manifesto, oltre che testamento di un cinema declinato al femminile che sovverte in modo radicale, sadico ma mai compiaciuto gli stilemi del cinema anglosassone, così pieno di accademismo da uscirne nauseati. Intriso di sentimenti, sfumature psicologiche (e feticiste alla Bunuel), svolte nel segno dell'addizione e dell'aggiunta, è in bilico tra Jane Eyre, Cime tempestose e L'amante di lady Chatterley per il suo insieme geniale e superbo di dolcezza e sprezzanza psicologica, condito poi di una poesia magnetica, ammaliante, travolgente e straziante. Il merito però è degli attori tra cui la Hunter, la Paquin (straordinarie e sorprendenti tanto da essere state premiate con l'Oscar con la Campion sceneggiatrice), Keitel e Neill, la fotografia di Dryburgh, le musiche travolgenti di Michael Nyman e la cinepresa della Campion che si fa microscopio di sensazioni e impulsi all'insegna di una natura selvaggia e dominante. Sembra una poesia lunga 2 ore di cui se ne esce drogati nello spirito e nella mente. La Campion, in fondo, è regina di cuori. Palma d'oro a Cannes ex aequo con Addio mia concubina e prix d'interpreation feminine alla Hunter
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ruspa machete
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domenica 15 luglio 2012
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the heart asks pleasure first
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Una perla. Film stupendo, trama molto bella, recitazione sublime (soprattutto quella di Holly Hunter, impressionante) e colonna sonora incredibile...se non è un capolavoro questo...
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pattie
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martedì 3 maggio 2011
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ora che qualcuno ascolta...
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Non mi sembra per niente un melodramma, soprattutto se con melodramma si vuole dare una connotazione negativa e romanticamente tragica, il film "The piano". al contrario è particolarmente nuovo per l'approccio poco sdolcinato (ma senza mai scadere nella volgarità da una parte o nel moralismo dall'altra) al tema dell'amore e dell'attrazione tra uomo e donna. Inoltre torna il tema dell'incapacità di comunicare anzi, direi quasi l'inutilità di comunicare con i canali più ovvi e scontati. Il linguaggio comune è sciocco, infarcito di convenzioni, luoghi comuni, ipocrisia e banalità.
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Non mi sembra per niente un melodramma, soprattutto se con melodramma si vuole dare una connotazione negativa e romanticamente tragica, il film "The piano". al contrario è particolarmente nuovo per l'approccio poco sdolcinato (ma senza mai scadere nella volgarità da una parte o nel moralismo dall'altra) al tema dell'amore e dell'attrazione tra uomo e donna. Inoltre torna il tema dell'incapacità di comunicare anzi, direi quasi l'inutilità di comunicare con i canali più ovvi e scontati. Il linguaggio comune è sciocco, infarcito di convenzioni, luoghi comuni, ipocrisia e banalità. La protagonista comunica con lo sguardo (i suoi occhi sono più profondi e loquaci di mille frasi) col corpo (esile e forte, volitivo e chiuso, negato ed esaltato), con la propria musica "diversa", non semplice, una musica figlia dei tumulti dell'animo. Nyman, incommensurabile autore della colonna sonora, traduce in suoni e armonie i desideri, gli accenti più profondi, la purezza dell'amore sensuale, scevro di falsi e ipocriti moralismi. Un film nuovo quindi che aggiunge una perla alla storia del cinema, che parla dell'universo femminile declinandolo con un linguaggio diverso, anticonvenzionale, insolito. La fotografia è una serie di dipinti, ritratti, paesaggi, nudi...degni di una galleria d'arte. Grande la scena del desiderato suicidio perfetto (per uscire di scena con dignità) che però si conclude con l'inaspettata scoperta della voglia di vivere, della voglia di suonare (anche mutilata), della voglia di amare, della voglia di tornare a parlare...ora che qualcuno ascolta.
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lady libro
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venerdì 18 marzo 2011
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magico film
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Questo è uno dei più bei film che io abbia mai visto: per me è il capolavoro di Jane Campion.
La storia è stupenda, commovente, toccante e molto profonda.
Il personaggio di Ada McGrath è sicuramente uno dei più belli e ben riusciti della storia del cinema: una donna muta, che parla a gesti o con foglietti, bravissima nel suonare il pianoforte che diventa la sua bocca e le sue parole, dato che parla al posto suo, comunicando al mondo e alle persone tutto quello che prova e che in pochi sono veramente capaci di comprendere.
Ma la cosa più bella è sicuramente la storia d'amore fra Ada e Baines: all'inizio è un amore finto e obbligato, sancito da uno spregevole accordo, ma, quando sboccia la passione, diventa un amore vero e proprio, ricco di sentimento e sincerità.
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Questo è uno dei più bei film che io abbia mai visto: per me è il capolavoro di Jane Campion.
La storia è stupenda, commovente, toccante e molto profonda.
Il personaggio di Ada McGrath è sicuramente uno dei più belli e ben riusciti della storia del cinema: una donna muta, che parla a gesti o con foglietti, bravissima nel suonare il pianoforte che diventa la sua bocca e le sue parole, dato che parla al posto suo, comunicando al mondo e alle persone tutto quello che prova e che in pochi sono veramente capaci di comprendere.
Ma la cosa più bella è sicuramente la storia d'amore fra Ada e Baines: all'inizio è un amore finto e obbligato, sancito da uno spregevole accordo, ma, quando sboccia la passione, diventa un amore vero e proprio, ricco di sentimento e sincerità.
Baines, analfabeta, rozzo e ormai un maori anche lui, riesce a conquistare il cuore della bella Ada, mostrando così la sua grandezza d'animo, sacrificando la sua passione pur di vederla felice e non più sua schiava. Lui sa cosa sia veramente l'amore e quando Ada lo comprende, lei dona completamente il suo corpo e il suo cuore a quell'uomo immensamente innamorato.
Alisdair Stewart, invece, non riesce a comprendere cosa sia l'amore, chi sia davvero sua moglie e cosa significhi per lei il pianoforte: per questo appare un uomo freddo e insensibile ai sentimenti.
L'interpretazione degli attori è sublime, in particolare quella di Holly Hunter e Harvey Keitel. Bravissima anche la piccola Anna Paquin nel ruolo di Flora, la figlia di Ada. Mi è piaciuto meno Sam Neill, forse per l'antipatia che il suo personaggio mi ha trasmesso.
La scena del pianoforte in riva al mare è indimenticabile, in particolare quando Ada lo suona, Flora danza sulla spiaggia e Baines ascolta confuso o disinteressato e pensieroso.
Un vero capolavoro della storia del cinema, non ci sono dubbi.
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